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Incontro in laguna: eLit
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E-book146 pagine1 ora

Incontro in laguna: eLit

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Info su questo ebook

Arrogante e aggressivo, Luca Barbaro è esattamente il tipo d'uomo che Nell maggiormente detesta, anche se non può ignorare l'appassionata risposta del suo corpo di fronte alla forte sensualità di Luca. Ma come dimenticare il suo comportamento di qualche anno prima, o la sua attuale freddezza? Un incontro notturno, nel Carnevale veneziano, può cambiare le cose. Luca e Nell sono solo due sconosciuti mascherati, travolti da una pura e irresistibile attrazione, senza rimpianti o recriminazioni. Ma che cosa succederà al mattino quando le maschere cadranno?

LinguaItaliano
Data di uscita29 gen 2016
ISBN9788858948897
Incontro in laguna: eLit
Autore

Susan Stephens

Autrice di origine inglese, è un ex cantante professionista oltre che un'esperta pianista.

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    Anteprima del libro

    Incontro in laguna - Susan Stephens

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    In The Venetian’s Bed

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Susan Stephens

    Traduzione di Elisabetta Ungaro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-889-7

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Le grida di Nell Foster attraversarono la calle e attirarono l’attenzione dei passanti. La scena si raggelò, come un’istantanea un po’ mossa.

    Sull’acciottolato vicino al canale, un uomo alto e bruno reggeva sulle braccia una bambina bionda, che sembrava svenuta. Dalla gondola che dondolava sull’acqua, una giovane madre agitava le braccia, allarmata.

    «Cosa diavolo crede di fare, con la mia bambina?» Con il pretesto di aiutarla a scendere, il gondoliere aveva passato Molly a uno sconosciuto!

    La voce di Nell risuonò stridula, nel silenzio opprimente della laguna. L’ansia rendeva goffi i suoi movimenti, mentre scendeva in fretta dalla gondola. Quando lei incespicò sui gradini scivolosi, lo sconosciuto che aveva in braccio Molly fece per aiutarla. Lei non glielo permise.

    La sua bambina sembrava una bambola di pezza, con la testolina abbandonata all’indietro e i lunghi capelli biondi mossi dalla brezza primaverile.

    «Adesso la tengo io!» La stavano guardando tutti. Nell non se ne curava. La sua attenzione era solo per Molly. Mentre la gondola scivolava sull’acqua dei canali a passo di lumaca, la bambina si era addormentata così profondamente che lei non era riuscita a svegliarla. Quel sonno innaturale era preoccupante.

    E lo sconosciuto le aveva portato via Molly!

    «Meglio di no.»

    L’uomo aveva una voce profonda. La sua calma ispirava fiducia. I passanti compresero che la bambina era in buone mani e non si intromisero.

    Nell lo guardò meglio. Notò il suo viso dai lineamenti decisi, l’atteggiamento autorevole e l’abbigliamento costoso, anche se casual: calzoni color corda, dalla piega perfetta, camicia inamidata, un maglione blu portato sulle spalle con voluta noncuranza. La faceva sentire trascurata, spaventata e molto in collera.

    «Meglio di no?» ripeté, con voce strozzata. Fece per togliergli la bambina dalle braccia, ma l’uomo indietreggiò, per impedirglielo.

    «Mi dia mia figlia!» protestò ancora Nell.

    Due magnifici occhi neri, con sfumature dorate, cercarono i suoi.

    «Lei è sotto shock. Se cade nel canale, chi la potrà aiutare?» la rimproverò, gettando uno sguardo alla bambina che teneva fra le braccia.

    Nell notò che una ciocca scura gli era ricaduta sugli occhi, a turbare la sua perfezione.

    «Non vede che abbiamo bisogno d’aiuto?» strillò, indispettita dall’interesse che le suscitava quello sconosciuto. Frugò nella borsetta, in cerca del telefono. Il sole le batteva sulle spalle e la faceva sudare. Il caldo era insopportabile. L’uomo che reggeva Molly, invece, era fresco e riposato, sembrava avvolto da una bolla di aria condizionata.

    «Non esageri, adesso.» Lo sconosciuto tirò fuori il telefono di tasca e lo aprì.

    «Che cosa fa?»

    «Chiamo un’ambulanza.»

    Nell si sentì le labbra aride. Lei non ci aveva pensato. Di sicuro anche a Venezia era previsto un servizio per i casi d’emergenza.

    La sua Molly aveva quasi quattro anni e non era mai stata ammalata in vita sua!

    Nell fissò lo sconosciuto con più attenzione.

    «Chi è lei?» indagò, socchiudendo le palpebre.

    Lui serrò le labbra e fece segno di no, mentre ascoltava la voce al cellulare.

    Nell guardò la bambina. Molly aveva ancora gli occhi chiusi. Sembrava così fragile!

    Lo sconosciuto parlò in fretta in italiano. Nell si torse le mani, sentendosi impotente. Perché Molly non si svegliava? Era così grave?

    Conclusa la telefonata, l’uomo si spostò all’ombra. Nell lo seguì.

    «L’ambulanza ci metterà molto?»

    «No.»

    Nell si passò la mano fra i capelli. Era divorata dall’ansia.

    «Chi è lei?» domandò ancora. Non doveva farsi prendere dal panico.

    «Sono un medico» la rassicurò lui.

    Quella frase su di lei ebbe l’effetto contrario. In passato Nell aveva perso la fiducia nella classe medica.

    Si sforzò di non generalizzare.

    «Mi presento. Mi chiamo Luca Barbaro.»

    A Nell parve di vivere la scena al rallentatore.

    «Dottor Barbaro» ripeté, in tono meccanico.

    «Esatto.»

    Quell’uomo sembrava aspettarsi che lei cadesse in ginocchio, per la gratitudine!

    «Bene, adesso che ha fatto la sua telefonata, dottor Barbaro, vuole restituirmi mia figlia?»

    «Non si fida di me?»

    «Perché dovrei fidarmi?»

    «Perché in questo momento lei è troppo scossa per tenere in braccio la sua bambina.»

    Anche se sapeva che il medico aveva ragione, Nell non voleva assecondarlo, non aveva senso. Quell’uomo era spuntato dal nulla, per prendersi carico di lei e della sua bambina...

    «Ci stava seguendo?» gli domandò con impazienza.

    «Seguendo?» La meraviglia del dottor Barbaro sembrava sincera.

    «Capita spesso. E poi mi ha detto che è un medico. Guarda caso...»

    «Perché dovrei mentirle? Io sono un medico. Abito laggiù» le indicò.

    Nell non guardò.

    «E se ne stava alla finestra, quando è passata la nostra gondola?»

    «Il suo gondoliere mi ha avvertito che stavate venendo qui.»

    Sembrava un’assurdità. Eppure tutto quadrava. Nell ricordò che il gondoliere aveva fatto una telefonata. E a lei era sembrato anacronistico.

    Era così facile lasciarsi sedurre dalla bellezza intatta di Venezia e dimenticare di trovarsi nel mondo moderno!

    «La fortuna le sorride, signora.»

    Nell fece una smorfia.

    «Fortuna?»

    «Marco, il gondoliere, mi conosce e sa dove abito. Mi ha avvertito e ha portato qui lei e la sua bambina» spiegò Luca Barbaro.

    «Allora mi ha portato qui di proposito?»

    «Cercava solo di essere d’aiuto.»

    Luca faceva fatica a tenere gli occhi aperti. Le tempie gli pulsavano. Quello doveva essere il suo giorno libero, eppure non aveva esitato ad accorrere in aiuto di quella giovane madre e della sua figlioletta. La donna era chiaramente sconvolta. Poteva crollare da un momento all’altro. E non si rendeva conto dell’urgenza della situazione.

    «Quando il gondoliere si è accorto che la sua bambina aveva bisogno di un medico, l’ha portata qui più presto che ha potuto» le fece notare. La sua sopportazione era ridotta al minimo. Quella donna era agitata, d’accordo. Però la sua mancanza di riconoscenza era irritante.

    Purtroppo non c’era un’infermiera che la portasse via. Doveva fare da solo. Luca fece ricorso a tutta la sua pazienza, per cercare di calmarla.

    «Io... credo di aver perso la testa» ammise Nell, dispiaciuta.

    «È stata fortunata a incontrare un ragazzo sveglio come Marco.»

    «Non so ancora se è stato un bene oppure no» si lasciò sfuggire Nell.

    Si passò una mano sulla fronte sudata.

    Luca distolse lo sguardo dalla madre angosciata, per concentrarsi sulla bambina che aveva in braccio.

    «Che cosa sta facendo?» si allarmò Nell, vedendolo esaminare le unghie di Molly.

    «Dovrà contenere la sua sfiducia nei medici, mentre io controllo la mia paziente.»

    La sua paziente? La sua bambina. La sua vita. Nell serrò le labbra. In quanto alla sfiducia nei medici... Come faceva a non capire come poteva sentirsi? Come faceva a non accorgersi del suo odio per la classe medica?

    «Cosa sta controllando esattamente, dottore

    «I livelli di ossigeno.»

    «Guardando le mani di mia figlia?»

    «Se le unghie sono rosa è tutto okay. Se invece diventano blu...»

    «Blu? Mi lasci vedere!» Nell fu presa dal panico. Come poteva sapere che doveva controllare le unghie di Molly? Lei non si era accorta di niente!

    «Si calmi, signora. Lei non poteva saperlo.»

    Da quando il dottor Barbaro sapeva leggere nel pensiero? Il suo tono comprensivo era snervante! Lei voleva fatti, non comprensione.

    «In questo momento non può essere di aiuto, signora. Deve fidarsi di me.»

    «Le cure di una madre non valgono niente?»

    «Non ho detto questo. Se, però, vuole che controlli le sue condizioni, dovrà lasciare la bambina dove si trova.»

    «Se è davvero un medico, come mai non ha ancora capito cos’ha mia figlia?» lo accusò Nell.

    «Non posso dirlo con certezza adesso...»

    «Avrà pure qualche idea!»

    «La smetta di pretendere una risposta. Perché non cerca di rilassarsi, piuttosto?»

    «Rilassarmi

    «Si fidi di me.»

    «Fidarmi? Ma se non la conosco neanche!» si ribellò lei. In passato Nell si era fidata dei medici, e l’esperienza era finita in tragedia. Non avrebbe ripetuto l’errore con Molly.

    Quando suo marito Jake era rimasto ucciso in un incidente stradale, lei non sapeva che

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