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Magica Africa: Harmony Collezione
Magica Africa: Harmony Collezione
Magica Africa: Harmony Collezione
E-book154 pagine2 ore

Magica Africa: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Emily Ross sa perfettamente che non avrebbe dovuto introdursi nella residenza dello sceicco Zago Al Farrahan, ma questo non lo autorizza a relegarla in un'ala remota del suo palazzo, trattandola come una sorta di Sheherazade, senza neppure concederle il beneficio del dubbio. Non voleva fare nulla di male, e non intende rimanere in quel luogo un istante di più. Eppure, non può evitare di farsi imprigionare da catene ben più robuste di quelle forgiate nel metallo. Catene rosso fuoco, profumate di passione, che Zago, notte dopo notte, avvolge attorno al suo cuore.

LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2014
ISBN9788858920374
Magica Africa: Harmony Collezione
Autore

Emma Darcy

La vita di Emma Darcy è stata caratterizzata da tanti colpi di scena, esattamente come succede ai protagonisti dei suoi romanzi. Nata in Australia, al momento abita in una bella fattoria nel Galles.

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    Anteprima del libro

    Magica Africa - Emma Darcy

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Traded to the Sheikh

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Emma Darcy

    Traduzione di Anna De Figueiredo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-037-4

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Lo sceicco Zago bin Sultan Al Farrahn non era affatto divertito. Con chi diavolo pensava di parlare quel criminale di un francese? E come osava fargli una simile proposta? Certo voleva salvarsi la pelle dopo essere stato colto in flagrante! Si era introdotto di soppiatto nel suo angolo di paradiso, il magnifico palazzo voluto dalla madre nella lussureggiante isola di Zanzibar, aveva ormeggiato quella specie di yacht pieno zeppo di droga nel porticciolo privato e adesso aveva anche l’ardire di offrirgli una donna in cambio della libertà. Inaudito!

    «Le assicuro, è davvero uno splendido bocconcino» insistette con voce melliflua lo spacciatore. «Capelli biondi dai riflessi ramati, lunghi sino alla vita, seta pura, eccellenza, seta pura. Occhi di un blu eccezionale, gambe fantastiche, seni fa-vo-lo-si e poi...»

    «È vergine, scommetto» lo interruppe Zago in tono carico di derisione.

    «Assolutamente sì!» Per Jacques Arnault mentire era come respirare. Non un battito di ciglia, il viso impassibile. Anche di fronte all’evidenza. Una vergine sua complice nello spaccio di droga? Impossibile solo l’idea.

    «E dov’è questa perla d’innocenza?» lasciò cadere lo sceicco, trattenendo a stento il disprezzo per un uomo che era pronto a vendere un essere umano pur di salvarsi.

    «Sul mio yacht.» Arnault lanciò un’occhiata nervosa alle guardie. «Se i suoi uomini mi riaccompagnano a bordo, potranno portarla a palazzo, eccellenza.»

    E lui se la sarebbe filata in un baleno.

    «Sul suo yacht! E sarebbe riuscito a navigare dal Mar Rosso sin qui senza toccarla. Che esempio di morigeratezza!»

    «Da stupidi rovinare una merce tanto pregiata.»

    «E dove avrebbe trovato una merce tanto pregiata

    «In un villaggio turistico dove lavorava come istruttrice subacquea. Ha accettato di far parte dell’equipaggio in cambio di un passaggio. Un passeggero clandestino che potrebbe scomparire senza lasciar traccia.»

    «Un po’ sciocca a fidarsi di lei.»

    «Le donne sono sciocche. Soprattutto quelle con una predisposizione all’innocenza.»

    «Mi sta prendendo in giro?»

    «Nemmeno per sogno.» Lasciò vagare lo sguardo sul salone lussuosamente arredato. «Non dovrà neanche faticare ad averla. Con tutto quello che può offrirle...! A meno che lei non ami la violenza.»

    Zago si trattenne a stento dal mettergli le mani addosso. «La schiavitù è stata abolita da più di un secolo a Zanzibar» ribatté in tono minaccioso.

    «Ma per un uomo col suo potere...»

    «Basta!» Lo sceicco si rivolse alle guardie. «Rinchiudetelo nelle segrete e andate sullo yacht. Se trovate questa donna, portatela qui.»

    Arnault perse per un attimo la propria compostezza e disse in fretta: «Vedrà, eccellenza... È bella proprio come le ho detto. E quando sarà soddisfatto...».

    «Io sarò comunque soddisfatto, signore. Su, portatelo via.»

    Zago dubitava dell’esistenza di quella fantomatica donna. Era solo un espediente per guadagnare tempo, farsi portare sulla barca e cercare in qualche modo di scappare.

    Se poi c’era davvero questa complice, l’avrebbe consegnata alle autorità competenti. D’altronde, se non era coinvolta direttamente nello spaccio di droga non poteva nemmeno esserne all’oscuro, e sarebbe stata in grado di fornire delle informazioni.

    Si appoggiò con un sospiro d’irritazione contro la spalliera damascata del trono, allungando la mano per prendere il cocktail al mango poggiato su un tavolino. La bevanda era fresca e gustosa, ma la collera non svanì, trasferendosi invece su Veronique che si era rifiutata di accompagnarlo in quel viaggio.

    «Sarai tutto preso dagli affari, tesoro» si era lamentata. «E per me non sarà affatto divertente.»

    Divertente. Come se la loro relazione dovesse misurarsi in base al grado di divertimento. E poi, fare il giro della catena di alberghi super lusso che lui possedeva nelle località più belle ed esotiche dell’Africa non gli sembrava così noioso e stressante.

    D’altro canto, da qualche tempo aveva realizzato che per la bellissima modella franco marocchina l’essenziale era essere viziata, coccolata, vezzeggiata. E lo era stata sin troppo, accidenti!

    Il fatto che con lei il sesso fosse più che buono, che con la sua bellezza esotica costituisse uno splendido ornamento nelle occasioni mondane, non era più sufficiente. Come minimo avrebbe dovuto mostrare un po’ di rispetto per i suoi desideri...

    Suo padre aveva ragione. Era tempo di trovare una donna della sua stessa cultura e sposarla. Aveva trentacinque anni, ormai. Doveva dare un taglio a quella storia con Veronique e cercare una candidata tra le famiglie più potenti di Dubai. Una bella ragazza disposta a condividere in tutto e per tutto la sua vita. Non solo il letto e il lusso.

    Certo, non avrebbe avuto lunghi capelli biondi dai riflessi ramati, occhi turchini e pelle candida, ma quelli non erano requisiti essenziali per un matrimonio...

    Sperava davvero che la donna descritta dal francese esistesse. Che i suoi uomini la trovassero sullo yacht. E che fosse sul serio così eccezionale.

    Avrebbe provato una soddisfazione enorme nel dimostrare a se stesso che tali attributi fisici per lui non avevano alcun valore.

    2

    «Ne uscirò fuori! Devo farcela!» continuava a ripetersi Emily Ross mentre cercava di avanzare nella foresta di mangrovie.

    «Che idiota sono stata! Fidarmi di quel delinquente di Jacques! Avrei dovuto prendere un volo regolare e invece...»

    Parlare serviva a tenere lontana la paura di aver fatto un’altra scelta sbagliata e di aver messo a rischio la propria vita. D’altronde la parola di quel francese valeva zero. E il solo modo per restare a Zanzibar e arrivare a Stone Town in tempo per incontrare sua sorella Hannah era abbandonare lo yacht mentre Arnault era ancora a terra per i suoi loschi traffici di droga.

    Okay... era a buon punto. Aveva nuotato sino alla spiaggia trascinandosi dietro la borsa impermeabile con le cose essenziali. Non aveva incontrato squali. Non si era fatta male urtando contro i coralli e nemmeno contro gli scogli. Ora doveva soltanto uscire fuori da quella maledetta foresta di mangrovie che sembrava non finire mai.

    E finalmente ne emerse, liberandosi da quel groviglio di radici e issandosi su una sorta di terrapieno costruito su un piccolo ruscello. Era almeno un segno di civiltà, visto che in lontananza si scorgeva un muro altissimo. Probabilmente a difesa di qualche grossa proprietà.

    Il peggio era passato.

    Le gambe le tremavano per lo sforzo. Ora che la paura di rimanere intrappolata si era attutita, si lasciò crollare sulla banchina, ansimando per la fatica e per il sollievo.

    Doveva, però, mantenere il proprio autocontrollo. Il viaggio non era certo finito. Si mise seduta, tirando dei grossi respiri nella speranza di alleggerire in parte lo stress emotivo e mentale.

    Era libera.

    Libera da Jacques Arnault. Libera dalla foresta. Libera di andare dove voglio.

    Le fu sufficiente per calmarsi e fare il punto della situazione. Il muro correva alto, scomparendo poi nell’oscurità. Con ogni probabilità doveva portare sino a una strada pubblica. E comunque sarebbe servito a nasconderla e a tenerla lontana da quel delinquente di spacciatore.

    Si costrinse ad alzarsi in piedi, trascinandosi sino al limite del terrapieno. Una volta attraversato quell’ultimo tratto d’acqua, avrebbe potuto cambiarsi con gli abiti asciutti che aveva nella sacca. Non poteva certo andare in giro in bikini e chiedere informazioni su come arrivare a Stone Town.

    Era tutta concentrata su dove metteva i piedi, l’acqua sino alla vita, quando il suono di una voce minacciosa la bloccò.

    «Arretez

    L’ordine in francese di fermarsi per poco non le fece venire un colpo apoplettico. Alzò la testa, il cuore in gola, e vide due uomini con i fucili spianati contro di lei. Da come erano vestiti sembravano più poliziotti che spacciatori, ma la cosa certo non la rilassò. Se avevano arrestato Arnault e la ritenevano sua complice, sarebbe finita in prigione.

    Uno dei due cominciò a parlare in arabo a un cellulare mentre l’altro le fece minacciosamente segno di sbrigarsi ad andare verso di loro. Non era proprio il caso di mettersi a discutere. L’unica speranza era che fossero davvero rappresentanti ufficiali della legge sull’isola.

    Dovevano essersi appostati dietro un enorme albero di fico. Per questa ragione, forse, non li aveva visti. Comunque non appena li raggiunse, uno si sporse in avanti e le strappò di mano la sacca.

    «No, aspetti! C’è tutta la mia vita là dentro!» gridò disperata.

    Senza passaporto, senza denaro, senza vestiti la situazione diveniva tragica.

    «Guardi lei stesso! Vi sono solo cose personali.»

    Niente. Nessuna risposta. I due ignorarono totalmente i suoi tentativi di comunicare sia in inglese sia nel suo francese stentato. Fu afferrata per i gomiti senza tante cerimonie e costretta a camminare in fretta, attraverso un prato verde verso un sentiero che conduceva direttamente a un imponente edificio bianco a tre piani.

    Almeno non sembrava una prigione, pensò Emily, cercando di calmarsi. Le lineari verande a ciascun livello, gli elaborati balconi in ferro battuto erano tipici di un’architettura britannica e davano l’impressione di una residenza governativa.

    Forse una corte di giustizia?

    Ma perché mai Jacques sarebbe andato a spacciare droga proprio sotto il naso della legge?

    Oppure aveva cercato di corrompere qualcuno?

    Quel pensiero la terrorizzò ancora di più. Era una donna sola, in

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