Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Rivincita in amore: Harmony Collezione
Rivincita in amore: Harmony Collezione
Rivincita in amore: Harmony Collezione
E-book147 pagine2 ore

Rivincita in amore: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Dopo l'ennesimo fallimento, Liz si ritrova a discutere con la madre e le sorelle della propria incapacità di tenere legato a sé un uomo. Quello che manca a Liz è la fiducia in se stessa, e le sorelle si offrono di aiutarla a superare questo ostacolo. Innanzitutto le suggeriscono di cambiare look per fare colpo sull'affascinante capo. Così, quando Liz si presenta al lavoro "rinnovata", Cole non crede ai propri occhi e si sente a disagio. Che fine ha fatto la sua preziosa assistente?

LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2015
ISBN9788858930120
Rivincita in amore: Harmony Collezione
Autore

Emma Darcy

La vita di Emma Darcy è stata caratterizzata da tanti colpi di scena, esattamente come succede ai protagonisti dei suoi romanzi. Nata in Australia, al momento abita in una bella fattoria nel Galles.

Leggi altro di Emma Darcy

Autori correlati

Correlato a Rivincita in amore

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Rivincita in amore

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Rivincita in amore - Emma Darcy

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Boardroom Mistress

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2003 Emma Darcy

    Traduzione di Lucilla Negro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-012-0

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Il tipo d’uomo che fa per te, Liz, è quello che ha voglia di farsi infilare la fede al dito.»

    La pacata autorità della voce di sua madre si intromise fra il brusio di consigli elargiti copiosamente dalle sue tre sorelle, ciascuna delle quali era riuscita a sposare l’uomo dei suoi sogni. In virtù di tale successo, si sentivano qualificate a fornirle suggerimenti, ora che lei si era vista costretta a confessare la fine del suo rapporto con l’uomo con cui contava di costruire un futuro insieme.

    Brendan le aveva detto che si sentiva soffocato dalla loro relazione, che aveva bisogno d’aria, di spazio. Di talmente tanto spazio che ora era in Nepal, dall’altra parte del mondo rispetto a Sydney, a ritrovarsi, come diceva lui, - o a perdersi - fra i monti dell’Himalaya, a meditare in un monastero buddista, chissà... Qualunque cosa pur di sfuggire a un legame con una donna in gamba.

    Era una vergogna, un’umiliazione dover ammettere il proprio fallimento davanti ai suoi famigliari, ma purtroppo Liz non aveva avuto scuse per non partecipare alla festa di compleanno di suo padre, che quel giorno compiva sessant’anni, ed evitare di motivare l’assenza di Brendan.

    Lei, la madre e le sorelle erano in cucina a rigovernare dopo la grigliata di cui si erano occupati i maschi della famiglia, che erano ora sul patio a rilassarsi e a badare ai bambini che giocavano in cortile.

    Liz sapeva di dover affrontare la situazione e andare avanti, ma al momento si sentiva risucchiata da un senso di vuoto, dopo tre anni con Brendan gettati al vento, e la frase di sua madre aveva toccato un tasto dolente.

    «Sì, ma come si fa a sapere se è il tipo che ha intenzione di sposarsi?» ribatté, con aria di dileggio.

    Errore!

    Ovviamente, le sue ineccepibili sorelle conoscevano bene la risposta e l’assalirono con le loro istruzioni per l’uso.

    «Innanzitutto, devi cercarti uno con un lavoro stabile» sentenziò Jayne, la maggiore, interrompendo di riporre gli avanzi in frigorifero per prodigarle il suo illustre parere. «Hai bisogno di un uomo in grado di sostenerti economicamente quando arriveranno dei figli.»

    Jayne aveva trentaquattro anni, era madre di due bambine, ed era sposata con un lanciatissimo commercialista.

    «Qualcuno che abbia alle spalle una famiglia solida e sana» aggiunse Sue con aria solenne. «Di modo che ne possa riprodurre l’esempio.»

    Sue aveva trentadue anni ed era la moglie di un insigne avvocato proveniente da una prestigiosa famiglia, marito esemplare, dolce e amorevole, soprattutto da quando sua moglie lo aveva di recente reso padre di due gemelli.

    Ingoiando amaro, Liz concesse già due punti di svantaggio a Brendan, che non aveva mai avuto un lavoro fisso, preferendo lavoretti saltuari nel settore turistico, e non si poteva certo dire che avesse alle spalle alcuna esperienza di solidità familiare, essendo stato cresciuto da una serie di genitori affidatari.

    In quanto ad avere i mezzi economici per sostenere una famiglia, poi...

    Ma a quello avrebbe potuto provvedere lei. Il suo stipendio sarebbe bastato a sostenere entrambi, più uno, al massimo due figli. Sempre ammesso che Brendan fosse stato disposto a fare il casalingo. In fondo, c’erano tante coppie, ormai, che operavano quel tipo di scelta. La famiglia tradizionale non era necessariamente l’unica famiglia possibile; solo che Jayne e Sue non avrebbero tollerato scenari alternativi, soprattutto dopo la lampante dimostrazione che il tentativo di Liz era miseramente fallito.

    «Che ne dici del tuo capo?»

    La domanda a bruciapelo, congiunta all’aria contemplativa nello sguardo della sorella minore, stroncò all’istante le riflessioni di Liz sui propri fallimenti.

    «Che c’entra lui, ora?» indagò, attonita, ricordando che Diana, a soli ventott’anni, aveva fatto il colpaccio, riuscendo a sposare il suo capo, proprietario di una catena di negozi d’abbigliamento per i quali lei lavorava tuttora come responsabile dell’ufficio acquisti, non avendo ancora in progetto di metter su famiglia.

    «Tutti sanno che Cole Pierson maneggia un sacco di soldi. Non ha ancora divorziato dall’ex moglie? Sono secoli che sono separati, e non si può certo dire che lei faccia una vita ritirata, sempre in prima linea nelle pagine della cronaca mondana, legata ora a questo ora a quest’altro bellimbusto. Scommetto che Cole Pierson è di nuovo sul mercato, disponibile, pronto a rifarsi una vita» dichiarò Diana, guardando Liz come se fosse una tonta a non averci pensato lei stessa.

    «Sii realista! Ciò non significa che sia disponibile per me!» obiettò Liz, consapevole di non essere provvista di quegli attributi femminili in grado di attrarre un uomo di quel livello.

    «Certo che sì» insistette Diana. «Ha trentasei anni contro i tuoi trenta, differenza d’età perfetta, e ce l’hai praticamente a portata di mano. Potrebbe essere tuo, se solo tu lo volessi...»

    «Cole Pierson non è minimamente interessato a me come donna» ribatté Liz, rabbrividendo all’idea di quella spregiudicata caccia all’uomo che non prevedeva alcun coinvolgimento sentimentale o passionale.

    Inoltre, già da tempo lei aveva sterminato qualsiasi pensiero di quel genere sul suo capo, in favore di un tranquillo rapporto di lavoro che si augurava si perpetrasse nel tempo. Il lavoro era la sua unica certezza, al momento, e non voleva mettere a rischio anche quello.

    «Be’, certo... perché mai lui dovrebbe essere interessato a te?» ironizzò Diana, decidendo, a quanto pareva, di aver già dato il suo contributo nel rigovernare la cucina, perché andò a sedersi su uno sgabello e cominciò a esaminarsi le unghie per vedere se lo smalto si fosse scorticato. «Sei stata appiccicata a Brendan fino all’altro giorno, e non gli avrai certo inviato alcun segnale di una tua disponibilità.»

    «Come fai a non essere attratta da lui?» si meravigliò Jayne, con gli occhi che le brillavano all’ipotesi che sua sorella potesse legarsi a quel mago della finanza che gestiva il denaro dei clienti più facoltosi di suo marito. Mentre immergeva i piatti nell’acqua saponata del lavello, dove la madre li stava lavando e Liz asciugando, aggiunse, senza tanti giri di parole: «Quell’uomo è un gran bel fusto!».

    «Be’, mi dispiace deluderti, ma non sono attratta da lui» negò Liz, prontamente, sebbene lo fosse stata inizialmente, quando lui era ancora felicemente sposato. Il suo fascino, all’epoca, e l’indubbia prestanza fisica erano stati un elemento di disturbo per lei, sul lavoro, ma proprio in virtù del personaggio prestigioso che era, per giunta sposatissimo, lei lo aveva immediatamente inserito nella categoria dei belli e impossibili.

    Insomma, guardare ma non toccare...

    Inoltre, lei aveva già Brendan, una scelta ben più realistica e abbordabile, per cui aveva soffocato sul nascere qualunque tipo di deviazione emotiva nei riguardi del suo capo.

    «A chi vuoi darla a bere?» dubitò Sue, corrugando la fronte a quell’affermazione, a suo parere, così innaturale. «Le poche volte che sono passata da te in ufficio ed è comparso lui... be’, come si fa a non subire il fascino di uno così? È talmente bello, con quei suoi occhi azzurri... Assolutamente magnifici.»

    Gelidi, la corresse Liz, mentalmente.

    Gelidi e distaccati.

    Da quando aveva perso prematuramente il figlioletto di soli diciotto mesi, per asfissia, nella culla, Cole si era rinchiuso in se stesso. La separazione dalla moglie, sei mesi dopo la tragedia, non era stata una sorpresa per Liz. Era normale che il loro matrimonio entrasse in crisi dopo che Cole aveva praticamente chiuso i contatti con chiunque.

    Da allora, era come se accendesse l’interruttore di un fascino superficiale, a uso e consumo dei suoi clienti e visitatori, ma era un fascino sprovvisto di qualsiasi calore. Aveva una mente brillante che non perdeva mai di vista il mercato finanziario, che sapeva fiutare i giusti investimenti per i suoi clienti, che curava nei dettagli ogni affare. Però, era proprio quello stesso cervello che bloccava qualsiasi intrusione a livello personale. Attorno a lui vi era un muro impenetrabile che trasmetteva, in maniera silenziosa ma incisiva, il messaggio stare alla larga.

    «Semplicemente, non ci sono scintille tra di noi» spiegò a Sue, volendo liquidare l’argomento. «Cole è totalmente assorbito dal suo lavoro.»

    «Allora, devi fare in modo di modificare quella sua rigida impostazione mentale» le consigliò Diana, agguerrita, decisa a non mollare la sua idea di puntare al capo.

    «Non si può pretendere di stravolgere la vita delle persone, le loro spinte propulsive» contestò Liz, ripensando a quanto fosse stato sciocco da parte sua illudersi di poter modificare certi atteggiamenti così radicati in Brendan. Aveva già commesso quell’errore e non intendeva ripeterlo un’altra volta.

    Diana ignorò quella verità lapalissiana. «Scommetto che ti dà per scontata» proseguì, imperterrita, fissando Liz con occhio scrutatore. «Ti tratta come un pezzo dell’arredamento dell’ufficio perché tu non fai un bel niente per metterti in mostra. Guardati! Quand’è stata l’ultima volta che hai speso dei soldi per te stessa?»

    Liz digrignò i denti a quella critica. Faceva presto Diana a parlare, con il marito ricco che si ritrovava, pronto a soddisfarle

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1