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Nobile sogno: Harmony Collezione
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E-book153 pagine1 ora

Nobile sogno: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Come può un principe ereditario desiderare proprio me?



Questo deve essersi chiesta Leslie Sinclair quando le attenzioni di Rafiq de Couteveille si sono trasformate in vere e proprie avance. Che lei non ha alcuna intenzione di rifiutare. Una vacanza in una meravigliosa isola dell'Oceano Indiano, un elegante castello e un nobile ammiratore: quale donna non desidererebbe vivere un simile sogno? Così la dolce Leslie decide di seguire il proprio istinto e vivere di slancio quell'avventura inattesa, senza sperare nel lieto fine. Che, infatti, sembra non esserci. Al termine della sua vacanza, Leslie torna a casa... ignara che di lì a poco una sorpresa inaspettata la attende.
LinguaItaliano
Data di uscita11 dic 2017
ISBN9788858975282
Nobile sogno: Harmony Collezione
Autore

Robyn Donald

Robyn Donald è nata sull'Isola del Nord, in Nuova Zelanda, dove tuttora risiede. Per lei scrivere romanzi è un po' come il giardinaggio: dai "semi" delle idee, dei sogni, della fantasia scaturiscono emozioni, personaggi e ambienti.

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    Anteprima del libro

    Nobile sogno - Robyn Donald

    1

    Rafiq de Couteveille guardò negli occhi Therese Fanchette, la responsabile della sicurezza sull’isola, la sua isola, un paradiso incontaminato nell’Oceano Indiano. Poi, con voce assolutamente neutra, chiese: «Che tipo di relazione c’è, esattamente, tra questa Alexa e Felipe Gastano? Sono amanti?».

    «Dividono la stanza in albergo» gli rispose lei.

    Dunque erano amanti. Rafiq guardò la foto sulla scrivania. Una ragazza dai lineamenti delicati, di altezza media e corporatura snella, rideva con un uomo che lui non vedeva ormai da due anni. Non sembrava affatto il tipo di Felipe Gastano, ma del resto, pensò lui con rabbia, nemmeno Hani lo era. Hani, sua sorella, che non c’era più. «Che cosa hai scoperto di lei?»

    «Non molto, ma ho appena parlato con un informatore in Nuova Zelanda. Ho registrato tutto, e farò rapporto non appena le notizie saranno state verificate.» Therese raddrizzò gli occhiali e controllò gli appunti. «Lexie Considine ha ventisei anni, ed è conosciuta in Nuova Zelanda come Leslie Sinclair. Fino all’anno scorso ha esercitato la professione veterinaria in una zona rurale nel nord del paese. Ha una sorella, la modella Jacoba Sinclair e quando questa si è fidanzata con il principe Marco d’Illyria, si è saputo che entrambe sono in realtà le figlie del defunto dittatore di quel paese.»

    «Paulo Considine?» Lei annuì e Rafiq alzò un sopracciglio. «Vuoi dire che le figlie di uno degli uomini più temuti e odiati del ventesimo secolo sono cresciute in Nuova Zelanda?»

    «La madre è volata lì quando le bambine erano molto piccole. Era terrorizzata dal marito, e ne aveva motivo. Secondo i giornali, nessuna delle due ragazze ha conosciuto la propria reale identità finché non è cresciuta.»

    «Chiunque avrebbe avuto ottimi motivi per essere terrorizzato da Considine» osservò Rafiq, con gli occhi ancora sulla fotografia. «Continua.»

    «In quest’ultimo anno ha lavorato tra i contadini dell’Illyria, curando il bestiame e insegnando nella locale scuola di veterinaria istituita con il patronato del principe Alex.» Therese alzò lo sguardo. «A quanto pare, ha usato la ragazza per affondare definitivamente il sistema feudale del proprio paese, proprio grazie alla sua innocenza rispetto al padre.»

    Sì, rifletté Rafiq, Alex di Illyria era di certo abbastanza astuto da sfruttare la situazione a proprio vantaggio.

    E così Felipe Gastano aveva portato Alexa Considine a Moraze. E la famiglia di lei? Perché diavolo l’aveva permesso? I cugini della ragazza erano uomini di mondo, dovevano pur sapere che Gastano viveva ai margini della società e abbagliava la gente con un titolo vuoto e la sua bella faccia. I tabloid lo chiamavano conte e lo definivano un dongiovanni. Rafiq sapeva dell’altro, una giovane donna si era suicidata dopo che lui l’aveva sedotta e poi avviata al consumo di droga.

    Ma forse Alexa Considine aveva in sé qualcosa del padre. A dispetto di quel che aveva fatto per i contadini, magari era un imbarazzo per la corte di Illyria.

    Magari non aveva protezione perché sapeva benissimo come proteggersi da sola...

    Doveva saperne di più, prima di decidere come sfruttare al meglio la situazione. «Lei e Gastano sono insieme da molto?»

    «Da circa due mesi.»

    Lo sguardo cupo di Rafiq si soffermò sul viso del suo nemico. Di sicuro Gastano non provava per le donne nient’altro che la passione del cinico predatore, ma aveva una debolezza: le sue donne non dovevano passare inosservate.

    Alexa Considine, o meglio Leslie Sinclair, non era una bellezza da rotocalco. Era carina, certo, persino bella, ma senza quella sensualità esplicita che il conte aveva sempre ricercato. E allora perché aveva scelto lei per scaldargli il letto?

    Rafiq corrugò la fronte e studiò meglio la foto della donna al braccio di Gastano. Era stata scattata a una festa, a Londra, e lei rideva, rivolta al proprio accompagnatore.

    Lui, figlio illegittimo di un aristocratico, aveva assunto il titolo di conte dopo che l’unico erede della famiglia Gastano, il fratellastro, era morto per overdose. Di sicuro, le relazioni di questa signorina Sinclair imparentata con la potente famiglia dei Considine potevano fargli gola e garantirgli quella considerazione sociale che aveva passato la vita a rincorrere.

    Sì, era sicuramente plausibile. E ora la sua arroganza e la convinzione di essere al di sopra di ogni sospetto lo avevano spinto tra le mani di Rafiq.

    Lui pregustò la vendetta e spostò lo sguardo sullo stemma appeso alla parete dell’ufficio, un cavallo rampante con una corona tempestata di pietre rosse, a simboleggiare i meravigliosi diamanti dai bagliori color fuoco che si trovavano solo a Moraze.

    Rafiq non sarebbe stato il figlio di suo padre, o il fratello di Hani, se non avesse sfruttato la situazione a proprio vantaggio. La vendetta era un obiettivo terribile, ma almeno la morte di Hani non sarebbe stata inutile.

    Quanto ad Alexa Considine, era improbabile che fosse una fanciulla innocente prima di incontrare Gastano. Sua sorella aveva lavorato in un ambiente dalla morale non particolarmente rigida, dunque era facile che anche lei avesse un atteggiamento libero nei confronti del sesso e cambiasse i partner come i vestiti.

    Ma se non fosse stato così, le avrebbe fatto un favore. Felipe Gastano non aveva riguardi per le proprie amanti, e una volta che il mondo avesse incominciato a crollargli addosso avrebbe lottato ferocemente per salvarsi. Era meglio che lei fosse già lontana.

    E comunque, pensò Rafiq con fredda soddisfazione, sarebbe stato un gran piacere portarla via a Gastano, dimostrargli i limiti del suo potere e della sua influenza prima che la morsa si chiudesse intorno a lui...

    Con pacata determinazione, si rivolse di nuovo a Therese. «Ecco che cosa voglio che tu faccia.»

    Lei corrugò la fronte e ascoltò le istruzioni. «Molto bene. E il conte?» chiese poi.

    La voce di Rafiq si indurì. «Fallo sorvegliare. Mettigli alle costole gli uomini migliori, perché è furbo come una volpe.»

    Si alzò, andò alla finestra e guardò la città sottostante. «Per fortuna ha un ego smisurato, e disdegna la gente che vive in piccole nazioni sperdute, lontane dai riflettori di quel mondo in cui lui è abituato a cercare le sue prede.»

    Da sotto le ciglia abbassate, Rafiq osservò la donna con l’abito di seta rosso fiamma. Era perfettamente tagliato per mettere in risalto le gambe lunghe, la vita sottile e i seni alti, insomma per attirare l’attenzione maschile.

    La fotografia non aveva mentito, decise. Per quanto Alexa non fosse una bellezza in senso classico, si distaccava da tutte le altre donne presenti all’inaugurazione del più lussuoso ed esclusivo hotel dell’isola. Il trucco era leggero e sapiente, e il taglio dei capelli castano dorati era scolpito per mettere in massimo risalto i suoi lineamenti. Insomma, lei catturava lo sguardo, e non perché era sola.

    Gastano, notò Rafiq, era dall’altra parte della sala, occupato a flirtare con una stellina del cinema dalla nota reputazione...

    A differenza di tutte le altre donne presenti, Alexa Considine non portava gioielli. E sembrava ancora del tutto inconsapevole, come se nessuno avesse mai baciato quelle labbra morbide, abbastanza sensuali da accendere le fantasie di qualsiasi uomo...

    Rafiq avvertì una tensione inopportuna. Controllò in fretta l’ondata di desiderio che l’aveva assalito e tornò a osservare il viso della ragazza con espressione impassibile. Sembrava impossibile che lineamenti così schietti potessero mentire. L’informatore di madame Fanchette in Nuova Zelanda non aveva riferito di passate relazioni sentimentali, ma questo non faceva testo. Magari aveva avuto un ragazzo all’università, e nessuno l’aveva notato.

    E, comunque, ora era l’amante di Felipe Gastano, quindi quell’aria seria e poco mondana doveva essere fasulla, uno scherzo di geni ereditati chissà da chi.

    Però la sua gelida compostezza rappresentava una sfida per Rafiq. Una sfida che sollecitava in lui una parte atavica e istintiva. Come sarebbe stato cancellare la compostezza da quel bel viso? Incendiare di desiderio quei grandi occhi un po’ a mandorla, sentire quelle labbra cedere alle sue...? Gli occorse un grosso sforzo di volontà per distogliere lo sguardo e posarlo sui presenti, tutti accuratamente scelti per la loro capacità di contribuire al lancio dell’albergo. Con le loro relazioni, rubriche e interviste, la notizia avrebbe raggiunto le orecchie di tutti coloro che in una vacanza ricercavano lusso e riservatezza.

    Rafiq aveva stilato la lista di persona, e a parte la fanciulla in abito color tramonto, tutti in quel fantasioso salone di stile indiano sfoggiavano l’eleganza come un tesserino di appartenenza.

    In piedi da sola nella sala sofisticata e piena di gente, lei attirava molti sguardi interessati. Persino Rafiq faticava a fissare il proprio altrove.

    La vide girarsi e oltrepassare le porte a vetri, verso la calda notte tropicale, con la luce delle candele che creava riflessi magici sui suoi capelli color ambra.

    Dall’altra parte della stanza Gastano alzò lo sguardo, disse qualcosa all’attrice e si mosse, per seguire la sua amante. Rafiq tentò di reprimere una rabbia sorda che lo spingeva ad andar dietro a Gastano, e si mosse a passo disteso, perfettamente padrone di sé.

    Avrebbe dovuto lasciare la cosa agli uomini della sicurezza, certo, ma voleva vederli insieme, Gastano e Alexa Considine. Così avrebbe saputo per certo la verità sulla loro relazione.

    Era una notte perfetta per la seduzione, pensò con un pizzico di cinismo, uscendo in terrazza. Le stelle sembravano immense e il mare era una distesa scintillante di seta nera trapuntata d’argento. Il profumo esotico dei fiori di Moraze aleggiava tra le palme.

    Al riparo di un rampicante carico di sgargianti fiori rossi Rafiq osservò il conte avvicinarsi ad Alexa Considine. Lottò contro l’impulso primitivo di seguirlo e sfidarlo direttamente in un’atavica lotta di supremazia.

    L’impulso lo lasciò esterrefatto. Nelle sue relazioni non si era mai permesso grandi coinvolgimenti e adesso questo atteggiamento da padrone nei confronti di una donna di fatto quasi sconosciuta, e che si proponeva di usare a proprio vantaggio, era un risvolto imprevisto.

    Naturalmente non poteva esserci niente di personale, o meglio... c’era, pensò con rabbia, ma tra lui e Gastano. Per quanto attraente, lei era solo una spettatrice.

    Si accigliò notando la reazione di lei all’approccio del conte. La vide girare il viso verso la laguna e cercò di coglierne le emozioni.

    Anche se si muoveva con la pazienza del cacciatore, doveva aver fatto qualche movimento impercettibile, perché la donna guardò oltre la spalla del conte. Per un attimo, nei suoi occhi passò un lampo di sorpresa, subito coperto dalle lunghe ciglia.

    Sorpresa, non paura, pensò Rafiq. Una cliente difficile. Di certo non aveva ragione di preoccuparsi dei suoi sentimenti, lei era perfettamente in grado di tenerli sotto controllo.

    Osservò con attenzione i lineamenti delicati, appena illuminati dalla luce magica delle stelle. Le labbra serrate e l’espressione distaccata non mutarono quando Gastano chinò la testa verso di lei.

    La voce troppo bassa del conte impedì a Rafiq di sentire quel che diceva, ma il tono era inconfondibile... basso e carezzevole.

    La donna alzò un sopracciglio. «No, non ho cambiato idea.»

    Il conte parlò di nuovo e questa volta Rafiq colse qualche parola. Si irrigidì.

    Il

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