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La prigioniera del deserto: Harmony Collezione
La prigioniera del deserto: Harmony Collezione
La prigioniera del deserto: Harmony Collezione
E-book153 pagine1 ora

La prigioniera del deserto: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Lo sceicco Ilyas al-Razim è nato per essere un re e farà in modo che niente e nessuno ostacoli la sua corsa al trono. Di sicuro, non cederà allo squallido ricatto perpetrato ai suoi danni da Maggie Delaney, per quanto avvenente lei possa essere. Il suo dovere è quello di proteggere l'onore della propria famiglia, a qualunque costo!

Sotto il cielo stellato del deserto di Zayrinia, la combattiva Maggie riesce a convincere Ilyas a credere alla sua innocenza e a lasciarla tornare a casa. Ma questa libertà è in realtà solo un'illusione: Maggie è ancora prigioniera del desiderio travolgente che prova per il suo sceicco.
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2019
ISBN9788830508347
La prigioniera del deserto: Harmony Collezione
Autore

Carol Marinelli

Nata e cresciuta in Inghilterra, ha conosciuto il marito durante una vacanza in Australia.

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    Anteprima del libro

    La prigioniera del deserto - Carol Marinelli

    successivo.

    1

    «Non sarei mai venuta, se tu mi avessi detto di cosa si trattava!»

    Maggie Delaney era decisamente di pessimo umore mentre rientrava all'ostello di Zayrinia insieme alla sua amica Suzanne.

    Con i suoi capelli rossi e la carnagione chiara, Maggie si era esposta eccessivamente al caldo sole arabo, ma non era quello il motivo della sua agitazione, bensì il fatto che la gita in barca si fosse rivelata molto meno innocente del previsto!

    «Praticamente, era un'orgia.»

    «Non sapevo che sarebbe andata così» si difese Suzanne. «Ero davvero convinta fosse un'occasione per fare snorkeling. Comunque Maggie, rilassati!»

    Nell'ultimo anno, tutti non facevano che ripeterle quel consiglio e lei non ne poteva più.

    Non era particolarmente legata a Suzanne. Si erano conosciute qualche mese prima quando lavoravano nello stesso bar e si erano ritrovate per caso a Zayrinia.

    Per Maggie era l'ultima tappa di un anno trascorso viaggiando fra l'Europa e l'Asia, durante il quale si era mantenuta con diversi lavori e aveva risparmiato abbastanza per permettersi qualche piccolo lusso una volta tornata a casa.

    Aveva deciso un'ultima sosta a Zayrinia e ancora prima di atterrare, si era innamorata di quel luogo.

    Guardando dal finestrino, aveva visto una città strabiliante emergere dal deserto: edifici alti e scintillanti in contrasto con la cittadella cinta dalla fortificazione originaria, il tutto lambito dalle acque dell'oceano dove erano ormeggiati yacht lussuosi.

    Maggie era rimasta incantata.

    Quel giorno era l'anniversario della morte di sua madre e lei si era svegliata giù di morale. Suzanne l'aveva invitata a partecipare insieme a lei a una gita in barca lungo la barriera corallina e per distrarsi, lei aveva accettato.

    Maggie aveva cominciato a sentirsi inquieta quando si erano avvicinati a uno yacht imponente, ma Suzanne l'aveva tranquillizzata.

    «È il mio regalo prima del tuo ritorno a Londra. Hai voglia di tornare a casa?»

    Maggie rifletté per un attimo e stava per rispondere, quando Suzanne la interruppe.

    «Scusa, sono stata indelicata. Mi hai detto che non hai più nessuno che ti aspetti...»

    Quel commento ferì Maggie più della domanda e così si limitò a tacere.

    Aveva raccontato tempo prima alla ragazza che da quando aveva sette anni era passata da un affido all'altro.

    «Non hai proprio nessuno? Non hai mantenuto i contatti con qualcuna delle famiglie che ti hanno avuta in affido?» insistette Suzanne senza riguardi.

    «No!»

    Aveva risposto con troppa enfasi.

    Era conscia di apparire brusca a volte e in quell'anno aveva tentato di migliorare quel lato di sé perché era consapevole di avere delle difficoltà ad aprirsi agli altri e con quel commento Suzanne aveva toccato un nervo scoperto.

    A dodici anni Maggie si era illusa per qualche mese di far parte di una famiglia. Era accaduto un'altra volta.

    Sua madre era morta quando lei aveva sette anni e lei era stata presa in affido da una coppia che poi si era lasciata e così era tornata in istituto.

    Per qualche tempo aveva ricevuto biglietti per il compleanno e per Natale, poi più nulla.

    Aveva sofferto, ma non era stato nulla in confronto a ciò che era successo qualche anno dopo.

    Maggie era entrata in quella famiglia senza particolari aspettative, ma Diane aveva insistito per trattarla come una principessa fino a quando, di colpo, si era tirata indietro.

    Maggie faceva del suo meglio per non pensarci e non aveva mai raccontato nemmeno a Flo, la sua migliore amica, cosa fosse successo quel terribile giorno.

    «Ho degli amici» rispose Maggie sulla difensiva.

    «Certo, però non è la stessa cosa, no?»

    Suzanne spesso la feriva con i suoi commenti così incuranti e d'altro canto lei sapeva di essere cinica e aveva imparato, crescendo in certe famiglie e negli istituti, a stare sempre in guardia.

    Così scelse di tacere e di non chiedere a Suzanne come si fosse procurata l'invito a quella gita in barca.

    Non appena salparono, comprese che non si trattava di un'escursione alla barriera corallina, bensì di una festa molto esclusiva e che loro erano decisamente due pesci fuor d'acqua!

    Non poteva certo tuffarsi in mare e così, con indosso semplicemente un bikini e un pareo, non le restò che rimanere a bordo.

    Era consapevole degli sguardi puntati sul suo corpo e si sentiva decisamente a disagio, irritata invece dalla naturalezza di Suzanne, che per di più non faceva che ripeterle di rilassarsi e stare tranquilla.

    Maggie rifiutò gli inviti a bere lo champagne che scorreva a fiumi e chiese un cocktail analcolico.

    Le servirono una bevanda speziata e dolcissima che la stordì e le procurò immediatamente un forte mal di stomaco.

    Fu grata a Suzanne che la condusse in una cabina perché potesse sottrarsi al sole e sdraiarsi al fresco.

    «Sei sparita» disse Suzanne quando erano già quasi all'ostello. «Avanti, racconta. Cosa avete fatto tu e il principe sexy?»

    Maggie si fermò di colpo.

    «Niente. Come potevo immaginare di trovarmi nella cabina reale?»

    «Non lo sapevo nemmeno io» rispose Suzanne tranquilla. «Maggie, credimi. È stato un errore in buona fede.»

    Maggie fece del suo meglio per non prendersela, ma di recente le capitava un po' troppo spesso con l'amica.

    Si consolò pensando che in fondo non era successo nulla di grave.

    Era stato un sollievo poter trascorrere un paio d'ore in quella cabina fresca, anche se aveva vissuto un momento di enorme imbarazzo quando era entrato il principe e l'aveva trovata stesa nel suo letto!

    Suzanne era convinta che fosse successo molto di più.

    Ma non era andata così.

    Maggie a volte si chiedeva cosa ci fosse di sbagliato in lei, se neanche la vista di un principe sexy con indosso solo un asciugamano avvolto intorno ai fianchi, riusciva a destare il suo stupore.

    Mentre si dirigevano verso l'ostello, non sognava altro che una doccia, qualcosa da mangiare e la possibilità di controllare le sue mail.

    Paul, il capo del locale dove lavorava prima di partire per quel viaggio, le aveva scritto per chiederle quando sarebbe tornata, perché era a corto di personale e aveva intenzione di assumerla nuovamente.

    Voleva anche scrivere alla sua amica Flo che avrebbe riso a crepapelle, leggendo della sua disavventura nella camera da letto con un principe sexy con il quale non aveva fatto altro che parlare!

    Avrebbe terminato la serata leggendo e approfittando del fatto che Suzanne e le altre due occupanti della camera avevano altri impegni per la serata.

    «Maggie!»

    La stavano chiamando dalla reception, così tornò indietro, mentre Suzanne saliva in camera.

    Tazia, la receptionist, le sorrise.

    «Ho appena sentito dire che l'escursione per vedere le stelle di domani è stata cancellata, perché è prevista una tempesta di sabbia. Ho il tuo rimborso.»

    «Oh, no!» mormorò lei delusa.

    «Mi dispiace» aggiunse Tazia, mentre le porgeva i soldi. «La prossima è lunedì, sempre che per allora il tempo sarà migliorato.»

    Maggie scosse la testa.

    Il suo volo era prenotato per lunedì mattina.

    «E stasera?» chiese, nonostante fosse molto stanca.

    «È tutto esaurito. Ho provato con tutti ma non c'è più un posto disponibile.»

    Che delusione.

    Aveva evitato di prenotare quell'escursione la stessa sera di Suzanne, perché preferiva stare sola.

    «Grazie. Comunque, se qualcuno disdice, me lo fai sapere?»

    «Non ci conterei» le rispose Tazia. «Sei la decima in lista.»

    Niente da fare.

    Maggie si diresse in camera a prendere shampoo e sapone per andare a fare la doccia.

    «Cosa voleva Tazia?» chiese Suzanne.

    «Hanno cancellato l'escursione nel deserto di domani» disse Maggie con un sospiro. «Vado a fare la doccia.»

    «Ti dispiace se uso il tuo cellulare per mandare un messaggio a Glen?»

    Il telefono di Suzanne si era bagnato ed era fuori uso da giorni.

    «Certamente no» rispose Maggie.

    La doccia era spartana, ma dopo un anno negli ostelli, Maggie si era abituata a quello standard.

    Il getto di acqua fresca era piacevole e Maggie si rilassò, mentre eliminava tutta la crema solare che aveva applicato durante il giorno per proteggere la sua pelle pallida.

    Una volta finito, massaggiò il balsamo nei riccioli rossi, cercando di non pensare al commento di Suzanne di poco prima.

    «Certo, però non è la stessa cosa, no?»

    Era stato un commento a caso, ma lei non riusciva a liberarsene, così per non ritrovarsi a soffrire per il passato, provò a ripercorrere tutti i fatti di quel giorno.

    Ne erano successe di cose!

    O meglio... in realtà non era successo proprio nulla...

    Maggie era consapevole di essere piuttosto acerba per quanto riguardava i rapporti fra i sessi.

    Non che le fossero mancate le occasioni.

    Nel locale dove lavorava, c'erano molti clienti che tentavano di flirtare con lei o la invitavano a uscire.

    Di tanto in tanto, lei accettava e le serate si svolgevano tutte più o meno allo stesso modo, risolvendosi in qualche bacio esitante e nulla più.

    Non c'era stata nessuna scintilla di attrazione, eppure Hazin si era rivelato interessato a parlare con lei.

    Bello, affascinante, privilegiato, ma allo stesso tempo così concreto e alla mano.

    Solitamente, quando lei raccontava di essere sola al mondo, la gente reagiva con imbarazzo.

    Hazin aveva sorriso e le aveva detto che avrebbe dovuto considerarsi fortunata, poi aveva cominciato a raccontarle dei suoi genitori e di come avevano cresciuto lui e suo fratello Ilyas. Con freddezza e distacco.

    «Sei legato a tuo

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