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Miracolo nel deserto: Harmony Bianca
Miracolo nel deserto: Harmony Bianca
Miracolo nel deserto: Harmony Bianca
E-book162 pagine2 ore

Miracolo nel deserto: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Questo Natale l'infermiera Flo è determinata a evitare il vischio come la peste! Pur essendo una ragazza molto romantica, nessuno dei rospi che ha baciato negli ultimi tempi si è mai trasformato in principe. Poi, lo sceicco Hazin al-Razim la coinvolge nella notte più eccitante della sua vita...

Dietro la maschera da inguaribile playboy, Hazin nasconde un passato doloroso e la dolcissima Flo è stata l'unica in grado di sciogliere il suo cuore e guardare al di là delle apparenze. Così, quando viene assunta per far venire alla luce il figlio di suo fratello, Hazin capisce che quello è il momento giusto per convincere Flo a diventare la sua regina, realizzando così un piccolo miracolo di Natale.
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2019
ISBN9788830508446
Miracolo nel deserto: Harmony Bianca
Autore

Carol Marinelli

Nata e cresciuta in Inghilterra, ha conosciuto il marito durante una vacanza in Australia.

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    Anteprima del libro

    Miracolo nel deserto - Carol Marinelli

    successivo.

    1

    Farò la brava, lo prometto.

    Sdraiata sul fianco sotto le lenzuola, con un braccio maschile che la circondava, Florence Andrews giurò a se stessa che, se mai ci fosse riuscita, avrebbe fatto di tutto per rimediare agli errori della notte appena trascorsa.

    «Buongiorno» mormorò una voce sonnacchiosa alle sue spalle.

    Flo finse di essere ancora addormentata. Molto meglio così. Era anche fin troppo abituata a combinare disastri con gli uomini.

    Minuta, con i capelli biondi e gli occhi di un colore azzurro intenso, Flo era attratta da una tipologia ben specifica di uomini, che di norma potevano essere definiti con un aggettivo che cominciava con la B e finiva con la I.

    Bastardi.

    L'ultimo che aveva frequentato aveva quasi dovuto presentarle delle referenze scritte per indurla ad accettare un invito a uscire, eppure si era dimostrato uguale a tutti gli altri.

    Un verme.

    Le bastava pensare a lui per spingerla a chiudere più forte gli occhi per la vergogna. Non che lei e Hazin si fossero mai frequentati. Non l'aveva nemmeno invitata a uscire, a essere sinceri.

    Aprì gli occhi, e la vista del freddo e grigio autunno londinese la lasciò senza parole, proprio come la sera prima. Il Big Ben le rivelò che erano appena passate le otto, e dall'alto della suite presidenziale sembrava quasi di essere parte di una fotografia in bianco e nero, eccezion fatta per la pioggia che colpiva le finestre.

    Stavolta aveva proprio superato se stessa, si disse.

    Il principe sceicco Hazin al-Razim di Zayrinia, più che da referenze, arrivava accompagnato da possibili guai.

    E se ne conosceva il titolo nobiliare, non era perché glielo avesse rivelato lui, ma per via della sua amica. Be', a dire il vero, ne aveva sentito parlare anche prima che Maggie si lasciasse coinvolgere dal fratello. Internet era tappezzata di foto di Hazin. Il suo volto affascinante e il suo corpo statuario e nudo, coperto solo per il minimo necessario da attillati boxer neri, campeggiavano in tutte le riviste di gossip che le mamme leggevano avidamente nel reparto maternità in cui lavorava come ostetrica.

    Quell'uomo vantava una pessima reputazione. Era assolutamente incorreggibile, playboy fino al midollo, eppure adorato da tutti. E quella notte era stato, senza ombra di dubbio, il migliore amante che avesse mai avuto.

    Da come il braccio che la cingeva aveva allentato la presa e il suo respiro era disteso, doveva essersi di nuovo addormentato. Il che le dava un momento di pausa. Per quanto sarebbe durata quella pace?, si chiese. Gli avrebbe detto che sapeva chi era, raccontandogli la verità sul loro incontro apparentemente casuale? Ci sarebbe mai stata una conversazione, visto che tra loro non c'era stato altro che sesso? Ma soprattutto... come aveva fatto a cacciarsi in quel pasticcio, quando era lì solo per aiutare la sua amica?

    Quella sera Flo non aveva la minima voglia di uscire, ma Maggie le aveva scritto un messaggio chiedendole di passare alla caffetteria dove lavorava. Le aveva portato un souvenir dal suo lungo viaggio intorno al mondo... era incinta di sei mesi. E il padre era il principe ereditario di Zayrinia, lo sceicco Ilyas!

    «Devo dirglielo» le aveva rivelato l'amica mentre cenavano. «Ma non so come farlo.»

    Davvero doveva informarlo?, si era chiesta Flo, scettica. Non che fosse contraria al fatto che un uomo si assumesse le sue responsabilità, ma lì si stava parlando niente meno che di un futuro re! Il parto era previsto appena dopo Natale, e Maggie aveva da poco scoperto di aspettare un maschietto. Chissà che impatto avrebbe avuto quel piccolo dettaglio su tutta la vicenda...

    In ogni caso la decisione non spettava a Flo, quindi si era limitata a riferire a Maggie ciò che sapeva.

    «Suo fratello questa sera sarà al Dion's's

    «E tu come lo sai?»

    «Perché si farà cacciare via come tutti i venerdì sera. È grazie a Hazin se il locale è diventato così famoso.»

    Flo conosceva tutti i posti frequentati dai membri del jet set. Il Dion's's era un bar all'interno di un albergo a cinque stelle, un locale in stile retro all'ingresso del quale la gente era oramai disposta a stare in fila per ore.

    «Potresti andarci e dire a Hazin che hai bisogno di parlare con suo fratello.»

    «Entrare e dargli un colpetto sulla spalla per attirare la sua attenzione?» Maggie sgranò gli occhi.

    Flo si strinse nelle spalle. «Attirare la sua attenzione. Flirtare un po'...»

    «Ma se sono incinta di sei mesi di suo fratello!»

    «Be', sì... in effetti capisco cosa intendi...»

    «Dubito che Hazin sarebbe particolarmente felice di vedermi. Gli ho causato un bel po' di problemi. Immagino, anzi, che sia convinto che c'entri con il tentativo di destituirlo.»

    Senza volerlo Maggie era rimasta coinvolta in un fallito golpe, finendo per trovarsi nella cabina del principe a bordo dello yacht reale, dove qualcuno aveva nascosto una telecamera. Ma chiunque avesse pensato di usarla sperando che seducesse Hazin, non la conosceva affatto.

    Maggie e Hazin non avevano condiviso altro che una conversazione. Non che a Palazzo lo sapessero. Per scoprire cosa era accaduto a bordo dello yacht, Ilyas aveva rapito Maggie.

    «Rapita» ricordò Flo all'amica. «Il che, a mio modesto parere, ti scioglie da qualsiasi obbligo nei suoi confronti.»

    «Ma io voglio dirglielo» replicò Maggie. «So di averti dato una pessima descrizione di lui, Flo, ma Ilyas con me è stato davvero meraviglioso.»

    E, considerando quanto la sua amica fosse diffidente per natura, doveva essere stato proprio così, si disse Flo.

    Si prese un momento per riflettere. Non voleva andare al Dion's. Era lì che aveva conosciuto il suo ex, e a volte lui ci andava ancora.

    Maggie non lo sapeva. Dal suo ritorno da Zayrinia aveva avuto già abbastanza problemi, senza che Flo la caricasse anche dei propri.

    Ma non era solo quella la ragione. Maggie e Flo erano amiche intime, e di norma Flo glielo avrebbe detto, ma la frattura che c'era stata tra loro il Natale prima, quando Maggie era via, l'aveva ferita nel profondo. E Flo se ne vergognava ancora terribilmente.

    No, quella sera non aveva voglia di andare al Dion's. Era da Natale che non usciva. E la nascita del bambino di Maggie sarebbe stata un paio di settimane dopo il Natale di quell'anno.

    Flo la guardò. La sua amica non aveva una famiglia, ed era incinta e spaventata. Le sorrise. Era sempre stata brava a tenere i propri pensieri per sé. «Posso sempre venire con te al Dion's dopo il turno» si offrì.

    E così era stato.

    Flo guardò l'orologio. «Devo andare o farò tardi.»

    Era spesso in ritardo, e a soffrirne era la sua vita privata. La sua dedizione al lavoro non sembrava piacere molto agli uomini, perlomeno a quelli che frequentava di solito.

    Il turno era andato bene. Flo era ostetrica al Primary Hospital di Londra, una struttura moderna e all'avanguardia. Quel giorno avrebbe dovuto prestare servizio in sala parto, ma alla fine era stata destinata al reparto. Lì aveva ritrovato una donna che aveva aiutato a partorire il giorno prima. Un parto difficile, terminato con un cesareo di emergenza. E quella sera Flo ne aveva in braccio il frutto, la piccola Rose.

    Sorridendo, guardò la neonata che riposava tranquilla, senza sapere tutto lo scombussolamento che aveva provocato. A volte occorreva prendere delle decisioni drastiche e rapide, e lei, che pure amava divertirsi, sapeva trasformarsi immediatamente in una professionista attenta e determinata. Nella vita privata non sapeva mai farsi valere molto, ma sul lavoro era molto diversa.

    A ventinove anni, però, il richiamo biologico si stava facendo insistente, e Flo avrebbe desiderato avere un bambino tutto suo.

    «La sua bellissima figlia mi ricorda perché amo così tanto questo lavoro» disse alla madre, prima di riposizionare la piccola nella culla.

    «È di turno domani?» le chiese la donna.

    «No, torno lunedì. Lei e sua figlia dovreste essere pronte alle dimissioni, ma farò del mio meglio per venirvi a salutare» le assicurò con un sorriso.

    Un colpo alla porta le fece girare. Era il suo capo.

    «Flo, è ora del passaggio di consegne.»

    Erano da poco passate le nove e per la prima volta da molto tempo Flo stava per uscire dall'ospedale puntuale. Corse a casa si fece una doccia veloce. Non ci metteva mai molto a prepararsi per uscire.

    Non tutti gli uomini erano dei dongiovanni, lo sapeva bene. Ne aveva evidenza tutti i giorni. I suoi genitori avevano appena celebrato i loro trent'anni di matrimonio e i suoi fratelli e le sue sorelle erano tutti felicemente sposati. Anche sul lavoro vedeva con regolarità padri che sostenevano le loro compagne, e i suoi colleghi maschi erano deliziosi.

    Prese dall'armadio un abito di seta grigia e delle scarpe con il tacco alto, poi andò in bagno a sistemarsi i capelli e a truccarsi. Smokey eyes nero per gli occhi e un velo di rossetto neutro sulle labbra. Poi si voltò verso il portagioie per scegliere degli orecchini e si bloccò.

    Quel contenitore era un testimone perfetto della sua vita sentimentale disastrosa. Si era sempre fatta abbagliare dai gioielli fin troppo facilmente, illudendosi che più il regalo era costoso, più forte fosse il sentimento con cui le era stato donato. Capiva solo ora quanto si fosse sbagliata.

    Così lasciò stare gli orecchini e si affrettò a uscire, inviando a Maggie un messaggio.

    Dieci minuti

    Probabilmente sarebbero stati venti, Flo lo sapeva, ma sapeva anche che Maggie sarebbe stata terribilmente nervosa e probabilmente in cerca di una scusa per dileguarsi.

    Era preoccupata per Maggie. Cresciuta in un istituto, non aveva nessuna famiglia alle spalle che potesse aiutarla, e come ostetrica Flo aveva spesso a che fare con ragazze madri che dovevano cavarsela da sole. Anche se era la prima volta che si sarebbe trovata a dare consigli a una donna che aspettava un figlio da un futuro re.

    Salì le scale della metropolitana di corsa e arrivò in cima con il fiatone. La coda fuori dal locale era visibile anche a distanza. Chissà se sarebbero mai riuscite a entrare...

    «Flo!»

    Marcus, il buttafuori, la chiamò, e Flo gli indirizzò un sorriso smagliante. Era contenta che si ricordasse di lei.

    «Sto aspettando una mia amica» gli disse, avvicinandosi.

    «Be', se non vi sbrigate a entrare ora, dubito che poi ci riuscirete» rispose l'uomo. «Tra qualche minuto devo tornare dentro, e a quel punto ci sarà qualcun altro qui all'ingresso.»

    Flo si girò per dare un'occhiata intorno. Di Maggie non c'era traccia.

    «Lascia il nome della tua amica alla reception» le suggerì il buttafuori, facendola passare tra i mugugni degli astanti. «Magari mandale anche un messaggio, visto che poi dovrai depositare il telefono.»

    «E perché?»

    «Ordini dall'alto.»

    Ah, quindi Hazin doveva essere lì davvero!

    Probabilmente era stato ripreso in atteggiamenti sconvenienti talmente tante volte da indurre le sue guardie del corpo a decidere di evitare ogni

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