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Il milionario del destino: Harmony Destiny
Il milionario del destino: Harmony Destiny
Il milionario del destino: Harmony Destiny
E-book175 pagine4 ore

Il milionario del destino: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Per Rick Pruitt, milionario e marine in congedo, il dovere ha sempre la precedenza. Ma quando torna a Royal, in Texas, e rivede la bella Sadie Price decide che è arrivato il momento di cambiare e di accettare ciò che il destino gli ha riservato. Lei è rimasta incinta, e Rick intende sposarla. Un membro del Club dei Milionari è tenuto a rispettare e onorare le donne e ad affrontare le possibili conseguenze, anche quando si tratta di avventure di una notte. La passione tra loro è ancora viva e bruciante, però Sadie non intende sposarsi senza amore e per conquistarla a Rick non basterà dimostrarsi un uomo d'onore.
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2020
ISBN9788830513518
Il milionario del destino: Harmony Destiny
Autore

Maureen Child

Maureen Child ha al suo attivo più di novanta tra romanzi e racconti d'amore. È un'autrice molto amata non solo dal pubblico ma anche dalla critica, infatti è stata nominata per ben cinque volte come migliore autrice per il prestigioso premio Rita.

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    Anteprima del libro

    Il milionario del destino - Maureen Child

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    One Night, Two Heirs

    Harlequin Desire

    © 2011 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-351-8

    1

    Il sergente maggiore della marina Rick Pruitt aveva una licenza di trenta giorni per decidere cosa fare del resto della sua vita.

    «Ma senza fretta» borbottò percorrendo Main Street. Salutò con un cenno della mano Joe Davis, che guidava ancora lo stesso scalcagnato camion rosso. Rick si fermò quando il suo amico d’infanzia si accostò al marciapiede per parlargli. Abbassò il finestrino e, sorridendo, commentò: «Guarda, guarda cos’ha riportato a casa il vento dell’est del Texas. Quando sei arrivato, Rick?».

    «Ieri.» Rick scostò il cappello all’indietro, si appoggiò con il braccio sul telaio del finestrino e fece una smorfia quando il metallo rovente gli scottò la pelle. Se c’era una cosa che un ragazzo texano imparava ad affrontare in tenera età, era la canicola estiva.

    In quel momento, il sole dardeggiava da un cielo nel quale non c’erano tracce di nuvole. Luglio in Texas era un buon addestramento per un marine che doveva passare la maggior parte del tempo in Medio Oriente.

    «Sei tornato per restare?» chiese Joe.

    «Ottima domanda» rispose Rick.

    «Non lo si può dire della tua risposta.»

    La verità era che Rick non aveva una risposta, non ancora. Aveva passato molti anni nelle forze armate e ne era soddisfatto. Amava servire il suo Paese. Era dannatamente orgoglioso di indossare la divisa della marina statunitense. Ma, pensò, guardandosi in giro, si era perso anche dannatamente molto. Non era presente quando, uno dopo l’altro, erano morti i suoi genitori. Non era lì per gestire il ranch della famiglia, e aveva invece incaricato il loro fedele fattore di sobbarcarsi quel fardello. E poiché il ranch Pruitt era uno dei più grandi del Texas, era un compito gravoso da affibbiare a qualcun altro.

    Era buffo ma, in tutti gli anni passati nell’esercito, nessuno dei suoi camerati aveva mai saputo che lui era uno degli uomini più ricchi del Texas. Per loro era sempre stato solo un marine, ed era così che aveva voluto.

    Aveva girato il mondo. Aveva visto e fatto più cose di quante ne avrebbero mai viste e fatte la maggior parte degli uomini, tuttavia, il suo cuore era sempre rimasto lì, a Royal.

    Sorridendo, Rick si strinse nelle spalle. «È l’unica risposta che ho. Per il momento, ho trenta giorni di licenza e delle decisioni da prendere.»

    «Bene, se hai bisogno di aiuto per decidere, fammi un fischio.»

    «Sarà fatto.» Rick guardò il suo vecchio amico. Erano cresciuti insieme, insieme avevano bevuto le loro prime birre e si erano sbronzati le prime volte. Avevano giocato fianco a fianco nella squadra di football del liceo. Joe era rimasto a Royal, aveva sposato Tina, la ragazza che frequentava fin dall’adolescenza, e adesso aveva due figli e gestiva l’officina meccanica di famiglia. Rick era andato al college, si era arruolato nelle forze armate ed era stato sul punto di innamorarsi una sola volta.

    Per un secondo o due, si concesse di ricordare la ragazza che un tempo aveva ritenuto irraggiungibile. La donna il cui ricordo gli aveva permesso di superare alcune brutte giornate durante gli ultimi anni. Immaginava che ci fossero donne destinate a entrare nell’anima di un uomo. E non c’erano dubbi che quella vi fosse entrata, e rimasta.

    «Mentre sei in città, dovremmo andare a pesca» suggerì Joe, strappando Rick dalle sue riflessioni.

    «Mi sembra una buona idea» rispose Rick, riconoscente. «Convinci Tina a prepararci per pranzo il suo famoso pollo fritto e passeremo una giornata memorabile al lago del ranch.»

    «Affare fatto.» Joe tese la mano destra. «È bello rivederti a casa, Rick. E se vuoi la mia opinione, forse è tempo che tu ci resti.»

    «Grazie, Joe.» Rick gli strinse la mano. «È bello essere tornato.»

    «Mi aspettano in officina. La vecchia berlina della signora Donley si è guastata di nuovo, e quella donna mi sta con il fiato sul collo da giorni.»

    Rick rabbrividì. La signora Marianne Donley, l’insegnante di matematica del liceo, era capace di fare venire i brividi a chiunque a Royal.

    Joe se ne accorse e annuì con aria cupa. «Esattamente. Ti chiamerò al più presto.»

    «Ci conto» rispose Rick, battendo con la mano sul camion prima di indietreggiare quando Joe ripartì.

    Rimase sul posto per un lungo minuto, assimilando la sensazione di essere di nuovo a casa. Solo tre giorni prima si trovava con i suoi uomini in piena battaglia. Ora, si trovava a un angolo di strada di una tranquilla cittadina, a osservare il traffico.

    Non avrebbe saputo dire a quale dei due posti apparteneva di più.

    Rick aveva sempre sognato di diventare un marine e la verità era che, essendo morti i suoi genitori, non c’era molto che lo trattenesse a Royal. Già, c’era il dovere che sentiva nei confronti della dinastia dei Pruitt. Il ranch apparteneva alla famiglia da più di centocinquanta anni, ma c’era chi poteva occuparsene, un fattore e sua moglie, la governante che vi abitava e badava che il ranch andasse avanti senza di lui.

    Socchiuse gli occhi per difendersi dal bagliore del sole estivo e perlustrò i dintorni. Le cittadine americane non cambiavano, si disse con intima soddisfazione. Sapeva di potersi allontanare per un paio di anni e, al suo ritorno, trovare tutto come l’aveva lasciato.

    L’unica cosa che era cambiata, ammise in silenzio, era lui.

    Calandosi lo Stetson sugli occhi, Rick scosse la testa e si voltò verso il Texas Cattleman’s Club. Il TCC era il posto giusto se uno voleva aggiornarsi sulle notizie riguardanti la città. Inoltre ne pregustava l’ambiente tranquillo e fresco, come anche la possibilità di riflettere... per non parlare di una birra fredda e una bistecca in sala da pranzo.

    «Bradford Price, tu vivi nell’età della pietra.» Sadie Price fissò il fratello maggiore e non sembrò per niente sorpresa nel notare che lui non confutava l’accusa. Anzi, ne sembrava orgoglioso.

    «Se è il tuo modo tortuoso per dirmi che sono legato alle tradizioni, allora non ho niente da obiettare.» Brad si chinò e proseguì a voce bassa: «E non apprezzo che la mia sorellina entri qui per farmi la paternale perché non sono d’accordo con lei».

    Sadie contò in silenzio fino a dieci. Poi fino a venti. Quindi rinunciò. La sua collera non si sarebbe placata contando o recitando le tabelline o pensando ai volti sorridenti delle sue due gemelle. La pressione era stata eccessiva e, come una vera Price, stava lottando con i denti e le unghie.

    Forse la sala del Texas Cattleman’s Club non era il luogo ideale per scatenare un putiferio, pensò, ma ormai era troppo tardi per fare marcia indietro. Anche se lo avesse voluto.

    «Non sono tornata a Royal da Houston per starmene seduta in salotto a girare i pollici, Brad.»

    In effetti, adesso che era di nuovo a casa, intendeva farsi un nome. E farsi ammettere al TCC era il modo giusto per iniziare. Vi aveva riflettuto tutta la notte, e non avrebbe cambiato idea solo perché il suo caro e misogino fratello maggiore intendeva metterle i bastoni tra le ruote.

    «Bene» disse Brad sollevando le mani in alto. «Fa’ qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma non qui.»

    «Le donne fanno ormai parte del mondo dei club, Brad» insistette lei, lanciando un’occhiata ai due anziani uomini seduti in poltrone di pelle. Accorgendosi di essere fissati, sollevarono entrambi il giornale dietro il quale si nascondevano, fingendo che non stessero osservando.

    Tipico, pensò Sadie. Gli uomini di quel club, un tempo esclusivo, erano decisi a ignorare qualsiasi tipo di progresso. Diamine, avevano dovuto lottare per costringerli a permettere alle donne di frequentare il club. E non l’avevano ancora digerito.

    «Non occorre che me lo ricordi» disse Brad. «Forse che Abigail Langley non mi sta scocciando ogni giorno? Quella donna mi farà impazzire e non intendo subire un uguale trattamento anche da te.»

    Sadie inspirò bruscamente. «Sei il più cocciuto e testardo...»

    «Sarò io a dirigere questo posto, sorellina» la interruppe lui. «Faresti meglio a ricordarlo.»

    Brad si sarebbe candidato per il posto di presidente del club e, se avesse vinto, il TCC non sarebbe mai più uscito dall’oscurantismo.

    Sadie si morse il labbro per trattenere le parole furiose che, altrimenti, sarebbero esplose dalla sua bocca. Il TCC era il baluardo di uomini ostinati da più di cento anni.

    Anche l’arredamento puzzava di testosterone. Pannelli di legno alle pareti, divani e poltrone di pelle marrone scuro, stampe di scene di caccia alle pareti e un grande schermo TV, il migliore per assistere a ogni evento sportivo del Texas. Fino a poco tempo fa, le donne erano ammesse solo in sala da pranzo e sui campi di tennis. Ma adesso, per merito di Abby Langley, membro onorario, grazie al nome e alla storia del suo defunto marito Richard, tutto quello stava cambiando. E le donne di Royal contavano sul fatto che, avendo ormai aperto il vaso di Pandora, gli uomini non sarebbero più riusciti a richiuderlo.

    Ma se trattare con suo fratello dava un’idea di quanto sarebbe stato difficile il cambiamento, Sadie sapeva che le donne della città avrebbero dovuto affrontare una battaglia campale.

    «Ascolta» disse, ricorrendo al più conciliante dei suoi toni, «il club ha in mente di costruire una nuova sede. Io sono una paesaggista. Posso aiutarvi. Ho il nome di un architetto famoso. E ho fatto alcuni schizzi per...»

    «Sadie...» sospirò Brad scuotendo la testa. «Non c’è niente di deciso. Non ci occorre un architetto. O un paesaggista. O un dannato arredatore.»

    «Potresti almeno ascoltarmi» protestò lei.

    «Può darsi che debba sopportare Abby Langley, ma non sono obbligato ad ascoltare la mia sorellina» replicò Brad. «Adesso vattene a casa, Sadie.»

    Così dicendo, se ne andò.

    Si limitò a voltarle le spalle come se lei nemmeno esistesse. Furiosa, Sadie pensò per un attimo di rincorrerlo e di costringerlo ad ascoltarla, ma sarebbe servito solo a fornire a vecchi babbei come Buck Johson e Henry Tate altro materiale su cui spettegolare.

    Il suo sguardo si spostò sui due uomini, ancora nascosti dietro i loro giornali, come se fossero del tutto indifferenti a quello che stava succedendo. Ma Sadie sapeva che non avevano perso una sola parola della loro discussione ed entro sera era sicura che le avrebbero ripetute decine di volte. E dire che gli uomini sostenevano che le pettegole erano le donne.

    Borbottando a denti stretti, si mise la borsa sotto il braccio, afferrò la cartella con gli schizzi e uscì come una furia dalla porta.

    Era combattuta tra delusione e rabbia. Aveva sperato di poter contare almeno sul sostegno del fratello, ma aveva sbagliato a illudersi. Brad era un residuato di altri tempi. Gli piaceva che le donne fossero oggetti decorativi, e gli piaceva il club così com’era – un bastione maschile contro l’idea dell’eguaglianza tra i sessi.

    «È un cavernicolo» borbottò Sadie, uscendo dal lugubre interno del club al sole di una mattina di luglio.

    Era ancora così imbestialita e così abbagliata dalla luce che non vide l’uomo fino a quando non gli andò a sbattere contro.

    Tornato a casa appena da un giorno, Rick Pruitt si scontrò con un tornado. Un tornado alto, snello e biondo, con occhi azzurri come il cielo del Texas e gambe interminabili. Solo un minuto o due prima stava pensando a lei e adesso eccola lì. Uscita come una furia dal Texas Cattleman’s Club, gli era andata a sbattere contro per poi rimbalzare all’indietro.

    Rick allungò la mano per trattenerla per una spalla e impedirle di perdere l’equilibrio. Un attimo dopo lei alzò quei grandi occhi azzurri, e dalla sua espressione si capì che lui era l’ultima persona al mondo che si sarebbe aspettata di incontrare.

    «‘Giorno, Sadie» disse lui a voce bassa, lasciando vagare lo sguardo sui lineamenti aristocratici che ricordava così bene. «Se stai cercando di investirmi, forse dovresti provarci con un’auto. Non sei abbastanza grossa da farlo a piedi.»

    Lei lo fissò battendo le palpebre. Impallidì e sbarrò

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