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Chi è lo sposo?: Harmony Destiny
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Chi è lo sposo?: Harmony Destiny
E-book144 pagine1 ora

Chi è lo sposo?: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Jenny deve assolutamente sposarsi, se non vuole che si avveri la maledizione che incombe sulla sua famiglia da generazioni e, oltretutto, ha soltanto quattro giorni per farlo! Così, un po' per sfida un po' per superstizione, va alla ricerca di un marito disposto a stare al gioco... e lo trova. Ma sul più bello della cerimonia arriva Nick, di professione cacciatore di taglie, che arresta lo sposo. Jenny è spaventata e disperata, al punto che Nick se ne accorge e si offre di risolverle la situazione... Sì, ma come?
LinguaItaliano
Data di uscita9 giu 2017
ISBN9788858967287
Chi è lo sposo?: Harmony Destiny
Autore

Maureen Child

Maureen Child ha al suo attivo più di novanta tra romanzi e racconti d'amore. È un'autrice molto amata non solo dal pubblico ma anche dalla critica, infatti è stata nominata per ben cinque volte come migliore autrice per il prestigioso premio Rita.

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    Anteprima del libro

    Chi è lo sposo? - Maureen Child

    successivo.

    1

    La sposa portava un delizioso abitino a pois.

    Elvis risplendeva di lustrini.

    Il cacciatore di taglie era in jeans.

    E lo sposo era in manette.

    Jenny Blake si aggrappò al bouquet di gardenie e fissò allucinata il futuro sposo. Stentava a crederlo: se soltanto il cacciatore di taglie fosse sopraggiunto cinque minuti più tardi, sarebbe stata salva con l'anello al dito.

    Ma colui che si era improvvisamente presentato come Nick Tarantelli non intendeva far procedere oltre la cerimonia. Alto, snello, atletico, gli occhi ancora più neri dei suoi capelli, teneva braccato l'uomo che sulle note di Love Me Tender avrebbe dovuto pronunciare il suo sì.

    Intanto il reverendo Elvis Throckmorton, con un cenno sbrigativo del capo, ordinò alla moglie Priscilla di andare a spegnere il registratore.

    E così la voce di Elvis Presley venne brutalmente sospesa nel mezzo di un coretto sdolcinato, lasciando che i presenti riuniti nella piccola cappella si fronteggiassero nel silenzio pesante e fitto.

    «Desolato, piccola» si decise a dire infine l'aspirante sposo, «ma temo che dovremo rimandare lo sposalizio ad altra data.»

    «A quando?» mormorò Jenny debolmente.

    «Da cinque a dieci» rispose il cacciatore di taglie afferrando il braccio dello sposo in una morsa d'acciaio.

    «Anni?» azzardò Jenny fissando lo sguardo nei suoi occhi neri.

    «E che altro? Credeva cinque o dieci minuti?» ribatté quello con sarcasmo.

    Ma Jenny non ebbe il tempo di ritenersi offesa, occupata invece a piangere su se stessa.

    Era tutta colpa sua, si rammaricò. Come al solito faceva le cose frettolosamente e all'ultimo minuto. Se soltanto avesse organizzato ogni cosa qualche mese prima, ora non si sarebbe trovata con un nulla di fatto tra le mani. Ma chi avrebbe mai immaginato che comprare un marito fosse un'impresa tanto difficile?

    «E va bene, Tarantelli» intervenne lo sposo in tono conciliante. «Stavolta hai vinto tu. Lascia che almeno le dia il bacio d'addio.»

    Ma Jenny istintivamente si ritrasse.

    Tarantelli alzò un sopracciglio. «Non credo che la signorina sia seriamente interessata alla cosa, Jimmy.»

    «Mi sembra del tutto naturale!» replicò Jenny amareggiata. «Ci siamo appena incontrati e guarda che cosa è successo!»

    Il reverendo Elvis disapprovò con il capo.

    «Intende dire, signorina, che non conosce affatto chi stava per prendere in marito?» domandò stupito e perplesso Tarantelli.

    Lo sguardo di Jenny si volse sull'uomo che l'aveva condotta, e soltanto quello, all'altare. Scrutò la sua giacca color fucsia sopra la camicia rosa shocking sbottonata fino quasi all'ombelico. Sul petto villoso scendevano a cascate cinque catene dorate e accecanti. E, poco più in basso, un altro bagliore catturò la sua attenzione: tre grossi diamanti artificiali incastonati nel cinturone alto in vita.

    Il suo sguardo risalì soffermandosi sulle labbra carnose e i piccoli occhi verdi. Rabbrividì. Se lo avesse incontrato casualmente in un vicolo dei bassifondi, non avrebbe esitato a consegnargli il portafoglio e a scappare nella direzione opposta!

    «No» rispose infine. «Non lo conosco.»

    Il cacciatore di taglie, sempre più perplesso, guardò il prigioniero. «Accidenti, Jimmy, ti avevo sottovalutato! Persino delle sconosciute ti vogliono sposare! A che quota sei arrivato? Alla sesta moglie?»

    «All'ottava» precisò lui.

    «All'ottava?» fece eco Jenny.

    «Già» replicò Tarantelli. «Scommetto che ignorava che il nostro Jimmy fa lo sposo di professione. L'unico problema è che non crede nel divorzio, non è così, Jimmy?» E con uno strattone alzò l'uomo da terra sollevandolo per il bavero della camicia.

    «Il divorzio» protestò Jimmy con la voce strangolata, «è il flagello dell'America. Troppi lo praticano! Io cerco di fare la mia parte, ecco tutto. Mi do da fare per tenere unito il tessuto morale della nostra società.»

    Tarantelli scoppiò in una risata sprezzante.

    «Significa che... che è... bigamo?» balbettò Jenny stupefatta.

    «Tra molte altre cose, sì» rispose per lui Tarantelli. E, senza aggiungere altro, lo trascinò fuori della chiesa.

    «Fanno trentacinque dollari in tutto, signor... ehm... signorina.»

    Jenny volse l'attenzione dallo sposo recalcitrante al pastore luccicante accanto a lei. «Trentacinque dollari? Ma non c'è stato nessun matrimonio!» protestò.

    «Non ha alcuna importanza» commentò pacatamente il pastore alzando una mano in modo solenne. «Dovete pagare per il tempo perso e per il noleggio della cappella.»

    Jenny scorse la freddezza e la determinazione nel suo sguardo irremovibile, e pensò che il vero e più famoso Elvis non avrebbe di sicuro approvato quel modo di fare da sanguisuga.

    Ma sarebbe stato inutile discutere, così Jenny si risolse a estrarre dal piccolo portafoglio di vinile rosso i trentacinque dollari che mise nella mano pietosamente tesa di Throckmorton.

    Prima che il pastore replicasse un grazie strascicato, Jenny si trovò sulla porta all'inseguimento di Nick Tarantelli e del suo prigioniero.

    Un cacciatore di taglie, pensò. Chi avrebbe immaginato che ne esistessero ancora in giro? L'ultima volta che ne aveva sentito parlare era stato in un vecchio film western interpretato da John Wayne! Perciò aveva creduto che fosse una razza ormai estinta.

    Nel piazzale, Nick aprì la portiera dell'auto e sbatté Jimmy all'interno, quindi richiuse con la sicura. Gli era già sfuggito una volta quella giornata, e ora che l'aveva ripreso non intendeva farselo scappare di nuovo.

    Si affrettò a raggiungere il lato di guida. Estrasse di nuovo le chiavi per aprire la serratura, quando udì l'avvicinarsi di un rapido ticchettio di passi. Con una smorfia, guardò l'ora al polso e vide che erano le otto di sera. Era dalle nove di quella mattina che si era messo sulle tracce di Jimmy Baldini, detto anche Labbro Tumido, ed era esausto. Troppo esausto per stare a sentire gli isterismi di una sposa piantata in asso sull'altare. Specialmente di una che non si rendeva conto di quanto fosse fortunata a non sposarsi più con quel farabutto!

    «Signor... signor...» chiamò Jenny raggiungendolo. «Mi dispiace, ma non ricordo proprio il suo nome.»

    «Tarantelli» rispose lui. «Nick Tarantelli.»

    «Già...» mormorò lei. «Signor Tarantelli...» Si arrestò a un passo da lui e lo fissò dritto in volto.

    Carina, osservò Nick specchiandosi nei suoi occhi, grandi e azzurri. Davvero troppo carina per perdersi in uno come Jimmy!

    Tuttavia, fosse anche stata Miss Universo, non gliene sarebbe importato un fico secco. Non voleva avere niente a che fare con lei. «Signora» la prevenne in tono spazientito, «sono stanco, affamato, nervoso e, soprattutto, non sono dell'umore adatto ad ascoltare racconti sentimentali strappalacrime.»

    «Mi basta che la sua ragionevolezza sia in buona forma.»

    Nick alzò un sopracciglio. La ragazza non aveva l'aria di essere del tutto tonta. La squadrò. Ben ché fosse alta poco più di un metro e sessanta, aveva ogni cosa al suo giusto posto ed era piazzata più che bene! Insomma, non era niente male, anche se non dimostrava di avere un gran gusto nel vestirsi...

    Quel vestito rosso a giganteschi pois bianchi non le donava affatto... anche se calzava ottimamente ai seni prosperosi.

    A ogni modo era talmente attillato che non gli fu difficile indovinare come potessero essere le altre curve.

    Quei sandali bianchi dai tacchi vertiginosi, però, erano un vero obbrobrio!

    Tolti quelli, valeva a dire una decina abbondante di centimetri, che cosa rimaneva della donna? Ben poco rispetto a lui che era alto più di un metro e ottanta.

    «Visto tutto?» chiese a un tratto lei.

    Nick alzò lentamente lo sguardo. «Per il momento, sì.»

    Jenny tentò un sorrisetto. «Signor Tarantelli...» proseguì.

    «Nick» puntualizzò lui.

    «Nick» ripeté Jenny annuendo. Poi si puntellò le mani ai fianchi. «Vorrei spiegarle...»

    «Senta, signora, anzi signorina, non è assolutamente necessario che si spieghi con me. Non è affar mio sapere perché voleva sposare Jimmy Labbro Tumido.»

    «Jimmy che? Ha detto... Labbro Tumido

    L'altro rise. «Non lo conosce per niente, vero?»

    «Gliel'ho già detto che no.»

    La calda folata del vento del deserto li investì risucchiando verso l'alto la gonna di Jenny. Nick fu costretto a contare alla rovescia partendo da cinquanta per non venire catturato dalla vista che gli si era dispiegata dinnanzi.

    «Signor... cioè Nick» riprese la donna, «ciò che terrei a spiegarle è esattamente il perché avrebbe dovuto permettermi di sposare il signor Labbro Tumido prima di portarselo via.»

    «Come dice?» Quell'affermazione lo distolse brutalmente da pensieri di tentazione. Come! Non le era stato dunque sufficiente venire a sapere che quell'uomo era un bigamo per ben otto volte?

    Ma subito dopo Nick ripiombò a considerare come il vento arruffasse i capelli d'oro su quel bel viso rendendola ancora più... seducente.

    Con uno sforzo si costrinse a scacciare altri pensieri pericolosi. «Ma dico, è matta, signora?»

    «Mi chiamo Jenny. Jenny Blake» puntualizzò lei porgendogli la mano destra. «E non sono divenuta ancora una signora, grazie a lei!»

    «Bene, piacere, Jenny Blake» fece lui raschiandosi la gola. Le strinse la mano, che nella sua gli parve tremendamente piccola e fragile.

    E subito fu costretto a impedirsi di avventurare lo sguardo sui suoi seni. «Invece di volermi dare delle stupide spiegazioni, dovrebbe ringraziarmi per averle mandato a monte il matrimonio.»

    Jenny scosse il capo. «Oh, lei non capisce...»

    «No, Jenny Blake, è lei quella che non capisce.» Con il mento puntò nella direzione di Labbro Tumido. «Vede, il caro vecchio Jimmy le avrebbe messo un anello al dito, avrebbe trascorso con lei la notte di nozze, ma alle prime luci dell'alba l'avrebbe abbandonata dopo averla alleggerita di qualsiasi cosa di valore.»

    Jenny arrossì e Nick ne rimase sorpreso. Esistevano ancora donne capaci di imbarazzo?

    «Non ci sarebbe stata una sola notte insieme» chiarì lei.

    «E neppure un giorno!» ribadì lui.

    «Signor Tarantelli, ora è lei a non voler capire!»

    «Ci risiamo, dolcezza? Se non le dispiace, devo portare Jimmy al distretto per poi tornare finalmente a casa a mangiare un boccone e dormire. Mi creda, ne ho proprio bisogno.»

    «Non lo faccia.»

    Ma lui non la stette a sentire. Non era sua la colpa se quella donna era tanto pazza da voler sposare un topo di fogna come Jimmy. Le augurò di rinsavire col tempo. Era certo che non avrebbe fatto fatica a trovarsene uno migliore.

    Salì in auto e chiuse la portiera con un colpo deciso. Prima

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