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Papà a sorpresa (eLit): eLit
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E-book152 pagine2 ore

Papà a sorpresa (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Flynn McGannon, direttore di una compagnia di computer, è certamente un tipo imprevedibile, estroverso e amante del rischio. E forse questa volta ha rischiato un po' troppo se il pargolo che si ritrova davanti agli occhi è davvero suo, come gli assicura una sua antica fiamma che glielo recapita addirittura in ufficio! Flynn non sa nemmeno da che parte cominciare a occuparsi del piccolo Dylan e l'unica cosa che gli viene in mente è di chiedere aiuto a una donna. Ma non a una qualsiasi: alla dolce, efficiente, fidata Molly...

LinguaItaliano
Data di uscita29 feb 2016
ISBN9788858949986
Papà a sorpresa (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Papà a sorpresa (eLit) - Jennifer Greene

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Baby in His In-box

    Silhouette Desire

    © 1998 Jennifer Greene

    Traduzione di Sonia Tsevrenis

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2000 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-998-6

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Che accidenti hai combinato questa volta?»

    Flynn McGannon aveva appena riattaccato il ricevitore del telefono, quando lei entrò come un turbine nell’ufficio. «Cosa ho combinato?»

    «Lo sai benissimo.» Il turbine scaraventò una cartella piena di fogli sulla scrivania e gli puntò contro un dito accusatore. «Non ci sono parole per definire gli uomini come te, pigri e irresponsabili. Ti licenzierei, se non mi restasse un barlume di speranza di farti rinsavire.»

    Flynn non degnò di uno sguardo i fogli malamente sparpagliati sul suo tavolo da lavoro. Ricevute, fatture, conti... li trovava così noiosi! La sua ragioniera invece, esperta commercialista e fiscalista, riusciva sempre a catturare il suo interesse, anche quando non era fuori di sé. E in quel momento Molly Weston era davvero furibonda.

    Flynn si strofinò il mento soprappensiero. «La cosa mi sembra poco probabile, visto che l’azienda è mia e che tu sei una mia dipendente.»

    «Se credi di spaventarmi, cerca un altro argomento. Se non ti decidi a rigar dritto, McGannon, presto sarai sul lastrico e sotto processo per evasione fiscale. Questi pezzi di carta come li chiami? Ricevute? Come faccio a registrarle? Sono brava, d’accordo, ma non ho la bacchetta magica.»

    Quando Flynn aveva iniziato a lavorare, non aveva avuto bisogno di un ragioniere. Il successo incredibile dei suoi programmi di software avevano sorpreso lui per primo. Gli piaceva lavorare finché restava un divertimento, e la valanga di soldi che aveva accumulato con quell’attività era un effetto secondario che non prendeva troppo sul serio. Prima di Molly Weston aveva assunto tre ragionieri. Due uomini e una donna, impeccabili nei loro vestiti grigi e molto diligenti nell’esercizio del loro lavoro. Se ne erano andati tutti e tre, disgustati dal disordine che Flynn creava nella loro contabilità con la sua negligenza.

    Sei mesi prima, si era presentata Molly, altrettanto impeccabile e rigida quanto i suoi predecessori. All’inizio appariva timida e timorosa della propria ombra, parlava a voce bassa e flautata. Flynn aveva fatto di tutto per sedurla.

    Molly puntò l’indice verso un foglio fitto di numeri. «Ti pare il modo di registrare le spese? Che cosa sono questi ottocento dollari alla voce pranzo?» lo aggredì con voce stizzita.

    «Be’... a dire il vero non si è trattato di un pranzo. Ho comprato una sedia ergonomica per Ralph, ha sempre mal di schiena, poveretto, solo che ho smarrito la ricevuta, allora ho pensato bene di...»

    «Hai pensato male» lo corresse lei, implacabile.

    Siccome non era la prima volta che affrontavano quella discussione, Flynn allungò le gambe e posò i piedi avvolti da comodi mocassini sulla scrivania per meglio studiare le mosse dell’avversaria. Quest’ultima camminava nervosamente avanti e indietro nell’ufficio, dopo aver dato un calcio al pallone da basket sulla moquette ed evitato il miniprato da golf sistemato in fondo, tra le due finestre.

    All’inizio, Molly era rimasta scioccata dallo studio nel suo insieme e dall’ufficio di Flynn in particolare. Quest’ultimo riteneva molto professionali e chic sia la morbida moquette rossa sia i mobili in teak, per non parlare del costosissimo ripiano in cristallo che ornava la sua scrivania. Ovviamente ci aveva aggiunto un suo tocco personale sistemando un canestro da basket tra le due porte e il miniprato da golf tra le due finestre. La poltrona dove sedeva comodamente in quel momento era l’ultimo grido in fatto di tecnologia: zeppa di comandi, aderiva perfettamente alla schiena, sostenendo la spina dorsale e le spalle, massaggiando qualsiasi parte del corpo previa pressione di un tasto. Certo, non poteva competere con le mani esperte di una massaggiatrice, ma era ciò che di più funzionale e aggiornato offrisse il mercato.

    Molly non apprezzava queste diavolerie come non sopportava il look assolutamente rilassato del suo capo: vecchi jeans sbiaditi e mocassini. Per quanto lo riguardava, i suoi cinque dipendenti potevano lavorare anche nudi se faceva loro comodo, lui non ci avrebbe trovato nulla da ridire. Tanto più che i suoi clienti, provenienti da mezzo mondo, raramente si presentavano senza farsi annunciare.

    Lui e i suoi dipendenti erano dei creativi, quasi un prolungamento dei propri computer, con un orario di lavoro assolutamente flessibile. E Flynn non stava a sindacare sul loro abbigliamento né sulle loro abitudini di vita, finché svolgevano puntualmente il loro compito.

    Molly invece era una fanatica delle formalità. Sempre vestita correttamente, abiti o tailleur blu, grigi o neri, quando proprio voleva sbizzarrirsi osava uno spigato, quel giorno indossava una gonna blu e una camicetta bianca pudicamente chiusa da una spilla al collo. I suoi capelli di un bel castano dorato le arrivavano alle spalle e, grazie al taglio semplice ma sapiente, tornavano docilmente a posto anche dopo il massimo scompiglio. Gli occhi grandi e vulnerabili, avevano il colore del cioccolato fuso e il loro sguardo era pieno di dolcezza e di emozioni. Sapevano però anche diventare severi, come in quel momento. Nell’ovale perfetto spiccava la bocca piccola e ben disegnata, sovrastata da un naso dritto e due sopracciglia lievi, appena disegnate. L’espressione indifesa di quel viso attirava i baci e Flynn da un bel po’ non pensava ad altro. Anzi, fantasticava di rotolarsi con lei tra le lenzuola fresche del suo letto e di mettere alla prova il nuovo materasso a molle comprato di recente.

    «Mi stai ascoltando?» gli chiese lei.

    «Certo... Vuoi sapere perché ci sono quei soldi in più nelle mie spese, e mi hai chiesto di produrre le ricevute che mancano... Sto cercando di ricordare» si difese lui.

    «Se tu fossi più ordinato non staresti cercando di ricordare. Sei proprio incorreggibile, e sì che ho fatto di tutto per cercare di spiegarti come fare. Lo so che sei allergico all’organizzazione, ma non posso sostituirmi a te, Flynn.»

    «Sì, Molly.» Anche la sua voce lo eccitava, c’era in essa qualcosa di dolcemente fluido, simile al miele, qualcosa di molto femminile persino quando ragionava di cifre e investimenti.

    «Guarda che sto parlando seriamente, stai andando in cerca di grane con il fisco. E dire che la tua azienda è perfettamente in attivo, grazie al cielo. È così difficile farlo apparire su un documento? Tutti in quest’ufficio si sono adeguati e stanno attenti, solo tu...»

    «Davvero, mi sono dimenticato...»

    Flynn tacque. Dimenticare era per lei il massimo della colpa. Molly continuò a fargli la predica, gesticolando e camminando agitata per tutta la stanza. Flynn era terrorizzato all’idea che potesse licenziarsi. Ma Molly si sarebbe sentita in colpa, poiché si era prefissa di convertirlo all’ordine aziendale.

    Lui tentava di migliorare, ma Molly era rigida ed esigente nel lavoro. Flynn le aveva già rubato due baci... Però non era riuscito a penetrare il segreto di quelle bluse di seta immacolate e di quelle gonne al ginocchio. Com’era il suo corpo, sotto? Aveva comunque scoperto che Molly sapeva baciare, eccome... Non riusciva a dimenticare quei due baci. Lei era all’altezza dei suoi sogni più erotici e la sua bocca piccola e morbida sembrava creata apposta per adattarsi a quella di Flynn.

    Molly era una donna dai principi rigidi, baciandolo non vi aveva affatto rinunciato, ma era come se una corrente di emozioni e di passione le scorresse sotto la pelle, pronta a rompere gli argini e a travolgere l’uomo che l’avrebbe suscitata. A trentaquattro anni, Flynn non aveva mai corso il rischio di sposarsi, ma che piacere c’era a difendersi a tutti i costi?

    «Non mi stai ascoltando» lo accusò Molly.

    «Ma sì, credimi. Weston, hai il più bel paio di gambe della città, te lo dice uno che se ne intende.»

    «McGannon!»

    Il primo giorno che si era presentata per l’assunzione, Flynn aveva pensato che il suo colorito naturale fosse il viola, tant’era paonazza per la timidezza e il nervosismo. Ora arrossiva di rado, ma quel complimento aveva sortito il suo effetto e un bel rosa soffuso le colorava le guance, smentito però dallo sguardo malizioso degli occhi. Insomma, la signorina Weston non era più la fanciulla sprovveduta dei primi mesi e, colto quello sguardo, Flynn tirò via i piedi dalla scrivania.

    «No» disse lei decisa.

    «No che cosa?» chiese lui, alzandosi.

    «Fa’ sparire quello sguardo dai tuoi occhi, McGannon... Subito.»

    Lui avanzò di un passo. Lei non sembrava per niente intimidita, anzi aveva messo i pugni sui fianchi ben modellati. Flynn si ricordò di come sussultava a ogni sua parola nei primi giorni di lavoro, ma lui era sempre stato corretto con lei. Da allora, Molly ne aveva fatta di strada, anche se non abbastanza per lui.

    «C’è lo stesso sguardo nei tuoi occhi» l’accusò Flynn.

    «Non è vero.»

    E invece quella scintilla che coglieva nelle pupille di Molly si accentuò quando lui fece un passo avanti, poi un altro ancora.

    «Fermati, altrimenti avrai presto un occhio nero.»

    «No, se non me lo merito. Lo desideriamo tutti e due. Dimmi sì o no, e io mi comporterò di conseguenza, te lo prometto.»

    Lei non disse di no. Ma quando si trovò prigioniera tra lui e la parete rivestita di moquette rossa, si difese con l’arma della logica. «Mi piace questo lavoro, non vorrei perderlo.»

    «Vale anche per me. Mi sei così indispensabile che non potrei fare a meno di te. Non sto scherzando. Se ti do fastidio, basta dirlo.»

    «Non è così semplice, lo sai. Far nascere una relazione sul luogo di lavoro è sbagliato, basta che uno si senta ferito ed ecco che l’altro perde il lavoro.»

    «Non è necessariamente così. Basta essere reciprocamente onesti e rispettare le regole.»

    «Le regole si possono interpretare in tanti modi. A te piace l’anarchia, a me no. C’è chi va a letto insieme e il giorno dopo nemmeno se ne ricorda.»

    «Io non pensavo di portarti a letto. Per ora. Rispetto le tue convinzioni riguardo al matrimonio o al coinvolgimento affettivo.» Flynn fece un gesto della mano come per allontanare da sé quei concetti molesti e superati. «Volevo solo baciarti, capire se i nostri baci precedenti erano stati un errore.»

    «Un errore?»

    «Mi hai fatto arrabbiare l’ultima volta. Era un gesto così, un po’ malizioso,

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