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La migliore amica: Harmony Destiny
La migliore amica: Harmony Destiny
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E-book177 pagine2 ore

La migliore amica: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Tre mogli per tre uomini potenti 1/3

Jonas Kim ha bisogno di sposarsi per consolidare l'azienda di famiglia e assumerne il controllo: per evitare le incognite di un matrimonio combinato alla cieca, coinvolge così la sua migliore amica Viv Dawson in un'unione di convenienza, con l'accordo di scioglierla non appena lui avrà raggiunto il proprio obiettivo.
Viv ha da sempre una cotta per Jonas, ma lui non se ne è mai accorto, troppo concentrato a proteggersi da ogni tipo di sentimento. Tuttavia, la finta felicità matrimoniale si tramuta in un'estasi senza precedenti in camera da letto. Jonas è convinto che, anche se condividono momenti di incontenibile passione, il rapporto di amicizia che li lega li terrà al riparo da qualunque implicazione sentimentale. Ovviamente, si sbaglia.
LinguaItaliano
Data di uscita19 lug 2019
ISBN9788830500808
La migliore amica: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    La migliore amica - Kat Cantrell

    successivo.

    1

    Jonas Kim di norma si sarebbe definito una persona normale, ma perfino lui era impressionato dal piano che aveva escogitato per superare in astuzia l'uomo più intelligente che conosceva: suo nonno. Invece di sposare Sun, la giovane e bella donna proveniente da un'illustre famiglia coreana che il nonno aveva scelto per lui come sposa, Jonas aveva fatto la proposta di matrimonio a Viviana Dawson. Anche lei era bella, ma era una sua amica e, cosa più importante, era sicuro che non si sarebbe opposta all'annullamento quando fosse arrivato il momento.

    Viv era incredibile perché aveva acconsentito a quella folle idea, per di più faceva anche dei cupcake favolosi. Ci aveva guadagnato sotto ogni punto di vista. Anche se avrebbe fatto a meno della festa di addio al celibato.

    Non faceva per lui.

    Almeno non erano apparse le spogliarelliste.

    Non ancora.

    Quella mattina era andato a Las Vegas con i suoi due migliori amici e, anche se Jonas non ci era mai stato, era certissimo che non sarebbe stato difficile avere delle donne nude nella lussuosa suite. Non c'era cosa che lo disgustasse di più. A parte sposare Sun. E non solo perché l'avevano scelta per lui. Sun era un disastro annunciato che per fortuna avrebbe rovinato qualcun altro, perché Jonas avrebbe sposato Viv il giorno seguente, grazie a uno dei più grandi favori mai visti tra amici.

    «Sicuro che vuoi farlo?» gli chiese Warren mentre stappava la bottiglia di champagne.

    Anche questa una tipica cosa da addio al celibato a cui Jonas avrebbe rinunciato volentieri, tuttavia gli amici non facevano altro che ridere e scherzare su come Jonas avesse bisogno di lasciarsi andare, anche se sapevano bene che era stato cresciuto in una famiglia ultra conservatrice.

    Il nonno aveva idee molto tradizionali su come dovesse comportarsi un amministratore delegato, e Jonas non aveva ancora ottenuto quell'incarico. E poi non c'era nulla di male nell'avere senso del decoro.

    «Fare cosa?» ribatté Jonas. «L'addio al celibato o invitare degli imbecilli come voi?»

    Hendrix, l'altro imbecille, sorrise e accettò il bicchiere di champagne che gli porgeva Warren. «Non puoi sposarti senza una festa di addio al celibato. Sarebbe triste.»

    «Non è un vero matrimonio. E poi si presume che le tradizioni non debbano per forza essere seguite.»

    Warren scosse la testa. «È un vero matrimonio. Sposi questa donna solo per non sposarne un'altra. Quindi ti chiedo: sei sicuro che questo sia l'unico modo? Non capisco perché non possa semplicemente dire di no a tuo nonno. Non permettergli di trattarti così.»

    Erano due settimane che facevano sempre gli stessi discorsi. Il nonno si teneva ancora strette le redini dell'impero Kim. In Corea. Se Jonas aveva qualche speranza che il nonno gli cedesse il testimone così da poter trasferire l'intera attività nella Carolina del Nord, doveva fare attenzione. Sposare una coreana appartenente a una famiglia facoltosa non avrebbe fatto altro che saldare i legami di Jonas con un paese che non considerava casa sua.

    «Rispetto i miei vecchi» ricordò a Warren. «E rispetto anche il fatto che mio nonno e quello di Sun siano amici di vecchia data. Non posso smascherarla, altrimenti rovinerei tutto».

    Sun era stata elettrizzata all'idea di sposare Jonas; aveva un amante segreto e del tutto inappropriato che voleva non venisse scoperto, e aveva colto al volo la possibilità di sposarsi per coprire la sua relazione. Nel frattempo i rispettivi nonni discutevano della possibile fusione delle aziende dopo che le due famiglie fossero state legate da un matrimonio.

    Jonas non voleva entrarci. Meglio risolvere il problema a modo suo. Se era già sposato nessuno si sarebbe potuto aspettare che onorasse il patto del nonno. E dopo la fusione lui e Viv avrebbero potuto annullare il matrimonio mantenendo intatta l'integrità di Jonas.

    Era geniale. Viv era la migliore persona al mondo e lo aveva salvato. L'indomani avrebbero pronunciato qualche parola, firmato un pezzo di carta. Niente più problemi.

    «Non potete essere felici di esservi fatti un giro a Las Vegas e chiudere il becco?» chiese Jonas, e fece tintinnare il bicchiere contro quello degli amici che conosceva fin dal primo anno alla Duke University.

    Jonas Kim, Hendrix Harris e Warren Garinger erano diventati amici fin da subito quando erano stati assegnati allo stesso progetto con Marcus Powell. Ne avevano combinate di cotte e di crude - con Jonas che se ne stava sempre un po' defilato - e si erano sostenuti a vicenda ogni volta che il college li metteva alla prova. Finché Marcus non aveva perso la testa per una cheerleader che non lo ricambiava. Le conseguenze erano ancora tangibili sui tre sopravvissuti del quartetto.

    «No. Hai detto niente spogliarelliste» si lamentò Hendrix, e si scolò lo champagne in un sorso. «Non vedo il senso di un addio al celibato a Las Vegas se non ne approfitti.»

    Jonas sbuffò. «Come se non aveste un mucchio di donne a Raleigh che si spoglierebbero per voi su richiesta.»

    «Sì, ma le ho già viste tutte» ribatté ammiccando. «Ce sono ancora a migliaia a cui dare una bella sbirciatina, e a casa ho fatto il bravo. Quello che succede a Las Vegas non compromette la campagna di mia madre, giusto?»

    La madre di Hendrix era in lizza per diventare governatrice della Carolina del Nord e gli aveva fatto giurare che non avrebbe fatto nulla per mettere a rischio le sue possibilità. Per Hendrix significava rivedere del tutto la sua vita sociale, e ne stava risentendo. Finora la sua inspiegabile abilità nel farsi fotografare con donne seminude non era emersa, tuttavia aveva appena cominciato il suo voto di castità, quindi c'erano parecchie possibilità di causare uno scandalo se ci si metteva d'impegno.

    «Magari potremmo focalizzarci sul problema in questione?» suggerì Warren, passandosi le mani tra gli ondulati capelli castani mentre si accomodava sul divanetto accanto all'enorme vetrata della suite che avevano prenotato all'Aria. Le vertiginose luci di Las Vegas si offrivano in una vista panoramica sessanta piani più in basso.

    «Cioè?»

    Warren puntò il bicchiere verso Jonas. «Stai per sposarti. Nonostante il patto.»

    Il patto.

    Dopo che la cheerleader aveva fatto a pezzi Marcus, l'amico si era allontanato sempre più, fino a decidere di farla finita. Dopo la sua morte i tre avevano giurato che non avrebbero mai permesso all'amore di distruggerli com'era successo a Marcus. Quel ricordo li rattristò.

    «Ehi, amico. Il patto è sacro» lo rimproverò Jonas. «Però non abbiamo mai giurato di restare single per sempre. Solo che non avremmo mai permesso a una donna di annientarci. Il problema è l'amore, non il matrimonio.»

    Una volta all'anno si ritrovavano per onorare la memoria dell'amico. Gli rendevano omaggio e rinnovavano il patto. Quell'avvenimento così doloroso aveva scosso ciascuno di loro in modi diversi, tuttavia Warren aveva vissuto il suicidio del compagno di stanza peggio di chiunque altro, a parte la madre di Marcus.

    Quella era l'unica ragione per cui Jonas gli concedeva di contestarlo. Aveva seguito il patto alla lettera, il che era più facile di quanto avrebbe dato a vedere.

    Prima di tutto una promessa era una promessa.

    E poi non si avvicinava mai a una donna di cui avrebbe potuto innamorarsi. Solo il pensiero di perdere il controllo gli faceva venire la pelle d'oca. Aveva troppo da perdere per permettere a una donna di distruggere tutto quello per cui aveva lavorato.

    Warren non sembrava convinto. «Il matrimonio è l'inizio, amico. Non puoi mettere un anello al dito di una donna e aspettarti che non inizi a fantasticare.»

    «Ah, io sì che posso» lo corresse Jonas mentre lasciava che Hendrix gli riempisse il bicchiere di champagne. «Ecco perché questo piano è fantastico. Viv conosce la situazione. Abbiamo parlato di quello che sarebbe successo. Lei ha la sua azienda di cupcake e non ha tempo per un fidanzato, figuriamoci per un marito. Non le avrei chiesto di fare una cosa simile per me se non fosse una cara amica.»

    Un'amica non interessata a portare le cose a un livello successivo. Quella era la chiave e l'unica ragione per cui Jonas aveva coltivato la loro amicizia per così tanto tempo. Se ci fosse stata una remota possibilità di invaghirsi di lei avrebbe interrotto subito il rapporto, come aveva fatto con qualsiasi altra che aveva rappresentato una minaccia per il suo cuore.

    Hendrix bevette direttamente dalla bottiglia fino all'ultima goccia, i suoi occhi nocciola persi in contemplazione mentre posava la bottiglia vuota sul tavolino. «Se siete così tanto amici come mai non l'abbiamo conosciuta?»

    «Sul serio? Non capisci perché ho voluto tenerla lontana dall'uomo che molto probabilmente corromperebbe una suora?»

    Con un sorrisetto Hendrix si voltò verso Warren. «Quanto sei onesto. Ma non può conoscere nemmeno lui?»

    Jonas fece spallucce. «Ve la presenterò domani alla cerimonia.»

    Quando fosse stato inevitabile. Come poteva spiegare a un paio di amici zucconi che Viv era speciale? Era stato attratto fin dal primo momento dal suo sorriso solare e dalla sua generosità.

    Un dipendente di Jonas gli aveva consigliato il Cupcaked, un piccolo panificio accanto alla Kim Building, così si era fermato a prendere qualcosa. Mentre era in fila, una fila davvero lunga, una brunetta carina era uscita dal retrobottega. Avrebbe catturato comunque la sua attenzione, quando però aveva allungato un cupcake a un bambino sulla strada che se ne stava da quindici minuti con il naso premuto contro la vetrina, Jonas non aveva potuto fare a meno di parlarle.

    Ormai era quasi un anno che passava da lei per prendere i suoi favolosi cupcake al limone. A volte Viv andava con lui a bere un caffè da qualche parte dove non avrebbe dovuto andare di corsa a servire dietro al bancone, e di tanto in tanto si fermava al Kim Building e portava Jonas a pranzo.

    Era un'amicizia semplice, senza pressioni, a cui Jonas dava importanza perché non c'era pericolo che potesse coinvolgersi. Era chiaro che Viv non era interessata ad andare oltre. Non andavano a letto assieme, e quel tipo di relazione non avrebbe convinto i suoi amici.

    Non aveva importanza. Gli andava bene come stavano le cose. Viv gli stava facendo un favore e in cambio le avrebbe offerto consulenze fiscali gratuite per il resto della vita. Dopotutto Jonas aveva lanciato da solo la Kim Electronics nel mercato americano e nell'ultimo anno aveva aumentato i proventi a cifre da capogiro. C'era di peggio che farsi controllare la contabilità da Jonas ogni volta che ne aveva bisogno, e lui era felice di trovare il tempo per lei.

    Non doveva far altro che apporre il nome di Viv su un certificato di matrimonio e mantenere un basso profilo finché la fusione del nonno non fosse andata in porto. Poi Viv poteva tornare al suo stato di panettiera single e Jonas poteva festeggiare per essersi evitato una rogna.

    L'idea di Warren sul fatto che il matrimonio instillasse in una ragazza idee sull'amore e romanticherie varie erano idiozie. Jonas sapeva di potersi attenere al patto.

    L'onore prima di tutto, come per il nonno. L'amore rappresentava una perdita di controllo in cui altri potevano cadere, ma non lui. Non avrebbe mai tradito gli amici o la memoria di Marcus.

    Doveva solo sposare una donna che non fosse innamorata di lui.

    Viviana Dawson aveva sognato il giorno del matrimonio molte volte e mai aveva immaginato quelle farfalle nello stomaco, che si potevano solo descrivere come un mix di agitazione e... porca miseria.

    Di lì a pochi minuti Jonas sarebbe diventato suo marito e tutti gli e se che le ronzavano in testa la stavano uccidendo.

    Jonas Kim le aveva chiesto di sposarlo. Jonas. L'uomo che non le aveva fatto venire voglia di uscire con nessun altro per quasi un anno perché non erano alla sua altezza.

    Oh, certo, lui l'aveva fatto passare come un favore e Viv aveva accettato con il presupposto che quanto prima avrebbero richiesto l'annullamento. Comunque, sarebbe stata la signora Kim finché fosse durata.

    Magari pochissimo, se Jonas avesse capito che si era presa una cotta per lui.

    Non lo avrebbe capito. Perché... oh, mio Dio. Se lo avesse scoperto...

    Be', non poteva. Innanzitutto avrebbe rovinato la loro amicizia. E poi? Non le interessava una relazione seria, non finché non avesse capito come comportarsi in modo diverso con gli uomini rispetto a come aveva fatto fino a quel momento.

    Le sue sorelle la definivano appiccicosa. Lei si riteneva dedita. E gli uomini la lasciavano.

    Jonas era l'antidoto a tutto questo.

    La dozzinale cappella non si avvicinava per niente a quello che aveva sognato, ma se Jonas gliel'avesse chiesto lo avrebbe sposato anche in un impianto di depurazione. Aprì la porta, sola, e per niente felice di questo.

    Ripensandoci avrebbe dovuto insistere che una delle sorelle l'accompagnasse a Las Vegas. Magari per farle da damigella d'onore.

    In quel momento le sarebbe servito qualcuno a cui

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