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Scandali e segreti (eLit): eLit
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E-book89 pagine1 ora

Scandali e segreti (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Segreti oscuri, desideri proibiti, rivelazioni scandalose coinvolgono due ricchissime famiglie australiane...

Quando Celeste capisce che il desiderio provato un tempo per Byron Whitmore è ancora forte, sa che deve trovare al più presto una soluzione. E quale scelta migliore dell'appagare finalmente quel desiderio?

I volumi della serie:

1) Seduzione e gelosia

2) Desiderio e inganno

3) Passione e passato

4) Fantasie e futuro

5) Scandali e segreti

6) Matrimoni e miracoli
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2016
ISBN9788858951378
Scandali e segreti (eLit): eLit
Autore

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

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    Anteprima del libro

    Scandali e segreti (eLit) - Miranda Lee

    successivo.

    1

    Ritorno a casa

    Celeste stava virando per affrontare la sua ventesima vasca quando l'apparizione di un paio di gambe maschili in fondo alla piscina la fece arrestare.

    «Buon Dio, Damian» borbottò irritata una volta che ebbe ripreso fiato. «Mi hai spaventata a morte.»

    Damian scoppiò in una risata. «Niente e nessuno può spaventarti a morte, Celeste. Comunque, per chi diamine mi avevi preso? Un violentatore?» Rise di nuovo. «Proverei compassione per qualsiasi povero violentatore che dovesse posare gli occhi su di te, sorellina cara.»

    «Che cosa vuoi, Damian?» replicò lei, fredda. «Non è da te comparire il sabato prima di metà pomeriggio.»

    Damian era un caso disperato a giudizio di Celeste. Viziato, egoista e pigro, era anche troppo bello. A ventinove anni era ormai un incallito playboy della peggior specie, che sembrava divertirsi a distruggere i matrimoni altrui.

    Se avesse potuto fare a modo suo, Celeste l'avrebbe mandato a quel paese da un bel pezzo, ma lui era il cocco di mamma, e Adele ignorava tutti i consigli di sua figlia quando si trattava del suo figlioletto prediletto. Era stata lei a insistere affinché a Damian fosse assegnata una posizione di prestigio nell'azienda di famiglia, per la quale gli veniva pagato un lauto stipendio che non si guadagnava affatto, e che sembrava non bastargli mai. Solo la settimana prima, Damian aveva chiesto un ennesimo prestito a Celeste.

    «Spero che tu non sia venuto alla ricerca di altro denaro» aggiunse acidamente mentre usciva dall'acqua e si toglieva la cuffia. Dei lunghi capelli biondo rame le ricaddero in morbide onde sulla fronte e sugli occhi. Celeste se li tirò indietro, scostandoseli dal viso con le dita prima di andare a prendere un asciugamano. «Se sei venuto per quello, stai perdendo il tuo tempo.»

    Damian si sedette su una delle sdraio di bambù con un sorrisetto ironico.

    «Ti piacerebbe che fossi venuto qui a strisciare ai tuoi piedi, non è vero?» chiese in tono vellutato, congiungendo le mani dietro alla testa e incrociando le gambe all'altezza delle caviglie con un'aria di arrogante insolenza. «A te piace essere sfacciatamente adorata dagli uomini. Ti fa sentire onnipotente. Questa è una delle ragioni per cui vai in giro solo con uomini più giovani. Perché strisciano meglio, e sono più facili da controllare.»

    La bocca di Celeste si spalancò per un istante prima di richiudersi di scatto.

    «Che delicato giro di parole hai usato, Damian» disse infine.

    Lui rise. «Da quando in qua ti offendi se si dice pane al pane? Non ti importa niente di ciò che la gente pensa di te, Celeste. Non te ne è mai importato niente.»

    Celeste gli lanciò uno sguardo duro. Era vero che aveva deliberatamente alimentato la sua reputazione di mangiatrice di uomini, sfilando pubblicamente con una lunga schiera di giovani uomini per la delizia delle riviste che si occupavano di cronaca rosa.

    Ciò che il pubblico non sapeva, e che non sapeva nemmeno suo fratello, era che non era stata a letto con uno solo di quei giovani stalloni. Oh, sì, aveva flirtato sfacciatamente con loro, specialmente quando si era trovata sotto gli obiettivi delle macchine fotografiche, ma non si era mai rotolata con loro tra le lenzuola.

    Celeste si era crogiolata in questa situazione, traendo una specie di contorta vendetta nella consapevolezza che il suo comportamento scandaloso probabilmente irritava e offendeva una persona in particolare. Le piaceva immaginare il suo volto quando l'uomo in questione sentiva o leggeva l'ultimo pettegolezzo su di lei. In quel momento, pensava che la odiasse, ma che continuasse al contempo a desiderarla.

    Pensare al suo desiderio inappagato suscitava in lei una soddisfazione interna che placava la bestia selvaggia in agguato nel suo cuore.

    O, almeno, l'aveva placata. Fino a quando non era andata al Gran Ballo della Whitmore Opals qualche settimana prima e, ritrovandosi faccia a faccia con colui che provava quel desiderio inappagato, aveva scoperto che anche il desiderio che aveva provato un tempo lei per Byron Whitmore era ancora là, più forte che mai.

    Ricordando improvvisamente che avrebbe dovuto rivedere Byron al processo per il tentato furto del Cuore di Fuoco, si sentì quasi male.

    «Hai deciso di seguire la linea del silenzio?» buttò lì Damian con tono beffardo. «Se è così, lo trovo terribilmente noioso» dichiarò sprezzante.

    «Di' quello che hai da dire, Damian» gli ordinò lei. «Non sono dell'umore adatto per nessuno dei tuoi nauseanti giochetti.»

    «Io giocare con la mia deliziosa sorellina? Giammai!» La sua risata stridette sui nervi già tesi di Celeste.

    «Damian» lo riprese lei. «Vieni al sodo!»

    Le mani gli ricaddero lungo i fianchi e lui si tirò su a sedere con la schiena eretta, sfoderando un'espressione impaziente su quel volto fin troppo bello. «Tu mi rovini sempre il divertimento.»

    «La tua idea di divertimento non corrisponde alla mia.»

    «Davvero? Ho sempre pensato il contrario. Sai, ti confesso che piace anche a me la carne giovane. A proposito, non ho capito perché hai licenziato Gerry. Voglio dire, mi pareva bene attrezzato per il lavoro che svolgeva.»

    Celeste si sentì prendere da un'ondata di collera. Aveva licenziato Gerry perché, dopo che lei aveva flirtato spudoratamente con lui davanti a Byron, il giovane si era preso delle libertà che lei non gradiva. In quel momento si rese conto forse per la prima volta di quanto il suo comportamento fosse riprovevole. Strano, non aveva mai pensato questo di se stessa.

    «E hai già trovato un altro stupendo fusto col quale stuzzicare Byron Whitmore?» proseguì Damian implacabile, lasciandola a bocca aperta. «Pensavi che non lo sapessi?» Il sorriso del fratello era pura malizia mentre si alzava e camminava verso di lei. «Ingenua Celeste. Non sapevi che Irene mi ha sempre raccontato tutto? So dei tuoi incontri con il marito della nostra cara sorella. Oops, sorellastra. Anche se lui non era ancora suo marito la prima volta, no? Era solo il suo ragazzo.»

    «Non lo era» ribatté, imbarazzata Celeste. «Irene e Byron non uscivano ancora insieme quando l'ho conosciuto. Non sono stata io a portare via Byron a Irene. È stata lei che l'ha portato via a me!»

    «E cosa mi dici del dopo, Celeste?»

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