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Lo scandalo della collana: Harmony Destiny
Lo scandalo della collana: Harmony Destiny
Lo scandalo della collana: Harmony Destiny
E-book159 pagine2 ore

Lo scandalo della collana: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

BLACKSTONE & HAMMOND - Due famiglie. Una rivalità che dura da oltre trent'anni. Un potere prezioso, inattaccabile e splendente come un diamante.

Sono l'uomo giusto per una notte di passione e per affari spregiudicati.

Jake Vance, alias James Blackstone, pensa questo di sé e, a dire il vero, non si può che esserne d'accordo. Affascinante e infallibile uomo d'affari rappresenta una vera minaccia nel suo impeccabile completo firmato per il cuore di ogni donna. Ma anche per le società su cui posa gli occhi. La sua ultima preda è la Blackstone Diamonds e la bella Holly McLeod si ritrova a lavorare per lui. Imparare tutte le sue tecniche per impossessarsi di nuovo della società di famiglia, non la prepara però alla proposta che Jake le fa per raggiungere i suoi scopi: un'unione intima con lui!

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2016
ISBN9788858945414
Lo scandalo della collana: Harmony Destiny
Autore

Maxine Sullivan

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Lo scandalo della collana - Maxine Sullivan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Mistress & A Million Dollars

    Silhouette Desire

    © 2008 Maxine Sullivan

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-541-4

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Oggi siamo qui riuniti per unire in matrimonio Kimberley Blackstone e Ricardo Perrini...»

    Jarrod Hammond udì le parole pronunciate dall’officiante ma i suoi occhi non erano puntati sulla sposa, bensì sulla donna che gli era seduta di fronte, nel cerchio a ferro di cavallo formato intorno a sua cugina Kim e al suo futuro marito, Ric Perrini.

    Avvertì una scarica di adrenalina mentre si appoggiava allo schienale della sedia e lasciava vagare lo sguardo su Briana Davenport, la top model australiana che era il volto della Blackstone Diamonds. Filtrando attraverso le ampie vetrate dello yacht, il sole di quel tardo pomeriggio illuminava uno dei porti più spettacolari del mondo, creando uno sfondo perfetto per la sua bellezza.

    Vestita con un tailleur pantalone di seta azzurro pallido, era l’incarnazione di un’eleganza sofisticata e raffinata. Una gemma perfetta per la compagnia diamantifera di cui era il simbolo. Non era difficile capire perché Howard Blackstone l’avesse scelta per rappresentare la sua società.

    E altrettanto costosa, rifletté Jarrod con una punta di cinismo, notando l’esatto momento in cui lei lo sorprendeva a osservarla. Si accorse che batteva le palpebre in modo impercettibile prima di distogliere lo sguardo, una reazione che soltanto uno dotato di radar interno per quella donna era in grado di percepire.

    Qualcuno come lui.

    «Se qualcuno ha qualcosa da dire che possa...» proseguì l’officiante.

    Purtroppo per lui, il suo radar interno era costantemente sintonizzato su Briana. Era stato così dal momento stesso in cui l’aveva vista per la prima volta, al matrimonio di suo fratello con la sorella di lei, quattro anni prima. Da allora, quel radar era rimasto sempre acceso, pur sapendo che Briana aveva un grave difetto. Grave e dispendioso. Le piaceva il denaro, in grosse quantità, e lo scialacquava a piene mani, stando a Marise, la sua ormai defunta sorella.

    Naturalmente, non era di aiuto trovarsi Briana di fronte ovunque si girasse: sui tabelloni pubblicitari... in televisione... sulle pagine di riviste patinate. Né era facile sapere che viveva nella sua stessa città. Per fortuna, con lei sempre in giro per il mondo e lui impegnato con il suo studio legale, Melbourne era abbastanza grande per riuscire a evitarsi.

    «Ric, vuoi tu prendere Kimberley come tua legittima sposa nel sacro vincolo del matrimonio? Vuoi amarla, onorarla, confortarla e...»

    Ma ora, la vista di Briana in carne e ossa - che connubio delizioso! - gli rammentava il motivo per cui aveva incalzato per ricevere l’invito alla presentazione dei gioielli della Blackstone, lì a Sydney, dove era arrivato in aereo da Melbourne il venerdì precedente. Nonché il motivo per cui era contento di aver accettato l’invito al matrimonio di Kim. Un Hammond a un matrimonio Blackstone non era mai una situazione facile, ma la presenza di Briana colorava la giornata di prospettive di carattere sessuale, benché lei fosse arrivata in compagnia di Jake Vance, il miliardario.

    «Kimberley, vuoi tu prendere Ric come tuo legittimo sposo nel sacro vincolo del matrimonio? Vuoi amarlo, onorarlo, confortarlo e...»

    Jarrod serrò le labbra osservando l’uomo seduto a fianco di Briana. La coppia era stata fotografata insieme alle corse ippiche del giorno di San Valentino, alcune settimane prima. E di nuovo il venerdì precedente alla mostra di gioielli. Quei due erano amanti? Probabilmente, decise Jarrod, infastidito quando provò una gelosia irrazionale al pensiero di lei nel letto di un altro uomo.

    «Possa questo anello essere benedetto così che chi lo dà...» proseguì l’officiante.

    Dannazione, corteggiare quella donna non significava forse comportarsi da masochista? Non aveva già deciso di portarsela a letto? Una decisione che partiva dal desiderio di apprendere tutto il possibile sulla sorella di lei, per il bene di Matt. Si era visto con suo fratello non più tardi di due settimane prima, ed era rimasto sconvolto nel notare come fosse distrutto e amareggiato. Anche se loro due erano stati adottati, erano più uniti di fratelli di sangue e, da parte sua, era disposto a fare tutto ciò che era in suo potere perché Matt trovasse un po’ di pace.

    D’altronde, non poteva biasimare il fratello se era amareggiato, visto che sua moglie, Marise, era morta in seguito alle ferite riportate in un incidente aereo, circa due mesi prima, insieme con Howard Blackstone e altre quattro persone. Il fatto aveva suscitato una miriade di domande: domande alle quali nessuno sapeva dare risposte, tranne, forse, Briana Davenport.

    «Portatelo come un simbolo di amore e impegno...»

    Briana doveva sapere come mai la sorella si trovava a bordo dell’aereo di Howard. Come probabilmente sapeva se aveva una relazione con quell’uomo, il nemico della famiglia Hammond da quando, molti anni prima, la sua avidità aveva gettato la discordia tra i due rami della famiglia.

    C’era stato un ulteriore shock quando si era scoperto che Marise era stata nominata nel testamento di Howard. Una somma a sette cifre e la collezione di gioielli dei Blackstone erano un’eredità notevole per una giovane amante. Un fatto che induceva a porsi un’altra domanda, e cioè se Blake fosse figlio di Howard invece che di Matt. Bastava quel pensiero perché Jarrod sentisse rivoltare lo stomaco.

    «Adesso potete suggellare con un bacio le vostre reciproche promesse.»

    Dannazione, i Blackstone avevano causato abbastanza dolore alla sua famiglia. Per i suoi genitori sarebbe stato un colpo mortale scoprire che Blake non era loro nipote. Non che l’avrebbero amato di meno. Avevano già dimostrato di possedere un cuore d’oro adottando lui e Matt. Quanto alla reazione di Matt, se avesse scoperto di non essere il padre di Blake...

    «Signore e signori, vi presento i signori Perrini.»

    In quel momento, come se, con le sue rabbiose riflessioni, avesse attirato su di sé gli occhi azzurri di Briana, Jarrod la fissò con insistenza, facendole capire che la voleva.

    Che l’avrebbe fatta sua.

    Mentre aspettava di andare a tavola, Briana sorseggiava champagne e ascoltava una raggiante Jessica Cotter parlarle della propria gravidanza.

    «Ryan è elettrizzato» disse Jessica, con un’occhiata colma di adorazione all’uomo in questione, che stava conversando con la sorella, Kim.

    E l’affascinante e spietato Ryan Blackstone ricambiò il sorriso. Un sorriso caldo e carico d’amore.

    «Sei una donna fortunata, Jess» disse Briana, invidiosa della sua felicità, ma anche contenta per lei.

    «Lo so» rispose Jessica. «Non trovi che Kim sia stupenda? Vestita di bianco, risaltano ancor di più i capelli neri e gli occhi verdi.»

    «Non posso che darti ragione. È bellissima.»

    «Scommetto che lo pensa anche Ric» sospirò Jessica sognante. «Una cerimonia così diversa dalla prima volta che si sono sposati a Las Vegas. È la dimostrazione che il divorzio non è sempre definitivo.»

    «Immagino che dipenda tutto dalla coppia» replicò Briana, pensando ad alcune delle persone che conosceva nel mondo della moda. La sua professione non favoriva i matrimoni.

    «A proposito, hai già contattato Quinn Everard per quei diamanti che Marise ha lasciato nella tua cassaforte?» chiese Jessica, cambiando argomento.

    Al pensiero della sorella morta, Briana si sentì stringere il cuore. «Sì, gli ho telefonato l’altro giorno. Negli ultimi tempi sono stata così occupata che ho continuato a rimandare. C’erano altre priorità, come il lavoro e aiutare mio padre ad affrontare la morte di Marise, dopo aver già perso la moglie.»

    «È comprensibile. Bada però a prenderti cura anche di te stessa.»

    «Lo farò» la rassicurò Briana. «Comunque, Quinn ha detto di portargli i diamanti in ufficio. Al momento, è fuori città, ma posso lasciarli al suo direttore. Lo farò domattina.» Fece una smorfia. «A essere sincera, sarò contenta di sapere quanto valgono, così poi deciderò che cosa farne. Matt ha detto che non vuole niente di Marise, ma io non posso tenerli.»

    Jessica annuì. «Bene, Quinn è l’uomo giusto. Gode di un’ottima reputazione come perito di pietre preziose. Lui...» D’un tratto, il suo sguardo cadde sugli uomini all’estremità opposta della sala e si accigliò. «Oh, no. Temo che Ric e Ryan siano arrivati al limite della sopportazione reciproca.» Alzò lo sguardo. «Uomini!»

    Briana ridacchiò mentre osservava Jessica allontanarsi in fretta e furia, ma sapeva che le tensioni esistenti tra i vari membri della famiglia Blackstone non erano cosa di cui ridere.

    Lo sapeva anche troppo bene, per sua sfortuna.

    Non che qualcuno di loro ce l’avesse con lei per le discutibili circostanze della morte di sua sorella e del loro padre. Erano stati tutti molto premurosi. Ric e Ryan l’avevano trattata con grande rispetto, e sia Jessica sia Kim erano diventate sue buone amiche. Per non parlare dell’elegante Sonya Hammond e della sua deliziosa figlia, Danielle. Anche se non erano consanguinee di Howard Blackstone, erano comunque imparentate, e l’avevano accolta con cordialità.

    Naturalmente, non poteva pensare ai Blackstone senza che la sua mente andasse a Matt Hammond. Suo cognato sapeva essere caparbio, ma era anche un uomo retto e onesto, che non meritava lo strascico di dubbi in cui sua sorella aveva lasciato lui e il loro figlioletto, Blake. Anche i genitori adottivi di Matt, Katherine e Oliver Hammond, erano stati meravigliosi con Marise, benché sua sorella non li avesse apprezzati come avrebbe dovuto.

    Quanto al figlio maggiore, anche lui adottato, era evidente che, sotto una patina sofisticata, Jarrod Hammond era convinto che lei e Marise avessero in comune il gusto per la bella vita che sua sorella aveva condotto come moglie di Matt.

    Niente di più falso. Poteva darsi che Marise fosse stata superficiale e avesse cercato di avere sempre di più, ma da parte sua, lei era felice con quello che la vita le aveva riservato. E si

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