Una sfida allettante: Harmony Collezione
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Info su questo ebook
Il magnate italiano Antonio Di Marcello sta già pregustando la sua vittoria quando si imbatte in Sadie Parker mentre recita in incognito la parte di un meccanico. Quattro anni dopo la notte di passione che avevano condiviso e in cui entrambi avevano lasciato da parte ogni inibizione, Antonio si trova a doverne affrontare le conseguenze.
Sadie aveva ormai rinunciato a trovare il padre di suo figlio. Almeno fino a oggi. Antonio non ha intenzione di rinunciare a lei e al bambino, e userà qualsiasi mezzo per ottenere ciò che vuole.
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Anteprima del libro
Una sfida allettante - Rachael Thomas
successivo.
Prologo
St Moritz, febbraio 2017
Antonio Di Marcello si stava gustando un Macallan del 1946, che si combinava perfettamente con l'adrenalina che aveva ancora in circolo dopo la sfida a paraski che lui, Sebastien Atkinson, Stavros Xenakis e Alejandro Salazar avevano portato a termine. Era stata una competizione ai massimi livelli e adesso pareva che Sebastien, il fondatore del loro club esclusivo di sport estremi, formatosi quando erano a Oxford, avesse in mente qualcosa di più impegnativo.
Sebastien, poco più grande di loro, aveva assunto da tempo il ruolo di mentore, ma una tragedia recente lo aveva cambiato. In realtà aveva cambiato tutti loro. Estrarre un amico da una valanga sull'Himalaya avrebbe avuto quell'effetto su chiunque. Di sicuro era stato così per Sebastien. Dopo l'incidente aveva fatto l'impensabile poi si era sposato. Felicemente sposato.
Antonio guardò i tre uomini. Il crepitare del fuoco nel camino all'improvviso divenne assordante a mano a mano che la tensione aumentava. Cosa diavolo stava succedendo? Di solito si sarebbero goduti una bella compagnia femminile, tipo quel gruppetto di bionde platino che continuava a lanciare lunghe occhiate nella loro direzione.
Quella sera, però, tutto era diverso e non solo perché Sebastien era un uomo felicemente sposato.
«Come sta tua moglie?» chiese Stavros rivolgendosi giusto a Sebastien, acuendo così la tensione.
«Di sicuro è una compagnia migliore della tua. Perché sei così scontroso?» ribatté quest'ultimo, consapevole di toccare un tasto di solito off-limits.
«Non ho ancora vinto e mio nonno ha minacciato di diseredarmi se non mi sposo alla svelta. Lo manderei volentieri al diavolo, ma...» Stavros bevve un lungo sorso di whisky nella speranza di accantonare i suoi problemi.
Antonio sapeva bene a quale pressione fosse sottoposto Stavros e conosceva le minacce subdole che usava il nonno per farlo capitolare. Lui stesso era stato ricattato dalla sua famiglia quando si era sposato con Eloisa. Un matrimonio celebrato per unire due importanti casati e destinato al fallimento fin dall'inizio. E adesso era l'unico divorziato nel gruppo. L'esperienza gli aveva lasciato un gusto amaro in bocca che non aveva ancora smaltito.
«Tua madre» disse Alejandro stringendo il bicchiere con un'espressione concentrata.
Lui, Alejandro e Stavros avevano ereditato la loro ricchezza, mentre Sebastien era un milionario che si era fatto dal nulla. Lo fissò con cautela. Anche l'amico percepiva che c'era qualcosa che non andava?
«Esattamente» ribatté Stavros con asprezza.
«Non avete mai la sensazione di trascorrere troppo tempo della vostra vita ad accumulare soldi e a rincorrere emozioni superficiali a scapito di ciò che conta davvero?» Sebastien guardò gli altri, dimenticandosi della partita a poker.
«Avevi ragione. Quattro drink e inizia a filosofeggiare» disse Antonio rivolto ad Alejandro, mentre gettava sul tavolo una manciata di fiches.
«Sono serio» riprese Sebastien. «Al nostro livello si tratta solo di numeri su una pagina. Che contributo dà alle nostre vite? I soldi non comprano la felicità» aggiunse giocherellando con le sue carte, fissando prima Antonio poi Stavros e Alejandro.
«Serve a comprare alcuni surrogati carini.» Antonio bevve un altro sorso di whisky, lasciando che gli bruciasse la gola. Il poker era l'ultima cosa che aveva in mente in quel momento.
Sebastien abbozzò una smorfia. «Come le tue auto? La tua isola privata, Alejandro? Non usi nemmeno la barca di cui sei così orgoglioso, Stavros. Acquistiamo giocattoli costosi e facciamo giochi pericolosi, ma arricchiscono le nostre esistenze? Nutrono le nostre anime?»
«Cosa stai suggerendo?» gli chiese Alejandro. «Di andare a vivere sulle montagne con i buddisti? Rinunciare ai beni materiali per trovare la luce interiore?»
«Voi tre non sopravvivreste due settimane senza la vostra ricchezza e il nome della vostra famiglia a sostenervi.» La voce di Sebastien si era indurita.
«Perché, tu?» lo sfidò Stavros. «Vuoi farci credere che torneresti indietro nel tempo, a quando eri squattrinato? Non è molto bello avere fame ed è per questo che adesso sei un ricco bastardo.»
Sebastien li guardò a turno. «Sto pensando di donare metà della mia fortuna in beneficenza e dare vita a un fondo per un ente di ricerca e soccorso internazionale. Non tutti hanno amici che ti tirano fuori da una valanga scavando con le mani.»
«Dici sul serio?» esclamò Alejandro. «Stai parlando di due miliardi!»
«Non li puoi portare con te all'altro mondo» filosofeggiò Sebastien. «Monika è d'accordo, ma io sono ancora dibattuto. Voglio lanciarvi questa sfida. Voi tre state due settimane senza carta di credito e io lo farò.»
Anche se si era rivolto a tutti loro, Antonio ebbe la sensazione che si stesse rivolgendo specificamente a lui.
«A partire da quando? Abbiamo delle responsabilità» disse Alejandro. Gli altri annuirono.
«Controllate le vostre agende e aspettate notizie da me. Due settimane nel mondo reale.»
Il silenzio che calò nella sala era ben più pesante della neve nella quale avevano scavato per estrarre l'amico e salvarlo da morte certa.
Antonio si lasciò andare contro lo schienale cercando di liberarsi dall'inquietante sensazione di guai imminenti. Non era così che sarebbe dovuta andare la serata. Avevano appena portato a termine una delle sfide più temerarie, ma quello che stava suggerendo Sebastien andava ben al di là delle loro solite competizioni.
«Davvero hai intenzione di scommettere metà della tua fortuna su una cosa del genere?» chiese Alejandro. Ormai tutti si erano dimenticati della partita a poker.
«Vi dirò quando e dove» dichiarò Sebastien con il suo solito tono calmo.
«Ci sto.» Stavros fu il primo a parlare.
Antonio incrociò gli sguardi di Stavros e Alejandro e scorse nei loro occhi la sua stessa diffidenza.
Che diavolo stava pianificando Sebastien?
E cosa c'entrava con il fatto che per due settimane avrebbero dovuto rinunciare alle loro carte di credito, al nome e alla ricchezza?
1
Quattro mesi prima Antonio aveva accettato la sfida di Sebastien e sarebbe iniziata quel giorno. Due settimane senza poter usufruire della sua ricchezza. L'unico contatto che avrebbe avuto con la sua vecchia vita, per i successivi quattordici giorni, sarebbe stato attraverso Stavros e Alejandro, che dovevano ancora scoprire cosa aveva pianificato per loro l'amico.
Antonio chiuse la porta dell'appartamento. Il rumore delle strade di Milano filtrava dall'esterno, rimbombando nella stanza ammobiliata che Sebastien aveva scelto per lui. Si guardò attorno pensando che fosse uno scherzo. A che gioco stava giocando? Notò un biglietto sopra una pila di abiti appoggiati su alcune sedie nere contro il muro che servivano da divano. Sinceramente si augurò che quell'espediente non fosse anche il letto.
Attraversò la stanza e sollevò la busta. Non c'erano errori. Si trovava nel posto giusto. Iniziò a imprecare in italiano.
Non solo Milano era la città in cui vivevano i suoi genitori e in cui aveva vissuto con la sua ex moglie per i pochi mesi che era durato il suo cosiddetto matrimonio, ma era pure il posto in cui aveva conosciuto l'unica donna che aveva messo a dura prova il suo onore e senso del dovere nei confronti della famiglia. Lo aveva fatto impazzire di desiderio, però alla fine il dovere aveva avuto la meglio.
Tuttavia, quel breve weekend con Sadie Parker gli aveva fatto desiderare che le cose potessero essere diverse. Che lui potesse essere diverso e che il suo futuro non fosse stato già tracciato da una famiglia che badava più al proprio nome che al resto. Aprì irritato la busta e lesse.
Benvenuto nella tua casa. Per le prossime due settimane Antonio Di Marcello non esisterà più. Sarai conosciuto come Toni Adessi e ti dovrai presentare al Centro Auto Barzetti di fronte a casa non appena ti sarai cambiato i vestiti. Quello sarà il tuo lavoro sotto copertura. Potrai contattare soltanto me, Stavros e Alejandro al telefono che ti ho fornito. Non potrai usare nessun altro canale di comunicazione per la durata della tua permanenza lì. Hai duecento euro per vivere. Per nessun motivo devi rivelare la tua identità. Se tutto andrà bene, manterrò la promessa di donare due miliardi di dollari per fondare un'associazione internazionale per la ricerca e il soccorso. Usa saggiamente il tuo tempo. Questa sfida non riguarda soltanto riparare le auto, Antonio, ma anche sistemare il tuo passato.
Sebastien
Antonio si rifiutò di concentrarsi sull'ultima frase e prese il telefono controllando la lista dei contatti. Ce n'erano soltanto tre: Stavros e Alejandro, che avevano accettato la sua stessa sfida bizzarra, e infine Sebastien.
Imprecò di nuovo. Come diavolo avrebbe fatto a gestire i suoi affari senza un cellulare decente e in quella casa minuscola dove c'era soltanto un televisore minuscolo e neanche un computer? Non era possibile non avere alcun contatto con la sua vera vita. L'istinto era quello di andarsene e tornare alla normalità. Ma farlo avrebbe significato soltanto un fallimento a livello personale e Sebastien non avrebbe dato vita al suo ente benefico che aveva una grande importanza per tutti loro, dopo che una valanga lo aveva quasi ucciso.
Quella sfida aveva a che fare con un codice d'onore così importante che nessuno di loro tre lo avrebbe tradito tirandosi indietro.
Lanciò un'occhiata alla tuta da lavoro con tanto di macchie di grasso e bloccò sul nascere ulteriori imprecazioni. Il fallimento non era un'opzione. Avrebbe dimostrato a Sebastien che poteva affrontare quel ridicolo lavoro e tutto ciò che comportava quella sfida. Poteva anche essere nato ricco, però era riuscito a espandere a livello globale il business di famiglia nel campo delle costruzioni. Aveva lavorato sodo e lottato come Sebastien.
La ricchezza e un cognome di stirpe antica non erano un vantaggio come credeva il fondatore del loro club.
Qualunque cosa avesse in mente Sebastien per lui, doveva mettere in guardia Stavros e Alejandro su quanto fosse serio l'amico riguardo a quella sfida, che andava ben oltre il fatto di dimostrare che potevano sopravvivere senza la loro fortuna e tutto il resto. Almeno il telefono aveva una telecamera, così scattò delle foto alla pila di abiti e ai soldi e le inviò a Stavros e Alejandro.
Questo sarò io le prossime due settimane. Toni Adessi, un meccanico, con tanto di pantaloni macchiati di grasso. A Milano oltretutto. State attenti. Sebastien fa sul serio!
Antonio si tolse l'abito di sartoria che indossava quella mattina e lo posò su una sedia, dopodiché si infilò la tuta e gli occhiali da sole, che portava sempre, sebbene fossero un modello più sofisticato e lussuoso di quello. Terminò il travestimento con un cappello e degli stivali. Quando si guardò allo specchio appeso alla porta non si riconobbe. Aveva seguito il consiglio di Sebastien di farsi crescere la barba, cosa che aveva allarmato la sua assistente personale. Era davvero irriconoscibile come Antonio Di Marcello, erede della fortuna di famiglia, oltre che uomo d'affari di prestigio.
Attraversò la stanza e guardò dalla finestra la strada sottostante e il garage di fronte dove avrebbe lavorato. Gli venne da ridere. Sebastien aveva fatto