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Dolce ricatto: Harmony Collezione
Dolce ricatto: Harmony Collezione
Dolce ricatto: Harmony Collezione
E-book162 pagine2 ore

Dolce ricatto: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Lia è costretta a tornare in Spagna per chiedere aiuto alla famiglia. Il nonno, Benedicto Chavez-Torres, approfitta della situazione e obbliga la nipote a sposare l'aitante Damian Marquez. Umiliata e ferita, Lia accetta: per amore della figlia e per amore... di Damian, un sentimento ogni giorno più radicato nel suo cuore. Ma l'amore può bastare per superare tutte le sue paure? Oppure Damian la abbandonerà quando scoprirà che non potrà essere veramente sua la prima notte di nozze?

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2014
ISBN9788858919224
Dolce ricatto: Harmony Collezione
Autore

Lucy Monroe

Innamorata dei libri fin da bambina, per le sue storie crea eroine indipendenti e sensibili allo stesso tempo.

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    Anteprima del libro

    Dolce ricatto - Lucy Monroe

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Blackmailed Into Marriage

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Lucy Monroe

    Traduzione di Federica Ressi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-922-4

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Tu sei Rosalia Chavez-Torres.»

    Lia si voltò di scatto al suono di una voce profonda e la sua visuale fu ostruita da un possente torace maschile. Le stava troppo vicino. Fece un rapido passo indietro, ma cozzò contro un tavolino che le impedì un’ulteriore ritirata.

    Alzò lo sguardo sul viso dello sconosciuto.

    Quell’uomo non aveva nulla a che spartire con gli altri uomini d’affari presenti nella stanza.

    Come loro indossava uno smoking confezionato su misura che si adattava alla perfezione al fisico alto e muscoloso. Ma i suoi occhi ardevano di un’intensità vibrante che gli altri uomini non possedevano. Persino la figura imponente del nonno impallidiva accanto a quella dello sconosciuto.

    Non riconobbe in lui uno dei membri della nobiltà spagnola di cui amava circondarsi il nonno. Era piuttosto sicura di aver incontrato ogni buon partito della sua età sei anni prima... cioè prima di voltare le spalle a un mondo a cui non voleva appartenere. Non sapeva chi fosse quell’uomo, ma sapeva che l’aveva osservata per tutta la sera, destabilizzando il suo equilibrio.

    Tutto questo le attraversò la mente nei brevi istanti di silenzio dopo che si fu voltata.

    Gli occhi dello sconosciuto chiedevano perché non gli avesse ancora risposto.

    Dandosi una scossa mentale, porse una mano e disse: «Lia Kennedy, in realtà. E lei è...?».

    «Damian Marquez. Diamoci del tu. Sei la nipote di Benedicto, vero?» Le sue dita si chiusero attorno a quelle di Lia, e un insolito calore la pervase.

    «Sì.»

    Le mani non erano quelle di un uomo che non aveva mai lavorato. Erano ruvide, come quelle di Toby. Solo che suo marito era stato il classico maschio beta. Damian, invece, trasudava un’aura di potere e fermezza che la fece tremare.

    «Hai freddo?»

    «L’aria condizionata...» Lo disse in un sussurro, sapendo che non era quello il vero motivo.

    Tutto in lei si era raggelato da quando aveva saputo del buco nel cuore di sua figlia. Ritornare in Spagna, dal nonno che aveva disapprovato le sue scelte di vita, non aveva migliorato la situazione.

    «Usciamo in terrazza. Fa ancora piuttosto caldo.»

    Lia si strinse nelle spalle. Perché no? Suo nonno non l’avrebbe ascoltata con tutte quelle persone intorno e la prospettiva di una fuga era troppo allettante. Non tornava in Spagna da Natale e non era attesa prima delle feste dell’anno prossimo.

    Era stata sotto pressione da quando era entrata in salotto dopo la cena. Tutti le ponevano domande cercando di scoprire la ragione di quella visita inaspettata. E lei era emotivamente molto fragile in quel momento della sua vita.

    Dando per scontata la sua arrendevolezza, Damian la prese per un braccio e la condusse fuori.

    Lia fece un respiro profondo, godendo dell’aria calda che le accarezzava il corpo e le riempiva i polmoni. Aveva avuto freddo per così tanto tempo...

    «Va molto meglio, grazie.»

    «Molti americani preferiscono l’aria condizionata, ma tu sei cresciuta qui.»

    «Veramente sono cresciuta negli Stati Uniti fino all’età di quindici anni.» L’anno in cui suo padre era morto.

    Il conte Benedicto Chavez-Torres aveva insistito perché Maria-Amelia ritornasse in Spagna con la figlia adolescente e lei aveva attraversato l’oceano senza protestare. Sconvolta dal dolore per la perdita del marito, non aveva notato quanto la figlia fosse infelice nella loro nuova casa.

    Lia non voleva vivere nell’atmosfera rarefatta della ricca nobiltà spagnola. Voleva tornare a quella che riteneva la sua casa.

    Non sarebbe dovuta essere una sorpresa quando, a diciotto anni, era scappata col fidanzatino del liceo. Anche se erano stati lontani per la maggior parte di quei tre anni, Toby le aveva dimostrato più comprensione di quanto avessero fatto la madre e il nonno.

    Tuttavia, il matrimonio di Lia era stato uno shock per loro.

    Il nonno l’aveva diseredata e da allora nulla l’aveva convinta a tornare in Spagna, né la disapprovazione del nonno, né le lacrime della madre e nemmeno la prematura morte di Toby. La malattia di Kaylee però era tutta un’altra questione.

    Lia avrebbe fatto qualunque cosa per la figlia.

    «Adesso vivo in New Mexico. È caldo e mi piace» disse ignorando il dolore provocato da quei pensieri.

    «Capisco. Io vivo a New York. D’estate è calda, ma gli inverni sono molto freddi.»

    «Non sopporterei di vivere in un luogo del genere.»

    «Forse potresti imparare ad apprezzarlo.»

    «Non credo proprio.»

    Lui non rispose immediatamente e Lia ebbe la netta impressione che la stesse valutando.

    «Tuo nonno mi ha detto che non vieni in Spagna molto spesso. Dubito sia l’aria condizionata a tenerti lontana.»

    «Io e mia figlia veniamo ogni anno per Natale» replicò sulla difensiva.

    «Potresti venire più spesso.»

    «Il mio budget non me lo permette.»

    «Credo che Benedicto sarebbe più che disposto a pagarti il viaggio.» Senza dubbio, ma allora avrebbe dovuto trascorrere più tempo ad ascoltare le frecciate di sua madre. No, grazie. «Forse hai poca considerazione dei parenti perché non hai mai dovuto vivere senza di loro.» Il tono di Damian era di disapprovazione. Questo la sorprese... perché doveva importargli quanto fosse legata alla sua famiglia?

    «Dimmi una cosa, vivi con i tuoi genitori?»

    «I miei genitori sono morti.»

    «Mi dispiace. Perdere un genitore è una cosa devastante, perderli entrambi deve essere tremendo.»

    «Sì.»

    L’immediatezza della sua risposta la sorprese. Si sarebbe aspettata un atteggiamento più duro da un uomo del genere.

    «E i tuoi nonni?» chiese.

    «Nessuno di loro riconosce la mia esistenza.»

    L’irritazione per le sue domande insistenti scomparve. «Idioti.»

    Aveva già notato quel genere di comportamento ottuso tra gli amici del nonno. Anche la sua famiglia, in fondo, aveva fatto di tutto per ignorare Toby durante i tre anni del loro matrimonio. Suo nonno non aveva nemmeno cercato di avere un rapporto con Kaylee prima della morte di Toby.

    La madre di Lia non era stata così intransigente, tuttavia nemmeno lei aveva fatto il benché minimo tentativo per trattare Toby come un membro della famiglia Chavez-Torres.

    Le labbra di Damian si curvarono in un mezzo sorriso. «Questo è un modo di considerare la cosa.»

    La nipote di Benedicto non era di certo timida nell’esprimere il proprio parere. Questo era un bene.

    Non aveva intenzione di sposare qualcuno senza spina dorsale, né di trasmettere un tratto caratteriale del genere ai propri figli.

    «È l’unico modo. Mi hai chiesto se per me la famiglia è importante.»

    «E tu mi ha risposto di sì.» Ma non importante come lo era per Benedicto.

    «Lo è. Non potrei rifiutare il marito di mia figlia solo perché non è quello che io avevo scelto per lei, e non rinnegherò mai i figli di Kaylee perché non sono d’accordo con le sue scelte.»

    I nonni materni di Damian non erano stati dello stesso avviso e i genitori di suo padre non avevano mai riconosciuto il legame di parentela con lui. Aveva trascorso troppi anni fuori dal mondo che doveva appartenergli per diritto di nascita. Benedicto Chavez-Torres lo aveva aiutato a cambiare le cose.

    «Questo non è l’atteggiamento in uso tra le persone del nostro mondo» osservò lui.

    «Questo mondo...» Con un gesto della mano Lia indicò la villa di suo nonno e ciò che rappresentava. «Non è il mio mondo. Questo è il mondo di mia madre e di mio nonno, io lo divido con loro solo perché li amo. Preferisco, però, il mondo in cui io e mia figlia viviamo in New Mexico.»

    «Davvero?» Oppure si stava accontentando di quel che aveva perché il nonno l’aveva diseredata quando si era sposata contro il suo volere?

    In realtà non aveva fatto alcun tentativo per tornare di nuovo nelle sue grazie. Non usava nemmeno il cognome di famiglia, ora che sia il padre sia il marito erano morti. Doveva sapere che farsi chiamare di nuovo Chavez-Torres avrebbe fatto piacere a Benedicto.

    Rosalia Kennedy era molto indipendente, ma era davvero così disinteressata al mondo del nonno e al lusso che poteva garantirle? I termini dell’accordo che Benedicto aveva proposto dicevano di no.

    Lia doveva aver colto il dubbio nella sua espressione, perché aggrottò la fronte.

    «Tu sei molto cinico, vero?»

    Damian non riuscì a trattenere una risata. Non solo indipendente, ma piacevolmente schietta, oltre che perspicace.

    Era cinico. La vita lo aveva fatto diventare così. «E tu sei molto diretta.»

    «Probabilmente più di quanto dovrei.»

    Damian si avvicinò a lei, invadendo il suo spazio vitale. «Mi piace.»

    «A mio nonno no.» Quel sussurro strozzato lo accarezzò come la mano di un’amante molto esperta.

    Quanto poteva aver imparato in tre anni di matrimonio con un uomo che era poco più di un ragazzino? Si disse che Lia poteva essere meno innocente di quel che sembrava. Tuttavia, stava arrossendo come una vergine e lui non la stava nemmeno toccando.

    «Sei nervosa.»

    «Molte donne lo sarebbero accanto a te.»

    Damian rise di nuovo, divertito dalla sua sincerità. «Sai, Rosalia, credo che tu mi piaccia.»

    Lei piegò la testa all’indietro così incontrò direttamente il suo sguardo. «Pare che la cosa ti sorprenda.»

    «È così.» Damian fece un altro passo avanti, desideroso di assaporare le labbra che lei si stava mordendo per l’agitazione.

    Lia si ritrasse, quasi inciampò nella fretta di allontanarsi, ma la balaustra della terrazza la fermò e lui non fece alcuno sforzo per placare il suo disagio. La reazione di Lia lo affascinava. Le donne in genere non fuggivano

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