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Un bacio al chiaro di luna: Harmony Jolly
Un bacio al chiaro di luna: Harmony Jolly
Un bacio al chiaro di luna: Harmony Jolly
E-book166 pagine2 ore

Un bacio al chiaro di luna: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Un amore di convenienza 2/2
Tre regni uniti da matrimoni...d'amore o di convenienza?

Re Zacchaeus di Kirtida e la Principessa Nalini di Mattan stanno per convolare a nozze per unire, e salvare, i reciproci regni. Entrambi, però, nascondono le ferite di un difficile passato. Un bacio al chiaro di luna scioglie i loro cuori, e i due poco alla volta si lasciano andare, concedendosi una sempre maggiore fiducia reciproca. Purtroppo il passato sembra non volerli abbandonare nemmeno nel giorno delle nozze, costringendo Zacchaeus e Nalini a fare appello ai loro sentimenti più profondi per riuscire a riconciliarsi, lasciandosi guarire dall'amore.
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2019
ISBN9788830502048
Un bacio al chiaro di luna: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    Un bacio al chiaro di luna - Therese Beharrie

    successivo.

    1

    Non è un errore. Non è un errore.

    La Principessa Nalini di Mattan si ripeté quelle parole come un mantra mentre guardava il castello in cui aveva trascorso tutti i suoi ventisei anni scomparire all'orizzonte. Con il cuore in gola, si voltò e puntò gli occhi sulla prua del motoscafo.

    Man mano che si avvicinavano, il castello di Kirtida, la sua nuova casa, diventava sempre più nitido. Era un edificio imponente e scuro, alla cui vista si sentì soffocare d'ansia e dovette di nuovo farsi coraggio.

    «Siamo quasi arrivati» disse la voce di Zacchaeus, e lei si sentì percorrere da un brivido, in parte per la brezza dell'oceano, in parte per la vicinanza del suo nuovo fidanzato.

    Re Zacchaeus di Kirtida.

    Mattan era legata a Kirtida e a una terza isola, Aidara, dalla secolare Alleanza delle Tre Isole. Quei tre regni al largo della costa del Sudafrica erano sempre stati uniti e forti, fino a qualche mese prima, quando Zacchaeus aveva preso il potere rovesciando il suo stesso padre, re Jaydon.

    La situazione era diventata ancora più allarmante nel momento in cui Zacchaeus si era rifiutato di incontrare i re di Mattan e Aidara dopo il colpo di stato. Non si era nemmeno presentato al tradizionale Banchetto di Stato che rinnovava ogni anno l'alleanza tra le isole, e quella situazione aveva spinto re Xavier, il fratello di Nalini, a fidanzarsi con la Regina Leyna di Aidara. Non appena avevano annunciato il loro fidanzamento, Zacchaeus si era messo in contatto con loro.

    E questo era il motivo per cui Nalini si trovava su un motoscafo, diretta a Kirtida.

    Si voltò verso Zacchaeus, lottando contro l'attrazione che sentiva più forte ogni volta che lo vedeva.

    Aveva capelli scuri che ben si accordavano con il color caramello della pelle e l'ombra di barba sulla mascella volitiva. I suoi lineamenti erano seri, intensi e regolari. Se Nalini non si fosse già sentita in soggezione per gli abiti neri che rendevano ancor più sinistra la sua figura alta e atletica, sarebbe stata intimidita dal suo viso.

    Come era possibile che lo trovasse tanto attraente? Certo, le maniche arrotolate rivelavano braccia muscolose, e i pantaloni aderenti sottolineavano gambe lunghe e muscolose. Ma era pur sempre l'uomo che aveva imposto agli alleati un matrimonio di convenienza con Nalini come condizione per firmare il patto che avrebbe confermato l'alleanza.

    E finché non avessero rinnovato l'alleanza, il regno di Nalini sarebbe stato in pericolo.

    «Ho chiesto che ci preparassero il pranzo» la informò Zacchaeus quando arrivarono a Kirtida. Saltò giù dalla barca per primo e le porse la mano. Dopo un istante di esitazione lei accettò, il petto che le si stringeva leggermente.

    Doveva essere disagio, quello che provava. Il brivido che le era risalito lungo il braccio, il calore che l'aveva pervasa non potevano essere altro, pensò, senza avere il coraggio di guardarlo.

    «Hai fame, immagino.»

    «Non dovresti immaginarlo, se ti disturbassi a chiederlo» ribatté lei con un sorriso. Sospirò piano. Era stata lei a scegliere di seguirlo a Kirtida e di salvare il suo regno sposandolo. Ormai il dado era tratto, e doveva essere gentile con lui. «Comunque, mi piacerebbe molto mangiare qualcosa, grazie.»

    Zacchaeus annuì, e dopo aver dato istruzioni perché il bagaglio di Nalini venisse trasportato nella stanza che le era stata assegnata fino al matrimonio, la invitò a seguirlo. Ignorando l'ansia che le dava la pelle d'oca, lei raddrizzò le spalle e lo seguì.

    L'interno del castello era una splendida combinazione di antico e di nuovo, le imponenti colonne di marmo che contrastavano con pavimenti di legno in stile moderno.

    Zacchaeus si fermò all'ingresso di una stanza in cui troneggiava un grande tavolo da pranzo e si fece di lato per lasciarla entrare. Quando Nalini raggiunse il tavolo, due camerieri accorsero subito a scostarle la sedia e riempirle il bicchiere. Un attimo dopo, Zacchaeus si sedette accanto a lei. Nalini attese un momento e poi chiese: «Saremo soli?».

    Un'ombra gli passò sul viso. «Sì.»

    Lei annuì e si costrinse a continuare. «I tuoi genitori... si trovano ancora a Kirtida?»

    L'ombra si incupì ancora, e Nalini si preparò a sentirsi dire di farsi gli affari propri. Tuttavia, qualche secondo dopo il viso di lui assunse un'espressione impenetrabile e i suoi occhi scuri cercarono quelli di lei.

    «Sì, sono ancora qui. Non li ho esiliati.»

    «Bene. Scusa, ma non so bene come ci si comporta, di solito, dopo un colpo di stato.»

    Vide qualcosa che gli brillava negli occhi, e si sentì stringere lo stomaco. Non avrebbe dovuto fare quella battuta, ma... Be', non voleva passare il resto della sua vita a stare attenta a ciò che diceva. Venire a Kirtida era stato anche un modo per sfuggire a quel genere di esistenza. Non aveva intenzione di riprodurla qui.

    «Risiedono nella proprietà reale» spiegò Zacchaeus, riportandola al presente. «Ma non nel castello.»

    «Li incontrerò?»

    «Non so» disse lui, senza espressione. «Potrebbe non esserci tempo.»

    «Organizzare la cerimonia richiederà del tempo.»

    «Ne sono certo.» Zacchaeus la fissò. «Anche se non penso che tu voglia impiegarlo solo per organizzare il matrimonio.»

    «Cosa vuoi dire?» ribatté lei.

    Lui inarcò un sopracciglio. «Credo che tu sia qui anche perché la tua famiglia vuole capire se intendo davvero firmare il nuovo trattato di alleanza.»

    Nalini dovette fare uno sforzo per non fissarlo a bocca aperta. «Hai ragione» ammise. «In realtà sono io che voglio saperlo. In fondo, sono quella che sta per sposarti perché tu firmi quelle carte.»

    «Hai la mia parola» rispose lui, con una sincerità che era difficile smentire. «Non appena Xavier, Leyna e io avremo firmato il nuovo trattato, ci sposeremo.»

    «E se non ti credessi?» chiese lei, spinta da una vocina interiore che le diceva di non fidarsi. Era la vocina che aveva ignorato a diciassette anni, con pessimi risultati.

    «È per questo che sei qui, no?» osservò lui, con calma. «Deciderai da te se puoi fidarti.»

    Il cibo arrivò in quel momento, e Nalini fu sollevata di avere una scusa per non rispondere.

    Pochi minuti dopo, quando furono di nuovo soli, lui prese il bicchiere di vino e cominciò a sorseggiarlo con aria pensosa. «La tua famiglia non ha avuto niente da dire sul tuo progetto di soggiornare a Kirtida per scoprire se puoi fidarti di me?»

    Per un istante, Nalini fu tentata di dire la verità. Tuttavia, non voleva ammettere che sua madre e sua nonna erano state molto contrarie a quell'idea, e che la ritenevano un'imprudenza. Del resto, giudicavano anche lei una scapestrata irresponsabile da nove anni a quella parte, anche se aveva fatto di tutto per indurle a cambiare idea. E non le andava di dire che persino suo fratello Xavier non aveva approvato.

    «È un'idea sensata» si limitò a rispondere, alzando le spalle. «La cerimonia si terrà qui, e quindi è logico che io voglia coordinare i preparativi da vicino.»

    «E tu prendi sempre decisioni sensate?»

    «Oh, certo. Infatti ho deciso di sposare un uomo che conosco appena» ribatté lei, con ironia.

    Lui le rivolse un lento sorriso un po' storto che le fece uno strano effetto alla bocca dello stomaco. Tuttavia, decisa a ignorare quelle strane reazioni, alzò le spalle. «Zacchaeus, tutta la vita che facciamo sarebbe insensata per una persona normale. Ma per noi reali valgono regole diverse. Entro questi limiti, la mia è una scelta ragionevole.» Si interruppe. «E poi, il tuo popolo ha reagito bene all'idea del fidanzamento. Vedermi già qui a organizzare il matrimonio farà sentire la gente più coinvolta e ti farà sembrare più... umano.»

    Lui restò in silenzio per un momento. «Quindi, quando hai spiegato tutto ciò ai tuoi, ti hanno dato la loro approvazione?»

    Nalini si sforzò di ignorare il disagio sempre più acuto che provava. «Vuoi sapere se è stato Xavier a mandarmi? No» rispose, sinceramente. «È stata una mia decisione. Lui, anzi, nutriva diversi dubbi.»

    «Perché?»

    Perché mi ritiene una ragazzina irresponsabile.

    «Perché teme di non potermi proteggere.»

    «Proteggerti? Da me?» Sul viso di Zacchaeus passò lo stupore, e poi un'ombra che le sembrò... tristezza.

    «Ti sorprende? L'hai costretto a scegliere chi proteggere: sua sorella o il regno.»

    «E lui ha scelto il suo regno.»

    «No, io ho scelto di proteggere il nostro regno.» Nalini lo fissò. «Xavier non voleva che ti sposassi, perché nessun fratello vorrebbe che la sorella sposasse un uomo di cui non è certo di potersi fidare. Quando gli ho esposto il mio programma, non era contento. Ma ha comunque accettato la mia decisione.» Poi, pensando che lui aveva bisogno di sentirselo ripetere ancora, aggiunse: «È stata una mia decisione, Zacchaeus».

    Lui la stava scrutando, serio e attento. «Perché hai deciso di sposare un uomo che conosci appena?»

    Lei alzò le spalle. «Che domande fai? Le tue azioni degli ultimi mesi dimostrano di cosa sei capace. Quando ti ho detto che è stata una mia scelta, volevo intendere che la mia famiglia non mi ha imposto nulla; ma se si tratta di proteggere il nostro regno, che altra scelta c'è?»

    Il viso di lui assunse un'espressione impenetrabile, e lei aggrottò la fronte. Sembrava... infelice. Come se quello che gli aveva detto fosse una novità. Come se non fosse stato lui a creare quella situazione.

    «Hai ragione» le disse, a voce bassa. «È proprio per questo che ci troviamo in questa situazione.»

    «Perché Macoa ha minacciato Kirtida di sanzioni?»

    Lui annuì. Nalini si aspettava ulteriori spiegazioni, e vedendo che Zacchaeus non continuava si spazientì.

    «Perché?» sbottò. «Voglio dire: so che vuoi rinegoziare l'alleanza e rafforzarla con il nostro matrimonio. Hai detto che il motivo sono le minacce di Macoa, che è un alleato comune. Ma perché Kirtida è minacciata di sanzioni?» chiese. «Vorrei saperlo, dato che diventerò tua moglie.»

    «È complicato» disse lui a bassa voce.

    «Sto per diventare la regina del tuo popolo, Zacchaeus. Non credi che sia un buon motivo per parlarmi anche delle questioni complicate?»

    «Non sei ancora regina» ribatté lui, seccamente. «Quando lo sarai ti dirò ciò che hai bisogno di sapere.»

    Nalini serrò la mascella, ma parlò con voce calma. «Vuoi dire che mi dirai quello che pensi che io debba sapere.» Fece un profondo respiro. «Il minimo che puoi fare è dirmi perché sono qui.»

    «Lo sai, Nalini» rispose lui, gli occhi cupi. «Il nostro matrimonio sarà il complemento necessario a quello di Leyna e Xavier.»

    «Vorrei saperne di più.»

    Di nuovo lui restò in silenzio, e lei si sentì irrigidire. «Non ci sono ancora garanzie» gli ricordò. «Non ce ne saranno finché non avrai firmato il nuovo trattato.»

    «E tu sai quali sono le mie condizioni per farlo. Negoziati per ridefinire le clausole di difesa e il nostro matrimonio.» Inclinò il capo di lato. «O speri di convincermi a firmare il trattato prima che queste condizioni si realizzino?»

    «Certo che no» ribatté subito lei. Sperò di aver parlato con voce abbastanza ferma, perché non sapeva se era del tutto sincera.

    «Non stai cercando una scappatoia? Dopo questa conversazione, non sei convinta di aver commesso un errore?» Zacchaeus si sporse in avanti, e solo allora Nalini notò che nessuno dei due aveva toccato cibo. «Non puoi tornare al sicuro a Mattan?»

    «Sono al sicuro anche qui» rispose Nalini, lanciando un'occhiata alla porta, dietro la quale si trovavano

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