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Un Natale da ricordare (eLit): eLit
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E-book175 pagine2 ore

Un Natale da ricordare (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Il clan degli O'Shea 3
Ryker Barrett è stato cresciuto dalla potente famiglia O'Shea, verso la quale nutre una profonda riconoscenza. Per questo non ha mai assecondato l'attrazione che da sempre prova nei confronti dell'affascinante Laney, la più giovane dei fratelli O'Shea. Tuttavia, cedendo al reciproco desiderio, i due passano una notte di focosa passione, che avrà una conseguenza sorprendente e ineluttabile. Laney è pronta a seguire il suo cuore, ma Ryker si trova a dover scegliere tra l'amore e il ruolo di potere assegnatogli dall'influente clan. Li aspetta un Natale indimenticabile...
LinguaItaliano
Data di uscita1 dic 2020
ISBN9788830521544
Un Natale da ricordare (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Un Natale da ricordare (eLit) - Jules Bennett

    978-88-3052-154-4

    1

    Con una mano stretta attorno ai gemelli che lui aveva dimenticato e l'altra premuta sullo stomaco piatto, Laney trasse un profondo respiro e chiamò a raccolta tutto il coraggio che aveva.

    Accidenti, era una O'Shea. Non si faceva prendere dalla paura. La paura non era altro che una menzogna. Una spudorata menzogna capace di condizionare la maggior parte delle persone. Lei, però, non era come tutti gli altri.

    Era arrivata fin lì. Ora non le restava che bussare e fare una confessione sconvolgente a un uomo di cui era innamorata da quando aveva cominciato a notare i ragazzi. Non importava che lui avesse dieci anni più di lei. Dal suo punto di vista, l'età contava tanto quanto la paura.

    Le lacrime le chiusero la gola mentre le emozioni minacciavano di avere il sopravvento. Qualunque fosse la reazione che le avrebbe riservato, gli doveva la verità. Tuttavia, se l'avesse respinta, il dolore avrebbe aperto in lei una ferita profonda.

    Laney mise da parte paura e nausea, e batté un paio di colpi alla porta d'ingresso di Ryker Barrett.

    Adesso non poteva più tornare indietro.

    Ryker faceva parte della sua vita fin da quando era bambina. Aveva lavorato per suo padre ed era un grande amico dei suoi fratelli, Braden e Mac. La famiglia di Laney lo aveva accolto sotto la sua ala protettrice quando quella di lui lo aveva respinto.

    Era misterioso, intrigante e, in un certo qual modo, frustrante.

    E nelle ultime cinque settimane aveva fatto finta che non fosse accaduto nulla. Sembrava che neppure ricordasse di averle strappato l'abito firmato Chanel prima di sbatterla contro la parete della sua camera d'albergo, scatenando in lei il più sfrenato desiderio.

    Nossignori. Era tornato professionale come sempre. Quando gli aveva fornito informazioni via mail o SMS per le aste degli O'Shea, non aveva mai lasciato trapelare che la loro unica notte di passione avesse avuto un qualsivoglia impatto sulla sua esistenza.

    Che fosse davvero così emotivamente distaccato?

    Be', voleva proprio vedere se avrebbe continuato con quel distacco di lì a un attimo. Avrebbe potuto cercare di ignorare lei, ma non avrebbe potuto ignorare le conseguenze della loro notte insieme.

    La porta si spalancò e il discorsetto che si stava preparando da tutta la mattina svanì come neve al sole. Ryker se ne stava in piedi davanti a lei con addosso solo un paio di pantaloncini da running e sfoderando una stratosferica massa muscolare.

    Non lo aveva mai visto così. L'uomo che girava il mondo in completi firmati, l'uomo che all'occorrenza indossava giubbotti di pelle e jeans sdruciti per passare inosservato, non le si era mai presentato in tutto il suo magnifico splendore. Forse avrebbe dovuto farlo più spesso.

    Con nonchalance, Ryker appoggiò il gomito al telaio della porta e inarcò un sopracciglio come se lo avesse disturbato.

    Be', che si sentisse pure infastidito, considerato che lei lottava con i sentimenti che nutriva nei suoi confronti da anni, pensò mentre gli premeva con rabbia i gemelli contro il torso nudo e lo spingeva da parte per passargli davanti. Pur conoscendolo da tanto, Laney non era mai stata nella sua casa di Boston.

    Quando si incontravano, lo facevano sempre in campo neutro, solitamente nella dimora della famiglia O'Shea, abitata adesso da Braden.

    Per quanto indisponente potesse essere Ryker, Laney era la prima ad ammettere che la sua famiglia si sarebbe sgretolata senza di lui. Era l'uomo che li proteggeva ed era fedele al punto da essere pronto ad addossarsi tutte le colpe per loro, ma era anche in grado di far perdere le sue tracce in un istante. I soldi non gli mancavano e, a differenza della maggior parte degli uomini che le era capitato di conoscere, non li gettava dalla finestra.

    Ragione di più per esserne attratta.

    Quando la porta le si richiuse alle spalle, Laney serrò gli occhi e cercò di dimenticare l'intensità del loro complicato rapporto e di ignorare il modo in cui il suo corpo reagiva a quell'uomo. Era lì per un motivo ben preciso. E il fatto che lui lavorasse per la sua famiglia, anzi, che facesse praticamente parte della famiglia, non facilitava certo la confessione che doveva fare.

    «Se sei qui per il quadro a Los Angeles di cui mi hai parlato nella mail della settimana scorsa, ho già...»

    Laney girò su se stessa. «Non sono qui per lavoro.»

    Incrociando le braccia sul formidabile petto, Ryker si fece ancora più imponente di quanto già non fosse e abbozzò un cenno di assenso. «Non posso credere che ti ci sia voluto tanto per venire da me.»

    Laney si sentì balzare il cuore in gola. Dunque sapeva che avrebbe voluto affrontare il discorso relativo a quella notte, e... e l'aveva aspettata? Che razza di bastardo. Che razza di odioso, stupido e sensualissimo bastardo. A proposito, perché diamine non si metteva una camicia? Laney stava cercando di tenere accesa la rabbia, tuttavia l'eccitazione stava inesorabilmente montando di fronte allo spettacolo che le si presentava davanti agli occhi.

    «Potevi venire tu da me» rimbeccò. «Oppure, che ne so, potevi entrare in argomento fra uno scambio di informazioni di lavoro e l'altro.»

    Gli O'Shea erano una forza della natura, noti in tutto il mondo grazie alle sedi internazionali della loro prestigiosa casa d'aste. Laney ignorava da sempre le voci che li tacciavano di essere in odore di mafia. Sapeva perfettamente cos'era la sua famiglia, ed era orgogliosa di farne parte. E, comunque, avendo il loro padre messo a libro paga più di un tutore della legge nel corso del tempo, la loro fedina penale era ancora immacolata. Adesso a capo della famiglia c'era Braden che, con l'altro fratello Mac, si adoperava per indirizzare l'attività sulla via della legalità.

    In quanto a Ryker Barrett, a parte aver popolato ogni suo sogno da anni, era il braccio destro della famiglia, pronto a badare alla loro sicurezza e a mantenere un basso profilo, restando dietro le quinte.

    Laney aspettò che le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, invece lui rimase in piedi a fissarla, cosa che non fece che innervosirla ulteriormente. Come diamine poteva avere tanto potere su di lei? Perdinci, era una O'Shea, e lui se ne stava lì impalato a sfidarla.

    A sfidarla mezzo nudo, sexy come non mai e assolutamente perfetto con quel fisico che pareva scolpito nel marmo.

    Concentrati, Laney.

    Ryker agitò nell'aria il pugno in cui stringeva i gemelli. «Hai finito qui?»

    Laney socchiuse gli occhi. «Perché? Interrompo per caso qualcosa?»

    «Sì, la mia seduta mattutina con il punching bag.»

    Il che spiegava quei pettorali da urlo, anche se Laney immaginava che Ryker usasse il punching bag più per sfogare le emozioni che per mantenersi in forma.

    Ryker era abituato a chiudersi nel suo guscio e a non permettere a nessuno di insinuarvisi. Dunque, come interpretare la notte che avevano condiviso? Era chiaro che lui aveva gettato al vento tutte le regole, perché due persone non avrebbero potuto ritrovarsi più vicine di com'erano stati loro.

    La nausea la assalì prepotentemente, anteponendosi a preoccupazione e paura. Laney chiuse gli occhi, in attesa di capire se doveva individuare il bagno o se invece poteva provare a sedersi e lasciare che, così come si era manifestato, l'attacco passasse. Ti prego, passa. Se c'era un momento in cui apparire vulnerabile, quello era il meno opportuno.

    «Senti, mi pare di capire che vuoi discutere quanto è successo» esordì lui, ignaro del suo stato attuale. «Okay. Me ne assumo la colpa. Non avrei dovuto seguirti in camera tua e...»

    «Strapparmi di dosso i vestiti?» terminò lei, premendosi una mano sullo stomaco e lanciandogli un'occhiataccia da una certa distanza. «Be', sappi che non mi dispiace che sia accaduto. Aspettavo da un pezzo che ti accorgessi che non sono solo la sorellina di Mac e Braden. Ho fantasticato spesso che mi togliessi i vestiti, e non mi importa nemmeno che tu abbia rovinato il mio abito preferito. Dunque, non sono minimamente pentita. Se mai, mi secca il modo in cui mi hai trattata dopo.» A parte il muscolo che gli si contrasse nella mascella, Ryker non tradì alcuna emozione. «La nostra non è stata la semplice avventura di una notte e via» obiettò lei.

    «E invece è stata proprio quello.»

    Okay. Questo le faceva male. La verità faceva spesso quell'effetto, ma doveva pur essere stato qualcosa più di semplice per quanto sbalorditivo sesso, no?

    «Come osi trattarmi come se fossi una sciacquetta qualsiasi?» strillò lei, spalancando le braccia. «Ti conosco praticamente da tutta la vita. Pensavi che fosse normale fare sesso con me per poi...»

    Lui si spostò in un lampo, la afferrò per le spalle e, sollevandola quasi da terra, la attirò contro il suo torace nudo. «No, non ho pensato che fosse normale ma, diamine, Laney, non ho saputo trattenermi.» Ryker indietreggiò da lei, lasciandola andare come se ne fosse rimasto scottato. «Non ho saputo trattenermi» ripeté tra sé in un sussurro.

    Laney doveva uscire da lì. L'ultima volta che erano stati soli, Ryker aveva perso il controllo, controllo che anche adesso pareva nuovamente appeso a un filo.

    Dopo la loro appagante performance notturna, l'aveva evitata, limitandosi a trasmetterle dei messaggi stringati riguardanti gli affari degli O'Shea.

    Lavoravano insieme da diversi anni. Ryker doveva ammettere che da quando era salita a bordo lei, il lavoro si era di gran lunga semplificato. Con la sua capacità di scavare a fondo e di infiltrarsi nei sistemi informatici come mai sarebbe riuscito a fare lui, Laney era impagabile. Le sue doti erano tali da renderla un'abilissima hacker. Se mai si fosse messa a disposizione della gente sbagliata, sarebbe potuta diventare molto pericolosa. D'accordo, c'era chi considerava gente sbagliata gli O'Shea... In ogni caso, Ryker non poteva svolgere il suo lavoro senza di lei, quindi evitarla non rientrava nelle opzioni possibili.

    Certo, lavorare a così stretto contatto con lei era una dolce tortura. Il solo comunicare con Laney lo faceva sentire vivo. Non sarebbe dovuto piacergli il dolore di starle vicino senza poter soddisfare il proprio desiderio, ma attribuiva quelle tendenze masochiste alla sua infelice infanzia.

    Quando non era in missione, solitamente si rintanava nella sua casa di Londra oppure viaggiava senza una meta precisa perché non aveva e non voleva legami. A Boston, infatti, era troppo tentato di cedere al desiderio che provava nei confronti della sorellina dei suoi migliori amici, che per altro erano anche i suoi datori di lavoro.

    Nel momento in cui Laney accennò ad allungare il braccio verso di lui, Ryker alzò una mano.

    «No.» Se lo avesse toccato, tutta quella pantomima tesa a mantenere le distanze sarebbe crollata. Aveva scherzato con il fuoco quando l'aveva afferrata pochi istanti prima. Non avrebbe mai ammesso, però, neanche sotto tortura che quello era il suo posto: stretta a lui.

    Tutto ciò doveva cessare. Lo doveva alla famiglia che lo aveva salvato dall'inferno. Per anni l'aveva agognata, guardandola mentre cresceva fino a trasformarsi nella donna mozzafiato che era oggi e che riusciva a insinuarsi nelle sue difese. Quando era uscita con altri uomini, la cosa lo aveva dilaniato, d'altra parte che diritti aveva su di lei?

    Era la principessa, e lui era il... risolutore dei problemi della famiglia.

    Aveva fatto cose orribili prima che il padre di Laney venisse a mancare e lasciasse l'attività nelle mani di Braden. Il fatto che adesso gli O'Shea stessero cercando di trattare gli affari nella legalità, non cancellava ciò che lui aveva commesso in passato. E, anche se il suo conto in banca aveva molti più zeri di quanti una persona normale potesse desiderare, neppure questo cambiava il fatto che non fosse degno di Laney. Non solo Laney era la figlia di uno degli uomini più potenti di Boston, ma non aveva mai nascosto di volere una grande famiglia, con tanti bambini e un sacco di animali. Ryker invece si accontentava di amanti temporanee in paesi esotici. Niente legami, niente emozioni, solo del buon sesso.

    In poche parole, erano agli antipodi.

    Dalla morte di Patrick, avvenuta qualche mese prima, Braden e Mac la proteggevano dalla dura realtà che la loro famiglia si trovava ad affrontare ogni giorno. Per la verità, la protezione di Laney rientrava anche nelle sue mansioni.

    E non lo faceva per denaro o per lavoro. Si sentiva semplicemente in debito con gli O'Shea e qualsiasi cosa gli avessero chiesto, si sarebbe sforzato di accontentarli o sarebbe morto cercando di farlo. Era stata proprio la continua sorveglianza di Laney che alla fine lo aveva fatto cadere in tentazione.

    Esalando il fiato trattenuto nei polmoni, Ryker scosse il capo e le si avvicinò, per poi impietrirsi.

    Laney era indietreggiata e adesso si era appoggiata con la schiena

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