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Mai più senza di te: Harmony Destiny
Mai più senza di te: Harmony Destiny
Mai più senza di te: Harmony Destiny
E-book148 pagine2 ore

Mai più senza di te: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Il campione è caduto nella rete, ma lei non sa se lo vuole.
Toni Swenson ha bisogno di un marito e di un figlio se desidera ottenere la tenuta di famiglia per sé. Di certo l'affascinante Brand Lander, con la sua voce profonda e il suo sguardo magnetico, non è il tipo d'uomo che Toni sceglierebbe per i suoi scopi. Perciò quando si ritrova nel suo letto, dopo aver trascorso una notte di passione sfrenata tra le sue braccia, la prima reazione è quella di fuggire a gambe levate.
Brand rimane senza parole; quella donna è seducente, dolce e decisa, almeno così gli era parso quando lei l'aveva attirato nella sua rete, e ora invece fugge senza una spiegazione. Lui ha deciso: ingaggerà una lotta senza quartiere perché quel biondo angelo dagli occhi azzurri torni da lui.
LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2020
ISBN9788830517325
Mai più senza di te: Harmony Destiny
Autore

Emilie Rose

Confessa che il suo amore per i romanzi rosa risale a quando aveva dodici anni e sorprendeva sua madre a nasconderli ogni volta che lei entrava nella stanza.

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    Anteprima del libro

    Mai più senza di te - Emilie Rose

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Expecting Brand’s Baby

    Silhouette Desire

    © 2002 Emilie Rose Cunningham

    Traduzione di Elisabetta Frattini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-732-5

    1

    Quella sera Toni Swenson avrebbe salvato il ranch, a costo di farlo stesa in posizione orizzontale.

    Mordicchiandosi il labbro inferiore studiò la fiumana di gente in jeans e cappello da cowboy che era venuta ad assistere alle finali nazionali di rodeo. Da qualche parte all’interno dell’arena doveva pur esserci un uomo con il tipo di geni di cui lei aveva bisogno. Geni che avrebbero trasmesso a suo figlio l’amore per i cavalli, per il bestiame e per gli spazi aperti.

    Sì, è meglio che sia un maschio, decise Toni asciugandosi la fronte con una mano prima di immettersi nel flusso della folla. Il cuore le batteva come impazzito e lanciando un’occhiata all’uscita respirò a fondo nel tentativo di calmarsi. Nell’aria aleggiavano gli odori a lei familiari di carne alla griglia, nachos, polvere e bestiame, una combinazione unica che si poteva trovare solo ai rodeo.

    Ricordi di momenti felici vissuti con suo nonno le affollarono la mente spingendola a proseguire nonostante i suoi piedi non sembrassero volerne sapere. Perché se ne era andato lasciandola sola? Il dolore che le straziava il cuore aumentò d’intensità. Toni non riusciva a capire perché suo nonno avesse voluto puntarle metaforicamente una pistola alla tempia obbligandola ad agire contro le sue convinzioni morali. Lui più di chiunque altro sapeva per quale motivo lei non si fidava degli uomini.

    Mettendosi a sedere si asciugò gli occhi e si chiese come era potuta stare lontano da quei posti per così tanto tempo. La facoltà di veterinaria era stata impegnativa, ma non al punto da impedirle di concedersi di tanto in tanto lo svago di assistere a qualche rodeo in compagnia di suo nonno come ai bei vecchi tempi quando lui la portava con sé ordinandole di aspettarlo in tribuna. Un sorriso triste le increspò le labbra. Toni non aveva mai ubbidito. Non appena lui scompariva verso i recinti, Toni lo seguiva senza farsi vedere.

    I cowboy e il bestiame esercitavano un fascino particolare su di lei. Quella sera era alla ricerca di un rozzo mandriano, di quelli abituati a usare le donne e poi a disfarsene. Non aveva altra scelta.

    Una voce dal tono profondo attirò la sua attenzione verso un paio di cowboy che si avvicinavano lungo il corridoio. «Non dimenticare le regole fondamentali. Tieni le spalle dritte, la mano libera davanti a te, scappa come se avessi il diavolo alle calcagna non appena toccherai terra e vedrai che andrà tutto bene.»

    L’uomo dai capelli scuri con la voce profonda e sensuale assestò una pacca sulla spalla del ragazzo. Toni rabbrividì notando il guizzo dei muscoli tonici del suo avambraccio. Braccia come quelle potevano provocare gravi danni in un eccesso di collera. Il cowboy si fermò accanto a lei ad aspettare mentre il suo amico parlava con qualcuno sugli spalti.

    I jeans attillati che indossava mettevano in risalto il fondoschiena più eccitante su cui Toni avesse mai posato lo sguardo, anche perché i glutei in questione si trovavano a pochi centimetri di distanza dal suo naso. Le protezioni di pelle nera che portava sopra i jeans e il numero applicato sulla schiena tra le spalle lasciavano intendere che avrebbe preso parte alla gara.

    Quando si voltò per permettere a qualcuno di passare, Toni distolse in fretta lo sguardo. Non era educato fissare il fondoschiena di un uomo, così come non era corretto organizzare il tipo di incontro che lei aveva in mente per quella notte, ma se voleva evitare di perdere il ranch, per quella sera avrebbe dovuto dimenticare i suoi principi.

    Gli occhi scuri del cowboy passarono in rassegna la folla, poi si posarono su di lei. Colta alla sprovvista, Toni sentì scatenarsi in lei una serie di emozioni contrastanti. Era un uomo molto bello con gli zigomi alti, la mascella squadrata e un’aria sicura. Peccato. L’atteggiamento risoluto che sfoggiava non lo rendeva idoneo a svolgere il compito che quella sera lei intendeva affidare a uno dei concorrenti presenti.

    Spostando gli occhi, fissò l’attenzione sul suo amico, un ragazzo più giovane dagli occhi azzurri. Quello era il tipo che lei cercava. Un giovane spensierato e noncurante dai modi gentili, ma non invadenti.

    Il cowboy biondo abbassò lo sguardo su di lei e Toni si sforzò di sorridere. Avvampando il ragazzo si affrettò a girarsi altrove. Toni corrugò la fronte tornando a guardare il bel tenebroso che avendo assistito allo scambio di occhiate si era incupito.

    Ricordati che cosa c’è in gioco, si ammonì lei. Hai una missione da svolgere. Raddrizzando le spalle, si alzò, decisa a presentarsi al giovane cowboy ma scoprì che il suo amico lo aveva già condotto lontano, verso le scale.

    Lanciando un’ultima occhiata d’aperta ammirazione al suo fondoschiena, Toni scosse la testa. Nessun uomo poteva permettersi di essere così bello. Non era giusto nei confronti della popolazione femminile, specialmente per chi come lei aveva bisogno di un soggetto facile da manovrare. Imprecando a denti stretti, li seguì. Non era il caso di tirarsi indietro proprio ora. L’aspetto fisico non era l’unica caratteristica che veniva ereditata dal donatore di seme e Toni aveva bisogno dei geni di un cowboy che non appartenesse alla categoria dei prepotenti.

    Un sorriso triste incurvò le labbra di Brand che si aggiustò il cappello in testa. Brandon Lander, stai diventando troppo vecchio per certe cose. L’angelo biondo dagli occhi azzurri lo aveva degnato sì e no di un’occhiata, concentrando la sua attenzione su Bobby Lee. Purtroppo il ragazzo aveva solo diciannove anni, era ancora casto e intendeva rimanere tale fino a dopo aver sposato la fidanzatina del liceo. Le nozze erano previste per la fine dell’anno. Bobby Lee non avrebbe saputo che cosa farsene di una donna come lei.

    Lanciandosi un’occhiata dietro le spalle, vide che la ragazza li stava seguendo. A quanto pareva, aveva dei progetti ben precisi sul suo giovane amico e il minimo che lui potesse fare era aiutare il ragazzo a resistere alla tentazione. Spingendolo ad allungare il passo, lo esortò: «Sbrigati o farai tardi. Io ti raggiungo subito, non devo gareggiare ancora per un po’».

    Assumendo un’espressione accigliata si voltò per affrontare la donna decisa a condurre il ragazzo sulla strada della perdizione. Con tutte le fantastiche curve di cui era dotata, Bobby Lee avrebbe faticato a resistere. Minuta e dall’aspetto fragile avrebbe suscitato nel ragazzo un forte senso di protezione, ma non sarebbe riuscita a ingannare lui.

    Biondi riccioli corposi le scendevano oltre le spalle incorniciando un viso angelico dalle pelle candida, dalle labbra carnose e dai grandi occhi azzurri intenti a seguire gli spostamenti di Bobby Lee.

    La concentrazione del suo sguardo stupì Brand. Sembrava un predatore all’inseguimento della vittima prescelta. Aveva notato la stessa espressione in molti cowboy nel momento in cui entravano nell’arena per confrontarsi con il toro. Ma quale genere di caccia aveva portato fin lì la ragazza dal viso d’angelo? Deciso a scoprirlo le si parò davanti portandosi una mano sulla tesa del cappello in segno di saluto.

    «Salve, bellezza, dove credi di andare?» L’espressione risentita della ragazza gli lasciò intendere che il suo tono perentorio e confidenziale non le era piaciuto.

    «Mi scusi, dovrei passare» replicò lei cercando di procedere.

    Infilando le dita nei passanti della cintura dei pantaloni, Brand si spostò sbarrandole la strada. Toni lanciò una rapida occhiata alla fibbia della sua cintura che come un biglietto da visita metteva al corrente chiunque la guardasse che l’uomo che la indossava aveva vinto l’ultimo campionato del mondo di rodeo. Per niente impressionata Toni cercò di aprirsi un varco per accedere al cortile interno dove i cowboy si preparavano ad affrontare i tori, ma lui la bloccò di nuovo.

    «Vuoi lasciarmi passare?» sibilò lei in tono risentito, gettando i capelli dietro le spalle con un gesto nervoso. «Spostati, per favore.»

    «Non posso lasciarti entrare lì dentro, tesoro, è una zona riservata ai cowboy.» Accidenti era proprio carina. Brand si concesse un istante per osservare le sue curve, riflettendo su come un tempo avrebbe potuto lasciarsi distrarre da un bocconcino del genere rischiando solo guai.

    «Io devo entrare comunque.»

    «Sei con uno dei ragazzi?» le chiese lui ben sapendo che non era così.

    Toni deglutì a fatica irrigidendosi. «Non ancora» mormorò mentre il colorito lasciava le sue guance.

    La notizia non avrebbe dovuto fare piacere a Brand che invece si trovò a sorridere divertito. Devi concentrarti sulla gara, si ammonì prima di replicare: «Senti, tesoro, ci stiamo preparando per gareggiare. Perché non torni a sederti nelle tribune prima di distrarre qualcuno che a causa tua potrebbe rischiare di farsi male?».

    Sollevando il mento in segno di sfida, Toni sibilò: «Perché non te ne vai tu prima di farti male?».

    Brand finse di tossire per celare la risata che gli era salita spontanea alle labbra. «Credi davvero che mi lasci intimidire da un batuffolo di quaranta chili quando per lavoro cavalco tori impazziti che pesano quintali?» le chiese scrollando le spalle. «Come vedi tremo di paura...»

    Toni abbassò lo sguardo sotto la sua cintura spostando contemporaneamente il peso del corpo. Appariva abbastanza arrabbiata da poter mettere fine ai suoi giorni di riproduttore prima ancora che lui si fosse deciso a mettersi all’opera. D’istinto Brand si scansò per evitare il suo ginocchio.

    «Augurami buona fortuna, Brand.» Il grido di Bobby Lee distrasse Toni fornendo a Brand la possibilità di indietreggiare di qualche passo.

    Tenendo d’occhio l’angelo furente, lui sollevò il pollice in direzione di Bobby Lee. Il ragazzo, uno dei cowboy che aveva ottenuto meno punti nelle eliminatorie, lo salutò e si voltò verso l’arena. Era consuetudine che chi conduceva la classifica gareggiasse per ultimo, ma anche se mancava ancora parecchio tempo alla sua esibizione, Brand aveva bisogno di concentrarsi per vincere anche quel campionato. Doveva assolutamente liberarsi di quella ragazza, a costo di farla riaccompagnare in tribuna dagli uomini della sicurezza.

    Toni, intanto, si stava spazientendo. Grazie all’uomo dalle spalle larghe e dal cipiglio deciso che le bloccava la strada, aveva perso l’opportunità di conoscere il potenziale padre di suo figlio. Un altro cowboy dall’aria scanzonata passò loro accanto, ma aveva una fede al dito che lo squalificava in partenza. Toni si lasciò sfuggire un lungo sospiro. La dea bendata non era dalla sua parte quel giorno.

    «Ehi, Brand, noi ci troviamo più tardi per una birra, sei dei nostri? Verrà anche Bobby Lee.»

    Toni drizzò le orecchie

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