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Una Cenerentola in Francia: Harmony Jolly
Una Cenerentola in Francia: Harmony Jolly
Una Cenerentola in Francia: Harmony Jolly
E-book164 pagine1 ora

Una Cenerentola in Francia: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Fuga in Provenza 2/2
Un vigneto a conduzione famigliare nell'assolata Provenza. Due donne a caccia di risposte. Due milionari alla ricerca del vero amore.

Raoul Fontesquieu sta per cominciare una nuova vita insieme a suo figlio, e non vuole lasciare nulla al caso: tutto deve essere perfetto per l'arrivo del piccolo Alain. Ma lui sa di essere in buone mani, e più precisamente in quelle della sua nuova, bellissima governante Cami Delon.

Cami lo affascina con la sua spontaneità e una grazia solare che non ha mai trovato nelle ragazze dell'alta società che è abituato a frequentare. Molto presto la loro innegabile attrazione si trasforma in qualcosa di più profondo, ma a dividerli c'è il mondo di agi e privilegi a cui Raoul appartiene. Riuscirà a convincere Cami che quel mondo è pronto per essere conquistato, esattamente come lei ha fatto col suo cuore?
LinguaItaliano
Data di uscita20 ott 2020
ISBN9788830520400
Una Cenerentola in Francia: Harmony Jolly
Autore

Rebecca Winters

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Una Cenerentola in Francia - Rebecca Winters

    successivo.

    1

    Lunedì 1 dicembre

    In uno stato di euforia, Raoul Fontesquieu lasciò l'appartamento al Château Fontesquieu di Vence, in Francia, e si diresse verso il suo ufficio. Da adesso era ufficialmente in vacanza. Dopo aver raccolto alcune cose e aver parlato con suo cugino Dominic, aveva grandi progetti. Ma, lungo la strada, sentì squillare il cellulare. Erano solo le sei del mattino!

    Fece una smorfia, vedendo il nome di suo padre sul display del telefono. «Qu'est ce qui se passe?»

    «Sto chiamando dal Sacro Cuore. Tuo nonno è stato trasportato in ospedale pochi minuti fa. È nella stanza 407 e i medici non credono che vivrà più di un'ora. Ti aspettiamo qui adesso

    Mathieu Fontesquieu, l'intransigente padre di Raoul, non sapeva fare altro che pretendere obbedienza. Essendo figlio unico, Raoul sopportava da sempre le cicatrici emotive di tale trattamento.

    Nell'ultima settimana la famiglia aveva percepito che quel giorno sarebbe arrivato. Armand Fontesquieu, l'ottantacinquenne CEO incredibilmente autocratico dei vigneti Fontesquieu in Provenza, stava per lasciarli.

    La notizia della sua morte sarebbe risuonata in tutta la Provenza e nel mondo enologico, ma Raoul non lo avrebbe pianto. Da bambino aveva provato una volta a stabilire una relazione con lui, ma era stato allontanato malamente e non aveva mai più tentato.

    «Sarò lì appena posso.»

    Una volta riattaccato, Raoul girò la macchina e uscì dalla tenuta Fontesquieu, diretto all'ospedale. Quando arrivò, prese l'ascensore per il quarto piano e si avviò lungo il corridoio. Sua madre e suo padre lo stavano aspettando. La donna sembrava particolarmente ansiosa, il che non era un buon segno. Doveva essere successo qualcosa... Semplicemente lui non sapeva cosa.

    «Tuo nonno ti sta aspettando» mormorò suo padre.

    Stava aspettando lui? Mentre era sul letto di morte?

    Raoul aggrottò la fronte, cercando Dominic. Né lui né la dozzina di altri suoi cugini erano presenti. «Che cosa sta succedendo?»

    «Lo capirai tra un minuto. Entriamo.»

    Raoul entrò nella stanza d'ospedale piena di zie e zii e vide suo nonno sdraiato sul letto, collegato a flebo e ossigeno.

    Suo padre gli diede una gomitata. «Digli che sei arrivato.»

    Era stufo degli ordini di suo padre, ma ora non era il momento di sfidarlo. Si avvicinò al letto. «Nonno? Sono Raoul. Sono qui.»

    Il vecchio non aprì gli occhi. Che tristezza... nemmeno adesso Raoul riusciva a provare dei sentimenti per qualcuno così freddo e distaccato.

    «Raoul?» L'anziano parlò a voce abbastanza alta da farsi sentire da tutti. «Voglio che la mia famiglia sappia dalle mie stesse labbra che ora sei il CEO dei vigneti Fontesquieu.» Dopo un minuto, il nonno, afflitto da una malattia del fegato, espirò e se ne andò.

    Suo padre gli prese il braccio. «La famiglia deve prendere degli accordi» sussurrò. «Resta nei paraggi. Parleremo più tardi della tua nuova posizione e procederemo all'incarico formale.»

    Raoul inspirò a fondo. L'ultima posizione che avrebbe mai desiderato assumere era quella di amministratore delegato dell'azienda vinicola della famiglia Fontesquieu. Era già impegnato con dei progetti per un futuro che non aveva nulla a che fare con la famiglia.

    Prima di morire, quell'avido essere umano si era accordato con il figlio prediletto Mathieu per affidare a Raoul l'incarico per un solo motivo: nominarlo amministratore delegato, era l'ultimo tentativo di piegare Raoul alla loro volontà.

    Presumevano che quel grande gesto lo avrebbe costretto a retrocedere dalla causa di divorzio da Sabine Murat. Entrambe le famiglie avevano contrastato quella separazione per preservare il capitale formato dall'unione dei milioni dei Murat con la fortuna dei Fontesquieu.

    Ma niente e nessuno avrebbe potuto realizzare quello che speravano. Raoul non aveva mai amato Sabine e adesso, grazie al cielo, era tutto finito. Il divorzio era stato firmato il pomeriggio precedente e lui non aveva aspettato altro.

    Quella mattina Raoul era libero di abbracciare la sua nuova vita con il prezioso figlio di diciotto mesi.

    Felicissimo del fatto che l'esistenza di Alain non dovesse più essere tenuta segreta al mondo, Raoul lasciò l'ospedale per il moderno edificio dove erano ospitati tutti gli uffici della famiglia, incluso il suo come presidente del marketing e delle vendite. La costruzione si trovava dietro l'immenso castello del diciassettesimo secolo nella tenuta dei famosi vigneti Fontesquieu, e attirava turisti da tutto il mondo.

    Appena arrivato cercò Dominic. Erano più uniti di due fratelli. Era stato il cugino a insistere affinché lui rimanesse nella sua suite al castello, durante la separazione da Sabine. Durante quel periodo, Dominic si era sposato e si era trasferito definitivamente. Ora era il turno di Raoul di lasciare il castello e non tornare mai più. Quella mattina aveva così tanto da dire a Dominic che sarebbe esploso, se non fossero riusciti a parlare subito. Per fortuna il cugino, gestore dei fondi della società Fontesquieu, lo stava aspettando davanti alla porta del suo ufficio. «Vieni dentro. Ho saputo adesso le notizie su nostro nonno. Sembra sbagliato non piangerlo, ma non provo questi sentimenti.»

    «Non dirlo a me» mormorò Raoul. «Ho ricevuto la chiamata alle sei. Papà mi ha ordinato di andare in ospedale. Sono arrivato giusto in tempo perché nostro nonno annunciasse a tutti che ero il nuovo CEO, prima di esalare il suo ultimo respiro. Sappiamo entrambi il motivo per cui lo ha fatto.»

    Con una smorfia suo cugino annuì. «Perfino con l'avvicinarsi della morte non ha smesso di complottare fino all'ultimo minuto.»

    «Lui e papà non si arrendono ma, come sai, non accetterò mai quell'incarico, e tra non molto lascerò l'azienda di famiglia. La buona notizia è che ieri sera ho ricevuto una telefonata dal mio avvocato Horace. La sentenza di divorzio è stata pubblicata ieri nel tardo pomeriggio. Ti avrei chiamato, ma la notizia è arrivata troppo tardi per disturbarti. Dom... Sono un uomo libero e posso vivere come tale!»

    «Raoul...» Dominic lo abbracciò così forte che quasi lo fece cadere.

    «Mi è costato buona parte delle mie risorse, ma ne è valsa la pena.»

    «Se hai bisogno di aiuto, sai che puoi contare su di me.»

    «Lo so, e te ne sono grato. Ma la mia nuova attività sta crescendo e sto già recuperando. Papà ha detto che mi avrebbe chiamato più tardi per affidarmi ufficialmente l'incarico, ma ho delle notizie per lui. Quando telefonerà, rifiuterò il posto e gli augurerò buona fortuna nella sua nuova posizione, quella che ha sempre desiderato. Ora potrà essere lui il CEO.»

    Dominic annuì. «Tra tutti gli zii e le zie, sappiamo che tuo padre è il più capace a gestire tutto. È fatto a immagine e somiglianza del nonno, così come mio padre.»

    Raoul lo fissò. «Be', buon per lui. Non sa che ho intenzione di dimettermi. Ho già raccolto nuovi clienti per l'azienda che ho avviato. Negli ultimi due mesi l'elenco si è allungato.»

    «Sei un genio.»

    «Il grande prozio Jerome era il genio che mi ha dato l'idea, prima di morire.»

    «Tuttavia, non riesco a immaginare la compagnia senza di te.»

    «Sono anni che volevo andarmene.»

    «Che cosa intendi?»

    «Ero vincolato da un segreto e non potevo rivelarti il vero motivo per cui non sono venuto con te a Parigi. Ma con la morte del nonno, non devo più tacere. La verità è che avrei voluto raggiungerti a Parigi quando avessi compiuto diciotto anni, ma a quel punto a Jerome era stato diagnosticato un cancro ai polmoni.»

    «Stai scherzando...»

    Raoul scosse la testa. «Mi fece giurare di mantenere il segreto e non disse nulla nemmeno a Danie. Sai com'era. Essendo uno scienziato, decise di gestire la sua assistenza sanitaria a modo suo e si rivolse alla medicina alternativa.»

    «In che modo, esattamente?»

    «Scelse cure olistiche con integratori, erbe ed enzimi. In più cambiò la sua dieta e cominciò a pregare. Sapendo che alla fine sarebbe morto, non potevo lasciarlo perché lo amavo troppo. Ma è stato difficile non poterti dire la verità, in quel momento.»

    «Capisco totalmente. Al nonno non è mai piaciuto, ma Jerome ti ha voluto bene come al figlio che non avrebbe mai potuto avere» affermò Dominic, guardandolo solennemente. «Ciò che è triste, è che tuo padre saprà di averti perso già da molti anni.»

    «Amen» sospirò Raoul. «Prima della fine della giornata, tutti sapranno che il divorzio è stato concesso, ma è irrilevante. In questo momento, ciò che più mi interessa è come arredare la mia villa, a partire dalla nursery. Alain ha bisogno di un lettino. Vuoi venire con me per un paio d'ore?»

    «Tu cosa dici?» rise Dominic, euforico. «Sono tutto tuo, andiamo!»

    Alle otto in punto, Camille Delon, ventiseienne, nota ai suoi amici come Cami, preparò un pranzo da asporto per lei e sua madre. Insieme lasciarono poi il loro appartamento nel quartiere popolare di Vence e camminarono verso il furgone con il logo della compagnia, Nettoyage Internationale.

    Una brezza fredda le avrebbe spettinato i capelli neri, lunghi fino alle spalle, se non li avesse acconciati in uno chignon. Il maglione blu sopra la maglietta e i jeans la scaldarono, mentre si metteva al volante. Da quando aveva iniziato a lavorare con sua madre, sette anni prima, avevano concordato che sarebbe stata lei a guidare, poiché sua madre non si sentiva a suo agio nel manovrare il furgone nel traffico intenso.

    Chiuse la portiera e guidò verso l'ufficio nel cuore di Vence per conoscere il loro prossimo incarico. La Nettoyage Internationale era un'impresa di pulizie domestiche di successo: aveva uffici in tutta la Provenza ed era un ottimo datore di lavoro.

    «Buongiorno!» le salutò la direttrice, Helène Biel, quando entrarono nel suo ufficio. Altre tre collaboratrici a tempo pieno, Jeanne, Marise e Patrice, che di solito lavoravano insieme, erano arrivate su un altro furgone ed erano già nell'ufficio di Helène.

    «Ora che siete tutte qui, affido a tutte e cinque un lungo incarico. Il nuovo proprietario di una grande villa ultraesclusiva ha bisogno di una pulizia totale della casa: pareti, soffitti, boiserie, finestre, lavaggio accurato di cucina e bagni, stanze principali, infissi, prese d'aria, pavimenti, caminetti, patio, se si può definire così. L'unica stanza che non dovete toccare è lo studio al piano principale, che sarà chiuso a chiave.

    «Il proprietario vuole che sia tutto immacolato prima di iniziare ad arredare il posto. Dopo aver visitato il sito, stimo che ci vorranno da quattro a cinque giorni. Gli farò sapere che comincerete stamattina. Questo è tutto. Ecco l'indirizzo.»

    Dopo aver visto dove si trovava, Cami guardò sua madre, senza parole. La villa era situata nella zona più prestigiosa e d'élite di Vence. Solo i miliardari potevano permettersi di vivere sulla cima della collina che dominava l'intero paesaggio spettacolare che si estendeva fino al Mediterraneo.

    Con un indirizzo del genere, doveva trovarsi vicino al favoloso Château de Fontesquieu, una delle meraviglie della Provenza, incastonato tra i suoi vigneti di fama mondiale. Il pensiero le portò ricordi incredibilmente felici associati a suo padre. Quando Cami era piccola, suo padre, che era un tassista, prima del fatale incidente d'auto, portava lei e sua madre nella tenuta ogni autunno, e non se ne sarebbe mai dimenticata.

    Doveva aver avuto cinque anni, quando le aveva portate per la prima volta a fare un tour tra i vigneti al momento della vendemmia, in modo che potessero vedere gli operai raccogliere l'uva. Ogni anno successivo, durante la vendemmia, faceva la stessa cosa, fermandosi ogni volta per fare loro ammirare i luoghi.

    Cami ricordava un episodio particolare, accaduto quando aveva dodici anni. Aveva visto un uomo anziano camminare nella vigna con un giovane dai capelli scuri, forse di quindici o sedici anni. Il ragazzo era così bello, che lei aveva abbassato il finestrino in modo da potersi sporgere e guardarlo meglio. Sembravano supervisionare gli operai. Poi avevano raggiunto un'elegante automobile nera con uno stemma d'oro. Mentre il giovane si girava per entrare, aveva visto Cami che lo fissava e le aveva sorriso.

    Il cuore

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