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Cercando te: Harmony Collezione
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E-book164 pagine2 ore

Cercando te: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Lei e Royce erano fatti l'uno per l'altro, glielo diceva il cuore. La ragione, invece, le suggeriva di tenerlo il più lontano possibile.
Tutte le volte che si vedevano finiva così: feeling, simpatia, attenzioni reciproche, poi all'improvviso... Royce McKinnon diventava scostante e scappava come se lei fosse portatrice di una terribile malattia chiamata amore. Era successo ai tempi del liceo, si stava ripetendo ora che l'incendio del negozietto di alimentari di famiglia li aveva riavvicinati. Heather Henderson sente ancora sulle labbra il sapore inebriante dell'unico bacio che si sono scambiati, un sapore che questa volta le darà la forza di capire che cosa nasconde quel misterioso comportamento. C'è solo un modo per saperlo: indagare su di lui a Nowhere.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2021
ISBN9788830523746
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    Anteprima del libro

    Cercando te - Marin Thomas

    Copertina. «Cercando te» di Thomas Marin

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Homeward Bound

    Harlequin American Romance

    © 2005 Brenda Smith-Beagley

    Traduzione di Lucia Maria Rebuscini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-374-6

    Frontespizio. «Cercando te» di Thomas Marin

    Prologo

    Ampie volute di fumo si sollevavano dai resti ormai carbonizzati della vecchia roulotte. La carcassa continuava lentamente ad ardere sotto il cielo primaverile, stagliandosi contro il tramonto rosato del Texas, e l’odore acre di stoffa e legno bruciati, e plastica fusa, riempiva l’aria.

    «Lo sceriffo è convinto che si sia trattato di un incidente.»

    «E probabilmente è così» replicò Royce McKinnon, rivolgendosi a Luke, il suo anziano braccio destro.

    «Sono pronto a scommettere che era ubriaco fradicio e che si è addormentato con la sigaretta accesa tra le dita.»

    «Non sarebbe la prima volta.» Royce si passò una mano sulla fronte, come se quel semplice gesto avesse potuto alleviare il mal di testa che lo tormentava da circa un’ora. «Non appena il capo dei vigili del fuoco mi darà il via libera, farò trasportare la carcassa alla discarica.»

    L’incendio della roulotte era la prima vera catastrofe che Royce si trovava a dover fronteggiare da quando era stato eletto sindaco di Nowhere, due anni prima.

    «Le telefonerai stasera?»

    «No.»

    Luke si riferiva a Heather Henderson, figlia di Melvin, l’uomo deceduto nell’incendio. Il vecchio Henderson non era mai stato considerato propriamente un cittadino modello di Nowhere.

    Royce si chiese come avrebbe reagito Heather alla notizia. Henderson era stato un pessimo padre... La madre della giovane se ne era andata anni prima, lasciando la figlia tredicenne alla mercé di un ubriacone buono a nulla, e lei si era ritrovata, ancora ragazzina, a non poter contare su nessuno.

    Tranne che su di lui.

    Royce aveva diciannove anni quando aveva trovato Heather in lacrime sul retro del negozio di suo padre. Tra i singhiozzi, lei gli aveva confidato che la madre era fuggita, lasciandola sola, e il suo sguardo smarrito lo aveva profondamente turbato.

    Quel pomeriggio aveva partecipato al dolore di Heather come se fosse stato il suo. Entrambi i suoi genitori erano morti in un incidente in mare quando lui era solo un bambino. Da quel giorno era stato accolto nella casa degli zii, che lo avevano trattato alla stessa stregua di uno dei loro cani pastore. Gli avevano dato vitto e alloggio, e in cambio lui aveva lavorato sodo nel loro ranch occupandosi del bestiame, un compito non certo facile per un ragazzo che fino a quel momento aveva vissuto nel sud della California, a pochi passi dall’oceano.

    Non aveva avuto un’infanzia felice e serena, ma perlomeno aveva sempre avuto una casa e i pasti assicurati. Alla loro morte, gli zii gli avevano lasciato il ranch, e per questo loro gesto di generosità Royce li aveva perdonati per non essere stati i genitori amorevoli che aveva tanto desiderato.

    Dodici anni prima, dopo essere stato testimone dell’angoscia di Heather, Royce aveva giurato a se stesso che avrebbe fatto il possibile affinché lei avesse potuto fare affidamento almeno su una persona al mondo. Ma l’amicizia in cui aveva sperato non si realizzò mai. Heather si era trasformata in un’adolescente ribelle e insofferente, e aveva rifiutato le sue offerte d’aiuto e tutti i suoi consigli.

    Cercare di mantenerla in carreggiata era diventato per lui un impegno a tempo pieno. Spesso, nel corso di tutti quegli anni, era stato sul punto di lavarsi le mani di quella ragazzina indisponente e testarda, ma qualcosa lo aveva sempre convinto a tener fede al suo proposito originale. Non aveva bisogno di pagare uno psicologo cento dollari a seduta per capire che era il suo bisogno di sentirsi amato a spingerlo a prendersi cura degli altri.

    «Domani andrò al college» bisbigliò rivolto a Luke.

    Forse durante il lungo viaggio in auto verso sud sarebbe riuscito a trovare un modo per comunicarle la triste notizia.

    «Dove vive?»

    «In un appartamento vicino al campus, credo.» Da quando si era iscritta all’Università del Texas, sette anni prima, Heather aveva cambiato spesso domicilio. «Controllerò l’indirizzo sull’ultimo biglietto d’auguri che ho ricevuto per Natale.» Royce custodiva gelosamente tutta la corrispondenza di Heather in una scatola che teneva nell’armadio, in camera da letto.

    «Mi sembra di ricordare che ora lavori in una scuola materna.»

    Una scuola materna? E perché a lui non lo aveva detto? Forse perché l’ultima volta che le hai fatto visita l’hai aggredita per aver cambiato di nuovo corso di studi, e per non aver ancora terminato il college! Lui, infatti, era sempre stato convinto che continuare a cambiare corso di studi e lavorare part-time le avrebbe impedito di laurearsi in corso.

    Royce rammentò con disagio il loro ultimo incontro, come se fosse avvenuto solo il giorno prima. A ventidue anni Heather non era più la goffa adolescente che lui ricordava. Non avrebbe mai dimenticato il momento in cui se l’era ritrovata davanti con indosso un paio di ridottissimi shorts e un top a righe, che metteva in evidenza il seno pieno e sodo e attirava inevitabilmente l’attenzione di qualunque maschio dai normali appetiti sessuali si aggirasse per il campus. Per la prima volta, il suo corpo aveva reagito alla vista di Heather con un atteggiamento tutt’altro che fraterno, e questo l’aveva profondamente turbato.

    Se l’attrazione che provava per lei non fosse stata corrisposta Royce sarebbe riuscito a controllarsi meglio, ma non aveva potuto fare a meno di notare come lei lo aveva guardato quando, tornando a casa, l’aveva trovato ad attenderla sulla veranda.

    Lui l’aveva seguita all’interno dell’appartamento senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso, fissandola come ipnotizzato. Della ragazzina ribelle di un tempo non era rimasto più nulla. Turbato dall’attrazione che provava per lei, l’aveva accusata di essere inconcludente e di non concentrarsi abbastanza sullo studio. E lei aveva fatto qualcosa di assolutamente imprevedibile: lo aveva baciato! Se l’aveva fatto con l’intenzione di azzittirlo, ci era riuscita perfettamente. Royce rammentava ancora la vellutata morbidezza delle sue labbra; dopo lo shock iniziale, lui aveva risposto al bacio, ancora e ancora... Per fortuna era riuscito a riacquistare il buon senso prima di finire a letto con lei.

    Quel giorno, dopo aver lasciato il campus, Royce si era ripromesso di persuadere Heather a tornare a Nowhere per trascorrere l’estate insieme, al ranch. Una piccola parte di lui era convinta che quello che provava per Heather non fosse semplice attrazione sessuale. Il destino aveva però mandato a monte i suoi progetti, distruggendo qualsiasi possibilità di un futuro al fianco di Heather. Royce aveva imparato a proprie spese che a volte la vita gioca davvero dei brutti scherzi...

    Heather non aveva passato l’estate a Nowhere, e lui aveva fatto di tutto per dimenticare i loro baci appassionati e per riprendere la sua vita di tutti i giorni. Il duro lavoro al ranch gli era stato d’aiuto, ma la stanchezza fisica non era stata sufficiente a scacciare il ricordo di quel giorno dalla sua mente. Quindi Royce si era candidato alla carica di sindaco, con la speranza che il nuovo incarico lo avrebbe tenuto troppo occupato per rimuginare su ciò che sarebbe potuto accadere tra loro se...

    E in buona parte l’espediente aveva funzionato. Fino a quel momento. L’incendio della roulotte era un altro subdolo trucchetto del destino: che si sentisse pronto o meno, avrebbe dovuto affrontare Heather e comunicarle di persona la notizia della morte di suo padre.

    «Sei sicuro di non volere che glielo dica io?»

    Royce sospirò, la tentazione di accettare l’offerta di Luke era quasi irresistibile. «Sì, partirò domattina, dopo aver parlato con l’ispettore dei vigili del fuoco.»

    L’unico aspetto positivo di tutta quella situazione era che, dopo aver venduto il negozio, Heather non avrebbe più avuto alcun motivo per fare ritorno a Nowhere.

    Finalmente, Heather Henderson sarebbe uscita per sempre dalla sua vita.

    1

    «Heather, mi scusi...»

    La ragazza sollevò la testa dal tavolo intorno al quale i bambini della scuola materna stavano giocando con il Play-Doh.

    «Sì, signora Richards?»

    «C’è una visita per lei. Venite bambini, è ora della merenda...»

    A uno a uno i bambini si alzarono e attraversarono correndo il salone. Heather si voltò verso la porta, e la prima cosa che vide fu un paio di stivali logori.

    Oh... oh...

    Il suo sguardo risalì lentamente sui jeans attillati, sulla cintura di cuoio dalla fibbia argentata, sulla camicia azzurro cielo con i bottoni in metallo e ancora più su, fino a incontrare i suoi occhi. Occhi che evocavano in lei ricordi tutt’altro che sopiti.

    «Heather...»

    Lei abbozzò un sorriso.

    Due occhi neri come il carbone la fissavano da sotto la tesa dello Stetson che aveva visto tempi migliori.

    Quindi intendeva fingere che quei baci appassionati non fossero mai esistiti... Molto bene, sarebbe stata al suo gioco.

    «Ciao, Royce.»

    Il suo angelo custode la guardò impassibile. Heather pensò che a qualsiasi ragazza con un minimo di buon senso sarebbe bastata quell’espressione per stargli alla larga. Ma non a lei. Lei ammirava il suo temperamento, la sua espressione severa, il suo sguardo diretto. Royce McKinnon possedeva una bellezza ruvida e virile.

    Il suo sguardo si posò sull’ombelico a vista di Heather, sul quale spiccava il piercing d’argento a forma di farfalla. Lei trattenne il respiro nel tentativo di riacquistare il controllo di se stessa. Tre anni prima quell’uomo aveva stravolto il suo mondo, e il nervosismo che provava in quel momento era la prova evidente che non era ancora riuscita a lasciarsi il passato alle spalle.

    Heather abbassò a disagio la maglietta, si sistemò la coda di cavallo e tolse dai jeans un pilucco immaginario.

    «Se avessi saputo che saresti venuto in città, avrei chiesto un permesso.»

    «È proprio vero che certe cose non cambiano mai.»

    «Che cosa intendi dire?»

    «Ti ho lasciato un messaggio sul cellulare.»

    Già, nulla di nuovo. Ora la stava accusando di non ascoltare i messaggi!

    Royce si guardò intorno con espressione assorta e lei istintivamente gli sfiorò il braccio. Il contatto con il tessuto leggero della sua camicia le riportò alla memoria il giorno in cui lui l’aveva trovata in lacrime sul retro del negozio di suo padre e le aveva offerto la manica della sua camicia per asciugarsi gli occhi. Da quel momento Royce era diventato il suo eroe.

    Ma col tempo la sua insistente presenza si era fatta troppo invadente e Heather aveva cercato, senza successo, d’ignorarlo. Qualsiasi cosa facesse o dicesse, Royce restava caparbiamente al suo fianco... per fortuna! Perché in realtà lei si sarebbe

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