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Una torrida eredità: Harmony Destiny
Una torrida eredità: Harmony Destiny
Una torrida eredità: Harmony Destiny
E-book185 pagine3 ore

Una torrida eredità: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Louisiana Legacy 2/2
Bugie, tradimenti e redenzione all'ombra delle famiglie più potenti di New Orleans.
Il sex appeal di Blake Boudreaux è leggendario, così come la sua lealtà alla famiglia. Quando il padre lo incarica di recuperare un amato cimelio di famiglia, il playboy di New Orleans acconsente, anche se questo significa sedurre la dolce Madison Landry, inconsapevole proprietaria. La missione non dovrebbe essere poi così complicata: difficilmente lei sarà in grado di resistere al suo carisma e al suo bollente accento del Sud, anche se sospetta secondi fini. Ma cosa succede se Madison non sarà l'unica a innamorarsi?
LinguaItaliano
Data di uscita20 apr 2021
ISBN9788830527225
Una torrida eredità: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Una torrida eredità - Dani Wade

    successivo.

    1

    «Cosa ne è stato della tata, padre?»

    Per un momento, Blake Boudreaux pensò che suo padre non avrebbe risposto. Invece, Armand Boudreaux adottò un'espressione altezzosa in linea con il suo completo impeccabile e le scarpe lucide. Il tutto diceva che non doveva scuse a nessuno. Poi, un sopracciglio curatissimo si inarcò e lui rispose con una calma micidiale: «Quella traditrice di mia moglie ha ripulito il conto bancario. Una somma ingente, potrei aggiungere. Ho dovuto ridurre le spese».

    «Licenziando la tata di una bambina malata. Sei pazzo?»

    «Tu non hai mai avuto una tata e non ne hai sofferto.»

    Blake avrebbe potuto dire più di qualche parola sull'argomento, tuttavia non era né il momento né il luogo. Non che a suo padre sarebbe interessato, comunque. Inoltre, aver di nuovo messo piede nella piantagione Boudreaux gli faceva già accapponare la pelle. Quel luogo lo raggelava, anche dopo anni di lontananza. «Io non soffrivo di epilessia. È una malattia grave. Abigail ha bisogno di essere tenuta d'occhio.»

    «Il caos è tutto nella sua testa. È ovvio, altrimenti sua madre non se ne sarebbe andata in Europa abbandonandola.»

    Quanta comprensione da parte sua!

    «Dunque, i dottori mentono?»

    «Stanno trasformando un sassolino in una montagna. Dovrebbero limitarsi a fare quello che sanno fare meglio. Prescriverle una pillola che risolverebbe ogni problema, ne sono sicuro. Fino a che prenderà la medicina, starà bene. E, ciò che è più importante, crederà che vada tutto bene.»

    Blake sapeva un sacco di cose sul conto del padre.

    Era freddo e autoritario, e passava la vita a svilire la gente che lo circondava. A volte aveva una tattica molto sottile, altre no. Eppure quella gli risultava essere la prima volta che Armand metteva in serio pericolo la vita di qualcuno. Blake era convinto che non fosse una questione da affrontare alla leggera.

    Abigail, la sua sorellastra, aveva sette anni e i sintomi si erano rivelati abbastanza seri da indurre la sua inaffidabile madre a portarla da uno specialista. Naturalmente, appena fatta la diagnosi, la donna aveva fatto le valigie e si era diretta verso pascoli meno stressanti.

    «I medici non sono pazzi. Tutto questo potrebbe essere pericoloso» insistette.

    «La situazione non è così brutta come la dipingono. Inoltre, a sentirti, si direbbe che a te la cosa stia davvero a cuore» gli fece notare il padre con un sogghigno. «Considerando che è la prima volta che vedo la tua faccia da quando, diciassette anni fa, mi hai detto di andare a quel paese con il mio denaro e i miei diritti di genitore, suppongo che dovrei prenderti sul serio.»

    La frecciata non era ingiustificata. Quella era la prima volta che Blake metteva piede nella casa del padre da quando aveva diciotto anni. Se non avesse varcato più la porta della famigerata fattoria Boudreaux, non ne avrebbe sentito la mancanza. Avrebbe continuato a vivere nelle più lussuose località europee, piuttosto che fare ritorno in quella casa da tundra artica nonostante il caldo afoso dell'estate della Louisiana.

    Non avrebbe conosciuto la seconda e molto più giovane moglie di suo padre, Marisa, e la sua sorellastra, che aveva allora cinque anni, se la suddetta moglie non fosse stata in viaggio in Germania alla stessa epoca in cui lui aveva una storia con la principessa di un piccolo principato confinante.

    Era stato allora che aveva scoperto come Marisa amasse visitare luoghi esotici ed essere vista dalle persone più altolocate. Abigail era affidata alle cure di una tata mentre la madre trascorreva le giornate esplorando la sua successiva, grande avventura. Aveva portato la figlia con sé solo perché Armand si era rifiutato di permetterle di lasciarla a casa. Marisa eguagliava suo padre in narcisismo, anche se le mancava la vena vendicativa.

    Blake non aveva mai pensato di potersi interessare ai bambini. La sua reputazione di playboy era ampiamente riconosciuta e accettata da tutti tranne da quelle donne che tentavano, senza riuscirci, di cambiarlo. I bambini erano qualcosa che esisteva ed erano carini... a patto che appartenessero a qualcun altro.

    Era però bastato un piacevole pomeriggio trascorso con quella bambina dai soffici riccioli, dai grandi occhi castani e con una vivace curiosità per prenderlo all'amo. Per fortuna, fino a pochi mesi prima, Marisa aveva facilitato i suoi tentativi di restare in contatto con la sorellastra. Blake non avrebbe avuto idea dell'attuale situazione se, due giorni prima, l'ex tata della sorellastra non l'avesse chiamato di punto in bianco con notizie sconvolgenti. Blake aveva preso a nolo un jet privato per recarsi subito a New Orleans.

    Grazie al cielo, possedeva un'eredità al riparo dalla portata del padre. Il dono di sua madre gli aveva permesso di condurre una vita agiata, senza doversi preoccupare del denaro... o dell'opinione di Armand. Il fatto che fosse riuscito a integrare con successo quel reddito interessandosi alla produzione e alla distribuzione di arte, era un extra noto solo a lui.

    «Ho a cuore Abigail» dichiarò Blake. Meglio restare sul semplice piuttosto che fornire al padre munizioni da usare contro di lui. «Qualcuno dovrebbe.»

    «Lei è fragile. La vita la irrobustirà.»

    Il padre gli puntò contro uno sguardo al laser, studiandolo in un modo che gli mise voglia di contorcersi. Ovviamente, resistette a quell'impulso. Aveva superato da tempo il punto in cui avrebbe permesso al padre di guidare le sue azioni. Mostrare segni di debolezza sarebbe stato interpretato come una vittoria.

    «Tuttavia, dal momento che sei qui, potrei prendere in considerazione di dare a te l'incarico.»

    Non era ciò che Blake si aspettava. «Scusa?»

    «L'incarico di badare a lei. Anche se sei tutt'altro che qualificato per occuparti di bambini.»

    Quantomeno, sono disposto a provarci. Blake si limitò a tenere la bocca chiusa e aspettò. Se il padre era disposto a fare marcia indietro, doveva esserci un prezzo da pagare. Tanto valeva aspettare il conto.

    D'improvviso, un lieve sussulto arrivò da dietro una poltrona posta nell'angolo più distante del locale. Lo sguardo di suo padre si puntò subito in quella direzione.

    «Ti avevo detto di restare nella tua camera» gridò, con voce così tonante da obbligare Blake a reprimere una smorfia.

    Una ragazzina sgusciò fuori da dietro la poltrona. Benché fosse cresciuta di qualche centimetro, Blake avrebbe detto che non era cambiata negli ultimi due anni. Aveva gli stessi riccioli castani, anche se adesso erano tutti arruffati. E lo stesso sguardo vulnerabile. Esitò prima di ubbidire, esaminando Blake con quei suoi occhi castani spruzzati di verde, memorizzandone ogni centimetro, come se temesse che non l'avrebbe più rivisto. Blake era in grado di capirla. Suo padre era abbastanza crudele da proibirgli di rivederla se si fosse reso conto di quanto significava per lui.

    Pertanto, nascose i propri sentimenti e salutò Abigail con un sorriso appena abbozzato, facendole cenno di salire di sopra... prima di udire dal padre quale problema lei rappresentasse. Blake era cresciuto con quelle invettive ingiuriose conficcate nel cervello. Non voleva che succedesse anche ad Abigail.

    Quando c'era sua madre, Blake aveva pensato che l'avrebbe protetta dalla durezza dei giudizi di Armand Boudreaux. Adesso non c'era nessuno a proteggerla. La governante, Sherry, era forse in grado di controllare, ma aveva un suo lavoro da svolgere. Sarebbe stata sufficiente?

    Blake non aveva avuto nemmeno quello. Ricordava giornate interminabili, quando non vedeva in pratica nessuno tranne il cuoco, che gli avrebbe preparato un piatto. Godeva di buona salute, però era solo. Tranne quando il padre si interessava a lui, ciò che di solito significava un'ora passata a sbraitare che essere orribile gli era capitato come figlio.

    Blake non poteva permettere che Abigail subisse la stessa sorte. Due anni prima, non dedicava un pensiero alla sua terribile infanzia, tuttavia la situazione di Abigail stava facendo affiorare brutti ricordi.

    Rivolgendosi di nuovo al padre, proseguì come se non fossero stati interrotti. «Stavi dicendo che potrei aiutare a dare una mano con Abigail?» Era una partita all'insegna della cautela.

    «Certo. Ci tieni talmente tanto a lei...» Armand fissò Blake con l'ombra di un sorriso sulle labbra. «Potrebbe fruttarti qualcosa.»

    Oh, accidenti. «Non hai abbastanza denaro?»

    Un'esitazione di qualche secondo procurò a Blake una fitta d'ansia. Il denaro non era mai stato un problema per suo padre, quell'esitazione, però risvegliava qualche dubbio.

    Poi suo padre rispose: «Non di denaro, figliolo. Di libertà».

    Una più che significativa pedina di scambio per Blake. Lo era sempre stata. Non sarebbe finita bene. «Non ti seguo.»

    Armand prese a passeggiare avanti e indietro sul pavimento di marmo, e Blake avvertì un vuoto allo stomaco. Quella era la mossa del padre ogni volta che stava complottando. Decisamente niente di promettente.

    Armand si bloccò, tamburellando con l'indice sul labbro inferiore. «Penso che potrebbe esserci una soluzione a questa situazione, vantaggiosa per tutti e due.»

    Dannazione, no. «So come funziona. Le tue soluzioni sono vantaggiose solo per te.»

    «Dipende da che parte la guardi. Sarebbe decisamente a vantaggio di Abigail. Non è quello che tu dici di volere?»

    «Non ho mai detto niente del genere.»

    «Le tue azioni parlano per te.»

    E lui che credeva di aver mostrato un notevole controllo... Rimanendo in silenzio, avrebbe evitato di scoprirsi ulteriormente. Perciò, tenne la bocca chiusa e lo sguardo incollato sull'uomo che gli stava di fronte.

    «Sì, credo proprio che funzionerà. È da tanto tempo che aspetto questa occasione.» Armand annuì, come a confermare a se stesso quel pensiero. «E tu mi darai esattamente ciò che io voglio.»

    Blake gli voltò le spalle, in preda al panico al pensiero di tornare a essere il ragazzo diciottenne privo di difese contro suo padre. Tuttavia, proprio quando si era convinto che sarebbe uscito dalla porta scomparendo, in cima alle scale ebbe una visione fugace di un groviglio di capelli castani e di leggings rosa.

    Posso forse scegliere?

    Poteva denunciare Armand per negligenza, ma dubitava che avrebbe fatto qualcosa di più che intaccarne la reputazione. Armand aveva troppe conoscenze altolocate perché un'accusa reggesse a lungo. Era probabile che non avrebbero nemmeno allontanato Abigail da quella casa.

    Poteva portarla con sé, ma era probabile che si sarebbe guadagnato un'accusa di rapimento... e lei sarebbe tornata subito sotto lo stesso tetto.

    Gli occorreva più tempo, maggiori risorse... d'altra parte non poteva deludere Abigail, anche se, aiutarla, significava scombussolare la propria vita. Chi l'avrebbe detto che avrebbe scoperto di avere una coscienza?

    Si rivolse al padre. «Cosa vuoi che faccia?»

    Con un sorriso dal quale si capiva che sapeva di averla spuntata, Armand uscì dalla doppia porta che dava nel suo ufficio e ne tornò reggendo in mano un raccoglitore. Blake non osava guardare verso le scale tradendo la presenza di Abigail, anche se era consapevole che era seduta fuori dal campo visivo del padre.

    «In città c'è una donna, Madison Landry. Ha qualcosa che mi appartiene. E che tu recupererai.»

    «Non puoi incaricare un avvocato della faccenda?»

    «È una soluzione che si è rivelata inefficace. È ora di tentare un approccio diverso.»

    Quella rara ammissione di fallimento non aveva precedenti, ciò risvegliò la curiosità di Blake. «Dunque, tu vuoi che io convinca un'ex... cosa, amante?... a restituirti quel qualcosa?» Era ovvio che le vie legali non avevano funzionato, pertanto suo padre non poteva basarsi su un appiglio legittimo.

    Armand fece una smorfia. «Non proprio.» Estrasse una foto dal raccoglitore. «Hai mai sentito parlare del diamante Bielorusso?»

    «No.» I gioielli non rientravano negli interessi di Blake.

    «È un raro diamante azzurro di due carati, donato alla nostra famiglia da un principe russo prima che ci stabilissimo in Louisiana una volta lasciata la Francia. Quando ero giovane e sciocco, l'ho fatto incastonare in un anello di fidanzamento. Per una donna che non meritava niente di così speciale.»

    Diamine, quella era una novità per Blake, mentre studiava la foto di una pietra ovale di un azzurro brillante. «Eri fidanzato prima di incontrare mia madre?»

    «Con la figlia di una famiglia oggi quasi estinta della buona società della Louisiana, Jacqueline Landry. Il fidanzamento è durato meno di un anno.»

    «Lei ti ha piantato?»

    Altrimenti, Armand avrebbe fatto i passi necessari per riavere un oggetto che gli apparteneva.

    Suo padre raddrizzò la schiena, come se quella deduzione l'avesse offeso. Il suo sospiro indicava che non aveva niente di cui vantarsi. «Lei ha preso la sciocca decisione di andarsene e di portare con sé l'anello. Quel diamante appartiene alla nostra famiglia. Spetta a me farne ciò che voglio.»

    Non l'anello? Non si trattava di un gioiello che Armand poteva lasciare in eredità ai figli. La questione era un'altra... Denaro? Orgoglio? Certamente non dopo tutti quegli anni.

    «Allora, non avresti dovuto regalarlo» obiettò Blake.

    «Nel corso degli anni ho spedito diverse lettere pretendendone la restituzione, e mi sono tornate tutte ancora chiuse.»

    «Stando alla mia scarsa esperienza di fidanzamenti rotti, questa è una sua prerogativa.»

    Da come ottenne subito l'attenzione del padre, Blake capì di aver toccato un nervo scoperto.

    «Dannazione, non è il caso di fare del sarcasmo. Voglio quell'anello e l'avrò.» Armand si lisciò i capelli e la giacca con un gesto molto familiare a Blake, che gliel'aveva visto fare spesso dopo le sue sfuriate. Si armò di coraggio mentre veniva pervaso da un'ondata di emozioni

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