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Larissa e il suo viaggio di nozze (eLit)
Larissa e il suo viaggio di nozze (eLit)
Larissa e il suo viaggio di nozze (eLit)
E-book181 pagine2 ore

Larissa e il suo viaggio di nozze (eLit)

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Info su questo ebook

Amiche per sempre 3
Ma che cosa ci faccio io qui in Messico, da sola, quando sarei dovuta essere in compagnia di mio marito. Tom ti odio.
Larissa Boyd non riesce a darsi pace: è voluta partire lo stesso per il suo viaggio di nozze... senza le nozze, visto che il suo ex fidanzato l'ha lasciata per un'altra. Ora, però, la cosa le sembra molto stupida e soprattutto deleteria per il suo umore, già sotto i tacchi.
Carlos Chavez non ha mai visto una donna più bella di Larissa. Sa del matrimonio mancato e non si capacita di come un uomo possa aver lasciato un bocconcino come quello. Ora lei è lì, nel suo resort esclusivo, e vuole il suo viaggio di nozze. Lui sarà ben lieto di accontentarla.
LinguaItaliano
Data di uscita3 mag 2021
ISBN9788830528178
Larissa e il suo viaggio di nozze (eLit)

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    Anteprima del libro

    Larissa e il suo viaggio di nozze (eLit) - Barbara Wallace

    Copertina. «Larissa e il suo viaggio di nozze (Amiche per sempre - Vol. 3)» di Wallace Barbara

    Immagine di copertina:

    BonneChance / iStock / Getty Images Plus

    Depositphotos / tatianastulbo.gmail.com

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Unexpected Honeymoon

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2014 Barbara Wallace

    Traduzione di Laura Polli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-817-8

    Frontespizio. «Larissa e il suo viaggio di nozze (Amiche per sempre - Vol. 3)» di Wallace Barbara

    1

    «Buenos Dias!»

    Da anni operatore nel settore turistico alberghiero, Carlos Garcia Chavez era convinto di avere visto di tutto. Ma nulla lo aveva preparato alla visione della splendida bionda che era comparsa sulla soglia d’ingresso della Presidential Villa, la suite più lussuosa del resort, con un bicchiere di champagne in mano. In prendisole bianco con gonna a palloncino e una splendida aureola di capelli biondo platino che le incorniciava il viso, illuminato da grandi occhi blu, la sconosciuta sembrava uscita da un cinegiornale degli anni Cinquanta. Al punto che, per un istante, Carlos si aspettò che la donna intonasse per lui, con voce vellutata e suadente, Happy Birthday Mr. President.

    Lei invece gli rivolse un sorriso radioso, che gli provocò un’assurda, insolita emozione. Una reazione che lo colse di sorpresa e che credeva che nessuna donna gli potesse più suscitare.

    «Buenas tardes, signora Boyd» rispose, cercando di ignorare il turbamento.

    «Oh, hai ragione... È già pomeriggio qui» replicò Larissa, sorseggiando lo champagne. «Il problema è che sono rimasta al fuso orario di New York. Spero di adeguarmi in fretta.»

    Carlos si trattenne dal puntualizzare che il fuso orario dell’East Coast era almeno un paio d’ore avanti rispetto a quello della costa messicana in cui si trovavano, e che quindi a New York doveva essere quasi sera. Ma il cliente aveva sempre ragione, anche quando sbagliava.

    «Tu sei...»

    «Carlos Garcia Chavez. Sono il general manager qui, alla Joya del Mayan» si presentò.

    «Hai detto general manager? Maledizione... Lo sapevo che era troppo bello per essere vero» mormorò Larissa.

    «Qualche problema?» replicò Carlos, irrigidendosi immediatamente. Gli errori erano il bacio della morte nel settore alberghiero di lusso: significavano pessima pubblicità, recensioni negative. Aveva già abbastanza problemi a tenere sotto controllo ogni dettaglio alla Joya. Preferiva evitare altri guai.

    «No, ma... Voglio dire, la mia amica Delilah ha sposato un milionario e Chloe finirà per fare altrettanto» rispose Larissa, seguendo il filo del proprio ragionamento. «Ma una vacanza qui tutta per me... Forse è troppo» concluse, avvicinandosi al banco del bar.

    «Se desideri un menu personalizzato, non hai che da chiedere» disse Carlos.

    «Non è un po’ tardi per chiedere variazioni al menu di stasera?» ribatté la donna.

    «Niente affatto. Possiamo effettuare variazioni anche all’ultimo minuto per soddisfare le esigenze dei nostri ospiti.»

    «Perché sono quelle della sposa che contano, vero?» Lei scosse il capo. «Auguri di ogni felicità alla sposa!» aggiunse in tono cinico, alzando il bicchiere.

    Quella sera il marito avrebbe avuto filo da torcere per mettere di buon umore la moglie, previde Carlos. A questo proposito, dov’era?

    La signora Boyd aveva prenotato uno dei loro pacchetti nuziali più costosi, ma, secondo il computer, si era registrata da sola. Alla Joya del Mayan raramente c’erano ospiti single. La maggior parte arrivava in coppia, con la famiglia o una nutrita schiera di parenti e amici.

    Solo una sposa infelice sarebbe arrivata lì senza nessuno.

    Smettila, si ordinò Carlos. I problemi personali della signora Boyd non lo riguardavano. Ciò che contava era che trovasse di suo gradimento il soggiorno alla Joya del Mayan.

    «Non sei soddisfatta della suite che ti è stata assegnata?» s’informò.

    «Niente affatto» gli assicurò Larissa. «È tutto esattamente come mi aspettavo.»

    «Mi fa piacere saperlo. Ho curato personalmente tutti i dettagli, seguendo le indicazioni della signora Cartwright» disse Carlos, ricordando la telefonata di una certa Delilah, per raccomandare la sua amica Larissa. «Considera il resort come fosse la tua casa.»

    «Davvero? Wow... Ho davvero delle amiche speciali» dichiarò Larissa in tono piatto, fissando il fondo del bicchiere. Per un attimo i suoi occhi si riempirono di lacrime e Carlos temette che stesse per scoppiare a piangere.

    «Se ricordo bene, la signora Cartwright mi ha detto che ti erano piaciute molto le foto della brochure» disse Carlos, per distrarla.

    Quell’accenno sembrò fare effetto.

    «Dì pure che mi sono innamorata a prima vista di questo posto» replicò Larissa. «Questo luogo è di una bellezza stupefacente... Assolutamente fantastico.»

    «Mi fa piacere che lo apprezzi.»

    «Proprio così» annuì lei. «Come hai detto che ti chiami?»

    «Carlos Garcia Chavez.»

    «Bel nome. Suona bene» commentò, bevendo un altro generoso sorso del suo drink. «Sicuro di non volere prendere qualcosa anche tu?»

    «Affermativo.»

    «Allora perché hai una bottiglia in mano?» gli domandò Larissa.

    Il Cabernet. Distratto dall’arrivo di lei, si era dimenticato la ragione della sua visita...

    «L’impiegato di turno alla reception mi ha detto che hai fatto amicizia con gli Steinberg mentre aspettavi di registrarti» replicò, sperando di nuovo di distrarla.

    «Chi?» mormorò la donna, confusa.

    «La coppia del Massachusetts che proveniva dal Paradiso

    «Ah, sì, Jake e Bridget... Gli ho detto che hanno sbagliato a organizzare la cerimonia nuziale al Paradiso. Ho fatto ricerche su tutte le migliori località in cui trascorrere la luna di miele, ma nessuna si avvicina neppure lontanamente a questa.»

    Considerata la cifra astronomica che la sua famiglia aveva investito per rendere la Joya del Mayan uno dei resort più esclusivi al mondo, Carlos pensò che quel complimento avrebbe dovuto lusingarlo.

    La famiglia Chavez si vantava di essere proprietaria dei villaggi turistici più belli e lussuosi del Messico.

    «A quanto pare il tuo entusiasmo è stato contagioso, perché hanno già prenotato una vacanza per il prossimo anno» la informò.

    «La cosa non mi sorprende affatto» commentò Larissa. «Hanno detto che passavano di qui per caso, ma nessuno fa una passeggiata di quattro chilometri sotto il sole lungo la spiaggia per un semplice capriccio. Inoltre, Bridget aveva quello sguardo, capisci?»

    «Quale sguardo?» domandò Carlos, cercando di seguire il ragionamento di lei. Possibile fosse bastato un bicchiere di champagne per farle perdere la lucidità?

    «Quello di chi ha preso una decisione» lo illuminò Larissa. «Ma ci credi che l’impiegato della reception voleva spedirla via con una brochure?»

    Sì, ci credo, si disse Carlos.

    «Purtroppo non abbiamo ancora assunto una nuova wedding planner» le spiegò. Non occorreva raccontarle anche il modo in cui aveva cercato di rimediare a quel disastro. «Grazie al cielo tu eri lì a parlare in nostro favore. Ci tengo quindi a ringraziarti personalmente» aggiunse, sollevando la bottiglia che aveva in mano. «Cabernet, riserva speciale della Parras Valley.»

    «Vino messicano» annuì Larissa. Fece per afferrare la bottiglia, ma barcollò e Carlos la sorresse prontamente per evitarle di cadere.

    «Mi piace il Messico» aggiunse la donna in tono vellutato, aggrappandosi a lui.

    «Bene» commentò l’uomo, mettendo da parte la bottiglia per evitare che potesse finire in frantumi. «La conserverò in modo che tu e tuo marito possiate brindare a una vita lunga e felice insieme.»

    «Ben detto, Carlos... Sfortunatamente il mio ex ha deciso di trascorrere la vita insieme a un’altra, e non mi va affatto di brindare alla loro felicità.»

    «Come dici?» le domandò, sorpreso. Larissa Boyd non aveva scelto un soggiorno alla Joya del Mayan per il viaggio di nozze?

    «Tom, il mio ex fidanzato, ha deciso di sposare un’altra donna» gli spiegò in tono piatto.

    Non c’era quindi da meravigliarsi che lei stesse bevendo per dimenticare il dispiacere, concluse Carlos, provando un guizzo di compassione per la bionda.

    «Mi dispiace. Sei arrivata da sola, quindi» dedusse.

    «Luna di miele da single» annuì Larissa, alzando di nuovo il bicchiere in un silenzioso, tragico brindisi. «E sai cosa mi ha detto quell’idiota di Tom?»

    «Non ne ho idea.»

    «Ha detto che mi importava più di sposarmi che di lui. Ci credi?»

    «Mi spiace» ripeté Carlos. Che altro avrebbe potuto dire?

    «Anche a me» convenne lei, svincolandosi dal suo appoggio. «Come se il desiderio di sposarsi fosse un crimine federale... L’unico giorno della tua vita in cui ti senti speciale.»

    Difficile credere che una donna giovane e bella come Larissa Boyd avesse bisogno di un giorno specifico per sentirsi speciale, pensò Carlos. Tuttavia, sapeva per esperienza che c’erano donne che avevano bisogno di essere costantemente rassicurate, nonostante la loro avvenenza. Forse quella donna apparteneva a quella categoria.

    «Inoltre, se Tom si sentiva così a disagio con me, perché non me lo ha detto prima? Avrebbe potuto dirmi Larissa, non voglio un matrimonio in grande stile... E invece noooo... Per più di un anno ha lasciato che organizzassi l’evento come volevo, mentre lui era impegnato a dialogare con un’altra, per poi venirmi a dire che sono fissata con i matrimoni.» Scosse il capo, con espressione disgustata. «E poi, che significa dialogare? Solo perché io non metto in piazza i miei sentimenti non significa che non ne abbia. Devi sapere che io ho molti pensieri profondi» aggiunse, con ironica serietà.

    «Ne sono sicuro» la assecondò Carlos.

    «Sì, migliaia di pensieri profondi... Più di quanti Tom possa immaginare» insistette Larissa, voltandogli le spalle e dirigendosi verso la veranda.

    Poteva lasciarla andare, pensò Carlos. Permetterle di crogiolarsi nella sua sbronza in pace. Ma qualcosa lo spinse a seguirla sulla terrazza, dalla quale si godeva una meravigliosa vista del palmeto e della jungla che circondava il resort.

    «Avrei dovuto ascoltare di più Tom» mormorò lei, con profondo rimpianto.

    «Sono sicuro che lo hai fatto» cercò di consolarla Carlos, raggiungendola vicino al parapetto della veranda. Era proprio quel panorama sulla splendida laguna color turchese che aveva reso famoso in tutto il mondo la Joya del Mayan. A quell’ora gli aironi cominciavano a cercare un nascondiglio notturno fra le mangrovie e i loro richiami echeggiavano per tutta la baia. La risacca lambiva le radici delle palme, creando un sottofondo ipnotico e rilassante.

    Il bicchiere di champagne ondeggiò fra le dita di lei e Carlos si chiese se fosse il caso di toglierglielo di mano, per evitare che cadesse in acqua.

    «Sei sposato, señor Carlos?» gli domandò Larissa, distraendolo.

    La parola gli venne alla mente spontanea.

    «Non più» rispose.

    «Divorziato?»

    «Vedovo» precisò Carlos.

    «Oh...» Un’ombra di compassione velò lo sguardo di lei. «Mi spiace.»

    «È successo parecchi anni fa» le disse.

    «Quindi i miei problemi ti sembreranno sciocchi» asserì Larissa.

    Quella dichiarazione lo sorprese: di solito le persone si rilassavano quando rivelava loro che non si trattava di un lutto recente. Come se il passare del tempo potesse diminuire la sofferenza. Dal suo tono tranquillo giudicavano che si fosse rassegnato. Ma sentire Larissa esprimergli tutta la sua compassione, come se si trattasse di un fatto avvenuto da poco, gli provocò una strana emozione.

    «Si soffre anche a essere abbandonati» le disse.

    «Ma si soffre ancora di più a perdere la persona che si ama» insistette lei. «Quindi i miei problemi sono sciocchi, molto più sciocchi rispetto ai tuoi.»

    Il discorso stava prendendo una brutta piega. L’autocommiserazione, amplificata dagli effetti dell’alcol, poteva essere molto pericolosa, pensò Carlos, sentendo risuonare nel cervello una sirena d’allarme.

    «Che ne dici di tornare in salotto?» le propose. «Ti servirò un caffè o dell’acqua.»

    «Non voglio acqua» rispose Larissa. Ciò nonostante si allontanò dal parapetto della veranda. «Voglio dell’altro champagne.»

    «È meglio che...»

    Inaspettatamente lei alzò una mano e gliela posò su una guancia. «Mi spiace per la tua perdita» ripeté, con intensità del tutto insolita, considerato il suo stato di ebbrezza.

    Oltre a quelle parole gentili, Carlos lesse nell’espressione della donna altre emozioni: tristezza; solitudine.

    Qualcosa gli andò dritto al cuore e lo rese consapevole di essere da solo con una donna bellissima e vulnerabile, in cerca di conforto. «E io sono spiacente per la tua... Ma sono sicuro che il nostro staff sarà in grado di soddisfare tutte le tue esigenze» le disse. Nel dubbio, mantenere un atteggiamento professionale. Quella regola gli aveva sempre reso un buon servizio.

    «Sei molto dolce e gentile» dichiarò Larissa.

    No, non lo era più da almeno cinque anni, pensò Carlos.

    Dopo averla convinta a rientrare in salotto, chiuse a chiave la porta della veranda. Con un po’ di fortuna, lei si sarebbe presto raggomitolata su uno dei divani e addormentata. A buon conto, comunque, avrebbe avvertito la vigilanza e il personale addetto al servizio e al catering della suite di sorvegliare attentamente la Presidential

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