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Il mistero dei dodici portici: La nuova indagine di Stella Spada
Il mistero dei dodici portici: La nuova indagine di Stella Spada
Il mistero dei dodici portici: La nuova indagine di Stella Spada
E-book142 pagine1 ora

Il mistero dei dodici portici: La nuova indagine di Stella Spada

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Info su questo ebook

12 sono i portici di Bologna patrimonio dell’umanità Unesco, i più belli e ricchi di storia di tutta la città. Sono portici costruiti in epoche diverse, legati ai palazzi nobiliari, alle piazze che abbracciano, al quartiere dove sorgono. I portici, amati dai bolognesi che senza di loro non sanno stare, di certo sono rappresentativi di Bologna al pari dei Tortellini, delle Due Torri e dell’Università. 
Altrettanto rappresentativa di Bologna è l’investigatrice privata Stella Spada, unica e senza rivali, che dal suo studio di via dell’Inferno indaga sui casi che le vengono affidati, a patto che siano tutti nel centro di Bologna o poco distante. 
In questo romanzo breve, un caso molto speciale la obbliga ad una corsa contro il tempo dall’uno all’altro dei 12 portici candidati dall’Unesco* per ritrovare Filippo, il cane della vicina rapito da un misterioso personaggio che le lascia indizi in rima. Riuscirà Stella a ritrovare l’amato sanbernardo? Scoprirà e punirà il crudele rapitore? Non resta che leggere il romanzo, e tuffarsi assieme a Stella in un rocambolesco viaggio sotto i portici di Bologna.
LinguaItaliano
Data di uscita1 gen 2022
ISBN9788868104566
Il mistero dei dodici portici: La nuova indagine di Stella Spada

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    Anteprima del libro

    Il mistero dei dodici portici - Lorena Lusetti

    cover.jpg

    Lorena Lusetti

    IL MISTERO DEI DODICI PORTICI

    La nuova indagine di Stella Spada

    Prima Edizione Ebook 2022 © Damster Edizioni, Modena

    ISBN: 9788868104566

    Immagine di copertina su licenza

    Adobestock.com

    Damster Edizioni è un marchio editoriale

    Edizioni del Loggione S.r.l.

    Via Piave 60 - 41121 Modena

    http://www.damster.it e-mail: damster@damster.it

    catalogo su

    www.librisumisura.com

    img1.png

    Lorena Lusetti

    IL MISTERO DEI DODICI PORTICI

    La nuova indagine di Stella Spada

    Romanzo

    INDICE

    Agenzia Investigativa Spada Via dell’Inferno, Bologna

    Portico del Treno zona Barca (dal 1986 quartiere Reno)

    Portico della Certosa (dal Meloncello all’ingresso del cimitero))

    Portico da Porta Saragozza  fino al Santuario della Madonna di San Luca

    Strada porticata di via Santa Caterina

    Edificio porticato del Mambo

    Portico via Galliera – via Manzoni

    Portici commerciali del Pavaglione (via dell’Archiginnasio) e P.zza Maggiore

    Portico tra piazza Cavour e via Farini

    Portici trionfali di Strada Maggiore  (chiesa dei Servi)

    Portici del Baraccano

    Portici di piazza S. Stefano

    Portico di via Zamboni

    Via dell’Inferno, ghetto ebraico

    Elenco portici Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO

    Strada porticata di via Santa Caterina

    Portici di piazza S. Stefano

    Portici del Baraccano

    Portico da Porta Saragozza  fino al Santuario della Madonna di San Luca

    Portico via Galliera – via Manzoni

    Portici commerciali del Pavaglione  (via dell’Archiginnasio) e P.zza Maggiore

    Portico del Treno zona Barca (dal 1986 quartiere Reno)

    Edificio porticato del MAMBO  (Museo d’Arte Moderna di Bologna)

    Portici trionfali di Strada Maggiore  (chiesa dei Servi)

    Portico tra piazza Cavour e via Farini

    Portico di via Zamboni

    Portico della Certosa  (dal Meloncello all’ingresso della Certosa)

    Bibliografia

    L’AUTRICE

    CATALOGO

    Agenzia Investigativa Spada

    Via dell’Inferno, Bologna

    Una giornata autunnale come tante, una striscia di cielo grigio incombe su via dell’Inferno, l’umidità entra dalle fessure dei vecchi infissi della finestra del mio studio. È una di quelle giornate in cui ti senti incline alla malinconia, l’abbracci come una vecchia coperta e rifuggi ogni contatto per crogiolarti nel torpore dei ricordi.

    Mi chiamo Stella Spada, sono un’investigatrice privata, il mio studio è in via Dell’Inferno, nel cuore di Bologna, nell’antico Ghetto Ebraico. C’è scritto anche in una targa in ottone posta fuori dalla porta d’ingresso, sul vicolo, che Alda lucida con cura tutte le mattine: Agenzia Investigativa Spada. L’ho messa da poco, ma devo ammettere che è stata una buona idea. Chi ha bisogno di me di solito mi contatta attraverso un sito internet, ma anche la targa mi ha fruttato qualche cliente. Brilla nel vicolo poco illuminato attirando l’attenzione dei passanti.

    Tutto merito dell’Alda. Lei abita al piano di sotto, e posso dire che è la mia sola amica. Alda è una signora anziana che mi tiene in ordine l’ufficio, mi prepara da mangiare, mi sprona a lavorare quando mi lascio un po’ andare. Vive da sola con un cane sanbernardo di enormi dimensioni di nome Filippo. Si potrebbe definire una signora un po’ eccentrica, ama riempirsi di monili tintinnanti, indossa parrucche colorate, si trucca eccessivamente. Quando andiamo al bar assieme sento gli sguardi dei curiosi su di noi, e qualche risolino, non so mai se rivolti a lei o a me. Anch’io sono una persona non propriamente nella norma, però cerco di passare inosservata, devo farlo per il mio lavoro.

    Ogni mattina Alda sale per le pulizie e per portarmi la colazione. Puntuale come una cambiale alle otto infila la chiave nella toppa, appena apre uno spiraglio Filippo si insinua, galoppa nel corridoio graffiandomi il parquet, ruzzola nel mio studio come una valanga di pelo e bava e mi salta addosso con le sue zampe da orso leccandomi la faccia in uno slancio di affetto. Di solito mi ancoro alla sedia per non cadere e urlo all’Alda di richiamare il bestione. Il solo pensiero mi fa sorridere, cosa farei senza Alda e senza Filippo? Non posso nemmeno immaginare la mia vita senza la loro ingombrante e inopportuna presenza.

    E infatti, mentre sono immersa in questi inutili pensieri, sento la chiave girare nella serratura e la porta che si apre. Mi avvinghio ai braccioli della sedia, mi puntello con i piedi alla scrivania e aspetto l’assalto di Filippo. Che strano però, non sento graffi sul parquet né rumore di mobili urtati sbandando in curva, sento solo un ciabattio di pantofole affrettato e un mugolio che si avvicina. Rimango ancorata ugualmente trattenendo il respiro. C’è troppo silenzio e questo non va bene, non va affatto bene.

    I miei timori si concretizzano all’apparire di Alda sulla porta dello studio. È in lacrime, si tampona la bocca con un fazzoletto, il pesante trucco intorno agli occhi è colato dandole l’aspetto di un vecchio panda, la parrucca bionda stile Raffaella Carrà le pende triste da un lato. È una visione troppo forte persino per me che ne ho viste tante nella mia carriera di investigatrice, provo a dire qualcosa ma mi esce solo uno sfiato, intanto però ho ripreso a respirare.

    — Alda! Ma cos’è successo?

    Alda non mi risponde, continua a rimanere in piedi mugolando. Mi avvicino e la prendo delicatamente per le spalle accompagnandola fino al divanetto, lei si lascia condurre docilmente. Ci sediamo entrambe, sotto le mie dita sento le sue spalle ossute sussultare per i singhiozzi. Però qualcosa mi deve dire, non posso aspettare in eterno per sapere cosa le è capitato.

    — Alda cara, qualcuno ti ha aggredita? Ti hanno insultata? Hai perso la dentiera? Voglio aiutarti, lo sai che farei qualunque cosa per te, però mi devi dare almeno un indizio.

    — …ippo …ato

    — Un calippo annegato?

    Scuote la testa.

    — Un inghippo educato?

    — Ma insomma Stella, possibile che non capisci? Poi dicono che sono sorda io. Filippo è stato rubato.

    La guardo bene negli occhi per capire se mi sta prendendo in giro, ma la sua disperazione sembra sincera. Comunque non posso evitare di mettermi a ridere, non so se per il sollievo o per una reazione nervosa.

    — Ma che ti ridi Stella, cosa ridi boia d’un mond leder, hanno rapito Filippo, l’hai capito o no?

    — Alda, ascoltami, mi sembra abbastanza improbabile che qualcuno si accolli un vecchio cane come Filippo, un sanbernardo ingombrante e disubbidiente come lui. Ma nemmeno se paghi qualcuno per prenderselo. E dove te lo avrebbero rubato?

    — Ero entrata nel negozio del salumiere per comperare della mortadella, l’ho lasciato fuori dalla porta legato al palo del divieto di sosta e quando sono uscita non c’era più.

    E giù altre lacrime copiose, seguite dal tintinnio delle collane sui sobbalzi del petto ossuto.

    — Ma no, ma cosa vai a pensare? Si sarà liberato e sarà andato a correre dietro ai piccioni, lo sai che ha la fissa per quei volatili, quando vede un piccione non ragiona più e parte all’inseguimento. Ora scendiamo e lo andiamo a cercare, vedrai che lo troviamo qui intorno, scommetto che non è nemmeno uscito dal ghetto.

    Alda smette di piangere e mi guarda con l’aria della maestra che non sa più come far capire all’alunno somaro che due più due fa quattro. Si fruga nelle tasche e tira fuori un biglietto sgualcito e me lo porge. Lo afferro per riflesso condizionato tenendolo con due dita.

    — Cos’è questo schifo, è tutto bagnato.

    — Non è colpa mia se mentre lo leggevo stavo piangendo, leggi, leggi cosa c’è scritto.

    Non è un’impresa facile, le lacrime di Alda hanno cancellato alcune lettere. Faccio del mio meglio.

    — Dunque, questa mi pare una U, e se non sbaglio qui in fondo ci deve essere un’altra parola che però non si vede bene, ma dove hai preso questo foglio?

    — Stava legato al palo con il

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