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Innamorarsi in un battito: Harmony Collezione
Innamorarsi in un battito: Harmony Collezione
Innamorarsi in un battito: Harmony Collezione
E-book146 pagine2 ore

Innamorarsi in un battito: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Katie Andrews è preoccupata. Il suo orologio biologico corre veloce, e se non le succederà qualcosa di sconvolgente al più presto dovrà dire addio al sogno di avere un figlio e crearsi una famiglia. Ma ecco che, un giorno, sulla soglia del bar in cui lavora vede materializzarsi la risposta a tutti i suoi desideri: Jeremiah Gunn, l'uomo più sexy che abbia mai incontrato. Katie è pronta a sedurlo, a ogni costo. Non importa quanto potrà sembrargli ridicola: un rifiuto non è contemplato. Quando alla fine gli rivela perché desidera passare la notte con lui, Jeremiah la sorprende non solo accettando la sua proposta, ma andando ben oltre le aspettative.

LinguaItaliano
Data di uscita11 ago 2014
ISBN9788858924747
Innamorarsi in un battito: Harmony Collezione
Autore

Kathie DeNosky

Inizia la sua giornata lavorativa alle due di mattina, in modo da poter scrivere in tutta tranquillità prima che il resto della famiglia si alzi.

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    Anteprima del libro

    Innamorarsi in un battito - Kathie DeNosky

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Baby at His Convenience

    Silhouette Desire

    © 2004 Kathie DeNosky

    Traduzione di Olimpia Medici

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-474-7

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Mentre Katie Andrews usciva dalla clinica di Dixie Ridge nel chiaro sole di giugno, nelle orecchie continuavano a riecheggiarle le parole gentili con cui il dottor Braden l’aveva messa in guardia.

    «Con tutti i casi di menopausa precoce che hai avuto in famiglia, potrebbe non restarti molto tempo, Katie. Se vuoi avere un figlio ti conviene pensarci al più presto.»

    A trentaquattro anni la maggior parte delle donne vedeva la menopausa come un evento ancora molto lontano. Sfortunatamente per Katie non era così. Tutte le sue parenti avevano avvertito i primi sintomi della menopausa intorno ai trentasei anni e dopo i quaranta nessuna aveva più potuto sperare di avere figli.

    Katie si morse il labbro inferiore per evitare che si mettesse a tremare. Forse per lei era già troppo tardi. Sua sorella Carol Ann e il marito avevano aspettato fino ai trentacinque anni e perché lei riuscisse a restare incinta avevano dovuto fare ricorso alla fecondazione assistita. Il risultato era stato un parto quadrigemellare.

    Fece un respiro profondo e improvvisamente si sentì rabbrividire. Anche se le sarebbe piaciuto avere più di un figlio, avrebbe preferito partorirne uno alla volta. Per la povera Carol Ann l’impegno richiesto dalla cura di quattro bambini era stato così grande che i suoi genitori si erano dovuti trasferire in California per darle una mano, lasciando a Katie la gestione del Blue Bird Café.

    Diede un’occhiata all’orologio e infilò in borsa il prospetto informativo che le aveva dato il dottor Braden. La sua voglia di maternità avrebbe dovuto aspettare fino all’orario di chiusura del bar.

    Adesso doveva andare al Blue Bird. Se non fosse ritornata per il pienone dell’ora di pranzo Helen McKinney l’avrebbe piantata in asso e i suoi genitori non l’avrebbero mai perdonata di avere perso la migliore cuoca da tavola calda del Tennessee orientale.

    Sentì avvicinarsi il rombo di un motore e proprio mentre stava per attraversare la strada, una grossa Harley Davidson rossa e nera entrò nel parcheggio di fronte al Blue Bird. Katie attraversò di corsa e l’uomo alla guida della moto le fece un cenno di saluto. Poi spense il motore e si tolse gli occhiali a specchio, senza che lei riuscisse a capire se la stesse guardando o meno.

    Del resto si comportava sempre in modo imperscrutabile. Da quando era arrivato in città, due mesi prima, Jeremiah Gunn aveva fatto amicizia solo con Harv Jenkins. Di lui si sapeva solo che si era trasferito nella vecchia casa di Granny Applegate a Piney Knob e che ogni giorno scendeva in città per mangiare e parlare di pesca alla mosca con Harv. Insomma, era uno che stava sulle sue.

    Inaspettatamente, quando Katie fece per entrare nel bar, si sentì sfiorare dal braccio muscoloso dell’uomo che, con un gesto deciso, afferrò la maniglia e le tenne aperta la porta. Katie si lanciò un’occhiata alle spalle e deglutì rumorosamente.

    Era la prima volta che si trovava così vicina al misterioso signor Gunn e le sembrava strano dovere piegare la testa verso l’alto per incontrare il suo sguardo. A una donna alta poco meno di un metro e ottanta non capitava molto spesso.

    Mentre si girava, lo sfiorò con la spalla e quel semplice contatto le fece venire la pelle d’oca. «Grazie, signor Gunn» balbettò, senza capire cosa la facesse sentire così agitata.

    «Mi chiamo Jeremiah.» Anche se in quella voce baritonale non c’era la minima traccia di emozione, Katie sentì il cuore batterle all’impazzata.

    Entrò di corsa nel caffè. Forse stava diventando pazza, ma aveva l’impressione che la semplice vicinanza di quell’uomo le avesse fatto tremare le ginocchia.

    «Era ora che ti facessi vedere» le urlò Helen McKinney da dietro il bancone. «Non riuscivo a stare dietro alle ordinazioni.»

    «Scusa.» Katie appoggiò la borsa per terra e si infilò il grembiule. «Il dottore era un po’ in ritardo.»

    L’espressione irritata di Helen si fece improvvisamente preoccupata. «Tutto a posto?»

    Katie annuì. «Era solo la visita di controllo annuale. A parte i miei venti chili di sovrappeso, sono sana come un pesce.»

    Helen scosse la testa e versò della salsa bianca su un piatto con una bistecca e del purè. «Io non presto nessuna attenzione alle tabelle peso-altezza. Non so chi le faccia, ma sono sicura che non è gente che vive nel mondo reale. Se quei calcoli fossero esatti, io dovrei sembrare una cornacchia malnutrita. Questo è per Harv» proseguì, passando il piatto a Katie. «Tutti gli altri sono a posto. Manca solo l’ordinazione dell’uomo del silenzio laggiù. Quello che parla di pesca alla mosca con Harv.»

    Katie annuì, mise il piatto su un vassoio e afferrò il blocchetto degli ordini e una penna. «Di solito Jeremiah prende il piatto del giorno.»

    «Jeremiah?» Helen sollevò un sopracciglio e la fissò con aria interrogativa. «Mi sono persa qualcosa? Da quand’è che sei entrata in confidenza con quello lì?»

    «Non ci sono entrata in confidenza» chiarì Katie, cercando di parlare sottovoce. «Il fatto è che viene qui da quasi due mesi e non mi sembra giusto continuare a chiamarlo l’uomo del silenzio.»

    «Katie Andrews, se non ti conoscessi bene direi che ti sei presa una cotta per lui.»

    «Piantala, Helen» la zittì quasi infastidita. Perché aveva l’impressione di essere stata punta sul vivo? «Sono troppo vecchia per cose di questo genere.»

    La cuoca sospirò e fece un sorrisino. «Sei una donna e hai ancora del sangue nelle vene, giusto?» Prima che Katie potesse risponderle aggiunse: «E poi ti confesso che se non fossi sposata ci farei un pensierino anch’io».

    Katie lanciò all’amica un debole sorriso. «Non perdiamo altro tempo. C’è un bar pieno di clienti che aspettano di mangiare.»

    «Ma come siamo suscettibili oggi!» esclamò Helen ridendo.

    «Dovresti fare volare un po’ meno la fantasia» rispose, dirigendosi decisa verso il tavolo di Harv. «E adesso rimettiti al lavoro.»

    La cristallina risata di Helen la seguì per tutta la lunghezza della sala. La cuoca non aveva creduto neanche per un attimo che Jeremiah Gunn la lasciasse indifferente. Ma quello che la disturbava di più era che non riusciva a convincersene nemmeno lei.

    Harv Jenkins stava sproloquiando sui vantaggi di praticare la pesca alla mosca nei ruscelli che confluivano nel Piney River, ma Jeremiah non gli prestava alcuna attenzione. Era troppo impegnato a capire cosa gli stesse succedendo.

    Negli ultimi due mesi era venuto in città tutti i giorni con la sua fiammante Harley Davidson per pranzare al Blue Bird Café. E ogni volta la cameriera che tutti chiamavano Katie aveva preso la sua ordinazione.

    Ma quel giorno, quando le aveva tenuto la porta aperta per farla entrare, era come se l’avesse vista per la prima volta. L’aveva osservata muoversi intorno al bancone, parlare con la cuoca, servire gli altri clienti e doveva ammettere che era davvero una bella donna.

    Ma perché non l’aveva notata prima? Come aveva potuto non accorgersi dei suoi bellissimi occhi azzurri o dei lunghi capelli che le ricadevano sulle spalle come morbida seta color nocciola?

    «Hai capito quello che ti ho detto, ragazzo?» chiese Harv con tono impaziente. «Il Piney River va bene per i pesci gatto, ma se voglio pescare delle buone trote preferisco i ruscelli come quello dietro casa tua.»

    «Non è casa mia» precisò Jeremiah, cercando di concentrarsi sulle parole del vecchio seduto di fronte a lui. «L’ho presa in affitto solo per alcuni mesi.»

    Harv sorrise. «Lo sai? È da un pezzo che Ray Applegate cerca di vendere la vecchia casa di sua nonna.»

    Jeremiah capì subito dove voleva andare a parare. «Lo so. Me l’ha detto quando gli ho chiesto di affittarmela.»

    «Alla fine, hai deciso quanto ti fermerai a Piney Knob?»

    Nell’ultimo mese Harv gli aveva fatto quella domanda qualche migliaio di volte. E la sua risposta era sempre stata la stessa: «Non ne ho proprio la più pallida idea. Vado avanti così, giorno per giorno, e cerco piano piano di abituarmi alla mia nuova vita da civile».

    «Quanto sei stato nei marine?»

    «Diciannove anni.»

    Jeremiah non era ancora riuscito ad accettare completamente che la sua carriera militare fosse finita così presto. Se la missione in cui era impegnato qualche mese prima non si fosse conclusa con un ginocchio rotto, sarebbe stato ancora a strillare ordini in mezzo ai suoi uomini e non in quel bar sperduto, costretto a riflettere su cosa fare della propria la vita.

    «Eccoti il pranzo, Harv» disse Katie, posando il piatto sul tavolo. Poi si girò e gli sorrise. «Cosa ti porto oggi... Jeremiah?»

    Lui deglutì rumorosamente. Era come se gli avessero dato un pugno nello stomaco. Quella ragazza aveva uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto e sentire il proprio nome pronunciato in un tono così morbido e suadente gli aveva provocato un brivido.

    Si schiarì la voce e finalmente riuscì a muovere le labbra che sembravano paralizzate. «Il piatto del giorno va benissimo.»

    «Un pollo con gnocchetti, piselli e pomodori freschi in arrivo» confermò Katie, facendo uno scarabocchio sul blocchetto delle ordinazioni. «E da bere cosa ti porto?»

    «Tè freddo.» Non la disturbò oltre precisando che lo voleva zuccherato, tanto a Dixie Ridge lo servivano solo così.

    «Sarà pronto in pochi minuti.» Katie si infilò il quadernetto

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