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La casa dei segreti: Harmony Collezione
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La casa dei segreti: Harmony Collezione
E-book163 pagine2 ore

La casa dei segreti: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

D'accordo, lei è un'antiquaria e non un poliziotto, ma non bisogna essere il Tenente Colombo per capire che nella famiglia di Brodie Todd, da cui lei è stata assunta per ristrutturare Fair Heavens, aleggiano dei misteri inquietanti. Chey Simmons impiegherebbe cinque minuti a fare le valigie e andarsene, ma questa volta è diverso, perché tra lei e Brodie è esploso un amore travolgente e impossibile: in una stanza di quella casa, infatti, c'è una donna che...

LinguaItaliano
Data di uscita11 gen 2016
ISBN9788858943991
La casa dei segreti: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    La casa dei segreti - Arlene James

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Her Secret Affair

    Silhouette Special Edition

    © 2001 Deborah Rather

    Traduzione di Maria Caterina Mortillaro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-399-1

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Chey guardò l’imponente portone della villa, poi os servò la lettera che stringeva nella mano destra. Una parte di lei avrebbe voluto respingere l’invito dell’arrogante proprietario. Tuttavia erano anni che desiderava mettere le mani sopra una residenza centenaria come Fair Heavens per ristrutturarla. Accettare un simile incarico, infatti, le avrebbe fatto fare un salto notevole nella carriera, per non parlare del compenso.

    Dopo cinque anni di duro lavoro, finalmente, Chez Chey, l’elegante negozietto di antiquariato nel Quartie re Francese dove aveva stabilito il suo studio di architetto, aveva conquistato rispetto e prestigio. A conferma di questo, appena una settimana prima Chey aveva ricevuto un importante riconoscimento alla sua competenza professionale: era stata invitata da un gruppo di esperti a parlare a una conferenza sulla New Orleans storica.

    Era stato proprio lì che aveva conosciuto la nonna di Brodie Todd, ricchissimo proprietario della nota Agenzia di viaggi BMT, nonché di Fair Heavens.

    Si diceva che Todd fosse un eccentrico playboy che dirigeva i suoi affari dalla propria camera da letto, tra un impegno mondano e l’altro. Di una cosa, però, era sicura: quell’uomo aveva ben poca considerazione per gli altri. La breve lettera che le aveva inviato indicava in modo perentorio luogo e data dell’appuntamento.

    Occuparsi del restauro di Fair Heavens, comunque, rappresentava per lei l’avverarsi di un sogno. La villa, costruita prima della Guerra Civile, aveva un ampio porticato con una scalinata semicircolare.

    La casa era stata trascurata dal precedente proprietario ma, nonostante ciò, aveva un’aria solida. Chey sperava che il nuovo padrone non avesse intenzione di alterare la struttura originale. Parcheggiò la macchina e si avviò verso il porticato.

    Per questo incontro aveva scelto un tailleur rosa pallido. Con i lunghi capelli biondi raccolti e il trucco impeccabile ma leggero era la perfetta immagine della donna d’affari.

    Una piccola campana di ottone pendeva appesa a un supporto di ferro battuto. Chey la tirò con forza e ne sentì echeggiare il suono nella grande casa.

    La porta fu aperta da una donna minuta, dall’aria energica e fragile allo stesso tempo.

    «Signorina Simmons? Sono Kate, la governante. Vuole accomodarsi?»

    Dopo avere attraversato l’ampio ingresso da cui si snodava un elegante scalone, entrarono nella veranda sul retro. Le venne incontro una donna dal viso aristocratico e dai capelli d’argento, alta e snella.

    «Benvenuta, signorina Simmons. O posso chiamarla Chey?»

    «Ma certo, signora Todd. Piacere di rivederla.»

    «In tal caso la prego di chiamarmi Viola. Voglio presentarle mio nipote e il mio pronipotino.»

    Dal giardino proveniva la voce sottile di un bambino. «Bagnami, papà! Bagnami!»

    Viola si bloccò. «Seth, non farlo!» gridò.

    Nello stesso istante una profonda voce maschile fece eco a quel grido. «Stai attento! Ti farai...»

    Troppo tardi. Si sentì un rumore, cui seguì il pianto del piccolo.

    «Lo sapevo che ti saresti fatto male. Fammi vedere il dito.»

    I lamenti erano già diminuiti quando Chey raggiunse Viola. Il padre del bambino, infatti, si era inginocchiato per terra e consolava il figlio tenendolo tra le braccia.

    «Non è niente, non sanguina nemmeno. Ecco, con un bacino e un po’ di marmellata della nonna guarirà subito.»

    «Nonna, davvero posso mettere il dito nel vaso della marmellata?»

    «Certo, tesoro, ma adesso andiamo e lasciamo parlare papà con questa signorina.»

    Chey si girò a guardare l’uomo e rimase a bocca aperta.

    Era alto e atletico. I muscoli messi in evidenza dai pantaloncini corti e dalla maglietta aderente, la lasciarono senza fiato. Gli occhi azzurro chiaro contrastavano con i capelli nerissimi. Baffi curati e una corta barba incorniciavano la bocca sensuale. I lineamenti parevano scolpiti ed erano d’una bellezza decisamente virile.

    Ma forse, ciò che l’aveva colpita di più era stato lo sguardo di apprezzamento che le aveva rivolto, percorrendole tutto il corpo prima di soffermarsi sorridendo sul viso.

    Chey si accorse che il suo battito era improvvisamente accelerato e non poté impedire alla propria fantasia di soffermarsi su Brodie Todd. Dapprima lo immaginò in un elegante completo da sera. Poi sdraiato a letto, assonnato... Spaventata dall’audacia dei propri pensieri, indietreggiò di un passo.

    Lui le rivolse un sorriso pigro e compiaciuto, come se avesse letto nella sua mente e la sfidasse.

    Chey si sentì prendere dal panico. Il suo primo impulso fu di girarsi e fuggire in tutta fretta, incurante del lavoro, del progetto e di qualsiasi altra cosa.

    In quello stesso istante, però, lui avanzò verso di lei e Chey non fu più padrona della propria volontà.

    Le prese la mano e la tenne tra le sue, A quel contatto, una scossa le percorse tutto il braccio.

    «Brodie Todd» disse con voce bassa e sensuale. «Lei deve essere Chey Simmons. Che nome interessante Chey!»

    «Veramente, il nome completo è Mary Chey» precisò lei.

    «Tutti mi hanno parlato del suo grande talento, ma nessuno si è preoccupato di dirmi che era anche molto bella.»

    Chey riuscì appena a mormorare un grazie. Poi lui la guidò a un piccolo tavolo rotondo, la fece sedere su una sedia da giardino e le offrì del caffè.

    Viola, nel frattempo, stava porgendo un vasetto di marmellata di fragole al pronipotino che vi immerse la manina.

    Brodie si sedette. «Come lo vuole?» chiese.

    Chey lo guardò con aria interrogativa.

    «Il caffè. Come lo vuole?»

    «Oh, nero.»

    Brodie era perfettamente consapevole della sua confusione e ne sembrava divertito.

    «Le piace la nostra piscina?» chiese Viola.

    Chey sussultò e si guardò intorno con aria colpevole. Oltre la vetrata della veranda c’era la piscina, fiancheggiata da quattro fontane greche. A ognuna delle due estremità era stato costruito un gazebo.

    Nessun trampolino e nessuna sedia a sdraio colorata ne deturpavano la raffinata eleganza.

    «È veramente straordinaria!». Si sentì rassicurata dal buon gusto del padrone di casa, questo avrebbe reso meno difficile il suo lavoro di restauro.

    Brodie le rivolse un sorriso smagliante. «Assaggi uno di questi dolci all’ananas, sono una specialità di Marcel, il nostro chef, e si offenderebbe se non li provasse» le suggerì. «Potrei mangiarne un piatto intero» aggiunse. «E lo farò se qualche anima buona non lo farà al posto mio.»

    «In tal caso non le dispiacerà se ne prendo un altro» rispose Chey con un sorriso.

    Lui rise. «Mi piacciono le donne di buon appetito.»

    «Se una donna mangiasse quanto te, dovrebbe faticare come fai tu con quegli orribili attrezzi da ginnastica» replicò subito la nonna. «Non capisco che gusto ci sia a sudare tanto. Basterebbe mangiare di meno.»

    «La nonna è la regina dell’autocontrollo, non vuole nemmeno assaggiare i dolci di Marcel.»

    «Certo che non li assaggio, come non intendo provare la cocaina o il tabacco o nessun’altra cosa pericolosa per la mia salute.»

    «La lista delle cose pericolose, però, non include il liquore alla menta» precisò Brodie con tono ironico.

    «Sciocchezze! Il liquore alla menta è uno dei migliori intrugli che l’umanità abbia mai inventato e io ne bevo solo due bicchierini al giorno. Un po’ d’alcol non ha mai fatto male a nessuno! In ogni caso sono più in forma io a ottantadue anni di te che ne hai trentasei!»

    Chey spalancò gli occhi per lo stupore e si complimentò con la signora per l’età.

    Proprio in quel momento il bambino tirò fuori la mano dal vasetto e cominciò a scuoterla facendo arrivare schizzi di marmellata dappertutto.

    «Seth!» esclamò Brodie con tono severo. «Deve scusare mio figlio, ha solo tre anni. Avrebbe bisogno di una bambinaia.»

    «Avrebbe bisogno di una madre» replicò Viola.

    Brodie le rivolse uno sguardo carico di significato. «Ha già una madre.»

    Per tutta risposta Viola alzò le spalle.

    Intanto il bambino, che stava osservando Chey da un pezzo, si alzò dalla sua sedia e si diresse verso di lei con le manine tutte sporche di marmellata.

    Chey non si scompose, prese un tovagliolo e pulì le mani del bimbo, poi lo aiutò a sedersi sulle sue ginocchia. Il piccolo appoggiò la testa al suo petto ed esclamò: «Sei carina come la mamma!».

    Chey sorrise e si chiese come mai i giornali non avessero mai parlato della moglie di Todd.

    Brodie la guardò con interesse. «Si vede che ha esperienza! Ha un bambino?»

    «No. Ma ho trentun nipoti. Fra poco trentadue.»

    «Trentadue? Quanti fratelli e sorelle siete?»

    «Siamo in dieci.»

    «Deve essere stato piuttosto impegnativo occuparsi di voi per i vostri genitori. Io amo il mio piccolo Seth e non lo cambierei per niente al mondo, ma non credo che ce la farei con dieci monelli come lui!»

    «Mia madre ha dato a tutte noi ragazze dei nomi in rima: Mary May, Mary Kay, Mary Fay e Mary Chey. Io preferisco Chey, Mary è un nome troppo comune.»

    «Non c’è niente di comune in lei» obiettò Brodie. «Be’, penso sia ora di mostrarle la casa. Ma prima prenda un altro pasticcino.»

    «Grazie, è meglio di no. Come sua nonna, preferisco esercitare l’autocontrollo.»

    «Io ho una teoria sull’autocontrollo» commentò lui. «Imporsi delle regole rende più piacevole trasgredirle ogni tanto. Non è d’accordo?» la provocò.

    «Preferisco non trasgredire affatto» rispose Chey.

    «Forse non si è ancora imbattuta in una tentazione irresistibile» replicò lui guardandola negli occhi.

    In quel momento lei non seppe rispondergli, si sentiva confusa e vulnerabile. Per sfuggire all’imbarazzo, si girò verso il bambino. «Piacere di averti conosciuto, Seth» disse. «E piacere di averla rivista, signora Todd.»

    «Sono sicura che farà delle ottime cose per noi» dichiarò Viola con un sorriso cordiale, poi guardò suo nipote e tra loro passò un messaggio silenzioso.

    Brodie baciò il bimbo e la nonna, poi prese sotto braccio Chey per accompagnarla verso la casa.

    «Cominciamo dal piano terra e poi saliremo ai piani superiori» spiegò lui.

    Chey annuì. «Quante stanze ci sono nella villa?»

    «Ventotto ai primi due piani, incluse la dispensa e il ripostiglio della biancheria. Al terzo ci sono la lavanderia, l’appartamento di Kate e Marcel e le soffitte, stipate di vecchi oggetti e mobili. Il cuoco e la governante hanno fatto sistemare

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