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Confidenze proibite: Harmony Destiny
Confidenze proibite: Harmony Destiny
Confidenze proibite: Harmony Destiny
E-book155 pagine2 ore

Confidenze proibite: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

UN'ESTATE DI SCANDALI. La stagione si infiamma negli Hamptons, quando i ricchi decidono di vivere anche le passioni più proibite alla luce del sole.

AFFARI PERSONALI di Katherine Garbera

Sebastian è abituato a contare su Julia, la sua assistente, per ogni cosa, ma forse chiederle di liquidare la sua ultima fidanzata è davvero troppo. Così, quando Julia minaccia di andarsene, lui esige un po' di tempo. Ufficialmente per trovare una sostituta, in realtà ha scoperto che la sua indocile segretaria potrebbe incendiargli l'estate.

L'AMANTE DEL MAGNATE di Yvonne Lindsay

Richard ha deciso di prendersi una vacanza dal lavoro e dai pettegolezzi seguiti al suo divorzio. Non cerca certo una storia d'amore. Eppure gli basta un solo sguardo a Catherine per sentir nascere il desiderio. Potranno abbandonarsi al piacere, nonostante appartengano a mondi diversi?

LinguaItaliano
Data di uscita26 ago 2011
ISBN9788861839106
Confidenze proibite: Harmony Destiny
Autore

Katherine Garbera

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Confidenze proibite - Katherine Garbera

    Affari personali

    1

    Julia Fitzgerald consultò il suo orologio Cartier tempestato di diamanti, poi di nuovo il taccuino. Il suo capo sarebbe arrivato fra esattamente trenta secondi. Sebastian Hughes era un tipo puntuale; diceva spesso che il tempo era denaro e, sebbene fosse più ricco di re Mida, non gli piaceva sprecarlo.

    Il Cartier era un costante promemoria del perché saltasse puntualmente le ricorrenze familiari e le uscite con le amiche la sera e si sforzasse di andare d’accordo con un capo così esigente. Sebastian la pagava profumatamente per fargli da assistente nella gestione del circolo del polo, la cui attività si incrementava nel periodo estivo, quando iniziavano i tornei.

    Le Sette Querce erano una verdeggiante tenuta con ampi recinti per cavalli e scuderie. Al momento non c’era quasi nessuno in giro, ma a partire da quella sera sarebbe diventata l’epicentro dell’alta società di Long Island.

    «Vieni con me, Julia» gridò Sebastian, andandole incontro a passo sostenuto. «Bisogna andare subito a controllare i cavalli.»

    Lei annuì. Portava un paio di decolleté con il tacco quadrato, ideali per muoversi senza difficoltà da una parte all’altra della tenuta, cosa che sicuramente Sebastian l’avrebbe costretta a fare, dal momento che mancavano solo due giorni all’apertura ufficiale della stagione. E, come se non bastasse, gli Hughes erano i fondatori del Bridgehampton Polo Club.

    Il circolo offriva ai suoi soci la possibilità di soggiornare presso la tenuta, che era di proprietà della famiglia di Sebastian. Lo sceicco aveva preso in affitto le due grandi ville, più l’appartamento per la servitù, per l’intera stagione. Julia e il suo capo usavano l’ufficio situato nell’abitazione di Sebastian come base per le operazioni.

    «Voglio che i gazebo vengano montati qui. Bobby Flay, lo chef migliore sulla piazza, verrà a duettare ai fornelli con il nostro Marc Ambrose, che non è certo meno valido. Sarà una grande pubblicità per la riapertura. Mi raccomando, assicurati di non lasciarti sfuggire alcun dettaglio.»

    «Non ti preoccupare, è tutto sotto controllo» disse lei, bloccando una ciocca dei suoi lunghi capelli scuri dietro l’orecchio.

    Sebastian si fermò e perlustrò l’immensa distesa erbosa. Era alto e magro, con una lieve ombreggiatura di barba sulla mascella. Aveva una capigliatura folta, con un taglio spettinato, all’ultima moda, che lo faceva sembrare un reduce da una focosa sessione fra le braccia di un’amante.

    «Questa è una cosa che mi piace molto di te, Jules.»

    «Che cosa? Che non dico mai di no?»

    Aveva optato per un tono ironico, perché sapeva che era ciò che lui si aspettava. Ma, in verità, era a dir poco seccata. L’aveva chiamata di nuovo Jules, anche se sapeva che lei preferiva Julia. Poteva sembrare una sciocchezza ma, durante quei due anni di lavoro, glielo aveva ricordato un sacco di volte.

    Ma che importanza poteva mai avere? Lui era Sebastian Hughes, un uomo abituato a fare come gli pareva, anche a continuare a chiamarla nel modo sbagliato. E lei, d’altro canto, era abituata al suo generoso stipendio.

    «Esattamente» confermò con quel suo tipico sorriso così sexy.

    Non sopportava di trovarlo attraente, anche se, a dire il vero, bisognava essere cieche per non accorgersene. Sebastian Hughes era alto, moro e spudoratamente bello.

    «Per caso hai dato un’occhiata ai giornali e ai siti di gossip?»

    «Sì. Sono stata incollata al telefono giorno e notte per assicurarci le celebrità più chiacchierate del momento. Pare che, quest’anno, Carmen Akins abbia accettato l’invito. Da quando ha divorziato da Matthew Birmingham è diventata il bersaglio preferito dei paparazzi. Ciò dovrebbe garantirci una copertura extra.»

    «Mi raccomando, non mollare. Assicurati che tutti sappiano che sarà nostra ospite. Copertura significa denaro. Se nessuno sa che sono qui, che cosa vengono a fare?»

    «Lo so.»

    «Dopo avere dato un’occhiata alle scuderie, dovresti fare un salto da mio padre, per metterlo al corrente delle ultime novità.»

    «D’accordo» acconsentì Julia, senza battere ciglio. In realtà, non le dispiaceva affatto andare a trovare il padre di Sebastian, ricoverato in una clinica per la riabilitazione dei pazienti malati di cancro che erano stati sottoposti a chemioterapia. Christian Hughes era un uomo galante, un conquistatore nato, che sapeva come incantare le donne. Sebastian era tutto suo padre, ne era convinta, anche se con lei non aveva mai sfoderato quel genere di doti.

    Il suo BlackBerry trillò, segnalando la ricezione di un messaggio, e lei guardò il display. «Sta arrivando Richard. Ho provveduto a rifornire la dependance di cibo e bevande.»

    «Bene. Accertati che non gli manchi nulla, mi raccomando. Voglio che trascorra un’estate spensierata. È così stressato ultimamente per via del divorzio.»

    «Da quando in qua ti preoccupi del livello di stress di Richard?» indagò, pungente.

    «Da quando il lavoro ne risente. Non ha più lo smalto di prima.»

    Richard Wells era non solo un caro amico di Sebastian, ma anche il suo socio, la persona con cui aveva fondato la Clearwater Media. Julia sapeva che il divorzio era stato una brutta batosta per lui, da cui non si era ancora ripreso.

    «Farò del mio meglio per assicurargli un soggiorno piacevole.»

    «Non chiedo altro» ribadì Sebastian. «Notizie dello sceicco Adham Aal Ferjani?»

    «È in volo. Ho avuto conferma che atterrerà all’eliporto. So che volevi andare a prenderlo tu, ma arriverà allo stesso orario di Richard.»

    Sebastian estrasse il cellulare dalla tasca e lo guardò. «Berrò qualcosa con Richard più tardi. Meglio che vada a prendere lo sceicco. O magari ci mando Vanessa.»

    «L’avviso subito.»

    «Aspetta. Non so, in realtà, se sia il caso di mandare quella scombinata di mia sorella. Non vorrei che mi facesse fare una brutta figura. Che altri impegni ho per stasera?»

    «Cenare con Cici.»

    Cici O’Neal era l’ereditiera della catena di alberghi di lusso Morton Mansions, e ultima conquista di Sebastian. Una donna insopportabile. Chiamava Julia tutti i santi giorni, con una nuova lista di incombenze relative alla sua partecipazione alla stagione del polo.

    «C’è un’ultima cosa che devi fare per me, Jules.»

    Julia spostò lo sguardo dal suo taccuino rilegato in pelle a quegli occhi azzurro cielo, e si chiese se lui si rendesse conto che stava mettendo a dura prova la sua pazienza. Forse perché continuava a chiamarla Jules o, forse, perché presagiva che le sarebbe toccato avere a che fare di nuovo con Cici. Stava per sbottare, e non era da lei. Prese un bel respiro, ma gli esercizi di yoga non l’avrebbero aiutata, stavolta. Era stufa di essere invisibile. Dubitava che Sebastian si accorgesse che stava tenendo a freno le emozioni e, in ogni caso, lui non le prestava una grande attenzione.

    «Dimmi pure» pronunciò con un sorriso forzato.

    Con la coda dell’occhio vide Nicolas Valera, il sexy giocatore di polo argentino, sopraggiungere a cavallo con il suo gruppo. Nonostante fosse una new entry in quello sport, si diceva in giro che aveva già un contratto assicurato come modello per Ralph Lauren.

    «Dovresti telefonare a Cici e dirle che è finita tra di noi.»

    «Che cosa?» Era sicura che, distratta da Nicolas, avesse capito male.

    «Chiama Cici. Dopo averle parlato, falle recapitare questo» disse Sebastian, estraendo dalla tasca un astuccio blu della gioielleria Tiffany.

    Istintivamente, Julia prese la scatolina, prima di rendersi conto che con quel gesto accettava le sue disposizioni. Non aveva nessuna intenzione di telefonare a quella donna e darle una comunicazione del genere. Per quanto potesse essere una rompiscatole, si meritava di ricevere la notizia direttamente da lui.

    Gli restituì, quindi, l’astuccio e scosse la testa. «Assolutamente no, Sebastian. Devi farlo tu.»

    Sebastian guardò la sua assistente interdetto. Non era mai successo che gli dicesse di no. Non era abituato a essere contraddetto da nessuno. Aveva imparato presto che, se si comportava come una persona che otteneva sempre quello che voleva, allora ci riusciva.

    «Ho detto di no. Non sarò io a scaricarla. Devi farlo tu.»

    «Decido io che cosa devo o non devo fare. Cici sa perfettamente che non abbiamo mai fatto sul serio. Questo regalo le allevierà un eventuale dispiacere.»

    Lei scuoteva il capo. «A giudicare dalla frequenza delle sue telefonate e da come mette il becco su tutto, non ho avuto affatto l’impressione che non faceste sul serio. È una faccenda troppo personale, Sebastian. Mi rifiuto di obbedire.»

    «Anche fare visita a mio padre è personale, eppure non hai problemi ad andare a trovarlo in clinica quando io non posso» insistette. «Non ho tempo, Jules.»

    «Quante volte ti ho detto di non chiamarmi Jules? Non vuoi proprio ascoltarmi.»

    «Ehi, un attimo. E questo che c’entra, ora? Mi pareva che avessimo risolto tempo fa questa benedetta questione del nome.»

    Lei gli indirizzò un sorriso sardonico. «Niente affatto. Diciamo che ho smesso di insistere quando ho capito che non ci avrei cavato un ragno dal buco.»

    Sebastian la scrutò attentamente, forse per la prima volta in due anni. Era molto bella, con lunghi capelli sciolti sulle spalle e occhi color cioccolato. Sin dal primo colloquio si era accorto di essere attratto da lei, ma sapeva pure che non ne avrebbe mai approfittato. Gli uomini che si portavano a letto le loro segretarie finivano col rendersi ridicoli. E lui ci teneva alla reputazione. Per cui aveva soffocato l’attrazione.

    Quel giorno, però, con il sole d’estate che le inondava la figura, era rimasto colpito da quanto graziosa fosse con quell’abitino che le lasciava scoperte le braccia toniche. Con gli occhiali da sole poggiati sopra la testa e gli occhi che lo guardavano fiammeggianti, era molto più che graziosa. Era bella da impazzire. E lui sapeva di essere nei guai.

    «Ascolta, Jules... Julia» si corresse. Forse, se le avesse offerto un extra, pensò, avrebbe accettato di eseguire quel compito ingrato senza obiettare.

    «Tu le telefoni e io provvedo a recapitarle il regalo» propose lei.

    «Se ci parli tu, ti prometto che saprò ricompensarti in maniera adeguata per il tempo che perderai» propose. Non aveva nessuna voglia di discorrere con Cici, al momento. Se avessero avuto una relazione importante, non avrebbe mai chiesto a Julia di liquidarla al posto suo. Ma Cici lo frequentava solo per via delle sue conoscenze. E a lui piaceva sfoggiare una bella donna come lei in pubblico. Solo che, ultimamente, aveva troppe cose a cui pensare.

    Si aspettava, e non solo lui, che suo padre avrebbe ripreso il suo ruolo di comando in tempi brevi. Così, quando Christian aveva detto ai dottori che intendeva tornare al lavoro per il mese di maggio, nessuno aveva messo in dubbio la sua parola. Sua sorella Vanessa sosteneva che fosse accaduto così perché papà era uno abituato a fare sempre a modo suo. Ma il cancro al pancreas si era rivelato più ostinato del previsto.

    «Sebastian, mi stai ascoltando? Non mi convincerai in nessun modo. Devi parlarci tu e basta.»

    Sotto quella scorza inflessibile, lui sapeva che Julia aveva un cuore tenero. Gli dava spesso dei consigli su

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