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All'altare col greco: Harmony Collezione
All'altare col greco: Harmony Collezione
All'altare col greco: Harmony Collezione
E-book178 pagine4 ore

All'altare col greco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Venire a sapere che il suo capo, il magnate greco Andreas Kostas, sta per sposarsi è devastante per Kayla, ma ancora più scioccante è scoprire che l'anello che Andreas ha comprato è destinato a... lei! I sentimenti che Kayla nutre per lui sono tutt'altro che professionali, ma davvero è pronta a rischiare il proprio lavoro e il suo cuore per diventare la moglie di cui Andreas ha disperatamente bisogno?
LinguaItaliano
Data di uscita20 feb 2019
ISBN9788858994177
All'altare col greco: Harmony Collezione
Autore

Lucy Monroe

Innamorata dei libri fin da bambina, per le sue storie crea eroine indipendenti e sensibili allo stesso tempo.

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    Anteprima del libro

    All'altare col greco - Lucy Monroe

    successivo.

    1

    Kayla Jones uscì velocemente dal laboratorio di informatica per recarsi nell'ufficio di Andreas, allacciandosi il sandalo mentre correva. Si era sbarazzata della tuta protettiva per ambienti sterili in meno di un minuto, per rivestirsi, però, le occorreva più tempo. Arrivare in ritardo a una riunione ad alta priorità con il presidente della KJ Software, era proprio quello che voleva evitare, anche se tecnicamente lui era il suo socio in affari. Negli ultimi tempi si era comportato in modo strano, mostrandosi scontroso e ancora più esigente del solito. Il super efficiente amministratore di Andreas le fece un segno con la mano e Kayla si bloccò di colpo, contrariata. Con il linguaggio dei segni, l'uomo la avvisò che si era messa al rovescio il cardigan color pesca. In fretta, con movimenti spasmodici, lo rivoltò. Poi vide Bradley fare un cenno significativo verso la sua cintura e abbassò lo sguardo. Realizzò che aveva il bottone della gonna slacciato. Con un rapido sorriso di gratitudine, lo richiuse e aprì la porta dell'ufficio.

    «Mi dispiace Andreas sono in ritardo, ma stavo supervisionando i Dolphin test.» Aveva l'abitudine di chiamare tutti i loro progetti lavorativi con nomi della vita marina e lui assecondava quella sua fantasia. Kayla si fermò di colpo, mentre realizzava che il suo capo non era al solito posto dietro la scrivania, bensì seduto a un'estremità del tavolo riunioni. Con lui c'era una bionda, con i capelli raccolti in un'elegante acconciatura. Indossava un abito bianco firmato e le rivolse un'occhiata soppesandola. «È questa la tua socia in affari?» chiese ad Andreas.

    «Sì» Lui si rivolse seccato a Kayla. «Ti avevo detto che questa riunione aveva priorità assoluta.»

    «Tecnicamente me lo ha detto il mio smartphone. Tu lo hai solo scritto.» Chi era quella donna e che genere di riunione era in corso? Lui le rivolse un'occhiata esasperata per la sua pignoleria e Kayla soffocò l'impulso di scusarsi. Stava lavorando sul non farlo di continuo.

    «Bene, finalmente è qui» intervenne la donna. «Presumo che ora potremmo iniziare, no?»

    «Iniziare cosa?» chiese lei, mentre si accomodava alla sinistra di Andreas, che non le rispose. Kayla alzò gli occhi al cielo, rifiutandosi di pronunciare il mi dispiace che aveva sulla punta della lingua. Avrebbe aspettato che gli passasse l'irritazione, come aveva già fatto altre volte. Spazientita, la donna continuò: «Siamo qui per discutere che influenza avrà sull'attività di Andreas, la ricerca di una moglie adeguata».

    Di colpo Kayla si concentrò su tutto quello che aveva intorno. Il suono dei loro respiri nel silenzio della stanza, il profumo troppo forte dell'altra donna, le sue impronte sul cristallo del tavolo. Scosse la testa e trattenne un urlo, visto che sarebbe stato fuori luogo. Andreas non era certo di aiuto, se ne stava seduto con un'espressione impassibile sul bel viso scolpito, come a rimarcare ancora sei arrivata in ritardo. Nei suoi occhi verdi brillava una scintilla di disapprovazione.

    «La ricerca di una moglie?» Il respiro di Kayla svanì sulla parola finale e il suo corpo divenne prima gelido e poi caldo per le implicazioni di quell'affermazione.

    Andreas si degnò di annuire, senza scomporsi. «È giunto il tempo.»

    «Davvero?» Kayla non aveva notato che lui fosse meno focalizzato sul lavoro e più aperto alle relazioni personali. Se ne sarebbe accorta, visto che durante gli ultimi sei anni lo aveva studiato proprio in cerca di un simile cambiamento. In realtà, ultimamente, era sembrato più motivato e aveva lavorato ancora più del solito, aspettandosi lo stesso da lei e pretendendo che il lancio del programma Dolphin fosse puntuale e senza un solo intoppo.

    «Ormai sono riuscito a superare il patrimonio netto di mio padre. Una moglie e una famiglia sono i prossimi obiettivi sulla lista.» La sua voce lasciava presagire una sorta di congedo, come se quella decisione non rappresentasse qualcosa che ti cambiava la vita in modo radicale e non fosse quello che Kayla era andata sperando, da quando si erano lasciati per diventare soci in affari. Guardò la donna che l'aveva informata dei progetti di Andreas. Chi era? E perché era a conoscenza dei suoi progetti personali, mentre lei ne era all'oscuro? Le venne in mente una prospettiva davvero terrificante. Che quell'algida bionda fosse un'organizzatrice di incontri? Sarebbe stato tipico di Andreas assumere una professionista per trovargli una moglie! Non che ne avesse bisogno visto che, mentre Kayla aveva trascorso gli ultimi anni in castità, lui si era portato a letto molte belle donne, senza però fare mai sul serio e mantenendo così invariate le segrete speranze che lei nutriva riguardo a un futuro insieme.

    «È esattamente ciò per cui sono qui» commentò decisa l'elegante bionda, chiaramente eccitata di avere un cliente della statura di Andreas nel suo elenco.

    «Lei è un'organizzatrice di incontri?» chiese Kayla cercando di venire a patti con quell'eventualità.

    La donna annuì. «Possiedo il Patterson Group

    Suonava più come uno studio legale, che un servizio destinato a mettere insieme le persone con l'obiettivo di una felice vita coniugale.

    «Ed è specializzata in milionari» aggiunse Andreas.

    «Tu sei multimilionario.» Sulla carta in ogni caso.

    La KJ Software era ormai una società affermata e quotata più di un miliardo di dollari e Andreas ne era proprietario al 95 per cento. Non male per sei anni di sangue, sudore e notti insonni di duro lavoro. La donna annuì compiaciuta, mostrando quanto apprezzasse quel riconoscimento. Kayla sapeva che essere multimilionario, piuttosto che solo milionario, importava anche ad Andreas.

    Dopotutto era una valutazione di quel genere che lo aveva spronato a quella mossa verso l'armonia domestica. Finalmente valeva più di suo padre, tuttavia c'era ancora qualcosa da dimostrare. Andreas le rivolse di nuovo uno sguardo seccato. «Non essere così precisa! Signorina Patterson, il punto è...»

    «Genevieve, la prego.»

    «Genevieve...» ripeté lui con una punta di ironia, «è specializzata nel combinare incontri tra uomini ricchi e donne perfette per diventarne le mogli.»

    Kayla era sconcertata e non cercò di nasconderlo. «Non credo che funzioni in questo modo.»

    Lei non aveva nulla contro gli organizzatori di incontri ed era certa che nel mondo del lavoro moltissimi credessero che abbinare due persone significasse davvero farle stare insieme, ma quella donna? A suo modo era una predatrice esattamente quanto Andreas. Fin da piccola Kayla aveva imparato a capire le persone. Se non lo avesse fatto, non sarebbe sopravvissuta a un'infanzia come la sua.

    Genevieve di questo famigerato Patterson Group, non sembrava il tipo che si preoccupava della felicità a lungo termine, o dell'armonia emotiva delle persone.

    «Il mio curriculum parla da solo» replicò la donna. Sembrava impressionata di annoverare Andreas nella sua clientela, ma sprizzava arroganza e sicurezza da tutti i pori. Era insopportabile.

    «Se non fosse così, non avrei preso in considerazione di darle un anticipo di venticinquemila dollari.»

    Kayla ansimò.

    «Per una cifra del genere, potrà procurargli come sposa una top model.» Oppure, mia cara, la donna che lo ha amato per gli ultimi otto anni e ha aspettato struggendosi per gli ultimi sei.

    «Il suo capo non sta cercando una sposa trofeo, piuttosto è interessato a trovare qualcuna con cui condividere la vita.» L'ipocrita retorica di quella presuntuosa sarebbe risultata molto più convincente se avesse protestato con altrettanta veemenza, quando Andreas si era riferito alla volontà di trovare moglie come la voce successiva sulla sua lista di obiettivi. Se lui stava davvero cercando un'anima gemella, non avrebbe guardato oltre l'unica donna che aveva chiamato amica per quasi un decennio, no? Loro non si erano lasciati perché non stavano bene insieme... avevano messo fine alla loro relazione perché Andreas aveva vedute molto ristrette riguardo al mischiare affari e rapporti personali.

    Kayla aveva pensato che la loro storia si sarebbe evoluta in qualcosa di più profondo, invece si era sbagliata. Andreas aveva voluto trasformarla, escludendo una sfera più intima. Aveva fatto in modo che la responsabile del Project software design diventasse un pilastro per la sua nuova società di sicurezza informatica. Inoltre, aveva tenuto a chiarirle che valutava le sue competenze come programmatrice molto più importanti che dividere il letto.

    La rottura di sei anni prima che pensava di avere superato, scoppiò con una deflagrazione che le lasciò il cuore in cenere. Kayla doveva andarsene subito.

    Celando le proprie emozioni dietro l'espressione impassibile che aveva imparato ad assumere durante un'infanzia trascorsa a rimbalzare da una famiglia affidataria a un'altra, chiese: «Perché io sono qui? Cosa vuoi da me?».

    «Tu sei la mia socia in affari» rispose Andreas.

    «Il cinque per cento non fa certo di me una socia rilevante.» Era una vecchia questione, cui lui non aveva mai dato peso. Tuttavia l'espressione sul viso dell'organizzatrice diceva che era d'accordo con Kayla e lui si adombrò.

    Non gli piaceva essere corretto.

    «Tu sei la mia socia e questo cambiamento di circostanza interferirà con il lavoro e quindi con te.»

    Il tono di Andreas non accettava repliche, tuttavia Kayla era ancora confusa. «Perché?»

    Lei non era in lizza. Tutta quella faccenda di pagare una ridicola somma di denaro a un'organizzatrice di eventi lo rendeva chiaro e le faceva male, ma Andreas non doveva assolutamente accorgersene. Allora perché era così convinto che la sua vita ne sarebbe stata influenzata?

    Ancora una volta le stava rivolgendo uno sguardo come per farle capire che le stava sfuggendo qualcosa, tuttavia anche ad Andreas era sfuggito il particolare che Kayla era innamorata di lui sin dall'inizio!

    Genevieve parlò con un tono che si sarebbe potuto usare con una bambina piccola. «Il matrimonio apporta cambiamenti significativi nella vita di una persona e, dato che Andreas è il cuore e il sangue di questa attività, è logico che il suo matrimonio avrà un impatto sulla società e i suoi dipendenti di alto livello.»

    Andreas trasalì a quell'accenno, o forse fu il riferimento ai dipendenti, piuttosto che ai soci, ma non corresse Genevieve.

    «Quindi diverremo un'azienda pubblica?»

    Ne avevano discusso, o almeno Andreas le aveva accennato di averci pensato nell'ultimo anno. Farlo lo avrebbe reso davvero un super milionario e non solo per il conto in banca. Nemmeno a Kayla sarebbe andata male, avrebbe potuto finanziare un'intera catena di strutture di Kayla for Kids, invece di una sola casa rifugio per bambini adottivi con doposcuola di quartiere.

    «No.» Andreas trasalì. «Io non rispondo a nessuno.»

    Questo non la sorprese. Lei poteva sognare di finanziare case di Kayla for Kids in tutte le principali città, tuttavia sapeva quanto fosse improbabile. Andreas non voleva dover sottostare ad azionisti, o a un consiglio di amministrazione. Il padre un arrogante magnate greco, aveva spadroneggiato nella sua vita quando lui non poteva fermarlo e ora che era Andreas a ricoprire quel ruolo, non avrebbe tollerato che qualcun altro avesse di nuovo voce in capitolo nella sua esistenza.

    «Forse dovresti considerare di vendere subito la società, come hai accennato al nostro primo incontro. Ti consentirebbe di essere libero per cercare la moglie giusta» suggerì Genevieve. «Questo non danneggerebbe certo le tue possibilità nel pool di appuntamenti. Sono sicura che potremmo acchiappare addirittura una donna con il sangue blu.»

    Alla faccia del non cercare una moglie trofeo!

    Kayla ansimò. «Vuole che lui venda la società?» Per potersi comprare una principessa?

    «È una soluzione.»

    «Per cosa?» Finora Kayla non aveva visto un problema che richiedeva una soluzione, a parte la faccenda del comprare una sposa. Andreas aveva un sacco di denaro per farlo, senza vendere la loro società e strapparle tutto ciò che aveva costruito in quegli ultimi sei anni.

    «Andreas non può continuare a lavorare da dodici a sedici ore al giorno. Fa parte del nostro accordo.» Genevieve tamburellò sul tablet con un'unghia laccata.

    «Hai firmato un accordo?» gli chiese. Lui rispose con uno sguardo che sottintendeva come il lato commerciale della discussione avesse già avuto luogo e Kayla fosse ormai rimasta indietro. Era una pazzia. «Che limita il numero di ore di lavoro?» aggiunse.

    «Sì.»

    «Questo non significa che devi considerare di vendere la società.» Andreas non avrebbe ceduto, era troppo importante. Poteva anche non amare Kayla e forse non gli era mai importato di lei, se non in quanto brillante programmatrice con idee innovative, tuttavia teneva alla loro società.

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