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Passione di Sicilia: Harmony Collezione
Passione di Sicilia: Harmony Collezione
Passione di Sicilia: Harmony Collezione
E-book145 pagine2 ore

Passione di Sicilia: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

L'affascinante Rafael Monteleone, ricchissimo imprenditore siciliano, è travolto dalla famiglia Guardino, che è come un vulcano pronto a eruttare. Nelle sue viscere si agitano segreti, passioni incontenibili e lotte per la supremazia tra donne bellissime e passionali, sanguigne come le arance di Sicilia. Riuscirà Rafael a salvare il suo matrimonio con la dolce Nina, turbata da una tragedia e da antichi malintesi, e a essere tanto persuasivo da convincerla a tornare nel suo letto, vincendo il sospetto e la gelosia?

LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2013
ISBN9788858915776
Passione di Sicilia: Harmony Collezione
Autore

Michelle Reid

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Passione di Sicilia - Michelle Reid

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    ONE CHRISTMAS NIGHT

    A Sicilian Marriage

    Mills & Boon Short Stories

    © 2004 Harlequin Books S.A.

    © 2004 Michelle Reid

    Traduzione di Alessandra De Angelis

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-577-6

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Nina non voleva assolutamente sentire sua madre parlare di quell’argomento.

    Ne era sicura, così sicura che avrebbe preferito buttarsi immediatamente da un ponte pur di non ascoltarla, se le fosse stato possibile. Certo, non era una soluzione realistica e facilmente attuabile, forse era un pochino drastica, però sinceramente Nina non vedeva via d’uscita.

    Si sentiva soffocare. Se fosse stata a casa altrui, il suo primo impulso sarebbe stato quello di alzarsi da tavola e andarsene, magari anche sbattendo la porta. Invece, sfortunatamente, era a casa propria e stava pranzando con sua madre, perciò non le restava altra alternativa che fissarla con occhi vacui e desiderare di essere lontana chilometri.

    «Non guardarmi così» disse Luisa in tono impaziente. «So cosa pensi, che il tuo matrimonio non sia affar mio. Invece lo è, eccome! Perché sono io quella che deve ascoltare maldicenze e congetture maligne su di te.»

    «Davvero sei convinta che la cosa ti riguardi solo perché ti è capitato di sentire qualche pettegolezzo sul mio conto?» replicò la figlia in tono glaciale. «Non mi sembra che io ti abbia mai chiesto di rendere conto di tutte le dicerie che nel corso degli anni mi sono giunte all’orecchio sui tuoi svariati amanti.»

    Sua madre era snella e aveva l’ossatura fragile, in più aveva un vestito aderente, perciò ogni suo movimento, ogni minimo fremito del suo corpo, era perfettamente visibile. A Nina non sfuggì la tensione che irrigidì le spalle strette di Luisa nel sentire il suo commento. Indispettita, si aggiustò la giacca bianca dal taglio avvitato che valorizzava il suo fascino mediterraneo da bruna sofisticata. A cinquantuno anni, Luisa St James dava ancora dei punti a qualsiasi trentenne e ne dimostrava al massimo quaranta, ma solo se la si guardava molto da vicino, perché aveva qualche sottile rughetta agli angoli degli occhi e ai lati della bocca, che ovviamente non avrebbe mai eliminato con ritocchi estetici. Luisa era una donna forte, fiera del proprio aspetto. Ogni ruga era la testimonianza di una battaglia; che fosse stata vinta o persa poco importava, perché comunque la madre di Nina l’aveva combattuta strenuamente.

    Nata in Sicilia, Luisa era la minore dei cinque figli di Alessandro Guardino. Lei e sua sorella gemella, Lucia, avevano fatto la parte del leone quanto a bellezza. Da bambine erano ammirate da tutti e ricevevano complimenti a profusione per il loro aspetto incantevole, i loro folti capelli corvini lucenti e morbidissimi e gli intensi occhi neri che sprizzavano intelligenza e vivacità. Crescendo, si erano trasformate in splendide ragazze, flessuose, aggraziate e sensuali al tempo stesso.Inutile dire che erano molto corteggiate. Davanti alla porta dei Guardino c’era una processione di giovanotti innamorati. Ora, pur essendo una donna matura, senza la gemella che purtroppo era scomparsa, Luisa attirava ancora l’attenzione di tutti i maschi presenti ogni volta che entrava in una stanza, come se fosse stata una calamita.

    Tuttavia essere stata ammirata, corteggiata e blandita per tutta la vita non era stato privo di conseguenze. Luisa era così vanesia e piena di sé che nessuno dei suoi gesti era naturale o spontaneo. Ogni volta che apriva bocca o che si muoveva, dava a Nina l’impressione di essere perennemente sotto i riflettori, come se fosse convinta di essere la protagonista di un reality show e di essere sempre seguita da una telecamera.

    A volte, a giudicare dall’espressione di sua madre, Nina sospettava che Luisa non si capacitasse di aver potuto concepire e dare alla luce una figlia che non aveva alcuna somiglianza con lei. Come aveva osato il suo ventre generare una bambina che era il suo esatto contrario in tutto, nell’aspetto e nella personalità?

    Nina era alta e bionda, riservata e introversa. Aveva gli stessi freddi occhi azzurri di suo padre inglese, e quando era turbata si trincerava dietro una barriera di ghiaccio che nessuno riusciva ad abbattere né a superare. Negli occhi da siciliana passionale di sua madre ardevano le fiamme di un temperamento focoso, che era assolutamente estraneo a Nina.

    Luisa era perfettamente consapevole delle differenze tra loro e trattava sua figlia come se fosse un’aliena incapace di provare emozioni.

    «Tuo padre è morto dieci anni fa» puntualizzò Luisa sollevando un sopracciglio con sussiego. «Essendo vedova, ho il diritto di avere tutti gli amanti che voglio senza suscitare scandalo» si difese, trascurando il fatto che aveva avuto delle relazioni clandestine sin da quando Nina era piccola. «Invece tu sei sposata da poco e già le chiacchiere su di te si sprecano, quando ancora dovresti essere nella fase passionale della luna di miele con il tuo maritino!» la accusò.

    Nina tossì. Luna di miele?, ripeté mentalmente. Luna di fiele, piuttosto! Quanto al termine passionale, per Nina non c’era aggettivo che in quel momento si adattasse meno al suo matrimonio. La sua attuale vita coniugale aveva tutto l’ardore di una sogliola surgelata. Era una landa desolata priva di vita, senz’anima, un errore così madornale da poter essere annoverato nella categoria delle calamità naturali...

    «Se l’unica cosa che ti preoccupa sono i pettegolezzi, stai parlando con la persona sbagliata» replicò. «Il colpevole è Rafael, vai a palare con lui.»

    Detto questo, si alzò di scatto, ma non trovò il coraggio di uscire dalla sala da pranzo. Rimediò dirigendosi verso la portafinestra che dava sulla terrazza e fermandosi a guardare fuori per voltare le spalle a sua madre.

    Il silenzio percorse la sua schiena flessuosa con dita gelide. La sua indifferenza a quello che poteva fare suo marito in quel momento era riuscita a lasciare interdetta sua madre facendola ammutolire... almeno per un paio di secondi. «Sei una stupida, Nina» sentenziò infine.

    Su questo Nina non aveva niente da obiettare. Sua madre aveva ragione, era proprio una sciocca, pensò guardando le acque scintillanti del Mediterraneo, di un azzurro intenso. C’era una barca a vela che scivolava a pelo d’acqua in lontananza, calma e indisturbata. Nina avrebbe dato qualsiasi cosa per trovarsi a bordo in quel momento, avvolta dal silenzio e dalla pace del mare.

    «Non sono solo chiacchiere. Li ho visti io con i miei occhi, mia cara. Neanche a un cieco sarebbe sfuggita l’attrazione che crepitava tra loro.»

    Sua madre fece una pausa, come per darle modo di fare un commento, ma Nina si guardò bene dall’aprire bocca. Delusa, Luisa sospirò.

    «Dovresti tenerlo d’occhio, tirare le redini come con un puledro che scalpita» riprese. «Il tuo maritino è troppo bello e affascinante per essere abbandonato a se stesso. E poi è un vero donnaiolo, lo sai! Le donne cadono ai suoi piedi e lui non spreca certamente energie per respingerle. Sarebbe capace anche di sedurre una suora e indurla a rinunciare al voto di castità se si mettesse d’impegno a tentare di conquistarla. Quando si ha un marito con la reputazione di un dongiovanni, non lo si può lasciare a briglia sciolta come fai tu!» rimproverò sua figlia. «E invece quante volte ti si vede al suo fianco in pubblico? A quanti eventi mondani hai partecipato con lui, pur di non lasciarlo solo? Invece di isolarti nel tuo eremo quassù in collina dovresti essere accanto a lui, fargli sentire la tua presenza. Allora quella là non cercherebbe di affondargli addosso gli artigli per riprenderselo e a me non toccherebbe l’ingrato compito di stare qui a dirti cose che a nessuna madre fa piacere dire alla propria figlia. Non credi che io vorrei solo vederti felice?» l’apostrofò con accenti drammatici. «Mi si stringe il cuore a vederti gettare alle ortiche il tuo matrimonio solo perché non vuoi lottare per...»

    «Dove?» disse seccamente Nina, interrompendo la sua lunga tirata enfatica.

    «Eh?»

    Nina si voltò in tempo per vedere Luisa battere più volte le palpebre, presa in contropiede. Le sue lunghe e folte ciglia nere erano come farfalle che danzavano, a incorniciare un’espressione sconcertata, quasi inebetita da quella domanda fuori luogo che le aveva fatto perdere il filo del discorso.

    Nina pensò che sua madre sembrava un’attrice interrotta nel bel mezzo del suo monologo drammatico, che annaspava incapace di ricordare le battute successive per riprendere a recitare. Evidentemente si sentiva molto più a proprio agio nella parte della madre premurosa che fa la predica a quella pecora nera di sua figlia, anche se in effetti stava blaterando a proposito di argomenti di cui sapeva concretamente ben poco.

    «Dove li hai visti?» precisò Nina, vedendola sconcertata.

    «Ah» annuì Luisa, comprendendo finalmente. Scrollò le spalle esili per esprimere la sua disapprovazione. «A Londra, ovviamente...»

    Ovviamente, pensò Nina. Negli ultimi tempi Rafael passava la maggior parte del suo tempo a Londra, il che era piuttosto ironico, considerato che Nina era la londinese e lui il siciliano.

    Sua madre non perse tempo e continuò il proprio racconto. Nina pensò che era logico; Luisa non era tipo da lesinare i dettagli quando si trattava di fare pettegolezzi e non si sarebbe lasciata di certo sfuggire un’occasione tanto succulenta d’infierire su di lei. «Ero in un ristorante con degli amici e li ho visti dall’altra parte della sala. C’era un cellulare che non smetteva mai di suonare e nessuno rispondeva. Il cellulare squillava e squillava. Era veramente fastidioso e io ho pensato chi è

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