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In Italia con il milionario (eLit): eLit
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E-book156 pagine2 ore

In Italia con il milionario (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Incontrare e perdere l'amore nell'arco di una notte. Mary Jenkins non avrebbe mai creduto che potesse succedere proprio a lei.



Sperduta in una foresta in attesa dei soccorsi, Mary ha trovato conforto tra le braccia forti e rassicuranti di uno sconosciuto. Nonostante di lui conoscesse soltanto il nome, sapeva che non le sarebbe bastata una vita intera per dimenticare il suo fascino intrigante e il dolce profumo della sua pelle.



Oggi, a distanza di un anno, Mary ha ricevuto una notizia sconvolgente: Renzo Ruffini, il facoltoso imprenditore italiano con cui ha trascorso quella dolcissima notte d'amore, dal giorno dell'incidente ha perso la memoria. Il timore di leggere un rifiuto nei suoi splendidi occhi la frena ma, per aiutarlo a riappropriarsi del passato, Mary è pronta a rischiare il tutto per tutto. Persino il suo fragile cuore.



Viaggio in Italia

1)Una strana eredità

2)Passione italiana

3)Fascino italiano

4)In Italia con il milionario

5)Un'estate romantica
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2016
ISBN9788858962152
In Italia con il milionario (eLit): eLit
Autore

LUCY GORDON

Lucy Gordon cut her writing teeth on magazine journalism, interviewing many of the world's most interesting men, including Warren Beatty and Roger Moore. Several years ago, while staying Venice, she met a Venetian who proposed in two days. They have been married ever since. Naturally this has affected her writing, where romantic Italian men tend to feature strongly. Two of her books have won a Romance Writers of America RITA® Award. You can visit her website at www.lucy-gordon.com.

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    In Italia con il milionario (eLit) - LUCY GORDON

    successivo.

    1

    Una cosa fu chiara fin dall'inizio: Mary Jenkins e Renzo Ruffini finivano sempre per litigare. Si punzecchiavano, si prendevano in giro, si stuzzicavano a vicenda, quindi si facevano una risata e dimenticavano tutto. Fino alla volta successiva.

    Era ovvio che dietro l'apparente antagonismo si nascondeva una forte attrazione, un'attrazione che li colse di sorpresa.

    L'unica cosa che mancava era la tragedia, ma quella venne più tardi.

    Era una sera di febbraio quando Mary arrivò a Chamonix, una cittadina sul confine franco italiano dove aveva prenotato in uno dei migliori hotel. Era più di quanto potesse permettersi, ma avrebbe passato una settimana tra le montagne e voleva viziarsi un po'.

    Era tutto perfetto, dalla vista della sua camera da letto, che dava sui monti che si stagliavano all'orizzonte e che scintillavano nell'oscurità per la neve, fino alla raffinata cucina francese del ristorante.

    Si prese tutto il tempo per gustare la cena, gettando ogni tanto un'occhiata agli altri clienti del locale. La sua attenzione fu attirata da due persone in particolare. La donna aveva tra i trenta e i quarant'anni ed era tutta in ghingheri, intenzionata a fare conquiste.

    Stendili tutti, disse Mary tra sé.

    Se era così, la donna stava avendo successo: l'uomo di fronte a lei era totalmente concentrato sulla sua bellezza matura, gli occhi fissi in quelli di lei come se il resto del mondo non esistesse. Aveva la stessa età della fidanzata. Il viso, magro e affilato, non era bello eppure appariva attraente, gli occhi furbi che sprizzavano intelligenza.

    L'uomo sorrise. Il suo sorriso era radioso, sensuale e avvolgente.

    Mmh..., pensò Mary.

    Anche a quella distanza qualunque donna gli sarebbe caduta ai piedi, ma non lei. C'era qualcosa che non la convinceva. Nonostante il calore e l'appassionata intensità dello sguardo, lo sconosciuto era tutt'altro che innamorato. Stava solo facendo quello che ci si aspettava da lui in quella situazione, seguendo una strada battuta per raggiungere uno scopo preciso. E non c'erano dubbi su quale fosse.

    La sua impressione fu confermata qualche minuto dopo, quando la coppia si alzò e si incamminò verso l'ascensore. Il braccio di lui attorno alla vita di lei, che gli aveva appoggiato la testa su una spalla, gli sguardi incatenati in adorazione reciproca.

    Dopo il caffè, Mary si ritirò nella sua stanza per prepararsi all'escursione sulle montagne dell'indomani, guidata dallo scalatore professionista Pierre Foule. Non vedeva l'ora. Fisicamente non avrebbe avuto problemi: il suo giovane corpo era forte, agile e snello. Inoltre, aveva scelto un taglio corto per i capelli mori in modo da essere sempre in ordine.

    La parola d'ordine è efficienza, pensò. Niente più del necessario.

    Sottovalutava completamente i suoi meravigliosi occhi verde scuro. Per lei erano solo occhi, utili per vedere ma niente di speciale, e non capiva quanto fossero belli e che effetto avessero su chi la guardava.

    Si rilassò sotto la doccia e, quando uscì, indossò il morbido accappatoio dell'albergo. Si sentiva rinvigorita e pronta per la scalata del giorno successivo.

    Il pensiero le fece venir voglia di dare un'ultima occhiata alle montagne, così uscì sul balcone di ferro battuto e fu rapita dal paesaggio. Stava per rientrare quando sentì della confusione provenire da due finestre più in là. Dietro le tende tirate udì un uomo imprecare in francese e una donna urlare.

    La finestra faceva angolo e Mary distinse chiaramente qualcuno uscire di fretta sul terrazzino. Era lo stesso uomo che aveva notato al ristorante, cosa che non la sorprese. Sotto il suo sguardo turbato, lo sconosciuto si aggrappò al parapetto di ferro battuto, prese un profondo respiro e si lanciò verso il balcone della camera accanto, atterrandovi senza alcun problema.

    Ma la sua fortuna finì lì. All'interno della portafinestra le luci erano spente e, benché avesse bussato sul vetro, non rispose nessuno. Le urla dalla stanza da cui era fuggito diventarono più forti e Mary lo vide voltarsi nella sua direzione.

    È matto?, si domandò perplessa. Il salto in cui si era appena esibito era relativamente facile, se uno era allenato. Ma la distanza tra il balcone di lui e quello di Mary era maggiore e, per superarla, l'uomo avrebbe dovuto fare un balzo di quasi due metri, cadendo da un'altezza di cinque metri, se l'avesse mancato.

    «Sei fuori di testa?» gli gridò lei.

    «Possiamo parlarne più tardi?»

    Sbigottita, indietreggiò nella sua stanza, ma riuscì comunque a vederlo spiccare il volo, lanciarsi attraverso il vuoto e atterrare sul terrazzino senza grosse difficoltà.

    Si aggrappò al parapetto e mormorò: «Grazie, Dio!».

    Allora è italiano, rifletté Mary, ammirando la facilità con cui passava da una lingua all'altra, visto che prima le aveva risposto in inglese.

    «Andiamo!» le disse di fretta, spingendola dentro la stanza e chiudendosi la portafinestra alle spalle.

    «Cosa?»

    «Shh... Non fare rumore.»

    «Chi ti credi di essere per darmi degli ordini?» gli domandò, stringendosi i lembi dell'accappatoio sotto il collo. «Chi sei?»

    «Un uomo che si sta affidando alla tua clemenza» rispose lui. «Non ti allarmare, non voglio farti del male. Ho solo bisogno di un posto dove nascondermi finché quello non smette di darmi la caccia.»

    «Quello... chi

    «Il marito, ovviamente» rispose lui con un tono che suggeriva le inevitabili conseguenze. «Non sapevo che fosse sposata. Mi ha giurato di essere divorziata, ma non si può mai esserne sicuri!»

    «Lei sarebbe la donna con cui hai cenato al ristorante di sotto, suppongo.»

    «Oh, l'hai notata? Allora non mi biasimerai per aver perso la testa.»

    «Non hai perso la testa» replicò Mary, indietreggiando e studiandolo con cinismo. «Sapevi benissimo cosa stavi facendo. Tutte quelle focose occhiate...» Lo imitò per prenderlo in giro e lui sussultò.

    «Io non guardo nessuno in quel modo!»

    «Guardi? Al tempo presente? Vorresti dire che non guardi lei o le altre in quel modo, per caso?»

    «Come fai a sapere che ci sono delle altre?»

    «Ma via! È chiaro che non eri innamorato. Avevi il totale controllo della situazione.»

    «Non mi pare proprio! Un uomo con il totale controllo della situazione non se la sarebbe dato a gambe. Quella donna mi ha fatto girare la testa.»

    «È per questo che ti sei comportato come l'eroe di un brutto film hollywoodiano? Chi ti credi di essere? Douglas Fairbanks?»

    «Chi?»

    «Fa sempre mille gesti atletici nei suoi film... Ma perché ti sto raccontando tutto questo? Come osi sgattaiolare nella mia stanza come un mediocre seduttore?»

    «Pensavo di essere Douglas Fairbanks» replicò lui con un'espressione innocente che non la ingannò neppure per un istante.

    «Esci di qui! Va' fuori di...»

    Lo sconosciuto le mise una mano sulla bocca, impedendole di finire la frase.

    «Sta' zitta, per carità! Ahi!»

    «Ora mi lasci andare?»

    «Mi hai morso la mano!»

    «Ti morderò di nuovo e più forte se non esci subito dalla mia stanza. Tornatene dalla tua amica!»

    «Non posso, suo marito mi ucciderà.»

    «Lo aiuterò a disfarsi del tuo cadavere.»

    «Non sei per niente simpatica» protestò lui tra l'irritato e il divertito.

    Mary lo guardò in silenzio, quando udì bussare alla porta.

    «Mademoiselle, sono della polizia, può aprirmi? È per la sua incolumità.»

    Lei si lanciò verso la porta, ma non aprì subito. Non sapeva cosa la trattenesse. «Cosa succede?» si limitò a chiedere.

    «Un criminale, mademoiselle. È stato visto in una delle stanze al piano, ma è riuscito a scappare. Per piacere, apra.»

    «Apri» le suggerì il suo misterioso ospite all'orecchio.

    «Cosa?»

    «Se non lo fai, solleverai dei sospetti. Cerca di sembrare calma e innocente.»

    «Come osi? Io sono innocente!»

    «Allora apri la porta.»

    «Per permettergli di vederti, così il marito ti identifica?»

    «Non può. Non mi ha mai visto. Me ne sono andato mentre stava entrando.»

    «E come spiego la tua presenza?»

    «Siamo nel ventunesimo secolo, puoi invitare un uomo nella tua stanza.»

    «Mi stai forse suggerendo di fingere che tu e io...»

    «Hai un'idea migliore? Be', potrei stare cercando di convincerti ad acquistare una polizza...»

    «Sta' zitto!»

    «Qualunque cosa dirai, mi rimetto alla tua clemenza.»

    «Mademoiselle!» la chiamò ancora il poliziotto.

    «Quel mascalzone dev'essere lì dentro» aggiunse una seconda voce di uomo. «Butta giù la porta!»

    Seguì un rumore sordo che percosse l'uscio. Furiosa per l'assurda situazione, Mary aprì così in fretta che l'aggressore, che stava per prendere la porta a spallate, si scagliò contro di lei, colpendola così forte da gettarla all'indietro. Fu solo grazie alla pronta reazione del suo misterioso ospite se evitò di sbattere contro il muro, anche se finì a terra.

    «Assassino!» urlò lui. «Tesoro mio, ti ha fatto male?»

    «Non ne sono sicura. Aiutami a tirarmi su.»

    Lui lo fece: la sollevò tra le braccia e la adagiò sul letto, sedendole accanto senza lasciarla andare.

    «Come vi permettete! Guardate cosa avete fatto!» esclamò furioso.

    Mary strizzò gli occhi e osservò meglio i due intrusi. Uno era in divisa, l'altro era un individuo dall'aria indolente, lo sguardo maligno.

    «Perché mi ha aggredito?» gli domandò con voce tremula, in collera.

    «Non volevo aggredirla, stavo solo cercando l'uomo che era con mia moglie. Pensavo fosse qui...»

    «Oh!» si lamentò fintamente Mary, coprendosi la faccia con le mani e voltandosi in modo che lo sconosciuto accanto a lei la abbracciasse.

    «Andatevene prima che chiami la polizia» li minacciò lui.

    L'agente stava per scusarsi, ma tacque per timore di aggravare la situazione. Tornò in corridoio, tirandosi dietro il marito offeso.

    «Va tutto bene, se ne sono andati.»

    Alzando la testa, Mary notò l'occhiata maliziosa dello sconosciuto. Abbassò lo sguardo sul proprio accappatoio, che si era aperto rivelando la sua nudità. Ritrovando il buonsenso, se lo richiuse all'istante.

    «Grazie per tutto quello che hai fatto» le mormorò lui conciliante. «Sei stata meravigliosa» aggiunse, ritraendosi quando lei lo fulminò con lo sguardo.

    «Se non te ne vai subito, mi metto a urlare, chiamo la polizia e racconto la verità.»

    «Quella no. Tutto tranne la verità.»

    «Oh, ma questa verità è molto interessante. Tu sei un indicibile mascalzone...»

    «Nessun dubbio al riguardo.»

    «Una persona sgradevole...»

    «Sono colpevole, vostro onore...»

    «Un esibizionista...»

    «Ora esageri.»

    «Un impostore, un uomo senza scrupoli...»

    Lo sconosciuto aveva raggiunto la porta, adesso, e l'aveva aperta. «Volevo solo dirti che sei stata magnifica» aggiunse.

    «Vai via!»

    «E ringraziarti.»

    «Se non esci subito di qui...»

    Lui si fermò sull'uscio il tempo necessario per lanciarle un bacio, poi scomparve.

    Mary restò lì, incerta se arrabbiarsi o scoppiare a ridere. Quell'uomo era tutto quello che aveva detto, anche peggio, ma si sentiva stranamente rinvigorita, come mai in vita sua.

    Spense velocemente le luci, si tolse l'accappatoio e si mise a letto, pensando allo sconosciuto.

    Da dove veniva? L'aveva sentito pronunciare qualche parola in italiano e aveva un accento europeo. Cosa l'aveva spinto a

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