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Passione e passato (eLit): eLit
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E-book91 pagine1 ora

Passione e passato (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Segreti oscuri, desideri proibiti, rivelazioni scandalose coinvolgono due ricchissime famiglie australiane...

Royce non ha mai creduto all'amore a prima vista... almeno finché si è ritrovato davanti a quella vetrina e l'attrazione verso un gioiello di rara bellezza si è tramutata in un altro tipo di attrazione, più intensa e appassionata. La donna nel negozio, infatti, lo ha subito rapito per il suo fascino, ma come fare a conoscerla?

I volumi della serie:

1) Seduzione e gelosia

2) Desiderio e inganno

3) Passione e passato

4) Fantasie e futuro

5) Scandali e segreti

6) Matrimoni e miracoli
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2016
ISBN9788858951354
Passione e passato (eLit): eLit
Autore

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

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    Passione e passato (eLit) - Miranda Lee

    successivo.

    1

    Il negozio di Byron

    Gli bastò dare un solo sguardo all'enorme opale nero in vetrina per decidere che lo voleva.

    Il cartellino sotto la pietra diceva: Raro e prezioso opale nero di 1260 carati soprannominato Cuore di Fuoco. Sarà messo all'asta al Gran Ballo della Whitmore Opals che si terrà il 21 luglio nel salone delle feste del Regency Hotel.

    Royce pensò che mancava oltre un mese al 21 luglio e per quel giorno lui sarebbe stato a Melbourne. Avrebbe lasciato la sua offerta perché fosse presentata il giorno dell'asta; un'offerta che la direzione della Whitmore Opals non avrebbe potuto rifiutare.

    La sua attenzione fu attirata da una donna all'interno del negozio. Capelli neri, occhi neri, pelle di porcellana e un viso che sembrava dipinto da un grande pittore italiano. Stava parlando con una delle commesse.

    Il desiderio di possesso per l'opale fu sostituito da un desiderio di possesso più immediato e primitivo. Una scarica di adrenalina gli fece scorrere il sangue più veloce nelle vene.

    Con gli occhi socchiusi scrutò la donna attraverso la vetrina. Si sentì irritato che i vestiti che la coprivano le nascondessero il corpo. Perché una donna così bella doveva vestire così male e con colori così scuri? Se fosse stata la sua donna, l'avrebbe vestita di rosso o verde smeraldo o blu elettrico. E avrebbe sottolineato quelle splendide gambe con calze trasparenti e ai piedi le avrebbe fatto calzare scarpe dal tacco altissimo e sexy.

    Nel momento in cui la vide uscire si mosse e le piombò addosso. «Oh, mi scusi, sono mortificato» mormorò in tono contrito afferrandola per un gomito. «Le ho fatto male?»

    «Non fa niente» rispose lei freddamente.

    Da vicino era ancora più bella.

    «Avrei dovuto fare più attenzione a dove stavo andando» ribadì Royce contento di vedere che non c'erano anelli sulle dita della donna. «Posso offrirle un caffè per scusarmi della mia sbadataggine?»

    Gli incredibili occhi neri si spalancarono mostrando una profonda paura. «No, grazie» rifiutò la donna tremando. «Io... devo andare.» E prima che Royce potesse reagire attraversò l'atrio dell'albergo, passò attraverso la porta girevole e si infilò in un taxi.

    Royce si girò ed entrò deciso nel negozio.

    Dietro al bancone, Gemma stava pensando alla visita inattesa di Melanie quando sentì qualcuno tossire. Sorpresa, alzò gli occhi e vide un uomo dallo sguardo e dalla mascella volitiva.

    «Mi scusi, signorina» disse lui con un melodioso accento inglese. «La signora che stava parlando prima con lei... quella con i capelli neri. Sono sicuro di conoscerla... Sa per caso se è inglese?»

    «Melanie? Oh, no, è australiana. Per lo meno, mi pare.» Gemma aggrottò la fronte rendendosi conto che non sapeva molto di Melanie tranne che lavorava come governante a Belleview da un paio d'anni.

    «Intende dire che la conosce personalmente?» chiese Royce.

    Gemma gli sorrise. «Certo, lavora per mio suocero.»

    «Suo suocero?» ripeté lui guardandola intensamente. «Ma lei è troppo giovane per essere sposata!»

    «E invece lo è» affermò una voce maschile dietro di lui.

    «Nathan!» esclamò Gemma. Si volse a guardarlo e rimase impressionata dallo sguardo duro del marito.

    «Questo è mio marito» si affrettò a dire, turbata per l'evidente gelosia di Nathan. Già altre volte lui le aveva fatto una scenata quando gli era capitato di pensare che qualche uomo si stesse interessando a lei. All'inizio la cosa le aveva fatto piacere, ma ora non più.

    «Nathan Whitmore» si presentò Nathan freddo.

    «Royce Grantham. Piacere.»

    «Ah, mi sembrava di conoscerla» osservò Nathan. «Cosa ci fa un asso del volante come lei nel nostro piccolo angolo di mondo?»

    «Sono in vacanza» rispose Royce. «Sono appena arrivato nella vostra bella città e sto ammirando le sue bellezze.»

    «Me ne sono accorto.»

    Gemma si rimpicciolì sentendo il tono secco del marito.

    «Ho notato quel magnifico opale in vetrina e ho pensato di entrare e saperne qualcosa di più. Temo che non sarò qui quando si terrà l'asta. Presuppongo, signor Whitmore, che lei sia il proprietario della Whitmore Opals

    «No. Non lo sono.»

    Dato che Nathan non diceva nient'altro, Gemma aggiunse: «La Whitmore Opals appartiene al padre di mio marito, Byron Whitmore». Lo stomaco le si stava torcendo per l'agitazione. Perché Nathan si comportava in quel modo? Fortuna che il signor Grantham non sembrava aversela a male.

    «Come posso contattarlo?»

    Gemma gli porse un biglietto da visita con l'indirizzo e il numero di telefono. «L'ufficio non è molto distante da qui» gli disse sperando che il suo sorriso mitigasse la villania del marito. «Byron dovrebbe esserci almeno fino alle cinque. Se lui non c'è, può chiedere di parlare con sua figlia Jade o con Kyle Armstrong.»

    Royce le sorrise di rimando. «Grazie per l'aiuto, signora Whitmore. È stata molto gentile.» Guardò Nathan. «Signor Whitmore» lo salutò con un cenno del capo, e uscì dal negozio.

    Melanie pagò il taxi e si affrettò a entrare in casa, sollevata di essere di nuovo a Belleview.

    Che uomo tremendo!, pensò ansimando. Cercare di rimorchiarmi in quel modo!

    Ma la cosa peggiore non era quella! Era il modo come l'aveva fatta sentire in quel momento: come se lei desiderasse andare con lui!

    Dalla gola le uscì spontaneo un gemito di incredulità.

    Fino a quel momento era stata così sicura che mai nessun uomo l'avrebbe più fatta sentire così. Era certa che quella parte della sua vita fosse morta come lo erano suo marito e il suo bambino. Dopo ciò che era successo con Joel, non voleva più avere a che fare con gli uomini. Fino a quel momento...

    Riuscì a riprendersi leggermente e ancora tremante attraversò il vasto ingresso ma quando si vide riflessa nell'enorme specchio appeso a una parete, la propria immagine la stupì.

    Era lei quella creatura appassionata con le guance infiammate e gli occhi luccicanti come carboni ardenti?

    Ansimò violentemente e si appoggiò con ambedue le braccia alla mensola di marmo davanti allo specchio.

    «Melanie, stai bene?»

    Con uno sforzo enorme Melanie tentò di rifugiarsi dietro la sua consueta espressione austera. Si risollevò e guardò la donna che stava scendendo le scale. «Benissimo» mentì. «Vuoi una tazza di tè, Ava?»

    L'altra annuì e andarono insieme in cucina. Melanie aveva appena versato il tè quando squillò il telefono.

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