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Un isola per dimenticare: Harmony Jolly
Un isola per dimenticare: Harmony Jolly
Un isola per dimenticare: Harmony Jolly
E-book157 pagine2 ore

Un isola per dimenticare: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Esiste l'amicizia tra un uomo e una donna? Forse sì e forse no...

Se Zoey Hepburn deve proprio rimanere bloccata su un'isola tropicale dopo essere scappata dal proprio matrimonio, tanto vale essere in compagnia del suo migliore amico, il milionario Ash Carmichael.

Nessuno meglio di Ash conosce i rischi che si corrono nel prendere i voti matrimoniali, e questo tempo sospeso in compagnia di Zoey è proprio quello che gli serviva per staccare la spina. Ma quando una notte cambia per sempre la natura della loro relazione, saranno in grado di affrontarne le conseguenze?
LinguaItaliano
Data di uscita21 set 2020
ISBN9788830520035
Un isola per dimenticare: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    Un isola per dimenticare - Sophie Pembroke

    successivo.

    1

    Zoey Hepburn aprì un po' di più la finestra dell'hotel, sollevò il piede nudo sul parapetto e imprecò quando l'orlo s'impigliò sulla serratura.

    Cominciava a pentirsi di avere scelto quell'abito rosa shocking senza maniche per la cena prenuziale. Per quanto fosse grazioso, infatti, la gonna di pizzo non era propriamente l'ideale per una fuga.

    D'altro canto quando l'aveva comprato non aveva previsto che avrebbe tentato di scappare la sera prima del matrimonio. Come non lo aveva previsto le volte precedenti.

    «Le persone ti stanno aspettando, lo sai?»

    Sentendo quella voce calma e avvolgente dietro di sé, Zoey sobbalzò, urtando con la testa lo stipite della finestra. Ahi!

    «Inoltre, mi hai fatto promettere che non ti avrei permesso di farlo, questa volta.»

    «In realtà non ho mai cercato di fuggire da una finestra prima d'ora» gli fece notare Zoey, mentre metteva le spalle di traverso, sperando di riuscire a passare attraverso la piccola apertura.

    Ash sospirò. Che cosa ho fatto nella vita per meritarmi un'amica come te?, si domandò emettendo un altro sospiro. Non era la prima volta che Zoey si tirava indietro a un passo dall'altare, lui non sapeva proprio che cosa fare. «Vogliono provare i discorsi» le spiegò.

    Ma questo non le fece cambiare idea. Al contrario, il pensiero di ascoltare il padre di David che si vantava della propria famiglia e della propria impresa – anche se in realtà tutti sapevano che l'azienda stava colando a picco – le fece sentire ancor di più il desiderio di sparire.

    Per fortuna David non era uno sbruffone. Quantomeno non lo era come suo padre!

    «E da quando si provano i discorsi durante la cena prenuziale?» domandò Zoey, continuando a studiare la finestra. «Non possono tenerli in serbo per domani? Sai, per il vero matrimonio.»

    «Date le circostanze, mi sembra saggio da parte loro farlo prima» osservò Ash, sollevando un sopracciglio, esattamente come aveva fatto tante volte in passato, quando lei e Grace tornavano a casa dal pub ubriache, negando di avere bevuto. «A quanto pare, non si sa che cosa potrebbe succedere domani.»

    Una leggera brezza le accarezzò il viso mentre cercava di razionalizzare la situazione. Si trovava in paradiso – su un'isola nel cuore dell'Oceano Indiano – in un lussuoso hotel con amici e familiari arrivati fin lì per assistere al matrimonio.

    Da quando era arrivata – tre giorni prima – per occuparsi degli ultimi preparativi della cerimonia, si era sentita come intrappolata in purgatorio. Era ovvio che non sarebbe riuscita a evitare di finire all'inferno scappando da quella piccola finestra!

    Rassegnata si ritrasse e, voltandosi verso il marito della sua migliore amica, si sedette sul davanzale. «Non posso tornare di là.»

    Ash si sedette sul tavolo su cui era salita per raggiungere la finestra. «Perché non sopporti le cene prenuziali o perché non vuoi sposare David, domani?»

    «Entrambe» reagì Zoey prontamente. «Tra l'altro avrei dovuto immaginarlo, visto che ho già partecipato a due cene pre-nuziali, prima di questa.»

    «Già. E non ti sei mai sposata» osservò Ash con tono sconfortato. «Per non parlare degli altri due fidanzamenti che hai fatto saltare.»

    «Tre a dire il vero» precisò Zoey. «Uno è stato prima che io e Grace ci incontrassimo.»

    «Ti riferisci al musicista, giusto?» Ash piegò leggermente il capo mentre la guardava. «Grace me ne aveva parlato. Ma credo che in quel caso tu abbia preso la decisione giusta.»

    «Negli altri casi no, invece?» si meravigliò lei guardandolo di traverso. «Pensi davvero che avrei dovuto sposare Harry o Julian o Fred?»

    «No.» Ash appoggiò i gomiti sul tavolo e alzò lo sguardo verso di lei.

    I suoi occhi azzurri avevano un'espressione così penetrante che per un attimo Zoey ne rimase incantata. Non che fosse attratta da lui ovviamente. Ash era senza dubbio un uomo affascinante ma questo per lei era semplicemente un dato di fatto, un po' come dire che l'oceano è blu. Non aveva mai dato peso al suo aspetto fisico. Anche perché non era mai stata nella posizione di poterlo fare.

    «È un peccato però che non ti sia accorta che non erano i ragazzi giusti, fino al giorno del matrimonio» continuò Ash. «Per quanto io trovi divertente vedere una sposa fuggire prima di arrivare all'altare, temo che per le persone coinvolte non sia poi così piacevole.»

    Era vero, dovette riconoscere Zoey. Anzi, ora che ci pensava, le venne il dubbio che David avesse insistito perché si sposassero su un'isola in mezzo al nulla per un motivo ben preciso.

    Aggrottò la fronte. «Quando David ti ha parlato del matrimonio, non ti ha spiegato perché ha voluto che venisse celebrata proprio qui la cerimonia?»

    Essendo l'erede della Carmichael Luxury Travel Business, Ash aveva organizzato il soggiorno degli sposi nell'hotel lì, come regalo di nozze. Probabilmente la sua compagnia possedeva l'intera isola, non solo l'hotel.

    Infatti, se il matrimonio fosse saltato, lei avrebbe dovuto rimborsarlo? Si augurava di no perché il suo lavoro come assistente in una galleria d'arte di Londra, per quanto le desse grandi soddisfazioni, di sicuro non la faceva arricchire.

    «Potrebbe avere menzionato il fatto che trovava rassicurante sapere quali navi o aerei raggiungono o lasciano l'isola» rispose Ash in maniera diplomatica.

    «Quindi voleva essere sicuro che io non potessi scappare» affermò Zoey aggrottando la fronte.

    Bene, questa poteva essere una valida scusa per mandare tutto a monte: mi ha manipolata per convincermi a sposarci qui perché aveva un secondo fine.

    Chiaramente era una sciocchezza ma, d'altra parte, doveva pur trovare una giustificazione, altrimenti troppe persone sarebbero rimaste deluse.

    Solo Ash sarebbe stato dalla sua parte. Anche se aveva collaborato al piano diabolico di David.

    «E perché non me lo hai detto prima?» gli domandò con tono offeso. «Davvero mi avresti permesso di sposare un uomo che non intendeva lasciarmi alcuna via di fuga? Che razza di amico sei?»

    Ash alzò gli occhi al cielo. «Certo, ora è tutta colpa mia. Zoey, sai benissimo che se mi avessi detto che non intendevi più sposarti ti avrei fornito ogni mezzo possibile per andartene – aerei, navi, automobili. Ma, come ricorderai bene quando abbiamo cenato insieme il mese scorso, mi hai assicurato che David era l'uomo giusto e che non avrei dovuto permetterti di scappare, perché te ne saresti pentita per tutta la vita se non lo avessi sposato.»

    Lo aveva detto davvero? Ora le riusciva difficile crederci. E non per via di quell'isola o perché non sopportava il suo futuro suocero, ma semplicemente perché non era in grado di immaginare la propria vita insieme a David.

    Eppure c'era stato un momento in cui aveva fatto tanti progetti con lui, per questo aveva accettato di sposarlo. Solo che poi, appena aveva messo piede su quell'isola, qualcosa era scattato in lei che l'aveva bloccata.

    La verità era che la terrorizzava l'idea di trascorrere la propria vita con un'altra persona. E se non era quello giusto?, continuava a chiedersi. Non voleva commettere lo stesso errore dei suoi genitori. Loro, in effetti, erano stati l'esempio perfetto di come non doveva essere un matrimonio.

    E poi c'era Ash.

    Il suo unico confidente, e marito della sua migliore amica. Ash, che aveva avuto il matrimonio perfetto, finché era rimasto distrutto quando aveva perso la moglie.

    Zoey si mordicchiò le labbra mentre cercò il coraggio di rivolgergli quella domanda che forse avrebbe risolto i suoi dubbi.

    «Che cosa c'è?» le chiese Ash, come se le avesse letto nel pensiero. «Chiedimi quello che vuoi, Zoey. Se posso aiutarti lo faccio volentieri.»

    Sì, in effetti lo aveva sempre fatto. Ash era una delle due persone sulle quali aveva sempre potuto contare, sin da quando lei e Grace lo avevano conosciuto, una decina d'anni prima. Non voleva però fargli rivivere tristi ricordi.

    D'altro canto aveva bisogno di avere una risposta se voleva prendere una decisione sensata – e non semplicemente scappare sperando che poi tutto si aggiusterà.

    «Quando tu e Grace... il giorno del vostro matrimonio... eri nervoso?»

    Queste semplici parole le riportarono alla mente ogni dettaglio di quella meravigliosa giornata estiva. Grace, la sua migliore amica dai tempi della scuola elementare, era incantevole nel suo etereo abito di pizzo. Lei invece, come damigella d'onore, indossava un vestito rosa pallido che richiamava la tonalità dei fiori del bouquet della sposa. La cerimonia era stata celebrata nella piccola cappella del villaggio in cui erano cresciute e la festa si era svolta nel giardino pubblico, addobbato con bandierine colorate, dove agli invitati era stato offerto il tè su servizi di porcellana spaiati.

    Ciò che ricordava in maniera più nitida, però, erano i volti radiosi di Grace e Ash, che si illuminavano ogni volta che si guardavano, dimostrando a tutti quanto fosse forte il loro amore. Erano così innamorati e sicuri di avere di fronte un futuro meraviglioso.

    Ma poi tutta quella felicità era stata spazzata via in un attimo.

    «Nervoso?» Ash scosse la testa. «Ero terrorizzato.»

    Davvero? Più che altro a lei era parso un uomo che aveva realizzato il proprio sogno.

    Comunque se Ash era nervoso, era giusto che lo fosse anche lei, no?

    La differenza era che Ash aveva superato la paura e aveva detto lo voglio, impegnandosi a vivere il resto della propria vita con Grace.

    Lei, invece, dopo sei anelli di fidanzamento, non era ancora riuscita a compiere il grande passo.

    Di fronte allo sguardo confuso di Zoey, Ash si domandò in che modo potesse aiutarla, perché lui non aveva mai messo in dubbio l'amore che provava per Grace. Non aveva mai avuto bisogno di sondarlo e analizzarlo. Lo aveva soltanto accettato e vissuto pienamente.

    Era stato sincero quando le aveva detto che si era sentito terrorizzato il giorno del matrimonio, forse non nel senso che aveva inteso Zoey nel rivolgergli quella domanda.

    Lui non aveva avuto paura della cerimonia – di tutte quelle persone che lo avrebbero guardato – o del fatto che qualcosa potesse andare storto. E certamente non lo aveva spaventato il concetto di matrimonio in sé. Al contrario, pensare di vivere insieme a Grace lo aveva sempre riempito di gioia.

    No, non era sta l'idea di impegnarsi con Grace a pietrificarlo, quanto piuttosto il timore di non meritarla, di non essere abbastanza per lei. Ancora adesso che non c'era più, il pensiero di non essere all'altezza delle sue aspettative a volte lo teneva sveglio la notte.

    In effetti spesso si era domandato se non fosse stata proprio la volontà di non deluderla a spingerlo ad andare avanti, dopo la sua morte.

    Oltre ovviamente alla costante presenza di Zoey che aveva fatto di tutto per tirarlo fuori dal buco nero in cui si era rifugiato dopo che il medico gli aveva dato la tragica sentenza.

    Ma questa era la sua storia. Per Zoey era completamente diverso. Perché lei aveva timore all'idea del per sempre con un'altra persona.

    In realtà non glielo aveva mai detto, ma Grace aveva provato a

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