Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Resa totale al milionario: Harmony Collezione
Resa totale al milionario: Harmony Collezione
Resa totale al milionario: Harmony Collezione
E-book156 pagine2 ore

Resa totale al milionario: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Willow Landon sta per cominciare una nuova vita: finalmente libera da un matrimonio sbagliato e opprimente, vuole dimostrare a se stessa di essere perfettamente in grado di gestire la propria indipendenza. E per farlo non ha certo bisogno dell'aiuto di Morgan Wright, il suo ricco e arrogante vicino di casa. Morgan potrà anche avere l'aspetto di un divo del cinema, vivere in una splendida proprietà di campagna e godere di un conto in banca milionario, ma a lei tutto questo non interessa.
LinguaItaliano
Data di uscita9 set 2018
ISBN9788858986585
Resa totale al milionario: Harmony Collezione
Autore

Helen Brooks

Helen è nata e cresciuta in Nuova Zelanda. Amante della lettura e dotata di grande fantasia, ha iniziato a scrivere storie sin dall'adolescenza. A ventun anni, insieme a un'amica, partì in nave per un lungo viaggio in Australia, che da Auckland l'avrebbe condotta a Melbourne.

Leggi altro di Helen Brooks

Autori correlati

Correlato a Resa totale al milionario

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Resa totale al milionario

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Resa totale al milionario - Helen Brooks

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Sweet Surrender with the Millionaire

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2010 Helen Brooks

    Traduzione di Chiara Fasoli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-658-5

    1

    Ce l’aveva fatta! Dopo tante disavventure aveva finalmente trovato un luogo in cui vivere a modo suo, senza dover rendere conto a nessuno. Non le importava quanto tempo ci sarebbe voluto per ristrutturarlo, i lavori l’avrebbero tenuta occupata la sera e durante i weekend e questo era proprio ciò che voleva. Inoltre, se fosse stato in perfette condizioni, lei non avrebbe potuto permettersi quel cottage.

    Willow Landon sospirò soddisfatta, fece una giravolta e, arrestandosi di colpo, scoppiò in una sonora risata. Quel cottage era il simbolo della sua ritrovata indipendenza, alla quale non avrebbe rinunciato mai più. Si guardò intorno con espressione rapita, come se stesse ammirando il salone di un castello, invece del piccolo salotto con la carta da parati scrostata e il pavimento impolverato. Aprì la porta a vetri che dava sul giardino sul retro e si trovò di fronte un intricato groviglio di piante ed erbacce, dietro le quali era impossibile distinguere un prato o un sentiero. Pazienza, sarebbe riuscita comunque a raggiungere il capanno degli attrezzi vicino all’alto muro di pietra che delimitava la sua proprietà.

    Chiuse gli occhi per un momento, cercando d’immaginare l’aspetto futuro del suo giardino, con una fontana al centro del prato ben curato, circondata da panchine e pergolati. Ci sarebbero stati un dondolo e fiori dai nomi evocativi: digitale, angelica, speronella e garofani, molti garofani dal profumo invitante. Forse anche un piccolo orto. C’era tempo per tutto questo, adesso doveva solo limitarsi a potare le piante e liberare il terreno da foglie e detriti. La ristrutturazione della casa era l’operazione più urgente e avrebbe richiesto molto olio di gomito, pazienza e denaro. Delle prime due ne aveva in abbondanza, al denaro avrebbe provveduto man mano, una volta estinta l’ipoteca e pagato gli interventi più urgenti.

    Quando il cellulare squillò, Willow sospirò nel vedere a chi apparteneva il numero, ma rispose con un allegro: «Ciao, Beth!».

    «Willow.» Il suo nome suonò come un rimprovero. «Ho telefonato al tuo appartamento e una delle ragazze mi ha detto che hai traslocato oggi. Non posso credere che tu non ci abbia detto niente. Sapevi che io e Peter avremmo voluto aiutarti.»

    «Ti ho detto di non pensarci neanche, nelle tue condizioni. E poi, anche voi avete appena finito di mettere ordine.» Beth era al settimo mese di gravidanza e col marito si era da poco trasferita da un piccolissimo appartamento in una casa più grande. «In ogni caso ho avuto moltissime offerte d’aiuto, ma non ne ho davvero bisogno. Posso cavarmela da sola. In fondo dovrò solo sistemare il letto e pochi altri mobili. C’è così tanto da fare che non voglio pensare all’arredamento finché non sarà tutto a posto.»

    «Traslocare così, senza l’aiuto di nessuno...» Dal tono di Beth sembrava che Willow fosse partita da sola per una rischiosa spedizione in qualche terra lontana e sconosciuta. «Hai cibo a sufficienza per il weekend?» Prima che Willow potesse rispondere, si sentì qualcuno parlare in sottofondo. Beth alzò la voce, indignata. «Peter dice che mi comporto come se tu avessi otto anni invece che ventotto, ma si sbaglia, vero?»

    Willow sorrise tra sé. Voleva bene a sua sorella e, da quando i loro genitori erano morti in un incidente cinque anni prima, il loro legame era divenuto ancora più stretto, ma doveva ammettere di essere sollevata all’idea che Beth avrebbe presto avuto un figlio di cui occuparsi. A trent’anni era decisamente pronta per diventare madre. «Certo» la rassicurò, senza troppa convinzione. «Senti, ho preso qualche giorno di ferie, verrò presto a trovarti per fare due chiacchiere.»

    «Fantastico. Passa lunedì e fermati per cena» fu la pronta risposta di Beth.

    Ancora una volta Willow sospirò fra sé. Lo studio di progettazione nel quale lavorava da quando aveva terminato gli studi si trovava a Reddicht, a poca distanza dalla nuova casa della sorella e dall’appartamento che lei aveva diviso con tre amiche negli ultimi dodici mesi. Il cottage, invece, era a un’ora di macchina su tortuose strade di campagna. Finché non avesse familiarizzato con il percorso, avrebbe preferito evitare di rientrare dopo il tramonto e le giornate iniziavano ad accorciarsi, essendo già la fine di settembre. Del resto, però, vedersi con Beth per pranzo anziché per cena avrebbe significato perdere un intero giorno di lavoro.

    «Perfetto» rispose. «Porterò il dolce, ma temo che non sarà fatto in casa.»

    Parlarono ancora per un po’, prima che Willow si congedasse con la scusa di avere molte cose da fare. Invece di rimettersi subito al lavoro, però, si sedette sugli scalini di pietra che collegavano la portafinestra al giardino. Il viso rivolto verso il sole, respirò la calda aria mattutina. Gli uccelli cinguettavano sugli alberi e il cielo aveva il colore dei fiordalisi. Sembrava che la natura avesse voluto rendere il più piacevole possibile il giorno del trasloco, un ottimo inizio per la sua nuova vita.

    Il cottage simboleggiava proprio questo, un nuovo inizio. Willow non poteva cambiare il passato o cancellare il colossale errore che aveva fatto mettendosi con Piers, ma il presente e il futuro erano soltanto suoi, adesso che si era liberata di lui. Solo pochi mesi prima aveva desiderato farla finita. La sua vita aveva perso ogni attrattiva e i giorni si erano trasformati in una dura battaglia, da combattere solo per arrivare al momento di prendere le pillole prescritte dal medico e poter spegnere così la mente almeno per un po’. Ma a poco a poco aveva smesso di assumere quelle medicine per dormire, aveva ricominciato a mangiare e si era riscoperta in grado di concentrarsi su un programma televisivo o di leggere un libro senza che la sua mente corresse di continuo a Piers e a quell’ultima, terribile notte.

    Willow si sforzò di distogliere la mente da quei pensieri e si alzò. Era tornata a essere se stessa, anche se più vecchia e saggia.

    Rientrò in casa e raggiunse la porta d’ingresso. La sua vecchia Ford Fiesta era parcheggiata davanti al giardino principale che, come quello sul retro, era un intrico di erbacce. L’auto era piena all’inverosimile di vestiti, effetti personali, uno scatolone con tutto l’occorrente per le pulizie e l’aspirapolvere che Willow aveva comprato il giorno prima. Il letto e pochi altri mobili le sarebbero stati consegnati entro quattro ore e lei doveva sfruttare ogni minuto. In casa erano rimaste montagne di polvere, sporcizia e ragnatele, anche se, da quel che poteva scorgere, i pavimenti non sarebbero stati male una volta puliti e, in fondo, questo le avrebbe permesso di dare un tocco personale all’ambiente.

    Il cottage comprendeva un salotto, una cucina e un bagno, oltre a due camere da letto al piano superiore. Non c’era riscaldamento centralizzato e l’unico mezzo per cucinare era un vecchio fornello. Per fortuna, però, l’impianto elettrico era stato rifatto di recente e c’era una grande cisterna per l’acqua.

    Il camion del mobilificio arrivò e l’autista aiutò Willow a trasportare letto e cassettiera al piano di sopra, nella stanza che aveva scelto per sé e che disponeva già di un armadio a muro. Completavano la lista dei suoi acquisti un divano a due posti, una poltrona e un tavolino per il salotto. Il suo vecchio televisore era in macchina, così come il microonde.

    Quella notte Willow si addormentò immediatamente e, per la prima volta da quando aveva lasciato Piers, non ebbe incubi. Quando si svegliò, il mattino seguente, rimase a lungo sdraiata ad ascoltare il cinguettio degli uccelli e a godersi la solitudine e la quiete di quel luogo. L’appartamento che aveva condiviso con le amiche si affacciava sulla strada e nemmeno i doppi vetri erano in grado di annullare il rumore del traffico, anche se spesso la confusione maggiore proveniva proprio dall’interno! E prima ancora di quella sistemazione...

    Si mise a sedere di scatto. Si era riproposta di non pensare mai più agli anni con Piers. Doveva lasciarsi tutto alle spalle e sapeva di potercela fare grazie alla propria forza di volontà.

    Nei due giorni successivi Willow lavorò quasi senza sosta, ma la sera della cena dalla sorella poté finalmente dirsi soddisfatta dei risultati ottenuti con le sue sole forze. Tornò a casa senza incidenti dopo aver trascorso una piacevole serata con Beth e Peter e il giorno seguente si mise di nuovo all’opera in giardino. Prima del fine settimana era già piena di graffi e sentiva un dolore a muscoli che non sapeva nemmeno di avere, ma ormai aveva ripulito gran parte del terreno.

    Domenica pomeriggio decise di accendere un bel falò. Dopotutto, si usa così in campagna, no? Un tempo una palizzata di legno doveva aver diviso il giardino in due parti. Le assi erano marcite da un pezzo, ma ciò che ne restava sarebbe stata un’ottima base per il falò, insieme ai vecchi giornali che aveva trovato nel capanno degli attrezzi qualche giorno prima. La vecchia proprietaria doveva aver depositato lì la carta per anni prima che la vegetazione crescesse troppo perché lei potesse raggiungerlo.

    Willow ammonticchiò erbacce e rami in una pila più alta possibile. Aveva sistemato il falò in fondo al giardino, a poca distanza dal muro che secondo l’agente immobiliare confinava con l’immenso parco di una grande villa che sembrava fosse la residenza estiva di un importante uomo d’affari. Quando il fuoco fu ben avviato, lei iniziò a rilassarsi. C’era qualcosa di davvero soddisfacente nel bruciare tutti quei rifiuti e questo, se non altro, le avrebbe risparmiato qualche viaggio alla discarica locale.

    Willow non avrebbe saputo dire con precisione quando il senso di disagio si trasformò in panico. Il vento iniziò a sollevare un numero sempre maggiore di pezzetti di carta infuocati, trasportandoli oltre il muro. Lei colpì con un bastone un mucchio di carta nel tentativo di smorzare le fiamme, ma riuscì solo ad alimentarle. Seguendo un consiglio di Peter, aveva intriso i legni alla base del falò di benzina e questo stava rendendo impossibile spegnere il fuoco.

    Sempre più allarmata, Willow corse al cottage per riempire un secchio d’acqua da gettare sulle fiamme che si alzavano al cielo con sempre maggiore ferocia. Era in cucina quando sentì urlare. Chiuse in fretta il rubinetto, raccolse il secchio pieno a metà e corse in giardino in tempo per vedere la figura di un uomo sollevarsi a cavalcioni sul muro. Le sue imprecazioni si confondevano con lo scoppiettio delle fiamme e l’abbaiare frenetico di quello che sembrava un branco di cani rabbiosi.

    «Ma che diavolo sta facendo?» ringhiò lo sconosciuto, mentre lei si avvicinava. «È impazzita?»

    Che maleducato! Le scuse che stava per mormorare le morirono in gola. Willow fissò un paio di occhi di un blu così intenso da essere quasi abbagliante e si bloccò di colpo, rovesciandosi buona parte dell’acqua sulle scarpe. «Questa è la mia proprietà!» esclamò con freddezza. «E non è una zona per non fumatori.»

    «Non ho nulla contro il fumo» rispose lui con tono acido. «È la sua determinazione ad appiccare incendi in tutto il vicinato a preoccuparmi, oltre al pericolo per le persone e gli animali. Uno dei miei cani si

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1