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Incontro siciliano
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Incontro siciliano
E-book175 pagine2 ore

Incontro siciliano

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Info su questo ebook

Il risveglio dal sogno di una notte può essere più dolce della notte stessa. Se la magia, al sorgere del sole, invece di dissolversi resta a scaldare il cuore.
Cassandra Gardner non può proseguire oltre in una relazione che coinvolge solo il suo corpo, quando è il suo cuore, in realtà, a pretendere gli onori della scena. Ma i patti con Massimo Giuliano, attraente uomo d'affari siciliano, sono molto chiari, e parlano di sesso. Senza alcuna complicazione. Così, quando ciò che condividono non le basta più, lei decide di confidarsi con lui... e Massimo decide a sua volta di lasciarla. Cass è distrutta, ma non può sapere che il destino ha in serbo per loro un nuovo incontro, qualche tempo dopo, che potrebbe cambiare molte cose.
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2020
ISBN9788830515635
Incontro siciliano
Autore

Jane Porter

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Incontro siciliano - Jane Porter

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Sicilian’s Defiant Mistress

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Jane Porter-Gaskins

    Traduzione di Laura Appiani

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-563-5

    Prologo

    La mascella serrata, i muscoli del viso contratti, Massimo osservava Cassandra, la sua donna, la sua amante, mentre prendeva la mano di Emilio Sobato e scendeva dall’auto sportiva posteggiata a lato del viale soleggiato.

    Combattuto tra la gelosia e la repulsione, guardò Emilio stringere un braccio attorno al corpo di Cass e sussurrarle dolcemente qualcosa all’orecchio.

    Massimo deglutì dalla rabbia. Non c’era niente di strano, si disse cercando di allontanarsi dalla finestra del palazzo. Le donne sono tanto infedeli quanto i maschi... se non di più! Ma Cass non gli era sembrata il tipo di donna a cui piace prendere in giro gli uomini. Lei era diversa. O forse si sbagliava? La gola gli bruciava dal nervoso.

    La porta dello studio si aprì. Sentì dei passi e una mano leggera sulla spalla. «Emilio è qui.»

    Era Adriana, sua sorella minore. Il giorno seguente si sarebbe sposata e quella sera ci sarebbe stato il ricevimento a palazzo.

    «Va bene» rispose Massimo, non lasciando che dalla propria voce trasparisse la rabbia.

    «Ha portato anche una delle sue amichette» gli fece notare Adriana in tono furioso. «Come osa? Che razza di persona è?»

    Le labbra di Massimo si curvarono in una smorfia mentre guardava fuori dalla finestra, studiando Cass, la camicia nera firmata, il taglio della gonna scura che esaltava le più incredibili gambe che avesse mai visto.

    Massimo conosceva intimamente quelle gambe. Per circa tre anni erano state sue, le aveva accarezzate, avvolte attorno alla propria vita mentre la faceva sua. E questo era successo molte, molte volte durante i due anni e mezzo che avevano passato insieme. Lei era stata l’amante ideale, perfetta, fino a quando non aveva rotto il patto. A quel punto, Massimo si era comportato come avevano concordato: l’aveva lasciata e se ne era andato.

    Si voltò verso sua sorella con un’espressione contrita che lasciava intuire più di quanto volesse. «Conosciamo bene la risposta.» Si avvicinò ad Adriana e le accarezzò il volto dai lineamenti tesi dall’indignazione. «È un uomo che ti pugnala alle spalle...»

    Per un istante nessuno dei due parlò, ognuno assorto nei propri pensieri, poi Massimo si voltò di nuovo verso la finestra per guardare la coppia salire la scalinata del palazzo. Adriana gli si avvicinò, appoggiando il mento sulla sua spalla. «Lo odio» sussurrò con un tono carico di rabbia. «Lo odierò sempre per quello che ti ha fatto.»

    Massimo si voltò e le prese il viso tra le mani. «Non se lo merita, tesoro.»

    Adriana gli appoggiò la testa sul petto e lui si accorse che stava piangendo. Con la voce rotta e il viso sempre nascosto contro il corpo del fratello, lei sussurrò: «Lo faccio per te. Sei sempre stato il mio eroe».

    Per un istante a Massimo mancò il respiro. Non riusciva a pensare, a sentire nulla. Sei sempre stato il mio eroe. L’innocenza di quelle parole lo aveva piacevolmente stupito. Lentamente la morsa al petto si allentò e Massimo riuscì infine a lasciarsi andare a una risata. «Non esistono più gli eroi, Adriana. Ci sono solo semplici uomini.»

    Sua sorella sciolse l’abbraccio e lo guardò, gli occhi scuri lucidi. «Ti sbagli. Tu sei siciliano e sei un grande uomo.» Lo baciò sulla guancia e lo prese sottobraccio. «Forza, andiamo. Devi festeggiare con me.»

    1

    «Sei sicura di volerlo fare?» chiese Emilio in tono denigratorio. «Facciamo ancora in tempo ad andarcene.»

    Cass rimase in silenzio, in piedi sulla scalinata d’ingresso del palazzo, abbagliata dalla intensa luce del sole. Si impose di non pensare ad altro che al presente.

    Alzò di scatto la testa e osservò Emilio. Dall’espressione dura dei suoi occhi capì che non stava scherzando. Un tempo era stato il miglior amico di Massimo, suo socio in affari, ma ora i rapporti tra loro non erano più gli stessi. «Una volta entrata, non potrai più cambiare idea. Se vuoi scappare, fallo adesso.»

    La malvagità negli occhi dell’uomo la disgustò. Distolse lo sguardo e si sistemò la camicia e la gonna. «Non ho intenzione di fuggire» disse seccamente alzando lo sguardo verso l’imponente facciata del palazzo dei Giuliano. Le alte e agili colonne ai lati del portone erano sormontate da un elegante balcone in ferro battuto, e altri balconcini nello stesso stile incorniciavano le finestre che si affacciavano sul cortile. Era un edificio solenne e magnifico, proprio come Massimo. Lui era un uomo solenne, appunto, magnifico e... crudele.

    Per un istante la rabbia le colorò il viso. Una rabbia che nasceva dal ricordo della perdita, da un dolore che era ritornato violento come sei mesi prima, quando Massimo l’aveva lasciata.

    Trasse un profondo respiro nel tentativo di scacciare quei pensieri. Massimo l’aveva distrutta, aveva cancellato qualcosa di prezioso in lei. E tutto nel tempo di uno sguardo, di una parola, di un battito del cuore. Cass sentiva il fuoco scorrerle ora nelle vene. Fuoco, rabbia, ira. Lo aveva amato, più di quanto potesse immaginare, ma a lui non importava. Lei era solamente un corpo nel suo letto.

    Emilio le prese la mano e quel contatto la riportò alla realtà. «Se vuoi che questo funzioni, deve credere che stiamo insieme, che la nostra è una storia seria.»

    «Ci crederà» lo rassicurò Cass, cercando di controllare le emozioni. Non le era mai piaciuto Emilio, e la sua opinione non era cambiata, nemmeno ora, dopo un giorno di viaggio insieme da Roma. Ma in fondo lui era il suo lasciapassare per il palazzo. «Non sono arrivata fino a qui per rinunciare proprio sul più bello.»

    «Allora quando ci sposiamo?» insistette Emilio.

    «Il 16 aprile, tra sei mesi» rispose Cass in tono determinato. Massimo odiava Emilio e, da quando li aveva visti insieme, probabilmente odiava anche lei.

    «E come ti avrei fatto la proposta?» continuò a domandare.

    «Durante un romantico fine settimana alle Seychelles» concluse Cass.

    Emilio le si avvicinò e con una mano le spostò dalla fronte una ciocca di capelli castani. «Non ti dimenticherà mai» le sussurrò.

    Per un momento il cuore di Cass si fermò. Non voleva che Massimo la odiasse, non voleva che fosse suo nemico. Un tempo era completamente sua, gli apparteneva, corpo e anima... Ma non è proprio questa la ragione per cui ora mi trovo qui? Per chiudere una porta sul passato e iniziare a pensare al futuro.

    Erano passati più di sei mesi dalla fine della loro relazione e ancora non era riuscita a riprendersi del tutto. Continuava a ripensare a quel periodo e a Massimo. Non poteva andare avanti in quel modo e se ne rese conto presto. Al lavoro era distratta e svogliata, stava perdendo i clienti e il rispetto. Non poteva permettere che una delusione d’amore le rovinasse la vita. Era giunto il momento di passare oltre e per questo aveva accettato di fingere di essere la fidanzata di Emilio.

    Cass pensò a quanto gli uomini adorassero la guerra. E quella che stavano combattendo quel giorno era una lotta tremenda, che usava l’amore e il tradimento come armi. Emilio l’aveva invitata ad andare con lui al matrimonio della sorella di Massimo perché voleva il sangue di Massimo. Cass aveva accettato perché in un certo senso anche lei desiderava la medesima cosa.

    Aveva pensato che solo un gesto disperato potesse mettere termine a quella situazione. Aveva amato Massimo con tutto il suo cuore e lo aveva aspettato per tre anni... «Bene» disse infine Cass con un filo di voce, cercando di mascherare la rabbia. Era furiosa. «Non sto cercando una giornata piacevole, ma solo un po’ di pace.»

    Aveva passato i sei mesi più brutti della sua vita nel tentativo di accettare il fatto che la sua storia con Massimo era terminata. La sua mente però continuava a pensare a lui, lo sognava e lo rivedeva in ogni uomo che incontrava. Da quando si erano detti addio, in tutti quei mesi, non aveva ricevuto nemmeno una telefonata, un messaggio, una parola. L’aveva semplicemente lasciata andare. Ma in fondo, lei era solo la sua amante e Massimo aveva il diritto di avere chi voleva e quando voleva. E poi, lui era Massimo Giuliano e Cass non gli aveva mai chiesto niente di più che una storia di sesso.

    Cass si incamminò di scatto verso la porta, salendo rapidamente la larga scalinata della villa, con alle spalle il sole che dipingeva di un rosso intenso il portone d’ingresso. Prima di ripensare a quello che stava per fare, bussò un paio di volte e fece un passo indietro. L’imponente portone di legno si aprì ed Emilio le rivolse un enorme sorriso. «Congratulazioni, Cass. Ce l’hai fatta.»

    Il maggiordomo li condusse nell’immenso salone dai soffitti alti affrescati in oro, rosa e azzurro e in quel preciso istante, la consapevolezza di quanto fosse stupida quella messinscena colpì Cass come un fulmine. Era la fine drammatica dell’amore, del suo amore, perché Massimo non la aveva mai realmente amata. Aveva approfittato del suo corpo e lei lo aveva accettato; almeno fino a sei mesi prima, quando era stata colpita dalla cruda realtà.

    Da quel momento, il ghiaccio le aveva avvolto il cuore e Massimo aveva semplicemente scrollato le spalle, come faceva sempre per tutte le questioni che riguardavano loro due. Tutto quello che avevano in comune era solamente il sesso. Carnale, violento, insaziabile.

    A quel pensiero, un brivido le percorse la schiena e sentì il dolore fisico della mancanza di Massimo. Il desiderio era ancora vivo sotto la pelle, le emozioni ancora palpabili.

    «Cosa diavolo ci fai qui?»

    La familiarità di quella voce la gelò. Massimo. Cass si voltò lentamente, tremante. Finalmente lo vide. Era estremamente elegante, con un abito scuro, sicuramente di fattura italiana, e una camicia color sabbia che esaltava la sua pelle abbronzata. I capelli castani erano perfettamente in ordine e per Cass era più bello che mai. Non aveva mai visto delle ciglia tanto lunghe e scure come quelle di Massimo, una bocca che sorrideva tanto raramente, ma baciava tanto appassionatamente.

    Cass sentì un nodo allo stomaco. Il dolore del suo desiderio per quell’uomo era tanto intenso quanto quello della rottura. Cercò di distogliere lo sguardo ma non ci riuscì. Aveva sentito la sua mancanza per troppo tempo. Le era mancato tutto di lui, ma soprattutto il suo corpo.

    C’erano anche altri uomini nella sala, ma nessuno aveva il fascino di Massimo. Nessuno era tanto sicuro di sé, tanto arrogante e con una presenza fisica simile. Anche se fosse stata dall’altra parte dell’enorme salone, Cass avrebbe potuto percepire la sua presenza e solamente guardandolo sentì una fitta di desiderio.

    «È un piacere vederti» disse Emilio rompendo quel silenzio imbarazzante.

    «Non hai più nessun motivo per essere qui» rispose Massimo, ignorando completamente Cass. Ma lei non ne era sorpresa. Anche mentre se ne andava, non si era mai voltato indietro.

    «Sono stato invitato al matrimonio» spiegò Emilio, sollevando il bicchiere di spumante come per brindare.

    «Non dalla mia famiglia» commentò Massimo.

    Emilio gli rivolse un sorrisetto. «No, mi ha invitato lo sposo. Mio padre e il padre di Antonio sono amici.»

    «Che fortuna!» rispose sarcasticamente Massimo.

    «Hai intenzione di mandare a monte il matrimonio solo perché ci sono io?»

    «Non è necessario» lo rassicurò Massimo. «Mi occuperò di te in modo civile e senza dare nell’occhio. Non dovrebbe essere difficile.»

    «Non con le tue conoscenze» commentò Emilio.

    «Se davvero avessi le conoscenze che insinui, in questo momento non saresti nemmeno qui.» Massimo si voltò e posò il suo intenso sguardo su Cass. «E non avrei saputo nulla di voi due» aggiunse con un filo di voce.

    Il cuore di Cass si fermò per un istante sotto lo sguardo penetrante di Massimo. Era come se le stesse osservando l’anima e sentiva lo scomodo peso del suo giudizio. L’espressione sul volto di Massimo era enigmatica e impenetrabile. A Cass sembrava

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