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La mamma ideale: Harmony Collezione
La mamma ideale: Harmony Collezione
La mamma ideale: Harmony Collezione
E-book150 pagine2 ore

La mamma ideale: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Sola e incinta! Ci sarebbe da perdersi d'animo, ma Nancy non è il tipo. E' una donna determinata, intraprendente e ottimista, dunque decide che è il momento giusto per voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo della sua vita. D'altra parte, lei è scrittrice ed è abituata a intrecciare trame e risolvere misteri. Nella nuova casa, in una piccola cittadina del Maine, viene però colta da doglie premature ed è ricoverata in ospedale, dove è scelta come mamma ideale per inaugurare la nuova sala parto. Durante la degenza fa anche la conoscenza di un affascinante medico, Jave Nichols, che assomiglia in modo incredibile al protagonista maschile del romanzo che sta scrivendo. Il destino ci ha messo lo zampino?

LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2014
ISBN9788858918333
La mamma ideale: Harmony Collezione
Autore

Muriel Jensen

Autrice americana residente nell'Oregon, è felicemente circondata da parecchi animali, tra cui il labrador Amber.

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    Anteprima del libro

    La mamma ideale - Muriel Jensen

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Mommy on Board

    Harlequin American Romance

    © 1995 Muriel Jensen

    Traduzione di Laura Polli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2000 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-833-3

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

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    1

    Heron Point, Oregon.

    «Qualcosa non va, signora?»

    Per un istante Nancy Malone trattenne il respiro, concentrandosi sull’improvvisa contrazione del suo addome. La sensazione dolorosa si attenuò gradatamente, lasciandole però uno strano senso di inquietudine.

    Nancy si passò una mano sulla fronte, poi rivolse di nuovo la sua attenzione all’uomo di mezza età, basso e robusto. Stava caricandole sul fuoristrada la sedia da scrivania che aveva appena acquistato.

    «Sto bene, grazie» rispose, abbozzando un sorriso, mentre richiudeva il portello posteriore.

    Sam Thompson, titolare di un magazzino che vendeva mobili di seconda mano, padre di cinque figli e nonno di due, la fissò con attenzione e non parve del tutto convinto. «È sicura?» chiese. «Una donna in gravidanza non dovrebbe sollevare pesi. A casa ci sarà qualcuno ad attenderla per scaricare la sedia?»

    No, e non voglio parlarne, pensò Nancy, mentalmente sulla difensiva. «In qualche modo mi arrangerò» disse, porgendogli la mano. «Grazie di tutto, Sam. E mi raccomando... Se dovesse capitarle di trovare una bella scrivania, di quelle vecchio stile, mi telefoni, okay?»

    L’uomo annuì, infilando nella tasca della camicia il foglietto con il numero di telefono che lei gli aveva dato. «D’accordo. Vuole che la tenga informata anche sulla disponibilità di camerette?»

    Nancy sospirò, pensando che, per il bambino che stava aspettando, le sarebbe piaciuto comprarne una nuova, come quella in frassino laccato di bianco e verde acqua che aveva visto esposta da Hobbs Arredamenti. Ma, per il momento, le sue finanze non le consentivano una spesa del genere e, a meno che avesse vinto alla lotteria, avrebbe dovuto accontentarsi di qualcosa di meno alla moda. «Va bene» rispose, mettendosi al volante e constatando con piacere che, nonostante fosse al settimo mese di gravidanza, riusciva a farlo ancora con una certa agilità.

    Sam si toccò la tesa del cappello da baseball e rientrò nel magazzino. Si trattava di una vera e propria istituzione a Heron Point e vi si poteva trovare davvero di tutto: dai mobili, ai ricambi per auto e barche...

    Nancy avviò il motore e nello stesso istante, come se le due cose fossero state collegate, avvertì un’altra contrazione dolorosa al ventre.

    «Devo stare calma» si disse, lottando contro il senso di panico che già la stava invadendo, mentre il suono del motore del fuoristrada copriva la sua voce. «Non è certamente niente... Ho solo esagerato un po’ per colpa del trasloco. Adesso vado a casa e mi riposerò per il resto della mattina» promise a se stessa.

    La contrazione si attenuò e Nancy respirò a fondo. Inserì la marcia e uscì dal posteggio del magazzino.

    A quell’ora c’era poco traffico sulla strada che collegava Heron Point, piccolo centro sull’estuario del fiume Columbia, alla Highway 101.

    Mentre procedeva a velocità moderata, Nancy era indecisa se recarsi al Riverview Hospital per una visita di controllo, o imboccare la strada costiera che portava a sud, verso Golden Beach, la spiaggia dove si trovava il suo cottage.

    Con l’autocontrollo proprio di chi è abituato a contare solo su se stesso, si diresse verso Golden Beach. Le contrazioni, pensò, erano certamente dovute al lungo viaggio da poco effettuato e al fatto che, in quegli ultimi giorni, si era data un gran daffare per mettere in ordine la casa dopo il trasloco.

    In effetti, era stata tanto bene da essersi quasi dimenticata di essere in gravidanza.

    Ma ora avrebbe rimediato, decise, proponendosi una giornata tranquilla, uno spuntino leggero e un pomeriggio in compagnia di un libro di Dashiell Hammett, il suo autore di romanzi gialli preferito. Oppure avrebbe badato a Oprah. Era confortante sapere che al mondo esistevano persone in situazioni più difficili della sua e...

    Una nuova contrazione le mozzò il fiato. Istintivamente Nancy rallentò e si fermò sulla corsia di emergenza, aspettando che il dolore si attenuasse.

    Poi, senza esitazioni, fece inversione di marcia e si diresse a tutta velocità verso il Riverview Hospital.

    Da mezz’ora non aveva più avuto contrazioni.

    Nancy cercò di rilassarsi, mentre, distesa su un lettino del reparto di radiologia, attendeva lo specialista che le avrebbe eseguito l’ecografia.

    Quando era arrivata, il medico del pronto soccorso aveva fatto chiamare il suo ginecologo, la dottoressa McNamara, che aveva provveduto a somministrarle un farmaco di cui lei ignorava il nome. Sapeva soltanto che quell’iniezione le aveva impedito un parto prematuro, pensò Nancy, ringraziando il cielo.

    Quindi era stata ricoverata per essere sottoposta ad alcuni esami e per trascorrere almeno una notte in osservazione.

    La porta si aprì in quel momento. Un giovane uomo, alto, molto attraente, con un camice bianco, entrò nella stanza.

    «Buongiorno, signora» le disse sorridendo, mentre dava un’occhiata alla cartella clinica che aveva in mano. «Le contrazioni sono finite?»

    «Come dice? Oh, fortunatamente sì... Ero piuttosto spa... spaventata» balbettò Nancy. Quello sconosciuto era la perfetta personificazione del tenente Harry Boeneke, il protagonista del romanzo che lei stava scrivendo, pensò, senza riuscire a distogliere lo sguardo da lui.

    I suoi capelli erano dello stesso colore castano dorato, i suoi occhi dell’identico grigio. E il suo viso aveva la medesima bellezza, virile e decisa, che provocava strane fantasie a Geneva Frisco, investigatore privato, la protagonista femminile.

    «Ci credo» annuì lui. «Bene, ora diamo un’occhiata a questo campione e vediamo un po’ che cosa sta combinando» aggiunse, sedendosi davanti a un macchinario dall’aria piuttosto complicata.

    «È una bimba» affermò Nancy, scostando il lenzuolo dall’addome leggermente rigonfio. Sul cartellino appeso alla tasca superiore del camice, lesse: James Victor Nicholas, radiologo.

    «È una tua sensazione o una certezza?» le chiese il medico.

    «Mi hanno già sottoposta a un’altra ecografia, due mesi fa, a New York. Però non hanno saputo dirmi di che sesso fosse il bambino. Ma io lo so e basta.»

    Lui abbozzò un sorriso. «Ne vuoi la conferma?» le domandò.

    «Preferisco la sorpresa» dichiarò Nancy. Poi rise, accorgendosi che la sua risposta era in contrasto con quanto aveva detto precedentemente.

    Il dottor Nicholas scosse il capo con indulgenza. Dopo dieci anni in radiologia, sapeva che la logica di una donna incinta non coincideva mai con quella di un medico. Sulla cartella clinica aveva letto che Nancy Roxanne Malone era single, ma questo non le aveva impedito di portare avanti la gravidanza. Quando era entrato le aveva letto la paura negli occhi, e non poteva darle torto. Per via dei sintomi per cui era stata ricoverata, innanzitutto. E poi per esperienza. Anche uno dei suoi figli era nato prematuro e non era stata una situazione facile da affrontare.

    «Dal referto risulta che in pronto soccorso hai segnalato il fatto che tua madre aveva assunto del DES, quando era in attesa di te» disse, prendendo una confezione di gel. Il diethylstilbestrolo era una sostanza che molte donne gravide, nei decenni passati, avevano assunto per prevenire un aborto spontaneo. Studi recenti avevano dimostrato come le figlie di queste donne avessero rivelato una tendenza ad anomalie del sistema riproduttivo, dalla sterilità alla difficoltà a portare a termine una gravidanza.

    «Sì» gli confermò Nancy. «Mia madre me lo confessò quando lesse su un giornale degli effetti di quel medicinale, nel lungo periodo. Consultai uno specialista, e mi disse che la mia cervice era poco tonica: un problema relativamente lieve. Mi avvertì, però, che avrei potuto avere un parto prematuro.»

    «Proprio così... Adesso ti metterò il gel sull’addome. Se hai già eseguito un’ecografia, ricorderai che è piuttosto gelido. Sei pronta?»

    Nancy annuì e rimase immobile mentre lui le spalmava la sostanza gelatinosa sulla pelle.

    «Essendo informata sui rischi che correvi, immagino che avrai affrontato la gravidanza in modo molto consapevole, limitando le attività faticose e riposando.» continuò il dottor Nicholas preparando il lettore ottico.

    «Be’... Questo lo facevo prima del trasloco» mormorò lei col tono di chi si sente in colpa.

    «Il trasloco?»

    «Da New York» gli spiegò. «Ho comprato un cottage a un paio di miglia da qui, sulla spiaggia di Golden Beach, e mi sono data da fare un po’ troppo, per metterlo in ordine. Suppongo si tratti di una specie di sindrome del nido, o qualcosa del genere» concluse sorridendo.

    «Immagino che la dottoressa McNamara ti abbia già fatto la predica... Ragion per cui non aggiungo altro» replicò lui.

    Nancy sospirò. «Oggi ho comprato una sedia per la scrivania... Mi servirà per stare più comoda, con il pancione, mentre finirò il romanzo che sto scrivendo per vincere il Premio Edgar Allan Poe

    Jave le lanciò un’occhiata, chiedendosi se quel suo parlare, vagamente a ruota libera, significasse che era nervosa o che si stava rilassando. «È una specie di premio Nobel per gli scrittori, vero?»

    «Non esageriamo» puntualizzò lei sorridendo. «È, semmai, una specie di Oscar per gli scrittori di libri gialli.» Sospirò di nuovo e chiuse gli occhi. «Così potrò continuare a lavorare a casa anche dopo che sarà nata mia figlia.»

    Lui cominciò a fare scorrere il lettore ottico sull’addome

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