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Ritrovarsi a San Valentino: Harmony Collezione
Ritrovarsi a San Valentino: Harmony Collezione
Ritrovarsi a San Valentino: Harmony Collezione
E-book169 pagine2 ore

Ritrovarsi a San Valentino: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Chi l'avrebbe mai detto che Susan Fortune, la ribelle tra i ribelli, sarebbe diventata una rispettabile psicologa di San Francisco? Il tempo cambia molte cose, ma il cuore non dimentica e il rientro in Texas potrebbe avere in serbo per lei una romantica sorpresa. Nel ranch di famiglia infatti Susan ritrova Ethan Eldridge, il ragazzo che ama da sempre. L'affascinante veterinario che in passato aveva rifiutato le sue avances ricambia ora il suo amore. Purtroppo, però, lui rivede in lei un passato che non ha ancora dimenticato. Riuscirà Ethan a fidarsi di un'altra donna in carriera?

LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2013
ISBN9788858915707
Ritrovarsi a San Valentino: Harmony Collezione
Autore

Sheri Whitefeather

Autrice della novella Sangue Cherokee.

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    Anteprima del libro

    Ritrovarsi a San Valentino - Sheri Whitefeather

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Once a Rebel

    Silhouette Books

    The Fortunes of Texas: Reunion

    © 2005 Harlequin Books S.a.

    Traduzione di Valentina D’Antoni

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-570-7

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Susan Fortune si diresse al fienile. Il profumo del legno stagionato le riportava alla mente una girandola di ricordi.

    Negli ultimi diciassette anni non aveva passato molto tempo a casa. Ritornava di tanto in tanto, ma era sempre di corsa: un giorno o due per il Ringraziamento, Natale o Pasqua. Ma questa volta tornare a Red Rock, in Texas, al Double Crown Ranch, era diverso.

    Non era un rapido weekend di vacanza, una visita veloce inserita a forza nella sua agenda strapiena di impegni. Quel rientro le spezzava il cuore.

    Suo cugino Ryan, il patriarca della famiglia Fortune, stava morendo.

    Un po’ infreddolita da quell’aria di inizio febbraio che le pungeva la pelle, Susan si avvicinò al fienile. A Double Crown aveva trascorso il periodo più importante della sua vita: l’ultimo anno di liceo. Ryan l’aveva accolta dopo che suo padre, ubriaco, si era infuriato e l’aveva cacciata di casa. Le aveva offerto un posto dove stare, dove sentirsi amata, un riparo lontano da casa e dall’angoscia che l’aveva quasi annientata.

    E ora era lì, voleva salvarlo, ma sapeva di non poterlo fare.

    Si guardava intorno pensierosa, osservando la gente del ranch, quando un uomo alto e abbronzato, in jeans strappati, con un cappello di paglia da cowboy abbassato sulla fronte, uscì dal fienile diretto verso un furgoncino bianco. Di colpo Susan rimase senza fiato, ogni molecola di ossigeno nei suoi polmoni si rifiutava di collaborare.

    Quello è Ethan Eldridge?

    , disse tra sé e sé. Doveva essere lui. Era diventato più adulto e virile, ma lo aveva riconosciuto. Persino il suo modo di vestire le ispirava familiarità. Infilata nei jeans portava una cintura fatta a mano, probabilmente da lui, l’orlo dei pantaloni era consunto e gli stivali segnati dalle intemperie. Con un gesto memorabile si sistemò il cappello e i sogni da adolescente di Susan riemersero in una tempesta ormonale.

    Non lo vedeva da quando erano ragazzi, da quando, emotivamente indecisa e alla disperata ricerca di affetto, si struggeva d’amore per lui.

    Dovrei chiamarlo? Dovrei attirare la sua attenzione prima che se ne vada? O sembrerei pazza? Quella testa calda di Susan Fortune abbandona di nuovo la retta via per tornare a mettersi in mostra davanti a Ethan Eldridge.

    Incerta sul da farsi, rimase dov’era mentre il vento le accarezzava i capelli. Prima che potesse prendere una decisione, Ethan reagì alla sua presenza. Come un animale solitario, un puma che percepisce la presenza di un intruso, rallentò il passo e si guardò intorno.

    Susan era davanti a lui.

    Si spostò i capelli dal viso. Non stava tornando al passato. Si era laureata in psicologia, a Stanford. Se non altro ora era in grado di tracciare un profilo psicologico del suo ego adolescenziale, la ragazzina ribelle che ostentava le sue conquiste davanti a Ethan.

    Aveva deciso di salutarlo con un amichevole ed evasivo ciao. Si diresse verso di lui attraversando il sentiero sterrato che li separava. Ma a giudicare dall’avanzare felino di Ethan, era chiaro che lui non l’aveva riconosciuta.

    Non aveva idea di chi lei fosse.

    Sotto il bordo del cappello, i suoi occhi brillarono. Un lampo di curiosità, pensò lei. Un ragazzo di campagna che si chiedeva perché una ragazza di città, in jeans firmati e giacca sportiva, gli volesse parlare.

    Quando furono finalmente faccia a faccia, circondati dai suoni e dagli odori del ranch, la riconobbe e giocò d’anticipo pronunciando il suo nome per primo. «Susan?»

    «Ethan» replicò, preparandosi al contatto con lui. «È un piacere vederti.»

    «Anche per me.» Le strinse la mano.

    Rimasero in silenzio fissandosi l’un l’altra. Susan riusciva a percepire quella scarica elettrica tra loro.

    Improvvisamente stava rivivendo il giorno in cui si erano conosciuti. Era tornata a essere una diciassettenne innamorata persa. Lui era un gran lavoratore, un figlio ben educato e lei una selvaggia, come la terra del Texas. Una ragazza perduta alla disperata ricerca di attenzioni, al punto tale che aveva parcheggiato il didietro sulla staccionata il più possibile vicino a lui. Poi si era slacciata i primi bottoni della camicia lamentandosi per il caldo, cercando di farsi ammirare.

    L’aveva guardata, ma solo per un istante. Giusto il tempo di interrompere il lavoro per offrirle da bere. La sua acqua. Una bottiglietta di plastica ancora intatta, dalla quale non aveva ancora bevuto.

    Un ragazzo sfuggente. Un gesto galante.

    Ma, nel profondo, la sua anima giovane e bisognosa di affetto era crollata come un castello di sabbia e desiderava Ethan ancora di più. Eppure non era mai stato suo. Non c’era mai stato niente tra loro. Nemmeno un bacio.

    «Mi dispiace per Ryan» disse, riportandola al presente. «Sai quanto gli voglio bene.»

    Lei annuì. Ethan era cresciuto a Double Crown. Conosceva bene Ryan. «È un brav’uomo. Gli vogliono tutti bene.»

    «Sono sicuro che è felice di averti a casa.»

    Casa. Una parola che la colpiva sempre dritto al cuore. Susan aveva vissuto con i suoi genitori a Katy, in Texas, nella periferia di Houston, finché Ryan non l’aveva accolta a casa sua. Sedici anni a Katy e un anno a Red Rock. Eppure lì si sarebbe sempre sentita a casa anche se ormai si era trasferita.

    Ethan si spostò richiamando l’attenzione di Susan sulla sua figura alta e muscolosa.

    «Ryan mi ha riferito che sei diventato un veterinario» gli disse.

    «E a me ha detto che sei una psicologa infantile.» Un mezzo sorriso si affacciò sulle sue labbra. «Siamo diventati grandi, ormai.»

    «Già.» Da ragazza sognava quel sorriso. Lento e sexy, pensò.

    Presa dal momento, gettò uno sguardo alla sua mano sinistra. Per quanto ne sapeva, Ethan era single, ma la notizia risaliva a qualche anno prima. E di solito non chiedeva di lui a Ryan.

    Quando si accorse che non portava la fede, sospirò. Ethan aveva trentacinque anni, la sua stessa età, e neanche lei si era mai sposata. Ma la sua priorità era il lavoro, la sua unica ragione di vita.

    Ethan ricambia i miei sentimenti? O sto saltando alle conclusioni? Il fatto che non portasse un anello non significava necessariamente che non avesse una relazione seria. O che non stesse cercando una compagna, qualcuna con cui condividere gioie e dolori.

    «Sei arrivata oggi?» le domandò.

    «Sì» rispose, e intanto ripeteva a se stessa di smettere di psicanalizzarlo e liberarsi da quella deformazione professionale. «Sono arrivata stamattina. Ryan sta riposando, così ho deciso di fare un giro.»

    «Come sta Lily?»

    «Fa del suo meglio. Quando sono uscita era affaccendata in cucina, cerca di tenersi impegnata.» Lily era la terza moglie di Ryan, la donna che amava fin da quando era ragazzo, ma che aveva sposato solo molti anni dopo.

    «Quanto tempo ti fermerai?»

    «Ancora non lo so. Spero di poterli aiutare a superare questo momento.» Solo allora notò le rughe di espressione intorno alla sua bocca. L’età stava alterando i suoi lineamenti con grinze virili che gli disegnavano la pelle.

    Ethan le ricordava il modello di un annuncio pubblicitario sui cowboy. Lo stereotipo del texano, con i suoi zigomi spigolosi, il naso leggermente storto e un velo di barba. Ma lui era vero.

    Reale. Tangibile. In carne e ossa.

    Dopo tutti quegli anni, Susan ancora si chiedeva cosa avrebbe provato baciandolo.

    Proprio come ai vecchi tempi, pensò. Non era mai riuscita a far breccia nelle difese di Ethan. Anche se lui era attratto da lei, aveva sempre tenuto le distanze, facendosi desiderare ancora di più.

    Non avrebbe permesso a se stessa di struggersi di nuovo per lui. Baciarlo, o anche solo fantasticare di farlo, sarebbe stato un errore.

    «Non dovresti essere al lavoro, oggi?» disse, cercando di alleggerire la conversazione.

    «Sì, ma ora anch’io abito qui.»

    Lei trasalì. «A Double Crown?»

    «Sì, ma solo per un periodo. Ho preso in affitto il cottage di Ryan» spiegò, indicando il fienile.

    Da quel che ricordava, Ethan viveva nella proprietà di suo padre. Si domandò perché si stesse trasferendo, ma decise di non chiederglielo, di non scavare troppo a fondo nella sua vita anche se avrebbe voluto farlo, anche se tutto di lui ancora la intrigava. «Non sono mai stata al cottage.»

    «Davvero? Non c’è molto da vedere, ma se ti fa piacere puoi passare più tardi.»

    Sorpresa da quell’invito, Susan non sapeva cosa dire. Non le aveva mai chiesto di andare a trovarlo. Non aveva mai incoraggiato le sue avances. Certo, questa volta non stava crollando ai suoi piedi. Almeno non ci stava provando apertamente. Anche se il cuore le batteva all’impazzata come quando era ragazzina.

    «Grazie» rispose infine.Mentre tra loro era calato il silenzio, il vento portava con sé l’odore del fieno e dei cavalli, risvegliando i suoi sensi. In lontananza, come puntini colorati all’orizzonte, si intravedeva il bestiame al pascolo.

    «È meglio che vada. Ho un appuntamento in un altro ranch.»

    Rilassati, disse a se stessa. È solo un invito. «Mi ha fatto piacere parlare con te, Ethan.»

    «Anche a me» replicò lui.

    Lei lo guardò salire sul suo furgoncino bianco. Un attimo dopo, se n’era andato.

    Il ragazzo dal sorriso lento e sexy.

    Rientrò in casa e andò in cucina, dove Lily era indaffarata ai fornelli.

    Sulla porta, Susan ammirava la donna che Ryan aveva sposato. Nonostante i suoi cinquantanove anni, Lily attirava ancora tanti sguardi. Le sue gambe erano lunghe e sensuali, indossava un maglione color menta e una gonna a maglia larga, un abbigliamento semplice come il suo stile. I capelli, raccolti in una treccia, le lasciavano il volto scoperto.

    «Che profumino» disse Susan, indicando la pentola con il brodo che bolliva sui fornelli.

    Lily alzò lo sguardo, i suoi grandi occhi esotici emanavano calore. «È zuppa di mais. Una vecchia

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