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Un regalo per il capo: Harmony Jolly
Un regalo per il capo: Harmony Jolly
Un regalo per il capo: Harmony Jolly
E-book171 pagine2 ore

Un regalo per il capo: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Amore e lavoro possono andare d'accordo? Certo. Provare per credere!

Quanto Holly Abrams conosce Finn Lockwood, il milionario per cui lavora? Non sa del suo progetto a favore dei bambini svantaggiati, non immagina che sia uno dei principali finanziatori del più importante ballo natalizio di beneficenza di New York... ma sa che dopo una magica notte insieme è diventato ancora più difficile non desiderare il proprio capo. Finché, durante una lussuosa crociera, la passione tra loro esplode di nuovo, e questa volta si preannuncia un inaspettato doppio regalo sotto l'albero...
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2017
ISBN9788858974780
Un regalo per il capo: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    Un regalo per il capo - Jennifer Faye

    successivo.

    1

    Sette settimane dopo...

    Finn Lockwood era di pessimo umore. Anche se era solo la settimana successiva al Giorno del Ringraziamento, il periodo delle festività era già in pieno svolgimento. Non aveva nessuna voglia di festeggiare il Natale. Nonostante avesse spento gli altoparlanti nel suo ufficio, la musica si diffondeva lungo il corridoio, infierendo su di lui con la sua melodia gioiosa.

    Si concentrò sui documenti in attesa della sua firma. Ancora poco e se ne sarebbe andato dall'ufficio, da New York.

    «La adoro.» La sua assistente, Clara, entrò in ufficio con una pila di carte.

    «Adori che cosa?»

    La ragazza arrossì e appoggiò i documenti sulla scrivania. «Questa canzone. Mi mette sempre di buon umore.»

    Finn si fermò ad ascoltare. Le parole sentimentali sulla casa e sulla famiglia pugnalarono il suo cuore ferito. «Ognuno ha i suoi gusti.»

    Clara sistemò una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio. «Anche se non sembra davvero Natale fino a quando non cadono i primi fiocchi di neve, non credi?»

    L'uomo si accigliò in viso. «Quanto tempo è che mi conosci?»

    «Quasi otto anni.»

    «Eppure, ancora non hai capito che non mi interessano le feste?»

    «Io... continuo a sperare.»

    «Non farlo. Non succederà.» Un silenzio imbarazzato scese su di loro, mentre Finn leggeva una nota spese e la firmava.

    «Oh, stavo quasi per dimenticarmi. Sono arrivati questi.» La ragazza gli porse due biglietti per il Ballo del Vischio.

    Lui li afferrò e li chiuse in un cassetto senza nemmeno guardarli. Quando sollevò lo sguardo sulla sua assistente, lesse nei suoi occhi una domanda non detta. «Cosa?»

    Clara esitò. «Perché compri quei biglietti ogni anno, ma non partecipi mai al ballo?»

    «Non pensi sia giusto acquistarli? Il ricavato va alla ricerca.» Quando Clara annuì, lui proseguì. «Voglio fare la mia parte. Se tutti lo facessero, forse si riuscirebbe a trovare una cura per la leucemia. Quella maledetta malattia falcia troppo presto la vita delle persone» affermò, la voce resa roca dall'emozione. «Non lascia altro che devastazione, sulla sua scia.»

    Clara sbarrò gli occhi. «Io... sono d'accordo. Solo, uhm, non posso permettermi di acquistare i biglietti.»

    Finn si rese conto di aver parlato troppo. Nessuno sapeva che era il finanziatore segreto del Ballo e voleva che continuasse così. Ma non poteva partecipare... non se la sentiva di affrontare il senso di colpa. Se non fosse stato per lui e per le sue azioni, i suoi genitori sarebbero stati ancora vivi. Avrebbero partecipato al Ballo ogni anno, come avevano sempre fatto.

    Finn aprì il cassetto della scrivania e prese i biglietti. «Tieni. Prendili. È meglio che siano usati, anziché rimanere a pigliare polvere.»

    Clara lo fissò. «Ma non posso. Dovresti darli a qualcun altro.»

    Quando la ragazza elencò una serie di capi reparto dell'azienda, Finn scosse la testa. «Voglio che li abbia tu.»

    «Grazie.» Clara accettò i biglietti con un sorriso esitante.

    «Adesso torniamo al lavoro. Spero che questi siano gli ultimi documenti che devo firmare perché abbiamo un viaggio per cui prepararci.»

    «Un viaggio? Quando?»

    «Domani mattina.» Non era la prima volta che le annunciava un viaggio con così poco preavviso. «Ho bisogno che tu venga con me.»

    «Ma...» Clara si morse il labbro.

    «Ma cosa? Sicuramente puoi riprogrammare i miei impegni per una qualsiasi data dopo il primo dell'anno.»

    «Non è questo.»

    La ragazza arrossì di nuovo, abbassando lo sguardo sui biglietti. Rimase in silenzio, un fatto del tutto inusuale che preoccupò Finn. Aveva programmato la partenza per la sua isola privata ai Caraibi, dove aveva organizzato una riunione di lavoro segreta. Al termine dell'incontro, Clara sarebbe rientrata a New York e lui sarebbe rimasto al sole fino all'anno nuovo... quando la vita sarebbe tornata alla normalità e le persone non sarebbero state più pervase dallo spirito festivo. «Qual è il problema?»

    «Ieri sera mi sono fidanzata.» La ragazza allungò la mano. Un diamante brillava all'anulare.

    «Congratulazioni.»

    «Grazie.»

    «Sono certo che abbiate molte cose da programmare, al ritorno dal nostro viaggio...»

    «Be'... è questo il problema» mormorò Clara. «Abbiamo in programma una fuga romantica questo fine settimana. Andiamo a sposarci.»

    «Che cosa?» Non poteva parlare sul serio. Lui aveva pianificato tutto. I suoi associati si sarebbero riuniti sull'isola tra due giorni. «Non puoi abbandonarmi adesso.»

    «Mi dispiace. Ma Steve, il mio fidanzato, mi ha sorpreso con due biglietti per Las Vegas.»

    Finn fece del proprio meglio per non alzare gli occhi al cielo. La situazione poteva essere peggiore? I suoi piani avevano già incontrato un intoppo, obbligandolo a questa riunione di emergenza, e adesso la sua dipendente fidata scappava a Las Vegas per sposarsi.

    «Non puoi mollarmi ora» ripeté Finn, passandosi una mano tra i capelli. «Ho bisogno che ci sia anche tu a questa riunione. È importante.»

    «Oh. Uhm...» Clara strinse le mani in grembo.

    L'uomo notò le lacrime che rischiavano di scivolare dagli occhi della giovane. Non andava bene per niente. Era così abituato alla presenza costante di Clara che non aveva previsto questo scenario. Detestava dover scegliere tra il suo lavoro e la felicità di un dipendente. Doveva esserci un compromesso.

    «Se riuscirai a trovare una persona in grado di sostituirti, potrai andare col tuo fidanzato. Ma devi fare in fretta. La mia riunione non può essere rimandata.»

    Clara spalancò gli occhi. «Me ne occupo subito. Troverò qualcuno entro questo pomeriggio.»

    La ragazza si volse e corse fuori dalla porta, lasciandolo solo e corrucciato. Non gli piaceva che i suoi piani fossero stravolti.

    Perché Clara doveva andare a Las Vegas proprio quel fine settimana? Non che non fosse felice per lei. Lo era. Solo che non gli piacevano le sorprese, soprattutto quando intralciavano i suoi progetti.

    Come la serata con Holly. Quella sì che aveva stravolto i suoi piani... in modo strabiliante. Erano trascorse settimane, da quando erano stati insieme, eppure non riusciva ancora a togliersela dalla testa. Sebbene avessero deciso di comune accordo di non ripetere quella serata incredibile, rimpiangeva più di quanto avesse creduto possibile averla lasciata andare.

    Holly Abrams era sola nell'ascensore della Lockwood International. Premette il pulsante per l'ultimo piano, il piano di Finn. L'ultima volta che si era recata nella suite executive, le cose erano sfuggite a ogni controllo. Un momento stavano parlando, l'attimo dopo si era ritrovata nel lussuoso attico del suo capo. Il ricordo le provocò una stretta allo stomaco.

    Vi erano state candele, cibo delizioso, vino frizzante e dolci complimenti. Una combinazione che le aveva dato alla testa. E quando alla fine lui aveva premuto le labbra sulle sue, lei avrebbe giurato di essersi innamorata perdutamente. Amore a prima vista?

    Non ci credeva. Doveva trattarsi di un'infatuazione... una gran bella cotta. E, sebbene avessero deciso di proseguire ognuno per la propria strada, l'ufficio – quella che era stata la sua oasi – era diventato stressante, con ricordi di Finn a ogni angolo.

    La porta dell'ascensore si aprì e lei uscì. Inspirando a fondo, si avviò lungo il corridoio, verso la scrivania di Clara. Poiché la ragazza non c'era, Holly spostò lo sguardo sulla porta di Finn. Ebbe un déjà-vu e il cuore prese a batterle all'impazzata.

    La porta si spalancò. Chi era? Finn?

    Comparve Clara e Holly sospirò, tentando di nascondere il disappunto.

    Gli occhi della giovane assistente riflettevano il suo tormento. «Eccoti. Grazie al cielo sei venuta.»

    «Qual è il problema?»

    «Tutto.»

    «Non può essere così grave.»

    «Hai ragione.» La fronte corrugata della ragazza dimostrava il contrario. «Ho bisogno di chiederti un grosso favore. Capirò se rifiuterai, ma non conosco nessun altro che possa farlo...»

    «Di che cosa si tratta?» Holly considerava Clara un'amica e non avrebbe esitato ad aiutarla.

    «Il mio fidanzato mi ha chiesto di sposarlo, ieri sera» disse Clara, con un dolce sorriso.

    «Wow! Congratulazioni! Sono felice per te.»

    «Grazie. È stata una sorpresa. Stiamo insieme da cinque anni... Comunque, abbiamo in programma di andare a Las Vegas domani per sposarci e non posso rimandare.»

    «E io come potrei aiutarti?»

    «Ho bisogno che tu mi sostituisca per qualche giorno, mentre sarò in luna di miele.»

    «Che cosa?» Clara voleva che lei diventasse l'assistente di Finn? Impossibile. Lui non avrebbe mai accettato. Doveva aver capito male.

    «Non sarebbe per molto.»

    La sua amica non aveva assolutamente idea di che cosa le stesse chiedendo. Lei aveva dato a Finn la sua parola che gli sarebbe stata lontano. Adesso, si trovava davanti a una scelta molto difficile. Mantenere la parola con Finn o salvaguardare l'amicizia con Clara.

    Avrebbe voluto fare entrambe le cose.

    Ma non era possibile.

    2

    Doveva esserci una via d'uscita.

    Ma quale? Holly non voleva urtare i sentimenti di Clara, ma lavorare come assistente personale di Finn sarebbe stato quanto meno imbarazzante. Avrebbe riportato in superficie troppi ricordi... ricordi che era meglio lasciare sepolti.

    Come poteva spiegare che quell'idea non avrebbe funzionato? Nessuno sapeva della serata speciale che aveva trascorso con il capo, e doveva rimanere un segreto.

    «Non posso venire qui a lavorare» rispose, lisciando un'inesistente piega della gonna. «Che ne sarebbe del mio lavoro nel dipartimento legale?»

    «Se è solo questo che ti preoccupa, sistemerò le cose col tuo capo. Ti garantisco che lavorare con il signor Lockwood ha dei vantaggi.»

    Aveva già sperimentato i vantaggi del signor Lockwood, ed erano indimenticabili. Ma era certa che non fosse ciò cui si stava riferendo Clara. «Ne hai già parlato col signor Lockwood?»

    Clara annuì. «Sì, ed è d'accordo.»

    Davvero? Non le rimanevano altre scuse, per non accettare. Ma, forse, questa era la svolta che stava aspettando. Se Finn era disposto ad averla come assistente, probabilmente non avrebbe avuto problemi a scriverle una lettera di referenze.

    Era giunto per lei il momento di lasciare la Lockwood International e, come fosse un segno, aveva saputo che stavano cercando una nuova assistente per il direttore di un'altra compagnia, la Fortune 500.

    In realtà, l'avvocato era alla ricerca di un'assistente più anziana e con più esperienza, ma a lei sarebbe davvero servito quel lavoro. Se lo avesse ottenuto, sua madre avrebbe potuto lasciare il proprio impiego.

    Holly sapeva che l'unica cosa che poteva aiutarla, sarebbe stata una lettera di referenze di Finn, uomo d'affari molto rispettato, ma non aveva ancora avuto modo di chiedergliela. A quanto sembrava, il destino le era venuto incontro.

    Dopotutto, avrebbe dovuto lavorare come sua assistente solo per una settimana, poi lui sarebbe partito per le vacanze di fine anno e lei sarebbe rimasta in ufficio da sola. E, anche durante quella settimana, non avrebbero condiviso la stanza... lui sarebbe stato in fondo al corridoio, dietro una porta ben chiusa. Se Finn poteva riuscirci, ce l'avrebbe fatta anche lei.

    «D'accordo.»

    Il viso di Clara si illuminò. «Speravo che lo dicessi. Trascorrerò il resto della giornata a spiegarti i progetti in corso ma, prima, lascia che ti presenti il signor Lockwood.»

    Holly si incamminò rigidamente con Clara lungo il corridoio, un nodo allo stomaco. Stai calma. Comportati in modo professionale.

    Clara bussò alla porta ed entrò. Holly la seguì. Il cuore perse un colpo, quando lo vide. I capelli erano stati tagliati recentemente e il completo blu accentuava le sue spalle muscolose.

    Finn sollevò lo sguardo dallo schermo del computer e, per un breve istante,

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