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Natale tra le braccia del magnate: Harmony Collezione
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Natale tra le braccia del magnate: Harmony Collezione
E-book169 pagine2 ore

Natale tra le braccia del magnate: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Fratelli milionari 1/3
Spietati in affari, appassionati in camera da letto. Per i fratelli Di Fiore la parola impossibile non esiste.

La timida Chloe Russo è terrorizzata dal primo Natale che la vedrà impegnata nell'azienda di famiglia. Soprattutto perché dovrà lavorare fianco a fianco con Nico Di Fiore. Un tempo i suoi sensuali baci le avevano promesso un impareggiabile piacere, ma prima ancora che potesse sperimentarlo lui l'aveva respinta con freddezza e calcolata crudeltà. Ora lui è diventato il suo capo, e Chloe si chiede per quanto tempo riuscirà a resistergli...

Il controllo è fondamentale per Nico: da quando suo padre ha ridotto sul lastrico la famiglia, il suo unico obiettivo è riconquistare la posizione che gli spetta. Ma l'unica donna capace di distrarlo da questi propositi adesso lavora per lui!
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2019
ISBN9788830508361
Natale tra le braccia del magnate: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Natale tra le braccia del magnate - Jennifer Hayward

    successivo.

    1

    Tu sei mio!

    Chloe Russo fissò il taxi giallo che era apparso come per miracolo nel caos della First Avenue, la cui insegna illuminata era l'unica speranza di salvezza dal nubifragio che si era scatenato su Manhattan.

    Schermandosi gli occhi dalla pioggia battente, scese dal marciapiede e alzò una mano. Una Bentley strombazzò e la schivò per un pelo sollevando un muro d'acqua mentre Chloe si sbracciava davanti al tassista, che inchiodò scatenando un concerto di clacson e stridore di freni.

    Superando con un balzo l'enorme pozzanghera tra lei e la vittoria, Chloe aprì la portiera e si rifugiò nel taxi, dando l'indirizzo della Evolution, sulla Fifth Avenue. Quando aggiunse incautamente in fretta, il tassista sbuffò.

    «Signorina» commentò caustico. «Ha dato un'occhiata fuori?»

    Era stata in piedi sotto l'acqua per mezz'ora, mentre trentacinque concorrenti l'avevano bruciata sul tempo, accaparrandosi altrettanti taxi di passaggio. Litigare con l'autista dell'unico taxi superstite di Manhattan non le sembrava una buona idea.

    Era in ritardo per la sua prima riunione del consiglio di amministrazione come direttrice della divisione profumi della Evolution. Un inizio infausto.

    Battendo i denti per il freddo, abbassò il cappuccio dell'impermeabile poi si asciugò il viso con un fazzolettino. Sospirò, sconfortata. Sarebbe dovuta uscire prima. Aveva dimenticato che in un giorno di pioggia un taxi era più difficile da avvistare di un gorilla in un centro commerciale. Ma in realtà quel giorno era spaventata da tutto ciò che la circondava.

    Il cellulare suonò. Frugò alla cieca nella borsa, mentre la sua rumorosa suoneria si mescolava con il coro di clacson. Rispose, prima che il suo scontroso autista la sbarcasse di nuovo sotto l'acquazzone.

    «Sono appena atterrata» annunciò sua sorella Mireille. «Come stai? Com'è andato il volo? Ti sei sistemata bene? È bello averti di nuovo qui.»

    Quel torrente verbale le strappò un sorriso. «Bene... bene e... sì. Anche se ci ho messo mezz'ora a trovare un taxi. Sono fradicia fino al midollo.»

    «Hai vissuto troppo in Europa.» La voce di sua sorella si abbassò in un sussurro da cospiratrice. «In effetti ti ho chiamata per sapere com'era andata la cena con Nico. Sto morendo di curiosità. Zio Giorgio è molto preoccupato per i suoi tentativi di scalzarlo.»

    Chloe si morse le labbra. Nico Di Fiore, il nuovo CEO della Evolution, l'azienda cosmetica della famiglia Russo, era un argomento spinoso. Il figlioccio del loro defunto padre era stato nominato CEO secondo le sue volontà testamentarie, assumendo il ruolo che sarebbe dovuto spettare a suo zio. Era anche stato nominato amministratore delle finanze di Chloe e Mireille, fino al loro trentesimo compleanno. Uno sviluppo inaspettato e inaccettabile, l'ultima goccia per Chloe, perché significava averlo tra i piedi per altri due anni.

    «Non ho cenato con lui.» Nonostante il tono disinvolto, l'apprensione le faceva sudare le mani. «Volevo mantenere le cose su un piano professionale. Ho suggerito di incontrarci oggi.»

    Mireille soffocò un'esclamazione.

    «Hai dato buca a Nico?»

    «Non è così...» borbottò, sempre più a disagio.

    Ci fu una lunga pausa significativa all'altro capo della linea. «Non è stata una mossa furba, Chloe.»

    «Mi ha ordinato di cenare con lui» si difese. Proprio come le aveva ordinato di tornare da Parigi, dove lei era felice. «È la nostra azienda, non la sua. Non ti fa impazzire l'idea che sia lui a dirigerla?»

    «È ciò che voleva papà» sospirò Mireille. «So che la Evolution è una creatura più tua che mia. Che zio Giorgio è nervoso come una torpedine, ma bisogna affrontare la realtà. Nico dirige la società. Non so cosa stia succedendo tra voi, ma devi cercare di andarci d'accordo.»

    «Non sta succedendo proprio niente.» Non più... dopo che Nico le aveva spezzato il cuore, molto tempo prima, tanto che non ricordava nemmeno come fosse accaduto. E non ricordare era l'unico modo per affrontare la nuova realtà, che aveva visto Nico assumere il controllo della Evolution quando i suoi genitori erano morti in un incidente in Toscana, sei mesi prima, sconvolgendo così la sua vita.

    Il maestoso quartier generale della Evolution le apparve davanti quando il taxi svoltò nella Fifth Avenue. Sentì una stretta allo stomaco.

    «Devo andare...» mormorò. «C'è la riunione del consiglio di amministrazione, stasera.»

    «Bene» rispose Mireille. «Meglio tu che io.» Come junior executive delle relazioni pubbliche della Evolution, la sorella più giovane di Chloe non faceva parte del consiglio di amministrazione. «Promettimi che non litigherai con lui, Chloe.»

    «Questo è impossibile» disse tristemente. «Ti voglio bene. Ci vediamo domani.»

    Il tassista si fermò davanti al palazzo. Chloe lo pagò, scivolò fuori e si ritrovò sul marciapiede, brulicante di pedoni, sotto una foresta di ombrelli.

    Un brivido freddo le percorse la schiena mentre fissava le gigantesche lettere d'oro di Evolution sulla facciata. I suoi genitori, Martino e Juliette Russo, avevano lavorato per due lunghi decenni per rendere grande il marchio Evolution. Erano stati il cuore e l'anima dell'azienda.

    Non era più stata lì da quando li aveva persi, seppellendosi nel lavoro, nel loro laboratorio di Parigi. Entrare là senza i suoi genitori era la conferma che non c'erano più e lei non riusciva a farlo.

    Mentre restava lì, con i piedi incollati al marciapiede, la folla si separava intorno a lei come un fiume era solito fare con un masso per ricongiungersi subito dopo. Si riscosse solo quando un'elegante signora la invitò a spostarsi con una gomitata. Strinse la borsa tra le mani e oltrepassò le porte di vetro, si presentò alla guardia di sicurezza, raggiunse l'ascensore e salì fino al cinquantesimo piano, dove gli uffici direzionali della Evolution si affacciavano su Central Park.

    Una bionda snella con gli occhiali accorse a riceverla nel lussuoso atrio di marmo bianco. «Clara Jones» si presentò. «Sono la tua nuova assistente» aggiunse, prendendo l'impermeabile gocciolante di Chloe. «Sei l'ultima ad arrivare. Nico è... be', lo sai» disse con un'occhiata significativa. «Gli piace iniziare in orario.»

    Lei tremò. «Non riuscivo a trovare un taxi.»

    «Sì, è terribile là fuori.»

    Clara condusse Chloe lungo il corridoio fino alla grande sala riunioni. «Nico mi ha dato la tua presentazione. È tutto pronto.»

    Tranne me... I ricordi l'aggredirono mentre si guardava intorno nella sala affollata, dove i membri del consiglio d'amministrazione e i dirigenti della Evolution stavano bevendo vino bianco e facendo onore al buffet, prima di iniziare la riunione. Il ricordo di suo padre, che occupava il posto riservato al presidente del consiglio di amministrazione, dove ora si sarebbe seduto Nico. Quello di sua madre, che metteva a loro agio tutti i partecipanti con il suo spirito brillante e il suo fascino.

    Chloe era un fascio di nervi. Sua madre era stata una geniale autodidatta con una fortissima personalità. Era riuscita a creare un impero multimilionario partendo da una piccola fabbrica di prodotti da bagno, che aveva fondato per servire la clientela di suo marito. Chloe preferiva stare in laboratorio a creare piuttosto che presiedere riunioni. Quella era stata la specialità di sua madre ma ora, volente o nolente, faceva parte del suo lavoro. Un male necessario.

    L'ansia per la sua presentazione passò in secondo piano quando Nico la vide e rimase a fissarla. Indossava un raffinato abito grigio, camicia bianca e cravatta argentata. L'insieme esaltava la sua figura scura, la pelle olivastra e la sua impeccabile eleganza. Le era bastato alzare lo sguardo su di lui per capire di essere nei guai fino al collo.

    Le sue labbra tese, la mascella serrata, lo sguardo furioso. Un secondo brivido gelido le corse lungo la schiena, quando lo vide avvicinarsi. Clara lo guardò in viso, mormorò qualcosa sul controllo dell'attrezzatura audiovisiva e scomparve prudentemente.

    Il cuore di Chloe batteva all'impazzata quando Nico si fermò davanti a lei. Inclinò la testa all'indietro per incrociare i suoi occhi, rifiutandosi così di mostrare quanto lui la intimidisse.

    Con la scura testa leonina, gli occhi penetranti color ardesia, gli zigomi spigolosi, era troppo duro per essere definito bello nel senso tradizionale del termine. La sua bocca larga e piena compensava quella mancanza di morbidezza e per quanto sembrasse sempre imbronciato, sapeva essere seducente. Ma non in quel momento.

    Il cuore di Chloe perse un altro paio di colpi, sotto la mira del suo sguardo infuocato. In quell'istante capì che la speranza di essersi immunizzata, dopo tutti quegli anni passati in Europa, era stata del tutto vana.

    L'uomo che un tempo aveva conosciuto adesso si era trasformato in una versione indurita di se stesso che lei avrebbe preferito non conoscere.

    Forse lo odiava per la crudele lezione che le aveva impartito, ma restava sempre l'uomo più formidabile che avesse mai incontrato.

    «Mi dispiace» si sforzò di dire. «Avevo dimenticato quanto fosse difficile trovare un taxi a Manhattan, quando piove.»

    Lo sguardo di Nico si indurì ulteriormente. «Di questo parleremo dopo» sibilò. «Prenditi dieci minuti per salutare, poi cominciamo.»

    Lei annuì.

    Si costrinse a fare un giro tra i presenti per scambiare quattro chiacchiere, aggrappandosi con gratitudine a suo zio Giorgio, il brillante direttore marketing della Evolution, prima che Nico dichiarasse aperta la riunione.

    Oratore avvincente, Nico delineò il quadro generale, mentre la Evolution stava per affrontare la sua prima stagione natalizia senza i suoi fondatori. La fiducia degli investitori era traballante, osservò, il prezzo delle azioni era sceso e tutti erano preoccupati che la perdita di Juliette Russo, la forza creativa dell'azienda, ne avrebbe segnato la fine.

    Il cuore di Chloe sobbalzò, mentre lui continuava a delineare in dettaglio le strategie per rafforzare la posizione nei confronti degli azionisti e del mercato. Non era vero che la Evolution fosse una stella in dissolvenza. La linea di profumi Vivre, che lei aveva sviluppato nel laboratorio di Parigi, sarebbe stata il cavallo di battaglia nel periodo natalizio. Ma il mondo non lo sapeva ancora, ricordò a se stessa.

    Nico la chiamò per ultima, dopo che tutti i responsabili delle altre divisioni ebbero presentato i loro prodotti natalizi; subito dopo il direttore di quella che si occupava della cura della pelle, che aveva illustrato la sua ricca gamma di prodotti naturali.

    Chloe sospettava che Nico l'avesse fatto di proposito.

    Si alzò con le gambe tremanti, si lisciò la gonna ancora umida poi si avvicinò al grande schermo, in fondo alla sala. Con le mani appiccicose e la bocca piena di segatura, cliccò sul telecomando per far partire la sua presentazione. Iniziò, concentrandosi al massimo. Troppo veloce e goffa nell'esposizione all'inizio, si rilassò gradualmente mentre spiegava la sua visione di Vivre e della campagna pubblicitaria per il lancio. Una linea che avrebbe ridefinito la parola fascino in un mondo che aveva un disperato bisogno d'ispirazione, disse all'assemblea.

    Invece di esaltarsi al suo emozionante piano di lancio, che prevedeva il coinvolgimento di diverse celebrità, i membri del consiglio di amministrazione la bombardarono di domande.

    «Il mercato dei profumi non è troppo saturo?»

    «Tua madre avrebbe potuto farlo, ma tu sei in grado?»

    «Non sarebbe meglio concentrarsi sui prodotti naturali che dominano il mercato?»

    Chloe fece un profondo respiro e rispose alle domande nel miglior modo possibile. Aveva lavorato con sua madre in laboratorio fin da quando era ragazzina, ricordò loro. Sapeva come creare la magia. Aveva già firmato dei profumi. E le celebrità che aveva contattato per la campagna Vivre avrebbero suscitato l'interesse di cui la Evolution aveva bisogno.

    Quando ebbe esaurito le risposte, guardò Nico in cerca di aiuto per esporre le cifre, che non aveva del tutto memorizzato. Ma invece di andare in suo soccorso, lui si sedette con le braccia conserte e fissò su di lei uno sguardo freddo e distaccato.

    Chloe si sentì attorcigliare lo stomaco. La stava punendo. Il bastardo! Lanciò un'occhiata al direttore della divisione che si occupava della cura della pelle, che la fissò a sua volta con sguardo assente. Era chiaro che non voleva aiutarla, poiché se l'avesse fatto avrebbe rischiato di veder diminuire il budget per i suoi prodotti. Un rivolo di sudore gelido le corse lungo la schiena.

    Infine fu suo zio a intervenire con un'appassionata confutazione, ricordando a tutti che i fondatori della Evolution avevano costruito il loro successo puntando su profumi esclusivi come quelli della linea Vivre.

    Ma a quel punto la sua credibilità era a brandelli.

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