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Ricetta greca: Harmony Collezione
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Ricetta greca: Harmony Collezione
E-book152 pagine2 ore

Ricetta greca: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dopo aver scoperto di essere stata ingannata dal milionario greco Eros Nevrakis, la chef Winnie Mardas scompare dalla sua vita, determinata a non guardarsi più indietro... e a non rivelargli di aspettare un figlio da lui. Quando però, un anno dopo, Eros bussa alla sua porta chiedendo di riconoscere il proprio erede, Winnie cede al fuoco che ancora arde tra loro e accetta la sua scandalosa proposta.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2020
ISBN9788830514393
Ricetta greca: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    Ricetta greca - Lynne Graham

    successivo.

    Prologo

    Stamboulas Fotakis, conosciuto come Bull, il toro, ma soltanto alle sue spalle perché nessuno voleva offendere uno degli uomini più ricchi del mondo, studiò la nuova fotografia sulla sua scrivania delle tre nipoti e del pronipotino.

    Era stato all'oscuro della loro esistenza fino a poche settimane prima. I suoi rivali sarebbero rimasti scioccati dalla tenerezza nello sguardo del vecchio Fotakis mentre fissava con orgoglio e soddisfazione i suoi unici parenti rimasti.

    Tre bellissime donne e uno splendido bambino...

    Allo stesso tempo, però, la vita di quelle tre ragazze e del piccolo era un colossale casino, ammise Stam irritato. Se solo avesse saputo che erano rimaste orfane se ne sarebbe occupato lui invece dello stato.

    Sfortunatamente non gli era stata concessa quella possibilità e di conseguenza le sue nipoti avevano sofferto.

    Di certo non poteva incolpare loro per le esistenze caotiche che conducevano, bensì se stesso per aver allontanato dalla famiglia il figlio più giovane, Cy, perché lo aveva sfidato.

    Vent'anni prima Stam era un uomo diverso, impaziente e inflessibile. Da allora aveva imparato un paio di cose.

    Sua moglie, ormai morta, non lo aveva mai perdonato per avere ripudiato Cy.

    Alla fine avevano pagato tutti un prezzo troppo alto per la sua idiozia.

    Ma quello era allora e questo era adesso, rammentò Stam a se stesso, ed era arrivato il momento di mettere ordine nella vita delle nipoti.

    Avrebbe cominciato con il raddrizzare i torti subiti dai nuovi membri della sua famiglia. Aveva i soldi e il potere per farlo, cosa di cui era grato.

    Non cercava vendetta, avrebbe fatto soltanto quello che avrebbe ritenuto meglio per le sue nipoti.

    Per prima cosa si sarebbe occupato di Winnie, minuta e con gli occhi scuri, che somigliava tantissimo a sua moglie Azra, una principessa araba.

    Perlomeno Winnie parlava un po' di greco, una manciata di parole, ma era già un inizio promettente. Il suo problema sarebbe stato il più facile da risolvere, ragionò, anche se non sapeva come avrebbe fatto a trattenersi e a comportarsi civilmente con quell'adultero imbroglione che aveva fatto di Winnie la sua amante e del suo pronipotino un bastardo, perché Eros Nevrakis era a sua volta un uomo molto potente.

    1

    «Il signor Fotakis sarà libero tra pochi minuti» mormorò rivolgendosi a Eros Nevrakis l'assistente personale di Stam Fotakis, fissando l'uomo intento a guardare la baia con un apprezzamento maggiore di quello che avrebbe potuto offrirgli il panorama.

    Il trentenne alto e con le spalle larghe era di una bellezza straordinaria, ammise ammirata la giovane donna. Aveva una folta massa di capelli ricci e brillanti occhi verdi.

    La vista di Trilis, una piccola isola, sarebbe stata altrettanto impressionante di quella della tenuta privata di Bull Fotakis, rifletté Eros. Quella mattina, in particolare, era di ottimo umore. Aveva fatto diverse offerte attraverso intermediari per ricomprare Trilis, ma Stam Fotakis le aveva respinte tutte. Il fatto che finalmente avesse ottenuto un incontro con quel vecchio bisbetico era un segno positivo riguardo alle intenzioni di Bull di vendergli l'isola.

    Trilis era più verde e decisamente meno sviluppata dell'enorme proprietà fuori Atene di cui Fotakis era proprietario e dove avevano sede il suo quartier generale e gli uffici.

    Fotakis era sempre stato famoso nel mondo degli affari per essere un maniaco del lavoro. Quando suo padre aveva dichiarato fallimento, anni addietro, ed era stato obbligato a vendere la casa di famiglia, tutti avevano dato per scontato che Fotakis avrebbe spostato la sua base operativa sull'isola e invece ciò non era successo.

    Se fosse riuscito a rientrarne in possesso avrebbe aperto un elegante resort sulla costa, che avrebbe creato nuovi posti di lavoro e dato una nuova spinta all'economia locale.

    Il vecchio non aveva mai investito sull'isola e non pareva interessato a venderla, quindi cos'era cambiato?

    Eros preferiva sempre sapere cosa motivava i suoi concorrenti perché ignorare dettagli rivelatori poteva rivelarsi rischioso. Muoversi alla cieca non era saggio, specialmente dal momento che Fotakis era troppo ricco per essere tentato dai soldi.

    Provò ad analizzare la questione da un'altra angolazione. Che cos'aveva lui che Fotakis poteva desiderare?, si chiese.

    Bull Fotakis era notoriamente astuto e subdolo. Allo stesso tempo Eros era consapevole che avrebbe pagato qualunque prezzo pur di riavere Trilis perché era l'unica proprietà che suo padre aveva davvero rimpianto.

    «È il punto di riferimento della nostra famiglia e se perdi la famiglia hai perso tutto. E io l'ho imparato nella maniera più dura» aveva sussurrato il padre sul letto di morte. «Promettimi che farai il possibile per riprendere Trilis. È la casa dei Nevrakis. I nostri avi sono sepolti lì.»

    Eros serrò le labbra, allontanando quei ricordi dolorosi del passato. Aveva imparato tanto dagli errori di suo padre.

    Un uomo doveva essere duro negli affari così come nella vita privata. E se doveva trattare con un'icona greca dello stampo di Bull Fotakis, allora sarebbe dovuto esserlo ancora di più.

    «Il signor Fotakis la riceverà adesso.»

    Lo sguardo di Stam era inflessibile quando si posò su Eros Nevrakis. Un verme di bell'aspetto, ammise malvolentieri, giusto il tipo capace di far girare la testa a una ragazza ingenua.

    Nevrakis non aveva detto a Winnie di essere sposato. Stam aveva scoperto tutti i fatti rilevanti dalla sua riluttante nipote. Aveva riconosciuto la sua vergogna e aveva sospirato di sollievo perché, malgrado i dubbi iniziali, la sua moralità era a posto.

    Winnie non sarebbe mai andata a letto con il marito di un'altra donna. Nevrakis le aveva mentito e l'aveva ingannata, spingendola a vivere in maniera degradante prima di allontanarla senza il minimo rimpianto.

    Eros vide un uomo basso dagli occhi affilati come lame su un volto segnato. I capelli e la barba erano bianchi come la neve, ma niente in lui faceva pensare a Babbo Natale.

    Si sedette e rifiutò un drink. Aveva fretta di arrivare al punto non appena espletate le formalità di rito.

    «Tu rivuoi indietro Trilis» esordì Stam, facendo sussultare Eros per quella dichiarazione priva di qualsiasi inutile chiacchiera. «Ma io voglio qualcos'altro.»

    Eros si lasciò andare contro lo schienale. «Non avevo dubbi.»

    «Presumo che adesso sei divorziato.»

    Quella domanda casuale sconcertò Eros, che sbatté le ciglia che erano più lunghe di quelle di una femmina, notò Stam disgustato mentre si chiedeva come avrebbe fatto a sopportare quel verme come nipote.

    Sfortunatamente il piccolo Teddy non avrebbe potuto prendere il cognome del padre senza una fede nuziale al dito di sua madre, per cui non aveva molta scelta. Non poteva permettere che il suo unico pronipotino rimanesse illegittimo.

    Stam si rendeva conto di essere antiquato, ma la cosa non gli importava perché non era arrivato dov'era venendo meno ai suoi principi per assecondare quelli degli altri, e non aveva alcuna intenzione di cambiare.

    «Non riesco a capire il senso della tua domanda, comunque è vero. Ho divorziato l'anno scorso» ribatté Eros.

    Stam serrò i denti.

    «L'hai fatto perché pensavi di sposare la tua amante?»

    «Non ho idea di dove tu voglia andare a parare con questa strana conversazione» rispose Eros, sollevando il mento in un atteggiamento di sfida. «A ogni modo non ho mai avuto un amante, ma anche se ne avessi una dubito seriamente che la sposerei.»

    Stam si irrigidì, offeso, ma poi rammentò a se stesso che Nevrakis non sapeva che Winnie era sua nipote, perché in tal caso non avrebbe di certo osato toccarla nemmeno con un dito. A quel punto decise di raggiungere il suo obiettivo in maniera indiretta.

    «Mia nipote è una madre single e ha bisogno di un marito. Questo è il mio prezzo per l'isola di Trilis. Se accetti di sposarla sarà sufficiente una stretta di mano.»

    Scioccato da quella proposta, Eros si raddrizzò sulla sedia.

    «Vuoi che sposi tua nipote?» esclamò. Era talmente sconvolto da non riuscire nemmeno a nascondere il suo sgomento. «Non sapevo che ne avessi una. Mi pare di aver letto da qualche parte che non avevi parenti.»

    «Fino a poco tempo fa lo credevo anch'io» ammise Stam tranquillo. «Ma le sorprese sono la gioia della vita, giusto?»

    In quell'istante Eros pensò che aveva sempre detestato le sorprese, dato che avevano segnato alcuni dei momenti peggiori della sua esistenza fin da quando era bambino, con suo padre che gli aveva rovinato il Natale presentandosi con la sua giovane amante al braccio e annunciando che avrebbe divorziato da sua madre perché lo faceva sentire vecchio.

    All'epoca aveva otto anni, quanto bastava per comprendere tutta la sofferenza e l'umiliazione di sua madre per l'abbandono dell'uomo che amava.

    Quell'esperienza aveva sviluppato in lui un odio sincero per i divorzi, specialmente perché poteva far risalire a quel momento l'inizio del declino finanziario della famiglia.

    «Su questo non sono d'accordo. Sono sicuro che puoi dare in moglie tua nipote a una dozzina di altri uomini d'affari di successo, quindi perché proprio io?»

    «Non sei uno stupido» riconobbe Stam. Il suo volto segnato fece una smorfia a quella ammissione perché non era sicuro di volere un nipote acquisito forte abbastanza da fronteggiarlo.

    «Spero di no» rispose Eros calmo, benché il suo cervello stesse lavorando a velocità supersonica per cercare di capire il mistero di quell'interesse nei suoi confronti da parte di Fotakis. «Una madre single, hai detto?» aggiunse prendendo tempo.

    «Proprio così, un bellissimo bambino, il mio pronipote.» Stam non riuscì a nascondere una sfumatura di possesso nella voce, e di orgoglio, perché entrambi i suoi figli erano morti e la vista di quel piccolino aveva ammorbidito il suo vecchio cuore indurito. «Ha bisogno di una figura paterna perché chi può sapere quanti anni mi restano?»

    «A me sembri in forma perfetta» borbottò Eros. «Però non mi hai ancora spiegato perché hai scelto proprio me per questo ruolo.»

    «E tu quanto sei disposto a sacrificare per riprenderti l'isola?» ribatté Stam. «A ogni modo ti posso assicurare che se non sposi mia nipote non avrai mai Trilis.»

    «Allora, a quanto pare, il nostro incontro è finito» dichiarò Eros alzandosi con le movenze fluide di un atleta. «Non ho alcun desiderio di risposarmi e benché mi allettasse molto l'idea di avere di nuovo Trilis, la perdita della mia libertà sarebbe un prezzo troppo alto da pagare.»

    Stam rise sardonico. «Anche se il mio pronipotino è... tuo figlio?»

    Quelle due parole bloccarono Eros. La sua bella testa nera si voltò a guardarlo con un'espressione incredula dipinta in viso.

    «Impossibile» gracchiò. «Io non ho figli.»

    Stam lo studiò con disgusto. Non era del tutto convinto che quel verme non sapesse che Winnie era incinta quando aveva lasciato la sua casa.

    «Due altre parole: Winnie Mardas...»

    «Winnie?» ripeté Eros Nevrakis incredulo. «È tua nipote?»

    «Sorpresa, sorpresa» lo irrise Stam.

    Il corpo possente di Eros era scosso per la tensione. «E sostieni che ha avuto un bambino? Mio figlio?»

    «Sì» gli confermò l'anziano. «Naturalmente sei libero di fare il test del DNA. Questi sono affari tuoi. L'unica cosa che m'interessa è che la sposi senza dirle che ho interferito. Sono stato chiaro?»

    Niente era chiaro a

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