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Accordo in bianco: Harmony Collezione
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E-book161 pagine2 ore

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Info su questo ebook

Lui non si ferma davanti a niente.
Dante D'Alessandri è famoso in tutto il mondo per la sua decisione, dote che gli ha permesso di raggiungere gli innumerevoli successi che lo hanno reso ricco e invidiato. E non sarà di certo quella giovane scrittrice a mettergli i bastoni fra le ruote.

Lei è disposta a tutto pur di restare accanto a suo nipote.
Taylor Adamson non rinuncerebbe mai alla propria indipendenza, tanto meno a causa di un uomo arrogante e insensibile, ma di fronte a quella proposta non può che cedere. Anche se più che una proposta, quella di Dante sembra un vero e proprio out out.
LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2018
ISBN9788858990254
Accordo in bianco: Harmony Collezione
Autore

Helen Bianchin

Helen è nata e cresciuta in Nuova Zelanda. Amante della lettura e dotata di grande fantasia, ha iniziato a scrivere storie sin dall'adolescenza. I passatempi di Helen spaziano fra il tennis, il ping-pong, lo judo e la lettura. Inoltre adora il cinema e conduce un'intensa vita sociale.

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    Anteprima del libro

    Accordo in bianco - Helen Bianchin

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Italian’s Ruthless Marriage Command

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2009 Helen Bianchin

    Traduzione di Marta Draghi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-025-4

    1

    «Devo proprio andarci, all’asilo?»

    Taylor abbracciò con trasporto il bimbo dai capelli scuri che le stringeva le braccia attorno al collo, causandole una stretta al cuore... e giurò a se stessa che lo avrebbe protetto, a qualsiasi costo.

    Aveva poco più di tre anni quando la sua esistenza era stata sconvolta oltre ogni limite per la perdita di entrambi i genitori in un terribile incidente stradale.

    Il piccolo Ben D’Alessandri faceva parte della vita di Taylor dal momento in cui sua sorella Casey le aveva annunciato di essere incinta. Insieme avevano allestito la nursery, scelto i giocattoli e i vestiti, sempre con l’indulgente approvazione del marito di Casey, Leon.

    Taylor aveva aiutato la coppia durante la gravidanza e, dopo il parto, aveva assistito e condiviso la loro gioia per il nuovo arrivo.

    Le due sorelle, rimaste orfane da bambine, erano unite da un legame molto forte, si sostenevano a vicenda e festeggiavano insieme ogni successo. Casey si era laureata in legge, e Taylor era riuscita a pubblicare il suo primo libro un anno prima della nascita di Ben.

    «Non posso venire con te dallo zio Dante?»

    Solo a sentire il nome del fratello di Leon lo stomaco di Taylor si contrasse per la tensione.

    «Vedrai tuo zio molto presto» replicò con dolcezza allo sguardo serio del bambino.

    «Promesso?»

    «Sì.» Era vero.

    «Oggi?»

    «Forse sì» rivelò, cauta. «Ma dobbiamo ricordarci che ha fatto un lungo viaggio dall’Italia, e che deve recarsi a un incontro d’affari.»

    Ben annuì. «Con te.»

    «Già.»

    «Su di me.»

    A un bambino così intelligente non si poteva che dire la verità. «Certo» scherzò. «Non sei forse tu la persona più importante dell’universo? Quella per cui la tua devota zietta ucciderebbe i draghi?»

    «E i leoni!»

    Taylor gli diede un bacio sul collo facendogli il solletico, e lo sentì sorridere. «L’intero regno animale, se necessario» gli assicurò solennemente.

    «Anche lo zio Dante lo farebbe?»

    Era fin troppo facile identificare Dante come l’eroe della situazione. Alto, spalle larghe, fisico scolpito e volto affascinante; occhi scuri come la notte e altrettanto pericolosi, che secondo i momenti sapevano promettere o minacciare qualsiasi cosa.

    Si erano incontrati la prima volta alla festa di fidanzamento di Casey e Leon, e le era bastato un suo sguardo per sentire un formicolio nelle vene e un’attrazione assolutamente indomabile. Una sensazione che le aveva tolto il fiato, impedendole di mettere insieme una qualunque frase sensata.

    Quell’uomo faceva pensare a cose proibite. Sarebbe stato certamente capace di superare le obiezioni di qualsiasi donna... specialmente le sue.

    Ma lei si era saggiamente tenuta a distanza, certa che lui se ne fosse accorto. Era sicura che, quando le aveva sfiorato le labbra con le sue alla fine della serata, non era stato per caso: aveva esitato un istante con la lingua sul suo labbro inferiore, facendola sciogliere tutta di languido calore.

    «Taylor?»

    Oh, cielo, riprenditi! «Zio Dante li sgominerà tutti con la sua spada di acciaio!» esclamò, imitando il gesto con un movimento della mano.

    Gli occhi di Ben si fecero enormi. «Ma ha una spada vera

    «No, solo per finta» rispose lei, alzandosi e prendendolo in braccio. «Ora, ometto, andiamo all’asilo a giocare con gli altri bambini. D’accordo?»

    «D’accordo.»

    Prese la borsa, si chiuse alle spalle la porta del piccolo appartamento, e insieme al bambino scese con l’ascensore fino ai garage sotterranei. Benché. durante il tragitto. Ben apparisse pensieroso, una volta giunti all’asilo il suo volto si illuminò, e corse incontro a un paio di amichetti. Vederlo sorridere mentre se ne andava le stringeva il cuore; detestava lasciarlo, ma era necessario che mantenesse una certa routine nella sua vita, dopo la tragica perdita.

    Povero piccolo. Lo aveva accompagnato attraverso il dolore della morte, e aveva cercato di farlo sentire più al sicuro possibile nelle settimane successive, quando entrambi avevano dovuto accettare la tragedia. Le lacrime del bambino erano scese liberamente fra le braccia della zia, mentre quelle di Taylor erano rimaste nascoste nel buio della sua camera, senza nessuno che la potesse confortare in alcun modo.

    E al dolore si aggiungeva la preoccupazione, pensò, guidando nel traffico della città. Quando Casey e Leon avevano chiesto a lei e a Dante di essere i tutori legali di Ben, nel caso fosse successo loro qualcosa, nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe stato davvero necessario. Ora Taylor si chiedeva come due persone che vivevano ai poli opposti della terra potessero condividere la custodia di un bambino. Aveva preso in considerazione ogni scenario possibile, perdendo ore e ore di sonno, consapevole che fosse necessario un accordo, ma incapace di trovarne uno soddisfacente.

    Temeva che Dante le avrebbe fatto pressione, anche in modo sleale, considerando che Ben era un D’Alessandri. Ma non gli avrebbe permesso di portarlo lontano da lei, anche a costo della sua stessa vita!

    Dante D’Alessandri scese dal suo jet privato, ringraziò il pilota, passò la dogana e uscì dal terminal per salire a bordo della Mercedes che lo aspettava a pochi metri di distanza. Salutò l’autista e si appoggiò alla morbida pelle chiara del sedile posteriore. In pochi minuti, l’auto correva già nel traffico di Sydney, sotto una pioggia battente che ben si addiceva alla tempesta che aveva travolto la sua vita nelle ultime settimane.

    Pensò a sé e a Leon, due fratelli separati da pochi anni di età, molto uniti sin da piccoli e fin dopo l’università. Entrambi avevano seguito le orme paterne, entrando a far parte dell’azienda di famiglia ma dovendosi guadagnare da soli posizione e rispetto; cosa in cui entrambi erano riusciti egregiamente. Dante era rimasto in Italia, mentre Leon seguiva la filiale australiana a Sydney.

    La lontananza aveva per forza di cose ridotto i loro incontri, ma erano sempre rimasti in contatto, per telefono o via mail. Ora Dante era tornato a Sydney, dopo aver riaccompagnato a Firenze la madre accorsa per il funerale, per sistemare gli affari di Leon e gestire le questioni legali relative alla custodia di Ben, che grazie al cielo si trovava all’asilo, il giorno dell’incidente.

    Un bambino che aveva promesso di proteggere. Cinque anni prima aveva fatto da testimone di nozze al fratello e un anno dopo, alla nascita di Ben, aveva accettato di diventarne il padrino e il tutore legale assieme a Taylor. Una misura protettiva che nessuno aveva immaginato sarebbe risultata necessaria, rifletté con tristezza.

    Chiuse gli occhi ripensando a Taylor. Alta, snella, capelli castani. L’aveva conosciuta alla festa di fidanzamento del fratello, affiancata al matrimonio e poi al battesimo di Ben, e infine si erano sostenuti a vicenda al funerale di Casey e Leon. Ricordò le lacrime imprigionate negli occhi di lei durante le esequie, quando l’aveva vista vacillare e poi riprendere subito il controllo per leggere l’elogio funebre. E poi, mentre la famiglia si riuniva attorno alla tomba, irrigidita dalla fredda aria autunnale e dal vento che le scompigliava i capelli.

    Subito dopo l’incidente, Taylor si era presa cura del bambino, proteggendolo e sostenendolo nelle terribili settimane che erano seguite. Una cosa per cui Dante le era immensamente grato, visto che lui aveva dovuto occuparsi di sua madre, sistemare urgenti faccende di lavoro e delegare parte degli affari per poter finalmente tornare a Sydney.

    Guardò l’orologio mentre l’autista fermava la Mercedes di fronte a un enorme grattacielo, e pochi minuti dopo fece il suo ingresso nell’ufficio dell’avvocato di Leon, dove già lo aspettava Taylor. La salutò stringendole la mano, poi si chinò per darle un bacio sulla guancia e avvertì la lieve esitazione nel respiro di lei... senza capirne il motivo.

    Dopo il funerale si erano scambiati numerose mail a proposito del bambino e dell’incontro di quel giorno. Le due sorelle, pensò Dante, sembravano avere personalità molto diverse. Casey, brillante e vivace, con occhi che ridevano e uno spiccato senso dell’umorismo. Il marito e il figlio erano la sua vita.

    Taylor, invece, indossava sempre una maschera di riservatezza e diffidenza che lo intrigava parecchio. Eppure aveva visto quella maschera cadere al matrimonio della sorella, e poi al battesimo di Ben, quando Taylor aveva promesso di prendersi cura del nipote... e infine al funerale. Una sorta di vulnerabilità che lei cercava di nascondere, e che lo affascinava a livello primordiale. Il tipo di donna da addomesticare, o almeno da spogliare dei suoi vari strati di riservatezza per scoprire che cosa celasse davvero il suo cuore. E magari anche la sua anima.

    Una sfida che, però, ancora non era stato pronto a cogliere nei loro rari incontri.

    «Dante.»

    La voce di Taylor era calda e gentile, e lui ebbe la strana sensazione che gli avesse letto nel pensiero. No, molto improbabile. Come direttore generale e presidente della D’Alessandri Corporation, aveva la fama dell’uomo d’affari freddo e spietato; un requisito essenziale per sopravvivere nel mondo immobiliare su scala internazionale e multimilionaria, con un patrimonio personale che lo vedeva fra gli uomini più ricchi di Europa. E di certo non avrebbe raggiunto quel successo, se non fosse stato in grado di tenere fede alla strategia che di volta in volta si imponeva.

    L’avvocato lo invitò ad accomodarsi e aprì la cartella dei documenti che aveva sul suo tavolo. «Dobbiamo affrontare la questione relativa alla custodia del figlio di Leon e Casey. Immagino che entrambi ci abbiate pensato.»

    «Ben vive molto bene con me» esordì Taylor a bassa voce. «Lavoro a casa e mi occupo di lui personalmente. So che Casey sarebbe felice che continuasse a essere così.»

    «Io suggerisco che Ben venga a vivere con me in Italia» propose Dante, fermandosi un istante per guardarla negli occhi, «dove potrà essere educato e istruito per poi prendere il suo posto nell’azienda di famiglia. Ben è il primo erede della D’Alessandri Corporation, e senza dubbio Leon avrebbe voluto che suo figlio seguisse le orme paterne.»

    Lo stomaco di Taylor si contrasse di fronte all’inespressa implicazione di tale proposta, e lo sguardo le si incupì di sgomento. «Questa possibilità non può neanche essere presa in considerazione» commentò con voce tremante. «Ben sta ancora cercando di venire a patti con la perdita dei suoi genitori. Ha bisogno di un ambiente familiare e di una quotidianità regolare. Non di doversi ambientare in un paese straniero, con gente che non conosce e una lingua che non comprende» aggiunse con crescente preoccupazione. «Era intenzione di Casey che suo figlio crescesse a Sydney.»

    «Sono convinto» la interruppe Dante, «che Leon e Casey non intendessero lasciare questo mondo così presto.»

    Taylor lo studiò con attenzione, notando i lineamenti

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