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Seduzione sul lago: Harmony Collezione
Seduzione sul lago: Harmony Collezione
Seduzione sul lago: Harmony Collezione
E-book151 pagine2 ore

Seduzione sul lago: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dopo aver scoperto il suo fidanzato a letto con un'altra, Lily Parisi decide di dare una svolta alla sua vita, dedicandosi un po' a se stessa, così accetta l'invito di sua zia a trascorrere un po' di tempo con lei in Italia, nella sua splendida villa sul lago di Como. Ma una volta giunta lì, Lily incontra Alessandro del Marco, un volto del suo passato, e i suoi piani falliscono miseramente. Alessandro ha sempre desiderato Lily, anche se non l'ha mai lasciato a vedere. L'attrazione fra loro cresce di giorno in giorno, apparentemente senza sbocco, fino al momento in cui entrambi non possono evitare di accettare la realtà.
LinguaItaliano
Data di uscita11 feb 2019
ISBN9788858993378
Seduzione sul lago: Harmony Collezione
Autore

Helen Bianchin

Helen è nata e cresciuta in Nuova Zelanda. Amante della lettura e dotata di grande fantasia, ha iniziato a scrivere storie sin dall'adolescenza. I passatempi di Helen spaziano fra il tennis, il ping-pong, lo judo e la lettura. Inoltre adora il cinema e conduce un'intensa vita sociale.

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    Anteprima del libro

    Seduzione sul lago - Helen Bianchin

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Alessandro’s Prize

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Helen Bianchin

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-337-8

    1

    Alessandro del Marco parcheggiò la lucente macchina sportiva nella zona riservata agli ospiti, adiacente alla splendida palazzina costruita sulle sponde del Lago di Como.

    Nella villa, appartenuta al defunto Giuseppe de Silvestri, attualmente abitava la vedova, l’elegante Sophia, la cui attività a favore dei bimbi bisognosi era ormai leggenda.

    Abbandonato da genitori indegni per le strade di Milano, Alessandro era stato accolto da Giuseppe, quando ormai era un adolescente che con vari espedienti riusciva a evadere le regole, apprendendo ben presto a farsi strada tra quelli del suo stampo.

    Giuseppe si era guadagnato la sua riluttante fiducia, convogliando il suo innato talento per l’elettronica da traffici illegali a operazioni legali, assumendosi il compito della sua istruzione e in seguito assumendolo, incentivando le sue capacità. Poi, quando era stato pronto, l’aveva sostenuto finanziariamente in modo che potesse creare una fabbrica elettronica tutta sua.

    Una fabbrica ora conosciuta come Del Marco Industries. Un’industria di successo, che gli consentiva una lussuosa villa sulle colline che si affacciavano sul Lago di Como, un appartamento a Milano, diverse proprietà nelle varie parti del mondo, un jet privato e una piccola scuderia di macchine sportive.

    Poi c’erano le donne... al plurale, s’intende. Belle, disponibili, che cercavano la sua compagnia, il suo letto... in cambio dello status sociale dell’uomo che era diventato.

    Nessuna di loro, tuttavia, era riuscita a instaurare una relazione della durata di più di qualche settimana, qualche mese al massimo, nonostante le energie spese per trattenere la sua attenzione.

    Era ormai disincantato? Forse.

    Non proprio annoiato, ma stanco del sesso femminile che faceva di tutto per piacere, recitando una parte a suo beneficio.

    Ma l’adolescenza difficile l’aveva inasprito, instillandogli la diffidenza necessaria per sopravvivere per strada. Gli aveva insegnato a stare sempre in guardia e riconoscere al volo se la mano in tasca brandiva un coltello, un tirapugni pronto a colpire, o semplicemente delle monetine.

    Gli aveva insegnato a combattere e a vincere, con ogni mezzo.

    Era stato Giuseppe de Silvestri che, con pazienza, l’aveva aiutato a sfruttare le proprie capacità, mentre Sophia si era dedicata alla sua educazione con sincero affetto.

    Nel corso dei primi anni, quando non ne aveva ancora venti, le due persone che avevano deciso di prenderlo sotto la loro ala protettrice erano riuscite a eliminare tutti i dubbi latenti riguardo la sua capacità di vivere in una classe sociale elevata.

    Sei un giovane tra altri giovani, uguale in ogni aspetto che conta, gli ripeteva Giuseppe. Non dimenticare mai da dove vieni... poi valuta il successo che hai conseguito con le tue forze.

    Era loro debitore di tutto, nonostante i loro dinieghi. Giuseppe era stato il padre che non aveva mai avuto. E Sophia... be’, per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa gli avesse chiesto.

    Come partecipare alla cena di quella sera, per dare il benvenuto alla nipote di Sophia, Lily Parisi, che veniva dall’Australia. Una giovane che aveva conosciuto anni prima, da adolescente, quando aveva fatto visita a Sophia e Giuseppe con i genitori.

    Una ragazzina molto seria, con bellissimi occhi color del cioccolato e capelli scuri raccolti che, anche così giovane, pareva inconsapevole del fascino del proprio sorriso e della gioia di vivere.

    Era cambiata, ovviamente. Aveva scorto nelle foto l’evidenza di questi cambiamenti, era stato informato nel corso degli anni degli avvenimenti della sua vita. Aveva saputo della morte dei suoi genitori, del successo conseguito dopo essersi assunta la responsabilità del ristorante, del suo fidanzamento... e della rottura poche settimane prima del matrimonio.

    Sophia, sempre generosa, aveva invitato Lily a tempo indeterminato... un invito che era stato accettato di buon grado.

    La famiglia ha sempre la priorità nella vita, insisteva Sophia e forse era comprensibile in quanto lei e Giuseppe non avevano avuto figli.

    Alessandro scese dalla macchina e respirò l’aria pungente di febbraio, una stagione che conservava imprevedibili tracce d’inverno e occhieggiava dolcemente alla primavera.

    Il cielo era cupo e minacciava pioggia, così si rialzò il bavero del cappotto mentre si avviava verso la villa illuminata. Le porte massicce si spalancarono non appena suonato il campanello e apparve Carlo, il factotum di Sophia, che lo accolse con evidente piacere.

    «Alessandro, che piacere rivederti.»

    «Grazie Carlo.»

    Erano entrambi vicini ai quarant’anni e avevano condiviso una storia quasi identica, sufficiente per aver consolidato un ottimo rapporto.

    «Sophia?»

    «È felice di avere qui la nipote.»

    Parole con un significato profondo. Entrambi condividevano il tacito impegno di proteggere la donna che aveva fatto tanto per loro. Niente e nessuno, per quanto li riguardava, avrebbe potuto torcerle un capello senza subirne le conseguenze.

    Giuseppe era stato un uomo di successo e la villa era una testimonianza discreta della sua agiatezza. Pavimenti di marmo, mobili di classe, candelabri di cristallo che riflettevano la luce erano un’ambientazione perfetta per lo scalone che saliva al piano superiore. Un luogo che Alessandro aveva avuto il privilegio di chiamare casa nel corso degli anni necessari per concludere gli studi e, in seguito, quando frequentava l’università, nelle vacanze.

    Il rifugio che, grazie a Giuseppe e Sophia, gli aveva dato l’opportunità di fare qualcosa della propria vita.

    «Alessandro.»

    Si voltò al suono della voce di Sophia e le andò incontro. Le posò le mani sulle spalle e la baciò su entrambe le guance.

    «Stai bene?» le domandò a quel punto ricevendo in risposta un sorriso.

    «Certo, caro. Sono felice che tu sia venuto.»

    Lui aggrottò un sopracciglio. «Pensavi forse che rifiutassi?»

    Lei gli sorrise. «No.» Detto questo lo prese sottobraccio. «Vieni a salutare gli ospiti.»

    Volti familiari di pochi eletti, sei in tutto, notò Alessandro salutandoli cortesemente mentre Sophia lo sospingeva verso una giovane snella, con capelli acconciati in uno chignon, profondi occhi scuri e pelle dorata.

    Attraente, più che di una bellezza classica, con una caratteristica che la distingueva dagli altri, le riconobbe, intuendo una notevole forza interiore.

    «Lily.» Alessandro la fissò pensieroso per qualche secondo mentre le prendeva la mano, scorgendo il fuggevole lampo di consapevolezza quando si chinò a sfiorarle con le labbra una guancia poi l’altra, e colse anche la momentanea tensione prima che lei si riprendesse.

    «Alessandro.» Lei gli sorrise educatamente mentre lui le lasciava la mano.

    Controllata, decise subito... e si domandò cosa ci sarebbe voluto per scioglierla, ma accantonò il pensiero. Lily era la nipote di Sophia... faceva parte della famiglia.

    Eppure era deciso a scoprire cosa in lei lo intrigava... un misto di alchimia sensuale e la tentazione di assaporarne la bocca generosa.

    «Ti trovi bene qui con Sophia?» Una conversazione educata, si rese conto, sorpreso nello scoprire di essere realmente interessato alla risposta.

    Un lieve profumo gli solleticava i sensi... leggero, con una nota di fiori e di muschio, e di qualcos’altro che non riusciva bene a definire. Diverso dalle fragranze esotiche scelte dalle sue abituali partner. Si domandò se lei fosse consapevole che invitava a un esame più approfondito, seguito dall’inevitabile domanda se il profumo fosse stato spruzzato solo sui polsi o applicato come una crema su tutto il corpo.

    «La zia è molto cara.»

    «La generosità di Sophia è ben nota.» Da qui l’istintivo senso di protezione nei confronti di chi le stava a cuore. «La tua visita le ha fatto molto piacere» aggiunse poi.

    Lei curvò le labbra in un accenno di sorriso e lui fu affascinato dalla fossetta che si era creata sulla guancia.

    «Ti prego, non sentirti obbligato a intrattenere una conversazione con me» mormorò quietamente.

    Il suo sguardo s’inasprì un poco. «Pensi che sia questo che sto facendo?»

    Lei alzò leggermente il mento. «No?»

    «No.»

    «Mi domando perché trovi così difficile crederti...» mormorò Lily.

    Lui aggrottò un sopracciglio mentre la fissava pensieroso. «È forse mancanza di fiducia nel tuo personale fascino?»

    Oh sì, era proprio così, solo che Lily rifiutava di accettarlo.

    Era arrivata a Milano tre giorni prima. Una città in cui i suoi genitori erano cresciuti e si erano sposati, prima di emigrare in Australia con la loro bimba di sei mesi, Liliana, o Lily com’era meglio conosciuta, per iniziare in quel paese una nuova vita.

    Un’infanzia idilliaca, una buona educazione... Lily era riuscita in qualsiasi settore della propria vita, prendendo il diploma di chef e lavorando con i genitori nel ristorante. Ma la loro morte improvvisa, avvenuta tre anni prima in un incidente di macchina, l’aveva resa responsabile del ristorante, con il supporto di alcuni amici di lunga data.

    Un anno prima si era innamorata e aveva accettato l’anello di James, cominciando a programmare il Giorno Felice. Ma due settimane prima delle nozze era tornata a casa in anticipo, solo per trovare James a letto con una bionda con la quale, incalzato dalle sue domande, aveva ammesso di avere una relazione da tempo.

    Lily l’aveva buttato fuori di casa, lui e i suoi abiti, gli aveva fatto avere l’anello per corriere e aveva telefonato a Sophia, la sorella della mamma, per comunicarle che il matrimonio era stato annullato. Era seguito subito un invito, e a Lily erano bastate poche settimane per affidare in mani

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