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Alba australiana: Harmony Collezione
Alba australiana: Harmony Collezione
Alba australiana: Harmony Collezione
E-book169 pagine2 ore

Alba australiana: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dodici mesi prima, il loro matrimonio era perfetto...

Poi il milionario Tyler Benedict torna a casa e trova il letto vuoto. Sua moglie Lianne Marshall se ne è andata, ma lui non riesce a rassegnarsi.

La bellissima Lianne crede che suo marito sia impegnato in altri lidi, con un'altra donna. Mai si sarebbe aspettata di trovarselo davanti nel suo appartamento di Melburne. Lui ha una proposta, vuole che lei gli faccia da assistente personale per un periodo. Tutto questo non ha nulla a che fare con incontri roventi e passioni irrefrenabili, almeno così la pensa Lianne quando decide di accettare la proposta del suo ex. Ma appena lui si fa più vicino...

LinguaItaliano
Data di uscita9 mag 2014
ISBN9788858922026
Alba australiana: Harmony Collezione
Autore

Helen Bianchin

Helen è nata e cresciuta in Nuova Zelanda. Amante della lettura e dotata di grande fantasia, ha iniziato a scrivere storie sin dall'adolescenza. I passatempi di Helen spaziano fra il tennis, il ping-pong, lo judo e la lettura. Inoltre adora il cinema e conduce un'intensa vita sociale.

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    Anteprima del libro

    Alba australiana - Helen Bianchin

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Disobedient Bride

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Helen Bianchin

    Traduzione di Silvana Mancuso

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-202-6

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Lianne premette il pulsante dell’ascensore con più forza del necessario, si spezzò un’unghia e imprecò.

    La giornata appena iniziata stava prendendo la piega del peggiore dei venerdì diciassette.

    Nel giro di due ore aveva avuto a che fare con una gomma bucata, una carta magnetica divorata dallo sportello automatico, e un gioco di equilibrio - chiavi e telefono in mano - in cui il telefono aveva avuto la peggio: rotto irrimediabilmente.

    Entrò in ascensore sperando che la portasse direttamente all’ultimo piano, negli imponenti uffici legali della Sloane, Everton, Shell e Associati.

    Fammi felice, lo sfidò in silenzio e trattenne a stento la frustrazione mentre l’ascesa veniva interrotta regolarmente. Dieci fermate, le contò tutte.

    Le porte si aprirono e Lianne entrò negli uffici di uno dei più prestigiosi studi legali della città.

    C’era ritardo e ritardo, pensò, attraversando la reception. Qualche minuto, cinque al massimo, era accettabile, ma trenta erano un po’ troppi.

    Si scusò con le segretarie alla reception - sembravano modelle più che impiegate, realizzò - una bionda e l’altra bruna, creavano una sorta di equilibrio visivo.

    Una scelta precisa, pensò Lianne, conoscendo la predilezione di Michael Sloane per l’immagine.

    «Messaggi?» domandò, ostentando un tono freddo e professionale frutto di lunga pratica.

    «Li ho lasciati sulla tua scrivania.» La bionda controllò gli appuntamenti. «Pamela Whitcroft ti aspetta nel salottino.»

    Oddio, proprio quello di cui aveva bisogno! La regina del jet set richiedeva consigli legali sulle questioni più banali, e ci prendeva gusto nel farsi consigliare, anzi, nel testare, aveva assicurato a Michael, la perizia di ciascun membro del suo qualificato team.

    Lianne alzò gli occhi al cielo. Perché a me? Perché proprio oggi, poi?

    «Dammi cinque minuti, poi falla accomodare.» Si diresse verso il proprio ufficio, dove passò in rassegna i messaggi, controllò il file della cliente, e lanciò il solito sguardo al panorama di Melbourne.

    L’architettura sferica dell’edificio era straordinaria, interamente rivestita di pannelli di vetro per offrire una vista superba sul fiume Yarra e oltre.

    Non ci mise molto ad attribuire la priorità ai messaggi, e si stampò in faccia un ampio sorriso mentre la segretaria annunciava la signora Whitcroft che pontificò con fervore e fece domande su ogni dato legale che Lianne offrì come spiegazione. Fu un sollievo quando la consultazione ebbe fine.

    Accompagnato, però, da un senso di frustrazione per la consapevolezza che prima che la settimana finisse la donna sarebbe tornata, chiedendo un parere professionale sulle medesime questioni a un altro giovane legale.

    Caffè... Aveva bisogno di un caffè e di qualcosa per alleviare il mal di testa.

    La routine e un altro appuntamento trattennero Lianne fino all’ora del pranzo, che consumò in fretta in ufficio per recuperare il tempo perduto.

    Il mal di testa non era passato. Guardò l’orologio e decise di uscire a prendere una boccata d’aria fresca nel parco.

    La brezza alleviò la tensione e Lianne si godette l’odore dell’erba appena tagliata misto a quello dei fiori sbocciati nella frizzante aria di primavera.

    Melbourne era una bella città, piena di verde e di strade ampie, con un insieme eclettico di edifici antichi e architettura moderna.

    La giornata era mite e il cielo azzurro, nonostante la pioggia e le nuvole temporalesche del giorno prima.

    Lianne si diresse verso il gazebo centrale, scorgendo colleghi, studenti e turisti che si godevano il parco.

    Le coppie che si soffermavano, mano nella mano, con aria sognante.

    Avvertì una fitta improvvisa allo stomaco e cercò di ignorarla, senza successo, non appena gli apparve alla mente l’immagine vivida di Tyler.

    La figura alta, le spalle larghe, i capelli neri, i lineamenti scolpiti del viso da guerriero.

    Erano passati tre mesi da quando aveva lasciato il loft in cui viveva con il marito, dopo poco più di un anno di matrimonio, e si era trasferita da New York, città natale di Tyler, a Melbourne, Australia... casa sua.

    Tre mesi, tre settimane e due giorni... chi li contava? Era un avvocato competente, aveva un buon lavoro e un bell’appartamento in affitto. La vita non era male, dopotutto.

    Non era forse così?

    A quasi trent’anni, si trovava proprio dove avrebbe voluto, tra amici, in un territorio familiare, e lontano dallo stile di vita grandioso del marito. Dalla sua famiglia, dai suoi impegni sociali, e dalla sua presunta ex amante. Presunta, dato che Tyler aveva sempre negato qualsiasi intimità con lei.

    Lianne si ripeté di aver fatto la scelta giusta decidendo di chiedere il divorzio. Sollevata per aver messo la parola fine a un capitolo disastroso della sua vita.

    Perché, allora, si sentiva così vuota? E quella sensazione di malessere nello stomaco... che cos’era?

    Si avviò verso l’ufficio.

    Diciotto mesi prima, Tyler Benedict era entrato nella sua vita, l’aveva conquistata, si era dichiarato e le aveva messo l’anello al dito. Tutto nel giro di un mese.

    Aveva rappresentato la luna, le stelle, l’intera galassia, e lei lo aveva amato con tutta se stessa.

    Cos’era accaduto, poi?

    Non si era trattato di un’unica cosa, rifletté Lianne mentre prendeva l’ascensore.

    Più di una combinazione di fattori diversi, ognuno apparentemente senza molta importanza. Ma uno si era aggiunto all’altro, fino a creare un problema gigantesco che lei non aveva più potuto ignorare.

    Poi erano iniziate le accuse e le liti, e nessuna scusa aveva potuto compensare la ferita, il dolore. Era stata Mette a incombere su tutto. La bionda modella danese la cui preesistente relazione di amicizia le dava il diritto di chiedere l’attenzione di Tyler. Per non parlare della famiglia di lui, incapace di rassegnarsi all’idea che lui avesse preferito Lianne - una donna che conosceva da appena un mese - a Mette, la figlia di un amico di famiglia di lunga data.

    La segretaria alla reception ignorò lo squillo insistente del telefono. «Michael Sloane vuole vederti subito.»

    Lianne si irrigidì un po’. «Senior o junior?»

    Michael senior era uno dei tre associati maggiori, un uomo pedante e cavilloso capace un giorno di elogiarti e quello successivo di denigrarti verbalmente.

    La sua volubilità era nota, e uno dei colleghi era stato piuttosto coraggioso da suggerire che fosse un atteggiamento studiato per tenere tutti in riga.

    Mentre il figlio, Michael junior, aveva studiato legge dietro insistenza del padre. Nato con la camicia, era il figlio unico di genitori accondiscendenti. Un ricco playboy che incantava i clienti e che aveva sviluppato la raffinata arte di sembrare impegnato scaricando il proprio lavoro sui dipendenti.

    «Senior.»

    Lianne sollevò perplessa un sopracciglio e, per tutta risposta, la ragazza roteò gli occhi.

    «Così, eh?»

    «Eh, sì.»

    Proprio quello di cui aveva bisogno.

    Inalando profondamente, si diresse verso l’ascensore che conduceva all’attico, dove gli associati anziani avevano uffici individuali, assistenti e segretarie personali.

    Tre uomini, che annoveravano la propria clientela tra la crème dell’alta società di Melbourne.

    La richiesta di un incontro da parte di Michael Sloane senior scatenò la sua immaginazione.

    Aveva commesso qualche errore spaventoso? L’aspettava una bella lavata di capo per il ritardo di quella mattina? O forse Pamela Whitcroft aveva fatto un commento poco lusinghiero sul suo conto?

    Concentrati, si ammonì, entrando in quel santuario esclusivo ed elegante.

    C’era un odore di cera al limone e un mazzo di fiori freschi in bella mostra in un vaso.

    «Mia cara, prego, entra.»

    Se la comparsa di Michael Sloane in persona alla reception fu una sorpresa, quelle parole la fecero ammutolire.

    «Accomodati.» L’uomo la precedette nel proprio ufficio e le indicò delle poltrone di pelle, attese che si sedesse, poi andò alla sua scrivania e si voltò verso di lei.

    Sulla sessantina, la sua altezza e il suo portamento militare davano l’idea di un’autorità eccezionale.

    «Immagino che sia curiosa di sapere perché ti ho fatta venire qui.»

    Curiosa? Be’, a dir poco.

    «Sorpresa, signor Sloane» corresse Lianne con educato rispetto.

    «Oh, per favore, bando alle formalità.» Le fece un sorriso. «Dal momento che lavoreremo a stretto contatto, puoi chiamarmi Michael.»

    Prego?

    «Credo sia necessaria una spiegazione» proseguì lui, gentile.

    Più di una! Si sentiva come se di colpo avesse perso le coordinate. Oh, cielo... Michael? Nessuno aveva il permesso di chiamare uno dei tre associati anziani per nome.

    «Grazie» riuscì a dire con una calma che non provava affatto.

    «La società ha acquisito di recente un nuovo cliente. Un cliente molto influente» aggiunse. «Di livello internazionale. Ha già fatto investimenti residenziali in Australia. E adesso intende espandere qui i suoi investimenti immobiliari e i suoi interessi commerciali.»

    Doveva trattarsi di un pesce grosso, rifletté Lianne, altrimenti Michael Sloane non se ne sarebbe occupato di persona.

    «A Melbourne?»

    «Userà Melbourne come base» precisò lui. «È interessato a Sydney, alla Gold Coast, a Brisbane e a Cairns.»

    Un interesse decisamente ampio, concesse Lianne in silenzio. «Nazionalità?»

    «Americano.»

    Il suo sistema nervoso si mise in moto e lei si diede della stupida per aver pensato a Tyler.

    Aveva chiuso con Tyler Benedict e quella parte della sua vita. L’aveva superata ed era andata avanti.

    Bugiarda. Non passava giorno che non pensasse al suo futuro ex marito... o notte in cui lui non invadesse i suoi sogni.

    Era decisamente frustrante. Erano passati mesi, eppure la sua immagine era vivida come la prima volta in cui lo aveva incontrato. Peggio, perché allora era stata presa dalla promessa di ciò che avrebbero potuto condividere... mentre adesso aveva il ricordo di notti interminabili passate tra le sue braccia, del suo tocco, dei suoi

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