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Il playboy greco: Harmony Collezione
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E-book163 pagine3 ore

Il playboy greco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Calda come il sole di Corfù, antica come le rovine di Creta, dolce come il nettare degli antichi dei. La passione, nel sangue di ogni uomo greco, scorre veloce fin dalla notte dei tempi...

Lo spregiudicato playboy Orion Moralis crede nella passione dei sensi e non nelle relazioni a lungo termine. Un solo, innocente sguardo della nipote di un suo rivale in affari è bastato però a sconvolgere il suo mondo, e dopo averla baciata capisce che Selina deve essere sua. A qualunque costo. Così la sposa, ma il matrimonio dura poco.
Sei anni dopo, Selina è molto più matura e saggia, ma quando si ritrova accanto a Orion viene risucchiata dal passato, e dalla loro rinnovata passione.
LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2018
ISBN9788858990322
Il playboy greco: Harmony Collezione
Autore

Jacqueline Baird

Inglese, coltiva da sempre due grandi passioni: la pittura a olio e la navigazione in barca a vela.

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    Anteprima del libro

    Il playboy greco - Jacqueline Baird

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Return of the Moralis Wife

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2012 Jacqueline Baird

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-032-2

    1

    Il caldo asfissiante della giornata di luglio si era finalmente attenuato quando, poco prima di mezzanotte, il lussuoso yacht entrò nel porto dell’isola greca di Letos.

    Orion Moralis, alto, capelli e occhi scuri, un’espressione accigliata sul volto dai lineamenti perfetti, amministratore unico della potente Moralis Corporation, uscì sul ponte principale e si soffermò a osservare la confusione di casette variopinte costruite intorno al porto. Il campanile della chiesa torreggiava al centro dell’unico paese dell’isola dove abitava Mark Stakis.

    Dove aveva abitato, si corresse scrollando le ampie spalle. Anche se per lui l’uomo non era morto il giorno prima, bensì da anni.

    Il suo panfilo, governato da un equipaggio di sette persone, era salpato alla volta delle coste dell’Egitto – un mare fantastico per le immersioni – per una crociera di tre settimane. Un evento raro, considerati i suoi ritmi di lavoro, sebbene Orion avesse programmato di unire l’utile al dilettevole e di continuare a curare i propri affari al largo grazie alla moderna tecnologia di cui era fornito lo yacht.

    Mentre era già in navigazione, aveva saputo della morte di Stakis e l’idea di intervenire al suo funerale non lo aveva nemmeno sfiorato. Poi, la mattina del giorno prima, il signor Kadiekis, l’avvocato di Stakis, gli aveva inviato un’e-mail con la quale richiedeva la sua presenza.

    Rion aveva dato ordine di cambiare rotta nel bel mezzo del Mediterraneo e il suo viaggio era terminato ancor prima di iniziare.

    Si avvicinò alla battagliola e osservò un pescatore che ormeggiava il suo gozzo. Era impaziente di sbarcare, di sgranchirsi le gambe e di sfogare almeno in parte la tensione che lo tormentava da mesi, che poi era stata anche una delle principali ragioni che lo avevano indotto a concedersi un breve periodo di riposo.

    Una tensione che era aumentata in modo esponenziale dopo le notizie ricevute dal signor Kadiekis. Apparentemente Mark Stakis non aveva cambiato il suo testamento e questo aveva riacceso in lui ricordi che aveva creduto morti e sepolti.

    Sei anni prima aveva sposato la nipote di Stakis, commettendo un imperdonabile errore. Proprio lui che di errori non ne commetteva mai, nella vita privata come in quella professionale. Il suo ego aveva subito un colpo terribile quando la giovane moglie lo aveva tradito solo dopo nove settimane dalle nozze.

    Per un istante nelle sue vene serpeggiò la stessa furia di allora. Scuotendo la testa, si allontanò bruscamente dalla battagliola e, poiché la passerella ormai era al suo posto, scese a terra.

    Respirò a fondo e si avviò verso la spiaggia, lontano dalle luci del porto. Più andava avanti, più l’aria fresca della notte agiva come un balsamo per i suoi nervi, alleviando l’agitazione che pensare alla sua ex moglie gli aveva causato. Continuò a camminare finché si rese conto di essere giunto al limitare della proprietà privata di Stakis. Sollevò lo sguardo verso l’imponente villa bianca abbarbicata sulla fiancata della collina. Solo la splendida terrazza che scendeva verso il mare era illuminata. Il cancello di accesso alla proprietà era chiuso. Non c’erano uomini della sicurezza a controllarlo, notò.

    All’improvviso l’inferriata si aprì.

    Apparve una figura bianca come un fantasma. Una figura dalle curve molto femminili, decise Rion socchiudendo gli occhi. Sicuramente non uno spettro, né tanto meno un agente della sorveglianza.

    Si nascose dietro il tronco di un albero. Un raggio di luna illuminò la donna che svelta avanzava sulla battigia, l’accappatoio bianco che le fluttuava intorno.

    Selina. Doveva essere lei.

    Rion si irrigidì. Per quanto avesse previsto di trovarla lì, vederla era comunque uno shock. Aveva un bel coraggio, pensò. Tutti sapevano che il nonno aveva tagliato i ponti con lei da quando, dopo il divorzio, era tornata in Inghilterra. Ma, in fin dei conti, Rion non ne era sorpreso. Il denaro era sempre un ottimo incentivo, ragionò con una punta di cinismo.

    Non si mosse, lo sguardo fisso sulla ex moglie. Evidentemente era certa di essere sola, perché senza indugi si sfilò l’accappatoio e lo lasciò cadere sulla sabbia. Coperta unicamente da un minuscolo bikini bianco, osservò il mare per un lungo istante.

    Sì, era decisamente Selina, considerò Rion, anche se una Selina diversa da come la ricordava. Era sparito il corto caschetto rosso mogano. Adesso i lunghi capelli erano costretti in una coda di cavallo che le sfiorava le scapole. E per quel che riguardava il resto...

    Trattenne il respiro e avvertì un crampo di desiderio aggredirgli il bassoventre quando la vide sollevare le braccia per rimuovere il nastro che le costringeva i capelli. Una massa di riccioli scintillanti le ricadde in morbide onde sulle spalle. Incredibile, ma era ancora più bella di un tempo, il corpo snello eppure tonico e muscoloso. Era una Eva dei tempi moderni, la personificazione della tentazione.

    La pallida luce della luna la inondava, evidenziando i seni alti e perfetti, la vita sottile, la curva sinuosa dei fianchi.

    Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.

    Poi Selina corse verso la riva e con un movimento atletico si tuffò tra le piccole onde.

    Affascinato, Rion seguì con lo sguardo le bracciate precise che fendevano la superficie del mare mentre procedeva verso il largo... Troppo verso il largo.

    All’improvviso, Selina si immerse.

    Adesso preoccupato, Rion fece per uscire dal suo nascondiglio, ma lei tornò in superficie un secondo dopo e riprese a nuotare, questa volta in direzione della riva. Infine si girò e, a braccia aperte, rimase a galleggiare sulla schiena.

    Non aveva mai assistito a una scena tanto erotica in tutta la sua vita, si disse Rion.

    Selina si rigirò su se stessa un paio di volte, quasi stesse giocando con i flutti, e infine riemerse dall’acqua. Giunta sulla battigia, indossò l’accappatoio e strinse la cintura in vita. Reclinò la testa all’indietro e respinse i capelli che le erano ricaduti sul viso. Poi si immobilizzò.

    Era decisamente eccitato, si rese conto Rion, e la cosa lo turbava non poco. Probabilmente da troppo tempo non aveva una donna, ragionò. Da mesi, si rese conto sorpreso. Be’, era arrivato il momento di porre rimedio alla situazione e sapeva esattamente cosa fare per raggiungere lo scopo.

    Il suo sguardo avido tornò ad accarezzare lo splendido corpo di Selina. Doveva essersi mosso, perché lei si girò nella sua direzione, come se avesse percepito la sua presenza. Prese in considerazione la possibilità di manifestarsi, di affrontarla. Ma non era il momento giusto. Ancora poche ore e si sarebbe celebrato il funerale di Stakis. Poteva aspettare.

    Frustrato, la vide scrutare le ombre. Trattenne il respiro e, dopo attimi che a lui sembrarono infiniti, Selina scosse la testa e si girò, pronta a tornare alla villa.

    Irritato con se stesso, Rion tentò di ignorare quel desiderio che lo aveva colpito come un fulmine a ciel sereno. Un tempo aveva pensato a Selina come a una povera creatura innocente, senza genitori, affidata a un nonno che aveva altro da fare piuttosto che occuparsi di lei. Aveva provato tenerezza, compassione nei suoi confronti. Ma quei sentimenti non erano durati a lungo. Si erano sposati meno di quattro mesi dopo il loro primo incontro e lei non aveva perso tempo a tradirlo.

    Da quel momento in poi l’aveva considerata morta. Però, quando aveva saputo che sarebbe stata presente alle esequie di Stakis in qualità di sua unica parente, aveva deciso di approfittare dell’occasione per vendicarsi – lui che non era mai stato un tipo vendicativo – sottraendole la sua eredità. E adesso un nuovo, più soddisfacente progetto si stava facendo strada nella sua mente. Senza dubbio una donna poteva rendere una vacanza più rilassante e chi meglio di Selina sarebbe stata in grado di trasformare la sua crociera in un’avventura focosa ed erotica?

    Il momento di pareggiare i conti era finalmente arrivato, pensò. L’avrebbe avuta di nuovo. Non quella sera, ma molto presto. Sarebbero partiti per quella luna di miele che era rimasta solo un progetto mai realizzato. Selina gli doveva almeno quello. Era riuscita a ingannarlo vestendo i panni della vergine timida e innocente, e lui l’aveva trattata con i guanti bianchi durante il loro breve matrimonio. Poi, specialmente in occasione del divorzio, lei aveva manifestato la sua vera natura, calcolatrice e avida.

    Questa volta sarebbe stato lui a condurre il gioco, decise Rion. I guanti bianchi erano solo un ricordo.

    Più rilassata dopo la nuotata, Selina aveva reclinato la testa per raccogliere i capelli e così aveva scorto la costellazione di Orione illuminare il cielo proprio sopra la sua testa. Nella mitologia greca, Orione era un cacciatore di rara bellezza e fascino che, alla sua morte, era stato trasformato dagli dei in una costellazione.

    Completamente diverso dall’Orion che aveva conosciuto lei, il quale aveva il fascino di un serpente a sonagli.

    Guardò le luci distanti del porto, poi tornò a osservare il boschetto alle sue spalle. Un brivido le corse lungo la schiena. All’improvviso ebbe la sensazione di essere spiata e di certo non dalle stelle. Forse tuffarsi in mare nel cuore della notte non era stata una buona idea, ragionò, ma il nervosismo accumulato negli ultimi giorni era troppo e il caldo soffocante le avevano impedito di dormire. Be’, questi almeno erano i motivi ai quali adduceva la sua agitazione, preferendo vigliaccamente evitare di analizzare le conseguenze della morte di suo nonno e la marea di ricordi dolorosi che il ritorno in Grecia avevano evocato in lei.

    Rammentava con estrema chiarezza il suo primo incontro con il nonno e l’inizio di una vita da favola che presto si era trasformata in un incubo.

    Aveva trascorso un’adolescenza felice con la sua adorata madre, una cantante lirica bella e di talento, e la zia Peggy, alla quale era stata forse altrettanto legata. Peggy non era davvero una sua parente, bensì la governante che l’aveva praticamente cresciuta, ma questo lo aveva scoperto solo all’età di cinque anni.

    Sua madre le aveva detto che suo padre era morto poco dopo la sua nascita, dunque era stato un terribile shock quando, nel settembre successivo al suo diciottesimo compleanno, Selina aveva conosciuto Mark Stakis, un greco che si era presentato come suo nonno e le aveva raccontato la vera storia delle sue origini.

    Benedict Stakis, figlio di Mark nonché padre biologico di Selina, era deceduto da poco insieme alla sua famiglia in un terribile incidente. Solo allora l’anziano patriarca era venuto a conoscenza dell’esistenza di una nipote illegittima.

    Scoprire che sua madre le aveva mentito era stato molto doloroso. In cambio di una casa e di un cospicuo mantenimento economico per la bambina fino al compimento dei ventun anni, la donna aveva firmato un contratto con il quale accettava di non rivelare a nessuno l’identità dell’uomo che le aveva dato una figlia, inclusa la figlia stessa.

    Sospirando, Selina si incamminò verso la villa. Durante i sette anni che erano trascorsi dal primo incontro con suo nonno la vita le aveva insegnato parecchio. Aveva visto le cose terribili che le persone sono costrette a fare semplicemente per restare al mondo e di conseguenza aveva smesso di giudicare così severamente sua madre per essere giunta a compromessi pur di assicurare alla figlia un’esistenza dignitosa.

    Entrò nella grande casa e richiuse la porta alle sue spalle. Aveva passato il primo Natale con suo nonno proprio lì, ricordò mentre osservava la sala dei ricevimenti. Però era stato quel che era accaduto durante la sua visita successiva che l’aveva tormentata per anni.

    Non più, si disse con decisione. Adesso era una donna completa, drasticamente diversa dalla ragazzina ingenua di un tempo, e così intendeva restare.

    Aveva verificato che gli uomini per bene erano in netta minoranza nel mondo contemporaneo, mentre quelli immorali e privi di scrupoli spadroneggiavano. Per avvalorare questa tesi le bastava ripensare a quando, ancora ragazzina, aveva conosciuto Orion Moralis.

    Era stata così eccitata alla prospettiva di andare in Grecia. Avrebbe alloggiato nel prestigioso appartamento di famiglia ad Atene e il nonno avrebbe organizzato una cena in suo onore.

    Qualche giorno prima dell’evento era stata presentata a Helen Moralis e a sua figlia Iris, le quali l’avevano gentilmente accompagnata a fare un

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