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Per vendetta o per amore: Harmony Destiny
Per vendetta o per amore: Harmony Destiny
Per vendetta o per amore: Harmony Destiny
E-book158 pagine2 ore

Per vendetta o per amore: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

DINASTIA DEI FORTUNE

Il petrolio è la loro linfa e il privilegio un diritto di nascita. In un mondo in cui il potere e il denaro sono al centro di tutto, i Fortune scopriranno che l'amore è l'unica ricchezza in grado di salvarli.



Finalmente è arrivato il momento che aspettavo da sei anni, quello in cui potrò avere la mia rivincita. Eliza Fortune non sa quanto posso essere spietato: la se-durrò, la farò innamorare di nuovo e poi le spezzerò il cuore come lei ha fatto con me tanti anni fa, lasciandomi senza una spiegazione. Sono sicuro che riuscirò a ottenere quello che voglio, dentro e fuori dal letto. Il fatto che lei sia una Fortune e che sia mia moglie renderà la mia vendetta ancora più piacevole.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2016
ISBN9788858946909
Per vendetta o per amore: Harmony Destiny
Autore

Charlene Sands

Risiede nel sud della California con il marito e i loro due figli. Scrittrice dotata di grande romanticismo, è affascinata dalle storie d'amore a lieto fine ambientate nel Far West.

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    Anteprima del libro

    Per vendetta o per amore - Charlene Sands

    successivo.

    1

    «È un colpo di genio, Eliza. Il posto è fantastico. Nessuno sa organizzare una raccolta di fondi come te» sussurrò Nicole Appleton all'orecchio dell'amica.

    Dal palco, Eliza Fortune sorrise soddisfatta, mentre il suo sguardo spaziava sulla vasta sala da ballo affollata di invitati, uomini e donne vestiti nello stile del Vecchio West. Era stata lei a decorare la sala per quell'evento. «Grazie, Nic. È stato... È stata una faticaccia, ma sopportata con amore.»

    «Bene, questa volta hai superato te stessa. Si stanno divertendo tutti e la tua idea di mettere all'asta i cestini da picnic sta andando più che bene. Stai raccogliendo migliaia di dollari per il restauro del museo dedicato al Vecchio West.»

    Il banditore annunciò che veniva messo all'asta un altro cestino. Chloe McMurphy salì sul palco e sollevò il coperchio del suo cesto.

    «Questa incantevole e giovane donna fornirà una cena per due, tre o quattro» annunciò il banditore. «La sua specialità sono il pollo fritto e i migliori gnocchi della contea del Minnehaha. Come extra, c'è una torta di mele. Un pranzetto niente male, secondo me.»

    Eliza si irrigidì e lanciò un'occhiata ansiosa all'amica. Sul palco erano rimaste soltanto lei e Nicole. Tutti gli altri cestini erano stati venduti. «Spero che qualcuno compri il mio.»

    «Stai scherzando? Chi non vorrebbe gustare una cena preparata espressamente da Eliza Fortune? Per di più, alla villa dei Fortune? Scommetto che il tuo cestino registrerà la più alta delle offerte.»

    Eliza sbuffò. «Soltanto se mio padre o mio fratello decidono di aver pietà di me. La mia famiglia è qui in sala da qualche parte, e loro sanno che non sono una cuoca eccezionale.»

    «Non avrà importanza» dichiarò Nicole, perentoria. «Stasera raccoglierai un sacco di soldi, e non da Nash o Creed Fortune. Tutti conoscono il tuo impegno. Hanno conservato il migliore per ultimo. Ed è il tuo.»

    Eliza formulò con le labbra un silenzioso grazie, quindi notò che il signor Phillips, con un dito, faceva cenno a Nicole di avvicinarsi. «Oh, guarda. Tocca a te, Nic. Buona fortuna.»

    Mentre la sua amica avanzava verso il battitore portando un cesto di vimini bianco ornato con un nastro rosso, Eliza aspettò seduta sulla panca che arrivasse il suo turno.

    Essendo una benefattrice, nonché presidente della Società di Storiografia di Sioux Falls, non aveva avuto difficoltà a convincere il direttore del museo dedicato al Vecchio West a regalarle alcuni dei loro cimeli per creare nella sala da ballo l'atmosfera di quell'epoca. Finimenti per animali, selle con borchie d'argento e ruote di carro erano disposti lungo il perimetro, mentre alle pareti erano appese composizioni di pannocchie e spighe di grano. Le macchie gialle dei girasoli formavano i centrotavola. Sul palcoscenico, alle spalle di Eliza, c'era un carro colmo di paglia.

    Il cesto di Nicole ottenne la più alta delle offerte fatte fino a quel momento. La sua cena, a base di arrosto di agnello, patate, soufflé di carote e crème brûlée per dolce, fruttò oltre tremila dollari. Eliza si unì agli applausi che accolsero il generoso offerente.

    «E ora, signore e signori, voi avete il grande onore di fare le vostre offerte per il cesto della signorina Eliza Fortune. Come voi tutti sapete, la signorina Fortune si è prodigata per organizzare questa serata e, a quanto pare, ha avuto un successo strepitoso.» Il signor Phillips prese Eliza per mano e la condusse sul palco. Lei gli consegnò la propria scheda e rimase ad ascoltarlo mentre leggeva il menu. «Ah, vedo che il vincitore avrà un trattamento speciale. Eliza si impegna a cucinare qualunque pasto a vostra scelta, iniziando con gli antipasti e terminando con il dessert e con tante portate quante ne desiderate. Perciò, le offerte partono da cinquecento dollari.»

    Eliza aspettò sorridendo, mentre dentro di sé tremava per l'apprensione. E si rilassò soltanto quando qualcuno offrì i richiesti cinquecento dollari, e quel qualcuno non era né suo padre né suo fratello. Continuò ad acquistare fiducia a mano a mano che le offerte si susseguivano.

    «Abbiamo un'offerta per tremilacinquecento dollari. Qualcuno offre quattromila?»

    Soddisfatta di aver raggiunto una cifra ragguardevole, Eliza si preparò a lasciare il palco. Doveva coordinare il programma dell'orchestra, così che le danze potessero iniziare.

    «Per tremilacinquecento dollari, e uno, e due e...»

    «Trentacinquemila dollari.»

    «Spiacente, signore, abbiamo già un'offerta per tremilacinquecento dollari» disse il banditore.

    «Ho detto trentacinquemila dollari» riecheggiò una voce perentoria in fondo alla sala.

    Calò il silenzio, mentre tutte le teste si voltavano in quella direzione.

    Eliza si immobilizzò. Il suo sorriso svanì mentre il battito del cuore le rintronava nelle orecchie. Conosceva quella voce. Non ne avrebbe mai dimenticato il timbro profondo e roco che riusciva a farle perdere il controllo dei nervi. Serrò per un attimo gli occhi, imponendosi di rimanere calma.

    Non poteva essere vero.

    Purtroppo, sapeva che si stava illudendo.

    Aveva sempre saputo che quel giorno, prima o poi, sarebbe arrivato.

    Il signor Phillips le lanciò un'occhiata sconcertata, ma, non ricevendo nessun aiuto da parte sua, decise da solo. «Ehm, chiedo scusa. Sono davvero spiacente. L'offerta è di trentacinquemila dollari» dichiarò con enfasi. «E uno, e due, e tre, aggiudicato al signore in fondo alla sala!»

    Reese Parker avanzò ed entrò nel campo visivo di Eliza.

    E di nuovo nella sua vita.

    Dopo sei anni.

    I loro sguardi si incrociarono attraverso la sala e, per un lungo istante, rimasero a fissarsi. In quello di Reese non c'era calore, e la sua espressione non manifestava la benché minima gioia. Non assomigliava per niente all'amabile cowboy da rodeo che lei aveva conosciuto un'estate nel Montana.

    Oh, era bello come lo ricordava. Forse ancor di più, con la linea marcata della mascella e i penetranti occhi scuri. Ma quell'uomo appariva a suo agio in quell'ambiente, tra le personalità più ricche del Sud Dakota, in un elegante smoking dal taglio perfetto. La cravatta, fermata da una spilla d'oro, spariva in un gilet di broccato. Sulla testa, dai capelli biondi tagliati corti, portava uno Stetson nero e, come se ce ne fosse bisogno, gli stivali di pelle di serpente aggiungevano un tocco di raffinatezza all'aspetto generale.

    Diamine, sembrava uscito dalla copertina di una rivista di moda.

    Eliza era consapevole dei mormorii che serpeggiavano tra la folla, ciononostante non riusciva a distogliere lo sguardo. Si limitava a fissare l'uomo che un tempo aveva amato.

    Le venne la pelle d'oca.

    Nella sua mente riaffiorarono i ricordi e lei si sentì mancare il fiato mentre il suo organismo era sconvolto da una valanga di emozioni, ma l'unica a prevalere, quella che lei non poteva scacciare, la travolse come un diluvio.

    Collera.

    Il signor Phillips concluse l'asta, pregando gli offerenti di presentarsi al tavolo della reception, mentre gli Honey Bees salivano sul palco.

    Eliza accolse con sollievo quella tregua. Distolse lo sguardo da quello di Reese e si precipitò dietro le quinte. Una mano l'afferrò con dolcezza, sorprendendola.

    «Eliza, dove stai scappando?»

    Lei si voltò e respirò di sollievo vedendo che era Nicole. Batté le palpebre mentre si sforzava, invano, di formulare una risposta. Gli ultimi minuti le erano sembrati un sogno. No, si corresse, un incubo.

    «Quel tipo fantastico ha offerto una montagna di denaro per te, Eliza.»

    Lei non riuscì nemmeno a simulare un sorriso. «Lo so.»

    «E voi due non riuscivate a staccarvi gli occhi di dosso.»

    «So anche questo.»

    «Allora? Intendi dirmi chi è? Devi conoscerlo. O è così, oppure lui non fa nemmeno finta di voler flirtare.»

    «No, fidati di me, non stava flirtando.» Era un pensiero assurdo. Eliza non sapeva per quale motivo Reese si trovasse a Sioux Falls, ma non poteva certo nutrire idee romantiche. Reese l'aveva quasi distrutta con il suo tradimento. Nessuno conosceva l'intera verità, e lei si augurava di tenerla nascosta il più a lungo possibile.

    «Chi è quell'uomo?» insistette Nicole. «Ti prego, dimmelo.»

    Eliza aveva mantenuto quel segreto per sei anni. A parte la sua umiliazione, detestava pensare al danno che avrebbe potuto arrecare alla reputazione dei Fortune, rivelandolo.

    Santo cielo, come si era comportata da sciocca, in passato. Se la verità fosse venuta a galla, Eliza avrebbe perso ogni credibilità presso le numerose organizzazioni benefiche, per non parlare di come si sarebbe scatenata la stampa. Una storia scandalosa era sufficiente nella vita di una ragazza. Era sopravvissuta, ma dubitava che sarebbe mai riuscita a far dimenticare quella con l'affascinante cowboy.

    Emise un sospiro. La cosa più difficile era stato non parlarne con la sua migliore amica, che ora la stava fissando con i suoi schietti occhi color ambra.

    «Sta succedendo qualcosa, Lizzie» bisbigliò Nicole, e l'uso di quel diminutivo le ricordò che la loro amicizia risaliva ai tempi dell'adolescenza. Erano amiche per la pelle da più di quindici anni, ed Eliza era stata spesso sul punto di confidarle il suo segreto. In quel momento, decise che le avrebbe fatto bene sfogarsi con qualcuno. Inoltre, se fosse esploso uno scandalo, avrebbe potuto contare sull'appoggio di Nicole.

    Pronunciò ad alta voce le parole che non aveva mai detto a nessuno a Sioux Falls, soprattutto alla sua famiglia. «Il suo nome è Reese Parker e lui è... è mio marito.»

    L'aria del Sud Dakota fece rabbrividire Eliza, ma lei avrebbe sopportato il freddo della notte pur di riprendere fiato. Dopo aver parlato brevemente con Nicole, aveva lasciato di corsa la sala da ballo per rifugiarsi in quella piccola terrazza appartata a raccogliere i pensieri. La vista dello stupendo panorama l'aveva sempre aiutata a rilassarsi. Non quella sera, però.

    Oh, Dio. Oh, Dio. Oh, Dio.

    Reese era a Sioux Falls.

    Dubitava che la sua presenza fosse dovuta a una coincidenza.

    Ero di passaggio, così ho pensato di dare un'occhiata a mia... moglie.

    Eliza rabbrividì di nuovo.

    E si sentì pervadere il corpo da un gradito calore quando una giacca maschile le coprì le spalle. Si voltò di scatto e si trovò faccia a faccia con suo marito. «Reese.»

    «Eliza.» Lui si scostò, come se non sopportasse di starle vicino, anche se si era appena preoccupato di proteggerla dal freddo. La giacca dello smoking conservava il suo profumo, una miscela esotica di pino silvestre e muschio.

    «Sembri di... diverso» balbettò Eliza.

    «Sono diverso» replicò lui in tono secco, togliendosi lo Stetson.

    I capelli erano come lei li ricordava: folti, corti e ben pettinati. Quante volte aveva passato le dita in quei riccioli, proprio per scompigliarglieli.

    Il cuore riprese a martellarle nel petto. Anche in una situazione così imbarazzante, Reese non scordava le buone maniere. In quel momento, però, non aveva niente del rude cowboy da rodeo, il cui sorriso le faceva formicolare tutto il corpo. Non c'era traccia di dolcezza, nel modo in cui la guardava.

    E si prese tutto il tempo per guardarla, squadrandola dalla testa ai piedi con un'indolenza che poteva essere scambiata per arroganza. Eliza fu di colpo consapevole che il suo vestito, studiato appositamente per l'occasione, era alquanto provocante. In stile con il tema western, aveva una profonda scollatura e il corpetto aderiva alla sua figura, ponendo in risalto l'esile vita. Il leggero pizzo che le copriva il seno era intessuto di fili d'oro. Per intonarsi ai riflessi dorati dei tuoi capelli biondi, Eliza, le aveva detto lo stilista.

    Adesso, con gli occhi di Reese puntati su di sé, Eliza si sentiva esposta e vulnerabile. Vedendo che indugiava con lo

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