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Il segreto di Annie: Harmony Collezione
Il segreto di Annie: Harmony Collezione
Il segreto di Annie: Harmony Collezione
E-book171 pagine2 ore

Il segreto di Annie: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Annie è una giovane madre single che adora il proprio bambino, e che fatica non poco per fargli avere un'adolescenza normale. Questo capita, infatti, quando di cognome ci si chiama Balfour. Il fato, però, ha in serbo per lei una sorpresa, nella persona di Luca De Salvatore, il bellissimo padre di suo figlio che rientra all'improvviso nella sua vita.

Luca non sa di essere padre, e in Annie non vede che la sua pessima reputazione, comune a tutte le sorelle Balfour. Non sarà facile per Annie convincerlo a modificare quel giudizio, conquistare il suo cuore e permettere al figlio di conoscere finalmente suo padre.
LinguaItaliano
Data di uscita9 mar 2018
ISBN9788858979648
Il segreto di Annie: Harmony Collezione
Autore

Carole Mortimer

Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’

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    Anteprima del libro

    Il segreto di Annie - Carole Mortimer

    conseguenze.

    1

    Lago di Garda, Italia.

    Giugno 2010.

    «Sarò a casa tra un paio di giorni, tesoro» disse Annie stringendo in mano il cellulare mentre percorreva la hall – totalmente inconsapevole della bellezza del panorama che le alte finestre dell'albergo offrivano – diretta verso la sala delle conferenze. «Ti voglio bene anche io, Oliver... Ouch!» esclamò, mentre la sua corsa veniva fermata da un oggetto inamovibile.

    Qualcosa di molto robusto, e soprattutto molto virile, decise quando la mano che aveva istintivamente alzato per frenare la caduta si appoggiò su una delle spalle dell'oggetto, percependo così il guizzare dei muscoli sotto la giacca.

    «Mi deve scusare» cominciò, ma poi sollevò lo sguardo sul bel viso dell'uomo e le parole le morirono in gola.

    No... Non poteva essere Luc!

    Ammutolita, Annie lo fissò. Ma davvero quello era lo stesso uomo che aveva conosciuto quattro anni e mezzo prima sulle piste da sci?

    Nonostante il fatto che lei lo aveva visto indossare solo tute da sci, jeans e pullover, e che quell'uomo invece sfoggiava un abito di sartoria, completo di camicia di seta bianca e cravatta color argento, certamente il tizio assomigliava a Luc. Assomigliava all'uomo con il quale aveva condiviso una notte infuocata...

    Però quel Luc portava i capelli lunghi fino alle spalle, mentre quelli dell'uomo che aveva davanti in quel momento erano corti, forse un tentativo di tenerli sotto controllo considerata la loro tendenza ad arricciarsi? Gli occhi però, scuri come l'ebano, erano gli stessi. Così come lo erano il naso dritto e aristocratico, e l'espressione autoritaria del suo viso.

    Era identico, e pur tuttavia così diverso.

    Perché quel Luc incontrato in montagna aveva avuto uno scintillio malizioso negli occhi, e un sorriso tanto accattivante quanto sensuale, un sorriso che aveva attratto la ventenne razionale e cauta che lei era stata un tempo come una falena era attratta dalla luce.

    Invece non c'era traccia di quella pericolosa inquietudine nello sguardo glaciale che l'uomo le stava rivolgendo adesso.

    Addirittura, sembrava che lui non l'avesse riconosciuta.

    Annie ritrasse la mano di scatto e arretrò di un passo, rendendosi conto solo allora che, da quando lo aveva guardato in viso e capito di essersi imbattuta nel suo appassionato amante di qualche anno prima, aveva trattenuto il respiro.

    «Mi scusi, signore» disse in un italiano un po' stentato.

    «Parlo inglese, signorina» sottolineò lui con tono secco.

    Cielo, quella voce...

    Nessuna freddezza di atteggiamento avrebbe potuto impedirle di identificare quella voce che una notte le aveva mormorato focose parole di incoraggiamento mentre lei raggiungeva l'orgasmo una volta, e una volta ancora, arrendendosi alle poderose spinte del corpo di lui.

    Era Luc, sebbene un Luc differente, molto più freddo.

    A ventisei anni era stato scatenato e agitato, e ogni suo gesto era stato animato da quell'energia propria di chi aveva una sconfinata fiducia in se stesso. Quell'energia che aveva usato per sedurla. Chiunque guardando l'uomo in giacca e cravatta avrebbe capito che possedeva la stessa determinazione, ma che l'energia adesso era perfettamente controllata, e le emozioni erano nascoste dalla maschera di arroganza che portava sul viso mentre continuava a fissarla sdegnosamente dall'alto della sua statura.

    La pazienza di Luca, peraltro da sempre molto limitata, si stava esaurendo con il passare dei secondi mentre quella giovane donna continuava a fissarlo, quasi avesse visto un fantasma. Oppure l'incarnazione del suo peggiore incubo. Certamente non era quella la reazione che abitualmente evocava nel sesso femminile!

    Un sorriso privo di umorismo gli incurvò le labbra. «O forse avrei dovuto chiamarla signora?» domandò.

    «No, aveva ragione la prima volta.»

    Una voce calda e roca che in qualche modo gli risuonò familiare, pensò Luca. Osservò il corpo snello della donna inguainato in un tailleur scuro. I capelli mogano, costretti in un severo chignon alla sommità della nuca, evidenziavano un ovale perfetto. I lineamenti del viso erano regolari e le labbra piene e rosse. Un viso dominato da due grandi occhi dello stesso blu del lago di Garda.

    «Forse ci siamo già incontrati prima, signorina?»

    Lei sbatté le palpebre e rise. «Non saprei, ci siamo incontrati?» replicò.

    Luca controllò a stento un moto di impazienza. «Credo di averlo chiesto per primo.»

    E per quello che riguardava lei, poteva anche continuare a chiedere, decise Annie. Per tutti quegli anni, il suo timore era stato quello di imbattersi – in qualche modo, da qualche parte – di nuovo in Luc. Un incontro che, ne era certa, avrebbe complicato la sua vita in modi che rifiutava persino di prendere in considerazione.

    E ora, per un terribile scherzo del destino, era davanti a lui, davanti all'uomo che le aveva cambiato la vita per sempre, e che neanche la riconosceva!

    Il sollievo che dapprima aveva provato fu immediatamente sostituito da un profondo risentimento. Quel tizio aveva fatto letteralmente irruzione nella sua vita, facendole conoscere quella passione e quell'eccitazione che lei non aveva mai provato prima, e non aveva più provato dopo, solo per poi sparire altrettanto repentinamente.

    E adesso era costretta ad accettare che il tempo passato insieme, tutti quei meravigliosi ricordi che non era mai riuscita a cancellare dalla sua mente, per lui non avevano alcun significato, al punto che ora la stava trattando come se non l'avesse ma vista prima!

    Che bastardo!

    Puntò il mento in avanti in un gesto di sfida. «Sono sicura che, in questo caso, uno di noi due lo avrebbe ricordato, non crede, signore?»

    No, Luca non ne era altrettanto sicuro. Il pallore del viso della donna, il tono irato con cui aveva parlato, raccontavano una storia diversa. Una storia nella quale lui con ogni probabilità non aveva dato il meglio di se stesso.

    Essendo unico figlio ed erede di un ricco imprenditore italiano, fin dalla nascita era stato circondato dal lusso e aveva visto esaudito ogni suo desiderio ancora prima di avere il tempo per esprimerlo. Di conseguenza era diventato un adolescente molto arrogante, e certo della propria infallibilità. Una certezza che aveva confermato quando, a soli diciotto anni, gli era stata data una posizione di potere nell'impero economico di suo padre. Una certezza che lo aveva sorretto finché, avendo corso un rischio di troppo, quell'impero aveva iniziato a sgretolarsi sotto i suoi occhi.

    Strinse le labbra rammentando quel periodo oscuro quando, non riconoscendosi in Luca De Salvatore, discendente di una delle più potenti famiglie italiane, aveva preferito essere semplicemente il giovane e ribelle Luc, dedito a ogni tipo di piaceri e di avventure.

    Durante gli ultimi quattro anni e mezzo aveva dedicato ogni energia, e ogni istante della sua vita, a quello che era stato il suo unico traguardo, rimettere in piedi le aziende di famiglia e farle diventare ancora più forti e fiorenti. Anni in cui c'erano state poche donne, con le quali aveva condiviso il letto per una sola notte, per poi dimenticarle completamente la mattina seguente.

    La giovane in tailleur nero che era davanti a lui in quel momento, con i capelli costretti in quel brutto chignon, e il viso bellissimo anche se privo di trucco, era forse stata una di loro?

    In qualche modo, non lo credeva. Le donne che lui preferiva erano alte e bionde, ricche e prive di ogni aspirazione professionale. Ciò nondimeno, quella strana sensazione di averla già vista da qualche parte persisteva.

    «Sembrerebbe che abbia dimenticato la sua telefonata» commentò.

    Annie guardò sorpresa il cellulare che stringeva in mano. Lo shock per avere rivisto Luc era stato così forte da indurla persino a dimenticare Oliver. «Se vuole scusarmi?» disse voltandogli le spalle, con l'intenzione di rifugiarsi in un posto più riservato per continuare la sua conversazione.

    Anche se onestamente non era sicura di poter parlare con tono normale dopo quell'incontro. Infatti, pensò, prima si allontanava dal lago di Garda – no, anzi, dall'Italia – e dall'uomo con cui aveva dormito una sola notte, e che non la ricordava nemmeno, meglio sarebbe stato per tutti.

    Proprio perché in Italia aveva conosciuto Luc e si era di conseguenza comportata in modo insolitamente impulsivo, era stata restia a frequentare il corso di management che si sarebbe tenuto nella sala conferenze di un albergo sulle rive del lago di Garda. Infine si era arresa alle insistenze di suo padre, un padre che, ancora in lutto per la morte della terza moglie, Lillian, era diventato inflessibile riguardo agli atteggiamenti di tutte le sue figlie, specialmente dopo l'ultimo scandalo che aveva scosso la famiglia, scoppiato circa un mese prima durante l'ultima edizione del Gran Ballo dei Balfour.

    Persa nei suoi pensieri, Annie sobbalzò quando dita forti e lunghe le afferrarono il braccio, impedendole così di andare via. Le dita di Luc, per la precisione. Le stesse dita che una volta l'avevano accarezzata nel modo più intimo possibile, e che ancora avevano il potere di farla rabbrividire, e di comunicarle una consapevolezza sensuale, riecheggiata nell'improvviso inturgidirsi dei suoi seni. Seni che, per il suo imbarazzo, diventarono tesi e pesanti, i capezzoli che premevano prepotentemente contro la lieve seta bianca della camicia che indossava.

    Si girò, gli occhi blu che mandavano lampi. «Mi tolga le mani di dosso» sibilò fra i denti, il viso di nuovo pallido.

    Luca socchiuse gli occhi, colpito dalla veemenza di quella reazione. Dunque non lo aveva immaginato, rifletté, quella donna provava davvero risentimento nei suoi confronti, e lui non immaginava neanche perché.

    «Posso invitarla a cena questa sera?» propose, senza mollare la presa.

    Annie sgranò gli occhi e lo fissò ammutolita per qualche istante. «Cosa?» replicò infine, il colore che tornava a infiammarle le gote.

    «Le ho semplicemente chiesto se vuole cenare con me questa sera» sottolineò Luca. «Desidero scusarmi per averla quasi travolta qualche minuto fa» aggiunse, per quanto entrambi sapessero che l'incidente era stato causato dalla disattenzione di lei.

    «Grazie per l'invito, ma no, grazie.»

    «Perché no?» insistette Luca, per nulla abituato a ricevere un rifiuto da una donna.

    «Perché non sono solita accettare inviti da sconosciuti che incontro per caso nella hall di un albergo, ecco perché!» esclamò Annie. «Adesso vuole decidersi a lasciarmi il braccio, o devo chiamare l'addetto alla sicurezza e farla gettare fuori da questa struttura perché ha molestato una delle ospiti?»

    Ecco, quella sarebbe stata un'esperienza interessante, poiché la sua famiglia era proprietaria dell'hotel. «Non sarà necessario» mormorò Luca, abbassando il braccio. «Come ho già detto, il mio era solo un modo per scusarmi» precisò scrollando le spalle.

    Annie quasi tirò un sospiro di sollievo quando lui la lasciò andare, e in conseguenza smise di rabbrividire. Ma provò anche un lieve disappunto perché non aveva potuto – non aveva osato – accettare l'invito...

    Oh, no! Non provava ancora attrazione per quell'uomo, giusto?

    No, naturalmente no, decise. Non era attratta da un uomo che, durante un soggiorno sulla neve, si era materializzato dal nulla, aveva preso da lei quello che voleva, e poi si era volatilizzato, nel senso letterale del termine.

    D'altro canto, anche lei aveva avuto quello che aveva voluto.

    Con tre sorelle maggiori e tre minori – quattro adesso – che condividevano tutte lo stesso spregiudicato modo di agire, lei era stata l'unica che aveva cercato di evitare la pubblicità che il cognome Balfour comportava.

    Anche per questo suo padre, quattro anni e mezzo prima, l'aveva incoraggiata a unirsi ai suoi colleghi di università per la vacanza sui campi da sci italiani. In effetti, lontana dalle pressioni e dall'eco degli scandali, era riuscita a rilassarsi e a divertirsi. Poi, quando Luc l'aveva sfidata in una gara di sci, era stata più che disponibile a farsi sedurre. Così tanto che, una volta nello chalet di lui, si era comportata in maniera assolutamente poco consona alla sua personalità. Avevano bevuto alcolici mentre cucinavano, e poi fatto l'amore sul tappeto davanti al camino.

    Erano stati momenti fuori del tempo, quando lei si era limitata a essere Annie. E Luc era stato solo Luc.

    Ma chi era quell'uomo in realtà?, si chiese mentre gli scoccava un'occhiata di traverso. A giudicare dal taglio

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