Ai Caraibi con il capo: Harmony Collezione
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Info su questo ebook
È rimasta solo una cosa da fare sulla lista di Natale di Ryan Sheppard: trovare qualcosa di speciale per la sua fredda segretaria.
C'è solo una donna al mondo in grado di resistere al suo fascino senza cadere ai suoi piedi dopo un breve corteggiamento. Ma Ryan sa perfettamente cosa fare per far crollare anche lei.
Jamie Powell conosce la fama del suo capo: prendersi cura delle donne che passano dal suo letto, dopo che lui le lascia con il cuore infranto, fa parte del suo lavoro quasi quanto organizzare un appuntamento d'affari. La cosa non l'ha mai messa in difficoltà. Quello di cui non è certa è di essere pronta a un viaggio di lavoro ai Caraibi accanto a lui.
Cathy Williams
Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.
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Anteprima del libro
Ai Caraibi con il capo - Cathy Williams
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
His Christmas Acquisition
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2011 Cathy Williams
Traduzione di Cristina Proto
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5898-423-9
1
Jamie era in ritardo. Per la prima volta, da quando lavorava per Ryan Sheppard, stava facendo tardi a causa di una sfortunata serie di eventi, culminata nell’attesa della metro insieme ad altri seimila pendolari irascibili, frustrati e scontenti.
Imbacuccata contro la raffica gelida che percorreva il binario – scompigliandole i capelli ben pettinati, e ricordandole che il suo elegante completo grigio e le décolleté nere andavano bene in ufficio, ma erano inutili di fronte alla cupa realtà di un umido inverno londinese – Jamie guardava inutilmente l’orologio ogni dieci secondi.
Ryan Sheppard odiava i ritardi. A essere onesti, negli ultimi diciotto mesi Jamie lo aveva abituato fin troppo bene, perché si era sempre presentata in anticipo, ma questo non significava che l’avrebbe perdonata facilmente.
Nel momento in cui la metro apparve ruggendo, Jamie aveva ormai abbandonato l’idea di arrivare in ufficio prima delle nove e trenta. Dato che non avrebbe risolto niente a chiamarlo, si era imposta di non guardare neanche il cellulare ficcato in borsa.
Riluttante, si era invece concentrata sulla ragione principale per cui era uscita di casa un’ora dopo l’orario abituale, e il pensiero della sorella era riuscito a cancellare qualunque altra cosa dalla sua mente. Nel momento in cui arrivò finalmente al meraviglioso palazzo di vetro che ospitava la RS Enterprises, la testa stava però iniziando a pulsare per la tensione.
La RS Enterprises era la sede della multinazionale che il suo capo possedeva e gestiva. Un esercito di impiegati estremamente preparati, motivati e ben pagati, teneva le fila di tutto, anche se, alle nove e quarantacinque del mattino, in giro se ne vedevano pochi. Erano tutti alla scrivania, intenti a fare il necessario per assicurarsi che le grandi ruote di quell’industria fossero perfettamente oliate.
Alle nove e quarantacinque del mattino anche lei era di solito alla scrivania. Quella mattina invece...
Jamie contò fino a dieci nel debole tentativo di allontanare il volto della sorella dalla mente, e prese l’ascensore diretta al piano del suo capo.
Non vi fu bisogno di valutare il suo umore quando spalancò la porta del proprio ufficio. In un giorno normale, lui sarebbe stato fuori sede, dopo averle mandato una mail elencandole tutto ciò che doveva fare in sua assenza, oppure sarebbe stato alla scrivania, mentalmente lontano mille miglia e immerso nel suo lavoro.
Quel giorno, invece, era allungato sulla sedia, le braccia piegate dietro la testa, i piedi pigramente appoggiati sulla scrivania.
Dopo diciotto mesi, Jamie aveva ancora problemi a conciliare il carattere energico di Ryan Sheppard con il suo aspetto intollerabilmente sexy e non convenzionale. Dipendeva dal fatto che i suoi affari si sviluppavano nel settore del software elettronico, dove cervello e creatività erano tutto, e abiti eleganti e scarpe di pelle lucida apparivano irrilevanti? Oppure Ryan Sheppard era semplicemente uno di quegli uomini che si sentiva a proprio agio qualunque cosa indossasse – o qualunque cosa pensasse di lui il resto del mondo?
Jamie attese paziente mentre lui sollevava il polso e accigliato guardava l’orologio, per poi spostare il proprio sguardo scuro e penetrante sul suo volto ora composto.
«Sei in ritardo.»
«Lo so. Mi dispiace veramente.»
«Non sei mai in ritardo.»
«Sì, be’, è colpa del sistema irregolare dei trasporti pubblici di Londra, signor Sheppard.»
«Sai che odio che mi chiami signore. Il mio nome è Ryan. E sarei più che felice di prendermela con i trasporti pubblici, ma non sei l’unica a usarli, e nessun altro sembra aver subito ritardi.»
Jamie esitò. Nell’intimo poteva sentire i nervi sfilacciarsi e spargersi come detriti inutili che venivano spazzati in giro da un vento forte.
«Forse potremmo metterci a lavorare e... e... io recupererò il tempo perso. Non mi importa di lavorare nella pausa pranzo.»
«Se non è stato il sistema dei trasporti pubblici, cosa ti ha trattenuto?» Nell’ultimo anno e mezzo, Ryan aveva cercato di superare quella facciata calma e impenetrabile, di trovare l’essere umano dietro quella segretaria estremamente efficiente. Ma Jamie, ventotto anni, capelli ordinati in una coda e freddi occhi castani, rimaneva un enigma. Tolse i piedi dalla scrivania e si chinò in avanti per fissarla con viva curiosità. «Un finesettimana difficile? Una notte brava? Una sbornia?»
«Naturalmente no!»
«No? Non vi è niente di male a divertirsi un po’ di tanto in tanto, sai? In effetti, sono dell’opinione che faccia molto bene allo spirito.»
«Io non mi ubriaco.» Jamie voleva stroncare subito un’idea del genere. Il pettegolezzo viaggiava veloce alla RS Enterprises e Jamie non avrebbe mai permesso che qualcuno pensasse che passava i suoi finesettimana a osservare la vita dal fondo di un bicchiere. In realtà, non avrebbe mai permesso a nessuno di pensare qualcosa di lei. L’esperienza le aveva impartito una lezione importante: legare con i colleghi, sciogliere di tanto in tanto i capelli, costruire una relazione personale con il capo – e in un attimo ti ritrovi lungo strade inaspettate e scomode. Le aveva percorse una volta e non lo avrebbe rifatto.
«Come sei virtuosa!» si congratulò Ryan con quella sorta di falsa sincerità che le fece serrare i denti per la frustrazione. «Allora possiamo eliminare il demonio dell’alcol! Forse la sveglia non ha funzionato? O forse...» Le scoccò un sorriso che le ricordò perché l’uomo fosse così pericoloso quando si trattava dell’altro sesso. Se non avevi difese, quel tipo di sorriso poteva causare la pelle d’oca. Lo aveva visto succedere molte volte, osservando da spettatrice. «Forse...» riprese lui, sollevando le sopracciglia, «c’era qualcuno nel tuo letto che ti ha reso troppo difficile alzarti in una fredda mattina di dicembre?»
«Non vorrei discutere la mia vita privata, signor... ehm, Ryan.»
«E questo è perfettamente accettabile, almeno finché non incide sulla tua vita lavorativa, ma entrare in ufficio alle dieci del mattino richiede qualche spiegazione. E rifilarmi la promessa di lavorare all’ora di pranzo non è abbastanza. Sono un uomo estremamente ragionevole» continuò Ryan, battendo pensieroso la penna sulla scrivania e scrutandole il volto tirato. «Ogni volta che hai avuto un’emergenza, sono stato più che felice di darti un permesso. Ricordi la storia dell’idraulico?»
«È successo una volta!»
«E il Natale scorso? Non ti ho generosamente dato mezza giornata perché potessi fare le spese di Natale?»
«Hai dato a tutti mezza giornata libera.»
«Vedi? Sono un uomo ragionevole. Quindi penso di meritare una spiegazione ragionevole per il tuo ritardo.»
Jamie respirò profondamente e si fece forza per rivelare qualcosa della sua vita privata. Persino quella piccola e insignificante confidenza, che difficilmente poteva essere considerata tale, la faceva a malincuore. Ma se non lo faceva, quell’uomo avrebbe insistito come un cane su un osso.
Era così: determinato fino allo spasimo. Forse per questo era riuscito a trasformare la piccola impresa di computer del padre in una multinazionale. Non aveva mai mollato. Il suo aspetto sensuale e calmo nascondeva un istinto per gli affari forte e autorevole, che dettava le regole e stava a guardare il resto del mondo allinearsi.
Aprì la bocca per dargli una versione rivista degli eventi, filtrata dalla propria censura mentale, quando la porta dell’ufficio si aprì. O meglio: fu spalancata con uno slancio melodrammatico che li fece girare per la sorpresa verso la donna bionda, occhi azzurri e gambe lunghe, che si precipitò nell’ufficio. I lunghi capelli folti svolazzavano intorno al cappotto di cachemire ancorato sulla spalla.
Gettò il cappotto sulla sedia più vicina. Era un gesto così teatrale che Jamie dovette guardarsi i piedi per non scoppiare a ridere.
Ryan Sheppard non aveva scrupoli a portare le sue donne sul posto di lavoro, una volta terminata la giornata. Jamie aveva sempre ipotizzato che fosse l’arroganza di un uomo che doveva solo piegare appena la testa per avere qualunque donna volesse compiacerlo. Perché scomodarsi ad arrivare a casa di una donna alle nove di sera quando lei poteva trascinarsi nel suo ufficio e risparmiargli il fastidio? Quando il periodo di lavoro era stato particolarmente febbrile, e i suoi dipendenti erano rimasti a lavorare fino a sera tardi, aveva assistito in prima persona al suo gesto profondamente romantico di mandare lo staff a casa, per poter offrire al suo appuntamento del cibo cinese nel suo ufficio.
Non una volta aveva sentito una di queste donne lamentarsi. Sorridevano sdolcinate, lo seguivano con occhi adoranti e poi, quando lui si stancava di loro, venivano liquidate con tatto e regali costosi, e indirizzate verso nuovi pascoli.
Il fascino dell’uomo, poi, era tale che riusciva a rimanere in rapporti amichevoli con molte delle sue ex.
Ma non era mai successo niente di simile, almeno non che riuscisse a ricordare, nel suo breve periodo di lavoro con lui.
Non riuscì a non ridere a quella vista inaspettata. Cercò rapida di celarlo dietro un colpo di tosse, anche se, quando lo guardò, lo sorprese a fissarla prima di riportare la sua attenzione sulla bellezza furiosa davanti alla scrivania.
«Leanne...»
«Non osare! Non riesco a credere che volessi rompere con me per telefono!»
«Volare fino a Tokyo per dirtelo di persona non era possibile.» Lanciò un’occhiata a Jamie, che subito provò ad alzarsi, perché assistere alla rabbia e all’angoscia della donna era qualcosa che avrebbe evitato volentieri. Ma Ryan le fece segno di sedersi di nuovo.
«Avresti potuto aspettare il mio ritorno!»
Ryan sospirò e si strofinò gli occhi prima di alzarsi e di girare intorno al tavolo. «Devi calmarti» le disse con voce perfettamente modulata, ma carica di una gelida minaccia. Leanne respirò profondamente.
«Ripensa ai nostri due ultimi appuntamenti» continuò con calma feroce. «E forse ricorderai che ti ho avvertito che la nostra relazione era arrivata agli sgoccioli.»
«Non parlavi sul serio!» Gettò la testa e i capelli biondi indietro.
«Non ho l’abitudine di dire cose che non penso. Hai scelto di ignorare ciò che ho detto e non mi hai dato altra scelta che ripeterlo a chiare lettere.»
«Ma pensavo che stessimo costruendo qualcosa. Avevo dei progetti! E...» Leanne fissò Jamie, che si stava guardando le scarpe nere. «... cosa ci fa lei qui? Voglio sistemare questa cosa con te in privato! Non con la tua piccola noiosa segretaria pronta a prendere nota di ogni nostra parola per poi riferire a tutti.»
Piccola? Sì. Un metro e sessanta non poteva definirsi un’altezza. Ma noiosa? Era un aggettivo che l’avrebbe offesa se lo avesse usato qualcun altro, ma Leanne... Come tutte le donne che Jamie aveva visto entrare e uscire dalla vita di Ryan, Leanne era il tipo di bellezza da supermodella che aveva un sano disprezzo per qualunque donna non fosse alla sua altezza.
Jamie squadrò la bionda imponente e la fissò negli occhi azzurri con freddo sdegno.
«Jamie è qui» replicò Ryan con voce dura, «perché, nel caso tu non lo abbia notato, questo è il mio ufficio e noi stiamo lavorando. Sono sicuro di averti chiarito perfettamente che non tollero che la mia vita lavorativa venga disturbata. Mai. Da nessuno.»
«Sì, ma...»
Si avvicinò dove lei aveva lasciato cadere il cappotto rosso e glielo tese. «Sei agitata, e per questo ti scuso. Ma ora ti suggerisco di uscire dal mio ufficio e dalla nostra relazione con orgoglio e dignità. Sei una donna bellissima. Non avrai problemi a rimpiazzarmi.»
Jamie osservò affascinata le emozioni che si alternavano sul volto di Leanne. Orgoglio e rabbia lottavano con la commiserazione e la tentazione di implorare. Ma alla fine si fece aiutare a infilare il cappotto; il clic della porta quando lasciò la stanza fu molto più controllato di quando era entrata.
Jamie fissò lo sguardo