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Improvvisa tentazione: Harmony Collezione
Improvvisa tentazione: Harmony Collezione
Improvvisa tentazione: Harmony Collezione
E-book159 pagine2 ore

Improvvisa tentazione: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

La tentazione era stata talmente forte che non aveva potuto resistere.
La famiglia, nella scala dei valori di Alessandro Di Livio, viene prima di ogni altra cosa. Proprio per questo, è assolutamente determinato a tenere Samantha Maguire lontana dal marito di sua sorella. Anche se la cosa potrebbe voler dire essere costretto a sedurre lui stesso quella virginale bellezza.
Samantha non è certo una femme fatale, anzi, ma sotto l'esperto tocco di Alessandro finisce con il cedere al sogno di un'incredibile notte di passione tra le sua braccia. Il difficile, ora, è capire la differenza tra passione, affetto e amore.
LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2020
ISBN9788830517141
Improvvisa tentazione: Harmony Collezione
Autore

Kim Lawrence

Autrice inglese, rivela nei suoi romanzi la propria passione per le commedie brillanti.

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    Anteprima del libro

    Improvvisa tentazione - Kim Lawrence

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Italian’s Wedding Ultimatum

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Kim Lawrence

    Traduzione di Carla Maria De Bello

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-714-1

    1

    Samantha riconobbe la persona che si era avvicinata allo schienale della sedia molto prima che le sue mani le sfiorassero delicatamente le spalle. Il cuore iniziò a battere più velocemente, ma subito impose a se stessa di rilassarsi. Così si voltò e gli sorrise.

    Non era stato facile, ma ormai aveva raggiunto una maestria tale da permetterle di celare perfettamente i propri sentimenti.

    Con fermezza distolse i pensieri dall’autocommiserazione verso la quale si stavano dirigendo. Sii realista, Sam Maguire, non sei stata scelta dal fato per crudeltà. I cuori vengono infranti ogni giorno! Quindi cerca di fartene una ragione, si era detta con durezza. E, in effetti, si era finalmente resa conto che la vita continuava anche senza di lui. Non che avesse dimenticato il dolore per un amore non corrisposto, quel dolore che aveva provato quando l’unica persona con la quale avrebbe voluto trascorrere il resto della propria vita aveva sposato un’altra donna. Non lo aveva dimenticato neppure dopo due anni, ma si era costruita una corazza. Aveva dovuto farlo.

    Se fosse riuscita a escluderlo definitivamente dalla propria vita, tutto sarebbe stato più semplice, ma questa non sembrava affatto un’opzione plausibile. Tra di loro c’erano troppe connessioni. Non solo le famiglie erano amiche e vicine di casa da quando erano bambini, ma Emma, la sorella gemella di Jonny, era una delle sue migliori amiche. E ora, dopo il battesimo che era stato celebrato proprio quella mattina, erano la madrina e il padrino della figlia di Emma, Laurie.

    «Allora è qui che ti sei nascosta!» Jonny si abbassò e con le labbra le sfiorò dolcemente la guancia, lasciandola meravigliata per quel gesto inaspettato. Di solito non era molto incline alle coccole, perlomeno non con lei, e per un breve istante Sam dovette lottare per nascondere le proprie emozioni.

    Perché ti preoccupi?, si domandò accarezzando il nasino di Laurie. Persino una bambina di dieci mesi sapeva che Jonny non l’avrebbe notata neanche se fosse andata in giro nuda! Il punto era che, per lui, lei era e sarebbe sempre rimasta la cara, vecchia amica della porta accanto. A quel pensiero Sam si irrigidì, e il sorriso pian piano le si spense. Così rivolse l’attenzione a un altro uomo, quello che, secondo lei, rappresentava l’incarnazione stessa della scortesia...

    Sam era convinta che molte persone si comportassero in modo antipatico solo per farsi notare, ma non era certo quello il caso. Alessandro Di Livio non ne aveva bisogno. Era alto, magro, straordinariamente virile, e se il suo corpo era bello almeno la metà di quanto sembrava con i vestiti addosso, allora...

    Al pensiero di lui nudo Samantha perse per un attimo il filo del discorso. Con le guance imporporate, frenò la capricciosa immaginazione per concentrarsi sul suo volto. Presi singolarmente, i lineamenti scuri e marcati erano memorabili; nell’insieme, rasentavano la perfezione. Per non parlare della sensualità che sprigionava!

    Persino da quella distanza, la snervante intensità del suo sguardo le fece contrarre i muscoli dell’addome in modo inaspettato.

    Nonostante l’ondata di antipatia che sempre la sopraffaceva quando si trovava in prossimità di quell’uomo, Sam costrinse le labbra a un sorriso di cortesia, mentre constatava come ci fosse qualcosa di estremamente irritante nella sua persona.

    La voce profonda aveva una sorta di qualità tattile che, insieme all’accento intrigante, le facevano venire la pelle d’oca. Persino il fatto che il suo abito di alta sartoria non avesse una piega la infastidiva.

    Sam sapeva che tutto ciò era assolutamente privo di senso, e che probabilmente lei rappresentava un caso anomalo se si considerava il fatto che qualunque donna sbavava solo sentendo pronunciare il suo nome, ma non riusciva a sopportare quell’arroganza.

    Quando aveva confidato queste cose a Emma, la sua migliore amica le aveva innocentemente risposto che gli era tanto ostile solo perché era attratta da lui.

    Per tutta risposta, sapendo che se lei l’avesse contraddetta Emma avrebbe rafforzato la propria convinzione, Sam le aveva dato ragione. «Certo, lo sogno continuamente» le aveva detto, cercando di dimenticare la vergognosa occasione in cui si era svegliata, nel cuore della notte, con il corpo sudato e il cuore che batteva talmente forte da minacciare di esplodere. Ma, fortunatamente, non ci si può ritenere responsabili per ciò che fa il proprio subconscio.

    «Credo che saremmo proprio una bella coppia» aveva aggiunto poi.

    Ignorando la pesante ironia che si celava dietro a quel commento, Emma aveva sorriso. «Così credi di poter essere la donna che porterà il tanto ambito italiano all’altare? Spero che tu tenga presente il fatto che le uniche volte in cui il suo nome è stato associato al concetto di matrimonio c’era di mezzo quella donna... l’avvocato... la moglie di un politico di rilievo.» Aveva aggrottato le sopracciglia sforzandosi di ricordarne il nome. «Come si chiamava?»

    «Marisa Sinclair.» Quando l’anello che tutti si aspettavano di vederle al dito non si era materializzato, Marisa aveva risposto a una serie di domande indiscrete dicendo che Alessandro era e sarebbe rimasto per sempre uno degli uomini più importanti della sua vita.

    «Guardalo. Metà scozzese, metà italiano, ma assolutamente stupendo, eppure lei non è riuscita ad averlo. Vuoi tentare la fortuna?»

    «Perché, credi che non sia il suo tipo?»

    «Non fraintendermi, Sam. Sei troppo profonda per lui. Credo preferisca donne molto più scontate e superficiali. Vuoi sapere qual è la mia teoria sul nostro enigmatico amico?» Prendendo erroneamente il silenzio di Sam per un assenso, Emma aveva proseguito. «Secondo me ha una tripla dose di ferormoni. Hai visto come si comportano le donne, quando sono nella stessa stanza con lui? Un esperto di linguaggio del corpo ci metterebbe una giornata per analizzarle.»

    Pensando al fastidioso fremito che lei stessa aveva sperimentato, Sam non poté far altro che concordare.

    «Per non parlare della sua ricchezza! Dicono che il suo palazzo in Toscana sia qualcosa di eccezionale, anche se non capisco come si faccia a sostenerlo, dato che non c’è mai stato nessuno, se non qualche amico intimo.»

    «Mi stupisco che ne abbia.»

    Dall’espressione divertita di Emma, Sam aveva intuito che ci fossero ulteriori commenti, così aveva aggiunto prontamente: «Be’, visto che sei la mia migliore amica anche tu avrai la possibilità di visitarlo».

    «Lo spero, così potrei trascorrere un paio di settimane in Italia, magari quest’estate, mentre tu ti godi l’uomo dei tuoi sogni.»

    Dei miei incubi, vorrai dire!, aveva pensato mantenendo un lungo, sorridente silenzio, finché Emma non si era allontanata con una delle sue sonore risate.

    Sam sospirò e mise da parte i ricordi mentre, dall’altra parte della stanza, l’uomo che era stato l’oggetto di quella conversazione aveva iniziato a fissarla con la consueta, snervante intensità.

    Sapeva quanto fosse infantile e, sebbene l’aria provocatoria che leggeva negli occhi di Alessandro fosse probabilmente frutto della sua immaginazione, non aveva alcuna intenzione di abbassare lo sguardo per prima. Così, smorzando il cordiale sorriso che le sembrava addirittura sprecato, sollevò il bicchiere di succo d’arancia che aveva in mano in segno di beffardo saluto, ma quel gesto di sfida non produsse alcun esito. Quegli enigmatici occhi scuri continuavano a fissarla imperterriti.

    Per fortuna, un’attraente bionda scivolò accanto ad Alessandro catturandone l’attenzione. Sam la riconobbe immediatamente: si trattava della cugina di Emma, che per tutto il giorno aveva puntato la sua preda con ostinata determinazione. Solo dopo che Alessandro si fu voltato Sam si accorse di aver involontariamente trattenuto il fiato.

    A un tratto, delle dita calde le strinsero le spalle e lei spalancò gli occhi. Fu uno shock rendersi conto che, invece di lottare per nascondere i sentimenti che nutriva per Jonny, si era addirittura dimenticata che lui fosse lì.

    «Come stai, tesoro?» La voce di Jonny corrispondeva esattamente alla sua persona: era calma, forte, semplice e affidabile.

    Tutto l’opposto di Alessandro, pensò lei, incapace di reprimere un fremito quando l’immagine di quei lineamenti prese forma nella sua mente. Poi, irritata per aver permesso ancora una volta al signor Di Livio di insinuarsi nei suoi pensieri, rivolse a Jonny un caldo sorriso. E, naturalmente, non aveva fatto l’errore di credere che quella domanda tanto tenera fosse rivolta a lei. Jonny non avrebbe potuto parlarle in quel modo.

    Non era sempre stato così, però, ed era decisamente imbarazzante ricordare come, per tanto tempo, aveva creduto che un giorno lui avrebbe aperto gli occhi e compreso che era lei la donna che amava. Una vita ricca di fantasia era una cosa, riconobbe Sam, ma la sua era diventata talmente ossessiva da convincerla che un giorno sarebbe diventata realtà. Tale certezza era durata fino al giorno in cui Jonny era arrivato a casa con una splendida donna e l’aveva presentata come sua moglie.

    «È praticamente perfetta» osservò Sam, accarezzando goffamente con un dito la guancia della nipotina. «Secondo me assomiglia a Emma, non trovi?»

    «Kat sostiene che assomigli a me» rispose Jonny divertito.

    «Che poi è la stessa cosa...»

    I due gemelli, sebbene molto diversi dal punto di vista della personalità, erano molto simili nell’aspetto. E, ora che Jonny aveva abbandonato le competizioni di surf che lo vedevano gareggiare sotto il sole per tutto il paese, i suoi capelli si erano scuriti e avevano assunto lo stesso colore caldo e castano della sorella, rendendo la somiglianza ancora più evidente.

    «Cosa succede, Sam?»

    «Perché?»

    «Sembri... Non lo so.» Ne studiò il profilo. «Irritata.»

    «Sto solo pensando a tuo cognato.»

    Jonny cercò automaticamente l’alta figura che campeggiava sull’altro lato della stanza. Non era ancora riuscito a liberarsi dalla sensazione che quell’uomo fosse in grado di leggergli nella mente, sensazione già scomoda di per sé, ma che stava diventando insostenibile al pensiero dell’assegno che aveva in tasca.

    «Può anche avere un viso perfetto, ma le sue maniere non lo sono affatto» disse Sam ma, notando le sopracciglia di Jonny sollevarsi di fronte alla veemenza di quella dichiarazione, ammonì se stessa di contenere il proprio disappunto. «Devi ammettere» aggiunse con tono più mite, «che non fa alcuno sforzo per rendersi simpatico.»

    «Simpatico?» ripeté lui scoppiando in una risata.

    «Dà sempre l’impressione di guardarmi dall’alto in basso... lo fa con tutti... Probabilmente non ritiene che sia necessario essere cortese con gente ordinaria come noi.»

    «È una persona riservata, e con i paparazzi sempre alle calcagna per ottenere qualche scoop, non puoi biasimarlo per essere tanto cauto.»

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