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Al ballo col greco: Harmony Collezione
Al ballo col greco: Harmony Collezione
Al ballo col greco: Harmony Collezione
E-book158 pagine2 ore

Al ballo col greco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Vittima dei maltrattamenti di matrigna e sorel-lastra, Ellen Mountford vive appartata nell'ala della villa di suo padre che un tempo era riservata alla servitù. Ma quando Max Vasilikos decide di comprare la tenuta, non può più permettersi di restare nell'ombra: non rinuncerà mai alla sua casa, ed è disposta a tutto per far valere i propri diritti! L'implacabile magnate greco, però, non intende arrendersi. Forse, invitandola a un ballo di beneficenza e mostrandole che esiste un mondo al di fuori del suo rifugio le farà cambiare idea. E, in effetti, Ellen si trasforma in una splendida principessa. Chissà se la favola durerà più di una sola notte...
LinguaItaliano
Data di uscita19 giu 2017
ISBN9788858966761
Al ballo col greco: Harmony Collezione
Autore

Julia James

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Al ballo col greco - Julia James

    successivo.

    1

    Max Vasilikos appoggiò il busto possente allo schienale della sedia di pelle, dietro la scrivania, e si rilassò allungando le gambe lunghe e slanciate davanti a sé.

    «D'accordo. Che cos'hai per me?»

    Il suo agente immobiliare britannico gli passò alcune brochure patinate. «Credo che ci sia qualcosa di interessante qui, signor Vasilikos» spiegò con tono speranzoso, al suo cliente più esigente.

    Gli occhi scuri di Max scorsero rapidamente le pagine, per poi bloccarsi su un'immagine in particolare, che raffigurava una tipica casa di campagna inglese.

    Con la facciata di pietra di un caldo color miele e il glicine che cadeva a cascate sul portico, la dimora era circondata da giardini lussureggianti e da boschi, oltre ad avere una suggestiva vista sul lago. Illuminata dalla luce del sole, possedeva un fascino che lo conquistò all'istante.

    Max spostò lo sguardo dalla brochure e lo rivolse al suo agente. «Voglio questa» affermò con decisione.

    Ellen si bloccò in corridoio, quando sentì la voce stridula della sua matrigna che proveniva dal salotto.

    «È proprio ciò che stavo aspettando e non permetterò a quella disgraziata di rovinare tutto, di nuovo!»

    «Dobbiamo sbrigarci a vendere questo posto!»

    La seconda voce, petulante e stizzosa, apparteneva alla sorellastra di Ellen, Chloe.

    Ellen strinse le labbra, sapendo bene per quale ragione quelle due la odiavano. Da quando Pauline aveva sposato il padre, vedovo, di Ellen, lei e la figlia avevano avuto un unico obiettivo: sperperare, per vivere nel lusso più sfrenato. Adesso, infatti, ciò che restava del patrimonio di famiglia era la casa che Pauline, Chloe ed Ellen avevano ereditato dopo la scomparsa del signor Mountford, avvenuta un anno prima a causa di un attacco di cuore. Pauline e Chloe non vedevano l'ora di venderla. Il fatto che la tenuta appartenesse anche a Ellen, e che fosse stata dei Mountford per generazioni, per loro non aveva alcuna importanza.

    Le due avevano iniziato a disprezzare Ellen dal momento stesso in cui l'avevano incontrata poiché, dal loro punto di vista, una ragazza robusta e goffa come lei, che sembrava un elefante quando si muoveva, non poteva competere con una creatura perfetta, minuta e graziosa come Chloe.

    Ellen scese le scale pestando i piedi, per coprire le loro odiose voci con il rumore dei propri passi. A quanto pareva Pauline sperava di avere trovato finalmente un acquirente per Haughton Court. Povera illusa!

    Pur sapendo che avrebbe dovuto ingaggiare una battaglia legale contro Ellen per vendere la tenuta, Pauline aveva deciso di metterla sul mercato e non perdeva mai occasione per assillare la figliastra.

    Ellen, però, era irremovibile, tanto più da quando Pauline e Chloe si erano concesse una costosa vacanza ai Caraibi, poco dopo la morte di suo padre. Non avrebbe mai permesso a quelle due vipere di vendere la casa in cui era stata felice, fino al terribile giorno in cui sua madre era rimasta uccisa in un incidente d'auto! Quell'evento era stato l'inizio della fine: suo padre, infatti, soffriva molto e Pauline era stata così furba da approfittare della sua vulnerabilità per insinuarsi nelle loro vite.

    Appena Ellen entrò in salotto, due paia di occhi color ghiaccio la fissarono con espressione ostile.

    «Che cosa ti ha trattenuta?» le domandò subito Pauline. «Chloe ti ha mandato un messaggio un'ora fa per avvertirti che avevamo bisogno di parlarti.»

    «Stavo allenando la squadra di lacrosse» reagì Ellen con calma. Quindi sprofondò sulla poltrona.

    «Hai del fango sul viso» le fece notare Chloe, disgustata.

    Ovvio, Chloe era, come sempre, impeccabile. Aveva addosso uno dei suoi innumerevoli completi firmati: un paio di pantaloni bianchi immacolati abbinati a un top di cachemire lavorato a mano. La manicure era appena stata fatta, il viso era truccato in maniera perfetta e i capelli biondo cenere erano ben acconciati.

    Ellen sospirò. Chloe era esattamente tutto ciò che lei non era. Graziosa, con un viso proporzionato a forma di cuore e un fisico snello, e leggiadro! Lei, invece, aveva ancora addosso la divisa della scuola privata in cui insegnava geografia e allenava le squadre di lacrosse, i capelli indomabili erano raccolti in una coda di cavallo e sul viso, invece del trucco, aveva delle macchie di fango, come le aveva fatto notare gentilmente Chloe.

    «L'agente immobiliare ha telefonato oggi pomeriggio» le spiegò Pauline. «Ci sarebbe qualcuno interessato...»

    «E non vogliamo che tu rovini ogni cosa!» la interruppe Chloe, fulminando la sorellastra. «Soprattutto considerando con chi avremo a che fare.»

    Il suo tono di voce catturò l'attenzione di Ellen, così come lo strano sguardo di Pauline.

    «Max Vasilikos vuole comprare un altro immobile da aggiungere al suo portfolio» le spiegò Pauline, «e pare che Haughton sia esattamente ciò che sta cercando.»

    Ellen la guardò con espressione impassibile e Chloe si mise a ridacchiare. «Santo cielo mamma, non aspettarti che lei sappia di chi stiamo parlando» affermò. «Max Vasilikos è un magnate immobiliare vergognosamente ricco, oltre a essere l'ex di Tyla Brentley. Conosci almeno lei, vero?»

    In effetti Ellen ne aveva sentito parlare, visto che i suoi studenti erano grandi fan dell'attrice inglese, diventata una stella di Hollywood. Quanto a Max Vasilikos, invece, no, non lo aveva mai sentito nominare. Dal nome poteva dedurre che avesse origini greche, questa però era la sola informazione che le veniva in mente, anche perché non era solita avere a che fare con magnati immobiliari vergognosamente ricchi.

    E non avrebbe permesso che un magnate immobiliare avesse a che fare con Haughton!

    Si sentì attraversare da un brivido lungo la schiena. Una persona come Max Vasilikos avrebbe venduto la tenuta a un oligarca russo o a uno sceicco, che l'avrebbero usata una o due settimane all'anno per fare una breve vacanza. E così Haughton sarebbe rimasta disabitata, abbandonata...

    Intanto Pauline stava continuando a parlare. «Max Vasilikos è così interessato da voler venire di persona a visitare la tenuta, così l'ho invitato a pranzare con noi.»

    Ellen la guardò. «Sa a chi appartiene la tenuta? E che non intendo vendere la mia parte?» domandò senza tergiversare.

    «Quello che so, Ellen» reagì Pauline, «è che se lui farà un'offerta, dovremo ritenerci molto, molto fortunate. Non voglio che tu mandi tutto all'aria. Inoltre, se io non riuscirò a convincerti a vendere, probabilmente saprà farlo Max Vasilikos.»

    Chloe ridacchiò di nuovo. «Oh no, mamma! Ti prego, non puoi obbligarlo a incontrarla!»

    Ellen avvertì una stretta allo stomaco, anche perché in fondo sapeva che Chloe aveva ragione. Nessun uomo, tanto più uno abituato a frequentare stelle di Hollywood, poteva trovare piacevole la sua compagnia. Perché lei non era una donna attraente. Lo sapeva. E lo accettava. Se non altro, però, non era meschina come la sorellastra.

    Intanto Pauline si era voltata verso Chloe. «Invece Ellen lo dovrà incontrare» affermò. «Lei dovrà essere qui» si voltò poi verso la figliastra. «E dovremo dimostrargli che siamo un fronte unito.»

    Ellen la fissò. Che cosa? Un fronte unito? In realtà non esisteva una famiglia più disunita della loro. D'altro canto, per quanto detestasse l'idea di incontrare il signor Vasilikos, trovandoselo di fronte, avrebbe avuto se non altro l'opportunità di dirgli chiaramente che non aveva alcuna intenzione di vendere la propria parte della tenuta.

    Con atteggiamento rassegnato, si alzò. Doveva fare una doccia. E anche mangiare qualcosa. Andò dunque verso la cucina, che era la parte della casa che preferiva. Un tempo riservata alla servitù, ora era diventata il suo rifugio, visto che Pauline e Chloe non osavano nemmeno avvicinarvisi, essendo troppo raffinate per sporcarsi le mani ai fornelli.

    In effetti Ellen ormai viveva nell'ala secondaria della villa: la sua camera da letto si affacciava sul giardino posteriore e la stanza adiacente era il suo salotto. Si avventurava nella parte principale della casa il meno possibile, anche perché le poche volte che lo faceva le si stringeva il cuore. Proprio come le accadde quando, attraversando il grande atrio per dirigersi verso la porta che divideva l'ala padronale da quella adibita alla servitù, si guardò intorno e vide la maestosa scalinata, l'imponente camino in pietra, la massiccia porta d'ingresso di quercia, le pareti di legno scuro, e l'antico lastricato di pietra sotto i propri piedi.

    Adorava quella casa. La amava con tutta se stessa. E non vi avrebbe mai rinunciato. Mai.

    Max Vasilikos scalò la marcia della sua potente auto, quando svoltò in una stradina costeggiata da alte siepi. Si trovava immerso nella campagna dell'Hampshire, inondata da un caldo sole primaverile, non lontano dalla sua meta. In effetti non vedeva l'ora di arrivare a destinazione per scoprire se le fotografie che aveva visto nella brochure dell'agenzia immobiliare e che avevano catturato all'istante la sua attenzione, corrispondevano alla realtà. Questa volta non era semplicemente a caccia di un affare. I boschi e i giardini che circondavano la casa, la facciata di pietra, le proporzioni armoniose, lo stile... tutto gli era parso così accogliente.

    È la casa in cui potrei vivere...

    Quel pensiero gli balenò nella mente prima che lui potesse fermarlo, ed era davvero strano considerando che era sempre stato soddisfatto della propria vita da giramondo, tra hotel di lusso o appartamenti attrezzati con ogni confort, sempre pronto a saltare su un aereo, da un momento all'altro, verso una nuova destinazione.

    D'altro canto, non aveva mai avuto una vera casa, rifletté incupendosi. Sua madre si era sempre vergognata del fatto che lui fosse un figlio illegittimo, e probabilmente era stato per questo che aveva sposato il suo patrigno, per nascondere il fatto che suo figlio non avesse un padre.

    Il problema era stato che il suo patrigno non lo aveva mai accolto in famiglia. A lui serviva una schiava e un garzone che lavorassero, senza essere pagati, nel suo ristorante, che si trovava in un paesino turistico in un'isola dell'Egeo. E così Max aveva passato la propria infanzia e l'adolescenza aiutando la madre e mandando avanti la Taverna dove il patrigno giocava a fare il padrone di casa davanti ai clienti, schioccando le dita mentre lui correva senza sosta tra i tavoli e sua madre sgobbava in cucina.

    Il giorno in cui sua madre era morta, consumata dalla stanchezza e da una malattia ai polmoni, Max se ne era andato per sempre. Era salito su un battello diretto ad Atene, distrutto dal dolore ma anche spinto da un ferreo desiderio di riscatto. Si sarebbe affermato nel mondo, s'era ripromesso. Niente lo avrebbe fermato. Avrebbe superato qualsiasi ostacolo, con determinazione e si sarebbe fatto strada.

    Dopo avere lavorato duramente per cinque anni per un'impresa edile, era riuscito a comprare il suo primo immobile, una vecchia fattoria che aveva ristrutturato da solo e che poi aveva venduto, guadagnando abbastanza da poter comprare altri due immobili. Così era cominciata la sua ascesa e, passo dopo passo, l'impero immobiliare Vasilikos era cresciuto, diventando un vero e proprio colosso. Max abbozzò un amaro sorriso. Tra le sue proprietà c'era anche la Taverna che il patrigno era stato costretto a vendere quando era finito in bancarotta.

    L'espressione di Max cambiò repentinamente quando il navigatore satellitare gli segnalò che era arrivato a destinazione. Facendo manovra per passare in mezzo alle due imponenti colonne di pietra del cancello, avanzò lentamente lungo un viale fiancheggiato da alberi e da siepi di rododendri, che portava verso il cortile di ghiaia di fronte all'ingresso della casa.

    Era tutto esattamente come nelle fotografie, rifletté provando un profondo senso di appagamento. La casa era immersa in un ambiente da favola, la facciata era di un colore caldo mentre i raggi del sole si riflettevano sui vetri delle

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