Accordo greco: Harmony Collezione
Di Julia James
5/5
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Info su questo ebook
Sono passati quattro anni da quando Nikos Theakis ha incontrato Ann Turner per la prima e unica volta. Lei ha accettato senza battere ciglio la proposta che lui le ha fatto, quindi è sparita dalla sua vita. Quando se la trova di nuovo di fronte, per caso, in un negozio, sulle prime non la riconosce nemmeno: Ann non è più il brutto anatroccolo di una volta, ma una giovane donna affascinante e di classe. Lui la disprezza per come si è comportata allora, ma non può ignorare quello che il suo istinto ora gli suggerisce.
Julia James
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Accordo greco - Julia James
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Greek’s Million-Dollar Baby Bargain
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2009 Julia James
Traduzione di Sonia Indinimeo
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5899-331-6
Prologo
Il jet privato fendeva la gelida notte invernale, diretto a nord. L’unico passeggero teneva lo sguardo sull’oscurità fuori del finestrino, immobile, assente. La sua mente era altrove. Persa in un lontano passato.
Due ragazzini, liberi e felici. Due fratelli che avevano pensato di avere tutto il tempo del mondo. Per uno di loro, però, il tempo era scaduto.
Un punteruolo si piantò nel cuore dell’uomo che continuava a fissare la notte.
Andreas! Fratello mio...
Ma Andreas se n’era andato, lasciandosi dietro una madre disperata e un fratello con il cuore a pezzi.
E un magnifico, prezioso dono di consolazione...
Il campanello suonò con insistenza. Ann smise di riordinare la cucina e guardò la carrozzina di seconda mano, controllando che il rumore non avesse svegliato Ari. Corse alla porta, scostandosi dal viso ciocche di capelli sporchi e chiedendosi chi fosse.
Ma lo sapeva anche prima di aprire. Stava immobile sulla soglia, alto, imponente, con un’espressione glaciale. Dietro di lui, accanto al marciapiede, c’era una lussuosa macchina con tanto di autista, del tutto fuori posto in quella parte della città.
«Signorina Turner?» La voce dal forte accento era fredda e dura.
Ann annuì senza parlare.
«Sono Nikos Theakis» le annunciò l’uomo, raggelandola. «Sono venuto per il bambino.»
Nikos Theakis. L’uomo che odiava di più al mondo.
Ann rimase lì impalata, mentre lui entrava in casa.
«Dov’è?» le domandò.
La guardò fissamente con gli occhi neri, freddi, impietosi. Ann cercò di distogliere lo sguardo. Sapeva che, in quel momento, la cosa peggiore che potesse fare era guardarlo. Alto, poderoso, molto elegante all’abito formale grigio, con i capelli corvini dal taglio impeccabile e un viso... Un viso da divinità greca che la calamitava irrimediabilmente, come un magnete.
Con uno sforzo di volontà, tornò alla realtà e cercò di vederlo per ciò che era.
Nikos Theakis, ricco, potente, arrogante e spietato. L’uomo che aveva rovinato la vita di sua sorella.
Perché Ann sapeva che era stato lui.
Carla, una ragazza effervescente ed elegante che divorava la vita e pensava solo a divertirsi. Poi il divertimento era finito. Sul finire dell’estate, si era presentata nel misero appartamento di Ann, disperata.
«Aveva detto di essere pazzo di me! Ma ora che sono incinta non mi vuole sposare! E io so perché» le aveva rivelato con una punta di odio nella voce. «È colpa di quel gradasso snob di suo fratello! L’onnipotente Nikos Theakis che mi ha guardata come se fossi spazzatura!»
Ann aveva ascoltato scioccata ciò che Carla le aveva raccontato tra le lacrime. Aveva cercato di confortarla, dicendole che comunque il padre del bambino avrebbe dovuto darle un supporto finanziario. «Io voglio che Andreas mi sposi!» aveva insistito lei.
I mesi seguenti non erano stati facili. Carla era caduta in depressione e le aveva proibito di contattare il padre di suo figlio per accordarsi sul mantenimento.
«Andreas sa dove sono» ripeteva in continuazione. «Voglio che venga a cercarmi e che mi sposi.»
Ma Andreas non si era fatto vedere. Gli ultimi mesi di gravidanza erano stati difficili, così come il parto. Dopo la nascita del figlio, la depressione di Carla era peggiorata. Era toccato a lei prendersi cura del bambino, mentre sua sorella si lasciava scivolare sempre più nell’abisso, rifiutando ogni terapia.
La cura era arrivata sotto forma di un uomo giovane e bello che aveva bussato alla porta con aria incerta.
«Sono Andreas Theakis» si era presentato.
Non era servito altro. Carla si era precipitata verso di lui con il viso trasfigurato. Sembrava convinta che la sua vita fosse cambiata. In realtà, quell’incontro era stato molto meno romantico di quanto Ann avesse sperato.
Andreas pretendeva un test di paternità.
«Devo convincere mio fratello» le aveva spiegato.
Carla era al settimo cielo. «So che il bambino è di Andreas!» le aveva detto trionfante. «Andreas mi sposerà come ha promesso, perché vuole suo figlio e non c’è niente che quel suo maledetto fratello possa fare per impedirlo! Niente!»
Ma non era stato il maligno Nikos Theakis a impedire che suo fratello sposasse Carla, tornata in forma, bella e affascinante come sempre. Era stato un istante di distrazione di Andreas, la veloce macchina a noleggio, la tortuosa stradina inglese. Nient’altro.
Solo questo aveva spezzato le loro vite.
Ann era con Ari quando loro due erano usciti per non tornare più, lasciandolo orfano.
Ann non avrebbe mai dimenticato l’orrore e il dolore di quella notte. La salma di Andreas era stata spedita in Grecia. Nessuno della famiglia Theakis si era fatto vivo. Era stata lasciata sola a seppellire sua sorella e a prendersi cura di Ari che, ormai, non aveva nessuno al mondo tranne lei. Non aveva mai pensato di mettersi in contatto con loro. Non avevano voluto Carla né il suo bambino. Ma lei sì... Ari era tutto ciò che le era rimasto. La sua sola consolazione in quella landa di dolore e solitudine infinite.
Poi, in mezzo a tanta sofferenza, nel suo cuore si era annidato il rancore. Rancore verso il fratello di Andreas che aveva impedito la loro felicità. Il fratello che ora le stava davanti e che le avrebbe portato via Ari.
Non ricevendo riposta, Nikos si guardò intorno nell’anticamera vuota e si diresse deciso in cucina. La sua espressione si indurì. Più che una cucina sembrava un porcile. Il lavandino era pieno di piatti sporchi, sulla povera tovaglia di plastica piena di buchi e graffi c’erano degli avanzi. Si avvicinò alla carrozzina, abbassò la testa e rimase lì a guardare in silenzio, combattendo con la commozione.
Il figlio di Andreas! Un miracolo in mezzo a quell’incubo. Allungò una mano verso il bimbo addormentato.
«Non lo tocchi!» Un sibilo feroce lo fece voltare.
Ann Turner stava sulla soglia, aggrappata allo stipite. La guardò, sorpreso. Era convinta che volesse prendere il bambino e portarselo via in quel momento? Era ovvio che non sarebbe andata così. Era lì solo perché...
Perché aveva dovuto andarci. Aveva sentito il bisogno di vedere suo nipote. Il solo spiraglio di luce nel buio profondo della disperazione in cui era caduta la sua famiglia dopo la morte di Andreas.
A labbra strette, osservò la figura sulla soglia. Si adattava all’ambiente. Trasandata, i capelli sporchi e scompigliati e tracce della pappa del bambino sulla maglia informe. Non poteva somigliare di meno alla ragazza che aveva accalappiato Andreas. Carla Turner era di una bellezza spettacolare. Sua sorella sembrava uno spaventapasseri. Ma il suo aspetto non aveva importanza.
La sola cosa importante era il bambino che lei aveva in custodia.
«Signor Theakis» disse Ann con una voce ostile, spostandosi di lato, «voglio che se ne vada. Non ho niente da dirle e non voglio che lei disturbi Ari.»
Per un attimo, l’uomo rimase in silenzio. Ann si sentì arrossire e dovette combattere per mantenere un contegno sotto lo sguardo fisso dell’uomo che la trafiggeva da parte a parte. Poi lui si mosse e lei si fece da parte per farlo passare. Il sollievo durò pochissimo.
Anziché prendere la porta d’ingresso, lui entrò in soggiorno. Gli corse dietro, con il cuore a mille. «Signor Theakis, le ho chiesto di and...» cominciò, prima che lui la bloccasse con un gesto secco della mano.
«Sono venuto qui solo per vedere il bambino e per informarla su quanto faremo per portarlo a casa.»
«Questa è la sua casa!»
Nikos Theakis abbracciò con lo sguardo il divano infossato, il tappeto sdrucito e le tende sbiadite. «Questa, signorina Turner» sentenziò freddamente, «non è una casa, è una topaia.»
Ann si sentì ribollire. La povertà non era un crimine! Mentre lui la stava vivisezionando con lo sguardo, Ann si rese conto all’improvviso del proprio aspetto e di come dovesse apparire repellente a un uomo come quello, così bello, raffinato ed elegante. Ma che importanza aveva l’aspetto di uno e dell’altra?, pensò, infastidita.
Nikos Theakis era lì per portarsi via la sola persona cara che le fosse rimasta al mondo.
Quando, alla fine, lui si decise a parlare, usò un tono più umano, quasi comprensivo. «Ma come potrebbe essere altrimenti?» disse. «È molto dura portare da sola il fardello di un bimbo da crescere, vero, signorina Turner? Quale ragazza della sua età lo farebbe?»
Invece di blandirla, la fece infuriare di più. Lei non aveva mai considerato Ari un fardello!
Nikos Theakis continuò sullo stesso tono. «Io posso togliere dalle sue spalle questo peso indesiderato, signorina Turner, e lei potrà tornare a fare la vita di qualunque ragazza giovane e libera.»
Ann fece uno sforzo per controllarsi. «Signor Theakis, lei ha rifiutato Ari da quando è stato concepito. Come mai all’improvviso se ne preoccupa tanto?»
«Perché ho ricevuto i risultati del test del DNA. Ora so che è il figlio di Andreas» rispose lui.
«Mi sorella lo aveva detto subito!» protestò Ann.
«E io avrei dovuto credere a una sgualdrina?»
«Non osi parlare così di Carla!» esplose Ann.
Lui non si scompose. «Sua sorella andava a letto con chiunque le potesse garantire il lusso che desiderava. È ovvio che abbia consigliato a mio fratello di controllare che il figlio fosse davvero suo.»
«Mia sorella è morta!»
«Anche mio fratello! Grazie a lei» aggiunse glaciale. «Ora la persona importante è mio nipote!» Addolcì la voce. «Ed è per questo che tornerà in Grecia con me, per avere la vita che suo padre avrebbe voluto per lui. Sarà d’accordo, no, signorina Turner?»
Sembrava così ragionevole, eppure non bastò a placare la sua collera. «No che non sono d’accordo! Che cosa pensa di fare, signor Theakis? Di crescere Ari da solo o di lasciare che lo faccia una bambinaia?» ringhiò.
Il lampo oltraggiato che gli vide nello sguardo riuscì a darle un breve istante di maligna soddisfazione.
«Ari vivrà con la famiglia. Avrà una bambinaia, certo, ma starà principalmente con mia madre.» La sua voce cambiò di colpo. «Devo davvero spiegarle quanto sia disperata mia madre, dopo la perdita di suo figlio? Il suo dolore è terribile, signorina Turner. Inconsolabile.»
Ann si sentì stringere la gola. «Sarà sempre la benvenuta quando vorrà venire a tro...»
Nikos Theakis la zittì. «Molto generoso da parte sua!» esclamò. «Ma andiamo al sodo» aggiunse.
Ann vide nei suoi occhi la stessa espressione di quando aveva chiamato sgualdrina sua sorella.
«Non mi aspettavo niente di diverso da lei» continuò lui. «Che taglia ha messo sulla testa del bambino? Sua sorella voleva sposare Andreas, lei si dovrà accontentare dei contanti.»
Ann lo fissò sbalordita e incredula, mentre prendeva qualcosa dalla tasca della giacca. Un libretto di assegni e una stilografica d’oro. Una volta compilato il foglietto, lo mise sul tavolo, con un’espressione impenetrabile. Lei abbassò lo sguardo, poi sollevò la testa, scioccata.
«Io non contratto mai» la informò lui, aspro. «Questa è la mia prima e ultima offerta. Non avrà un centesimo in più, da me. Le sto offrendo un milione di sterline per mio nipote. Prendere o lasciare.»
Ann batté le palpebre come per cancellare un’allucinazione. Non poteva essere reale! E invece sul tavolo c’era un assegno da un milione di sterline. Un milione di sterline per comprare un bambino.
Nikos Theakis riprese a parlare. «Mio nipote avrà una infanzia molto felice. Mia madre è una donna buona e gentile che amerà Ari con tutto il cuore. Vivrà con lei nella villa di famiglia, sulla nostra isola privata, e non gli mancherà mai nulla.» Fece un breve, freddo sorriso. «Come vede, può prendere i soldi con la coscienza a posto, signorina Turner.»
Ann sentì quelle parole terribili, ma non riuscì a reagire. Poteva solo fissare l’assegno sul