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Il mio regno per Lisa: Harmony Collezione
Il mio regno per Lisa: Harmony Collezione
Il mio regno per Lisa: Harmony Collezione
E-book158 pagine2 ore

Il mio regno per Lisa: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Qasim ha un sogno: traghettare il proprio paese vero la modernità. Per farlo ha bisogno di un solido progetto finanziario. A proporglielo è Lisa, una donna sensuale con due luminosi occhi verdi e gambe mozzafiato. Riuscirà a farla accettare dal suo popolo, dopo averla accolta nel proprio cuore?
LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2017
ISBN9788858960059
Il mio regno per Lisa: Harmony Collezione
Autore

Sandra Marton

Tra le autrici piuù amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il mio regno per Lisa - Sandra Marton

    successivo.

    1

    Era uno sceicco, il re del Suliyam, un piccolo Stato situato su un incredibile giacimento di petrolio sulla punta estrema della penisola di Bezerian.

    Oltretutto era alto, con i capelli neri e gli occhi grigi e... naturalmente splendido.

    Ovviamente se piaceva il genere.

    Secondo la stampa internazionale alla maggior parte delle donne piaceva... ma Lisa O'Connell non era la maggior parte delle donne.

    Inoltre l'essere alto, bello e immensamente ricco non compensava affatto altre caratteristiche del sovrano, come egoismo e arroganza.

    Lisa bevve un sorso di caffè. Okay, forse tutto ciò era superfluo, e allora? Anche gli uomini come lui erano superflui.

    Non aveva mai scambiato una parola con il re, ma non era necessario per sapere di che pasta fosse fatto. Il suo capo, un altro egoista, per di più brutto, quella mattina le aveva trasmesso un messaggio molto chiaro da parte dello sceicco.

    Lei era una femmina, quindi una cittadina di seconda classe ai suoi occhi. Lui, naturalmente, era un maschio e, come se non bastasse, un re.

    Le labbra di Lisa si curvarono in una smorfia di disprezzo. In realtà era soltanto uno sciovinista. Possibile che fosse stata l'unica a notarlo? Lo aveva osservato per quasi un'ora mentre cercava di affascinare il gruppo ristretto dall'altra parte della sala riunioni, scuotendo la testa quando uno di loro parlava, come se gliene importasse qualcosa.

    Doveva ammettere che era bravo a tenere a bada i partner e i manager di quella prestigiosa società finanziaria. Del resto lo stesso Time aveva parlato a lungo dei passi che il re stava compiendo per modernizzare il suo paese. Però era anche un incallito play-boy che aveva spezzato cuori in almeno tre continenti.

    L'unica cosa che lei conosceva con certezza era la sua identità: Qasim al Daud al Rashid, re di Suliyam dalla morte del padre e sovrano assoluto del suo popolo. Un titolo ormai anacronistico, ma che nessuno pareva notare negli uffici di Los Angeles della società Tremont, Burnside and Macomb Financial Advisor and Consultant.

    «Oh, vostra altezza» disse una donna con un lungo sospiro.

    Era quello il modo appropriato di rivolgersi al re secondo il suo entourage.

    Lisa terminò il suo caffè. Se avesse avuto la sfortuna di parlare con lui, dopo ciò che era successo quella mattina, si sarebbe ben guardata dall'usare quel titolo. Forse si adattava meglio sua altezzosità. Come altro si poteva definire un uomo del ventunesimo secolo che conduceva una vita del quindicesimo?

    E pensare che era stata lei, lavorando giorno e notte per scrivere il rapporto, che lo aveva convinto a rivolgersi alla loro società. Aveva pensato spesso a quello che avrebbe rappresentato per la sua carriera professionale gestire un simile progetto. Il suo sogno di diventare partner sarebbe diventato realtà.

    Purtroppo tutto era sfumato quella mattina quando Simpson le aveva annunciato che la pratica Suliyam sarebbe stata affidata a Frank Fisher.

    Lisa stava per versarsi un'altra tazza di caffè, ma poi cambiò idea. Aveva già immagazzinato una dose eccessiva di caffeina per cui preferì servirsi un Mimosa, il cocktail amato dallo sceicco e preparato apposta per lui.

    Era stato grazie alle sue ricerche che si era saputo della sua predilezione per quell'aperitivo fatto con succo d'arancia, ma senza champagne. Probabilmente un'eredità trasmessagli dalla madre californiana.

    Ed era stata lei a ordinarlo per il rinfresco. Forse avrebbe fatto meglio a fargli trovare un po' di stricnina.

    Maledizione! Doveva smetterla di mugugnare in quel modo, altrimenti avrebbe potuto dire o fare qualcosa che le avrebbe fatto perdere il lavoro.

    Se non era già successo. No, non era possibile. Si era dedicata anima e corpo a quella società, non poteva permettere che accadesse una tragedia del genere. Neppure il re di tutto l'universo le avrebbe rovinato la carriera. Ci sarebbero stati altri clienti importanti. Se solo quel verme del suo capo non avesse aspettato fino a quella mattina per comunicarle la notizia.

    Alle otto in punto era già in ufficio per essere sicura di essere pronta all'incontro con lo sceicco. Aveva persino controllato il servizio di catering perché tutto fosse perfetto. Per le otto e dieci ogni cosa era sotto controllo.

    Alle otto e un quarto Jerry Simpson era entrato nel suo ufficio, con un sorriso stampato in faccia e una tazza di caffè in mano.

    «Per te» le aveva detto.

    Lei avrebbe voluto rispondergli che erano già due ore che stava bevendo caffè, ma non se l'era sentita di rifiutare un gesto gentile e assolutamente insolito da parte del suo capo.

    «Come hai trascorso il fine settimana?» le aveva chiesto lui.

    Lisa era stata a Nantucket al matrimonio di suo fratello, per cui era stato facile sorridergli e rispondere: «È stato fantastico».

    Simpson aveva ricambiato il sorriso e tra una futile chiacchiera e l'altra le aveva comunicato che la sua pratica era stata affidata a Frank Fisher.

    Lei era sbiancata e si era detta che doveva avere capito male. Come poteva passare un suo cliente a qualcun altro? Forse aveva bevuto troppo champagne alle nozze del fratello.

    «Scusa, Jerry, ma per un attimo ho pensato che... »

    «È così» aveva replicato Simpson.

    «Non può essere vero!» aveva puntualizzato lei cercando di dare un senso a quello che stava accadendo. «Il Suliyam ha commissionato uno studio e... »

    «È lo sceicco che lo ha commissionato.»

    «Non importa. Il punto è... »

    «Questo è un dettaglio fondamentale, Lisa» l'aveva corretta il suo capo. «Sua altezza parla per il proprio paese.»

    «Non capisco cosa questo... »

    «Lui è il Suliyam.»

    Lisa aveva sbuffato impaziente. «Ho lavorato io su quel rapporto e tu mi hai assicurato che il re sarebbe stato mio cliente se avesse firmato il contratto.»

    «Non ho mai affermato una cosa del genere. Io ti ho semplicemente chiesto di preparare il progetto.»

    Lei aveva socchiuso gli occhi furibonda. «È ormai consuetudine in questa società che la persona che lavora per un cliente poi se lo tenga, se questo accetta il suo progetto.»

    «Tu non sei un partner, Lisa.»

    «Questa è solo una formalità, Jerry, e lo sai bene.»

    «Sua altezza vuole qualcuno con una certa autorità» dichiarò lui.

    «Be', a questo si può porre rimedio. Fammi diventare partner adesso, invece di aspettare fino a luglio.»

    «Lisa... » Simpson aveva tossito imbarazzato. «Sono davvero dispiaciuto che sia successo, ma... »

    «Non è ancora successo niente. Quello che devono fare i partner è votarmi e dire allo sceicco che sono capacissima di... »

    «Sei una donna.»

    «Scusa?» si era bloccata lei.

    «Ti assicuro che non c'è niente di personale e non dipende da te. È solo che... »

    «Che cosa?» Lisa aveva cercato di usare ancora un tono e un atteggiamento civili. Cosa non facile quando il proprio capo ti comunica che il lavoro per cui hai sempre dato l'anima non è più tuo. «Suvvia, Jerry, cosa c'entra il fatto che sono una donna con tutto questo?»

    Simpson aveva evitato la domanda. «Voglio che ti occupi di un nuovo cliente, Rod Barry, un pezzo grosso di Hollywood.»

    «Lo sceicco del Suliyam è il cliente che voglio.» Lei si era alzata dalla sedia e aveva appoggiato le mani ai fianchi. «È il cliente che mi hai promesso.»

    «Barry è un tipo tosto. Occorrono doti speciali per lavorare con lui e tu sei la sola che può farlo. Fai un buon lavoro e diventerai partner l'anno prossimo.» Jerry le aveva allungato una mano. «Congratulazioni.»

    Lisa non era nata ieri. Aveva ventotto anni, due lauree in economia e un master in finanza per cui non era né stupida né ingenua. E poi c'era quel riferimento al fatto che era una donna. Il suo capo stava cercando di farle accettare un altro cliente. Aveva l'autorità per toglierle quell'incarico e allora perché tentava di corromperla? Doveva esserci una ragione.

    «Aspetta un attimo. Hai appena detto che sono una donna e che è questo il problema.»

    «Non è esatto. Quello che volevo dire era che... »

    «Perché dovrebbe essere un problema?»

    «Il Suliyam è un regno.»

    «Lo so. C'è una descrizione dettagliata del paese nel mio rapporto.»

    «Non ha costituzione e neppure un parlamento.»

    «Maledizione, Jerry! Ho fatto ricerche per tre mesi su quello Stato.»

    «Allora saprai anche che la popolazione vive secondo alcune tradizioni che potrebbero apparire ai nostri occhi alquanto antiquate.»

    «Ti dispiacerebbe arrivare al punto?»

    Simpson non aveva più potuto evitare la domanda. «Visto che non vuoi accettare il nuovo cliente, l'unica cosa che posso fare è assegnarti a Frank Fisher come sua assistente. Lui andrà nel Suliyam e tu resterai qui a eseguire gli ordini che ti manderà da là.»

    «Non se ne parla neanche. Non ho alcuna intenzione di fare da secondo a Fisher.»

    «La discussione è chiusa, Lisa. Lo sceicco vuole così e così sarà.»

    «Lo sceicco è un idiota» aveva ribattuto lei gelida.

    Simpson era sbiancato e si era voltato come se si fosse aspettato di vederlo sulla porta dell'ufficio con una spada in mano. «Vedi? Ecco un'altra ragione per cui non sei adatta a questo incarico.»

    «Sai benissimo che non direi mai niente del genere in sua presenza.»

    «Non ne avrai neanche l'opportunità. Non hai notato, quando hai fatto le tue ricerche, che le donne del Suliyam non hanno gli stessi privilegi di quelle degli Stati Uniti? Non hanno alcuno status nel mondo dello sceicco.»

    «Quello che le donne hanno qui» aveva replicato lei, «non è uno stato di privilegio, bensì di diritto. E per quanto riguarda lo sceicco, trascorre tanto tempo in occidente quanto nel suo paese. È costantemente a contatto con donne per cui non puoi realmente... »

    «Il nostro rappresentante dovrà lavorare al suo fianco, trattare con il suo popolo. Come puoi pensare un solo minuto che quegli uomini vogliano sedersi allo stesso tavolo con una donna e magari accettare suggerimenti e critiche da lei?»

    «Quello che penso è che è arrivato il momento che questi signori raggiungano il ventunesimo secolo.»

    «Questo non è compito della Tremont Burnside and Macomb

    «E penso anche» aveva aggiunto Lisa con un tono di voce pericoloso, «che faresti meglio pure tu a raggiungere questo secolo. Sono sicura che avrai sentito parlare delle leggi antidiscriminazione.»

    Simpson si era dimostrato pronto a quella minaccia. «Quelle leggi valgono solo dentro i confini degli Stati Uniti. Ci sono posti dove persino le nostre soldatesse si devono adeguare ai costumi locali.»

    «Ciò che fanno i militari non ha niente a

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