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Come acqua cristallina: Harmony Collezione
Come acqua cristallina: Harmony Collezione
Come acqua cristallina: Harmony Collezione
E-book162 pagine2 ore

Come acqua cristallina: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Per una volta, non è lui a fare la prima mossa. Sean O'Connell proprio non riesce a capire. Perché quella splendida ragazza se ne stia seminascosta in un angolo del casinò, e perché lo osservi con uno sguardo al contempo affascinato e concentrato. Come se volesse ammirarlo, ma anche studiarlo con attenzione. Non gli rimane che un modo per scoprirlo: avvicinarsi a lei e conoscerla. Dopo quel momento, le cose diventano ancora meno chiare. Savannah si rifiuta di rivelare a Sean cosa facesse lì, e perché lo stesse aspettando. In compenso, lo trascina in una storia talmente appassionata da fargli quasi dimenticare il suo desiderio di capire come stanno le cose; fino al giorno in cui tutto diventa chiaro, come l'acqua del mare che li circonda.

LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2015
ISBN9788858941508
Come acqua cristallina: Harmony Collezione
Autore

Sandra Marton

Tra le autrici piuù amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Come acqua cristallina - Sandra Marton

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The One-night Wife

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2004 Sandra Marton

    Traduzione di Maria Elena Vaccarini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-150-8

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    O’Connell entrò nel casinò poco prima di mezzanotte, quando l’atmosfera incominciava ad animarsi.

    Savannah l’aspettava da un po’ di tempo, tenendo d’occhio l’ingresso che conduceva nella sala da gioco, nel timore di lasciarselo sfuggire.

    Una preoccupazione insensata, poiché O’Connell non era tipo da passare inosservato.

    «Come lo riconoscerò?» aveva chiesto ad Alain.

    Alain le aveva spiegato che O’Connell era alto, di bell’aspetto e con i capelli scuri. «È circondato da un alone di ricchezza» aveva aggiunto. «Sai cosa intendo, chérie. Raffinatezza.» Sorridendo, le aveva dato un buffetto sulla guancia. «Fidati di me, Savannah. Lo riconoscerai immediatamente.»

    Ma quando, un’ora prima, Savannah aveva messo piede nell’atrio del casinò, era stata presa dallo sconforto. Infatti, la descrizione fornitale da Alain si adattava a metà degli uomini presenti.

    Il casinò si trovava su un’isola esclusiva delle Bahamas e l’accesso era riservato ai giocatori più facoltosi dell’Europa, dell’Asia e dell’America. Tutti gli uomini che ne frequentavano i tavoli erano ricchi, e parecchi di loro erano belli.

    L’arrivo di O’Connell suscitò parecchia eccitazione. Occhiate di sfuggita da parte degli uomini, sguardi di apprezzamento da parte delle donne. Segnali sottili che sarebbero sfuggiti alla maggior parte delle persone, ma non a Savannah. Riconoscere le sfumature era il presupposto per la riuscita nel suo lavoro.

    Da questo dipendeva il suo successo al tavolo da gioco. E quella sera era in gioco anche il suo futuro. Ma non era il momento di pensarci.

    Aveva appreso anni addietro, quando spennava i turisti a New Orleans, che il solo modo per vincere era svuotare la mente e non pensare ad altro che alle carte, con la consapevolezza di essere la migliore.

    Quella filosofia funzionava ancora. Dal gioco delle tre carte agli angoli delle strade, era passata ai tavoli di baccarat e di poker in ambienti eleganti, ma il suo approccio non era cambiato.

    Concentrazione. Era quella la chiave del successo. Restare calma e concentrata.

    Una disposizione mentale che quella sera Savannah non riusciva a raggiungere. La mano che reggeva la coppa di champagne tremava. Un movimento quasi impercettibile, ma che non sarebbe sfuggito a O’Connell. Anche lui era allenato a leggere il linguaggio del corpo dell’avversario.

    La sua abilità era leggendaria. Per qualunque giocatore, O’Connell era l’uomo da battere. Per qualunque donna, l’uomo da portare a letto. Tutte le donne nella sala lo sapevano.

    Peccato, pensò Savannah, perché in quella calda notte caraibica Sean O’Connell sarebbe appartenuto soltanto a lei.

    Rimase a osservarlo, sorseggiando lo champagne. Non c’era pericolo che lui la vedesse perché aveva scelto con cura quella nicchia prima di fare la propria mossa.

    A quanto pareva, lui si comportava nello stesso modo, guardandosi accuratamente intorno prima di scegliere un tavolo. Era ancora sulla porta, immobile. Savannah non poté evitare di ammirarlo. O’Connell sapeva suscitare l’interesse senza il minimo gesto.

    Tutte quelle occhiate di uomini ansiosi di essere le prossime vittime! E quei sorrisi di donne ansiose di essere vittime a loro volta, sebbene in modo diverso.

    Savannah la Giocatrice capiva gli uomini. Chiunque si fosse seduto a un tavolo da gioco avrebbe voluto mettersi alla prova con un giocatore della fama di O’Connell. Ma Savannah la Donna non capiva quei sorrisi femminili. Conosceva la reputazione di O’Connell. Sapeva che passava da una conquista all’altra, lasciandosi alle spalle una scia di cuori infranti. Perché correre quel rischio? Tuttavia, doveva riconoscere che Sean O’Connell era affascinante.

    Alto, con i capelli scuri, indossava uno smoking nero aperto su un girocollo di seta nera e pantaloni neri che evidenziavano il corpo asciutto e muscoloso. E gli occhi? Alain non ne aveva parlato. Probabilmente erano azzurri, pensò, e per un istante immaginò che cos’avrebbe provato se avesse attraversato la sala e si fosse fermata di fronte a lui, guardandolo negli occhi.

    Savannah increspò la fronte e bevve un altro sorso di champagne. Il colore degli occhi di O’Connell non era importante. Contava solo quello che sapeva di lui e come se ne sarebbe servita quella sera per portare a termine il proprio compito.

    O’Connell era considerato uno dei migliori giocatori al mondo. Freddo, impassibile, intelligente. Era anche un uomo che non sapeva resistere a una sfida, che si trattasse di carte o di belle donne.

    Per questo si trovava lì quella sera. Alain l’aveva mandata per attirare O’Connell in una trappola.

    Savannah non si era mai servita di proposito del proprio aspetto per sedurre un uomo, spingendolo a desiderare di conquistarla più di quanto desiderasse vincere la partita. Ma quella sera era diverso. Quella sera voleva che la vittima designata guardasse lei e non le sue mani o le carte. Lo scopo era vincere su tutta la linea. Battere Sean O’Connell. Umiliarlo di fronte a tutti. Dopo di che, sarebbe stata libera.

    Libera, pensò Savannah, e il suo cuore divenne improvvisamente più leggero.

    Ci sarebbe riuscita. Doveva. E non vedeva l’ora che il gioco cominciasse. Quell’attesa incominciava a irritarla. Avanti, O’Connell, pensò. Scegli un tavolo, e che inizino le danze.

    Be’, avrebbe sempre potuto fare lei la prima mossa... No, pessima idea. Doveva aspettare che lui fosse pronto.

    O’Connell era ancora fermo sulla soglia. Un cameriere gli portò qualcosa da bere. Bourbon, probabilmente. Era la sola cosa che beveva. Anche quell’informazione gliel’aveva fornita Alain. Il suo bersaglio era americano come lei, anche se sembrava nato in quel sofisticato ambiente internazionale.

    O’Connell sorseggiò il Bourbon con aria rilassata. Nessuno gli andò vicino. Gli lasciavano il suo spazio.

    «Tutti sanno che non devono pressarlo» le aveva spiegato Alain. «A O’Connell piace considerarsi un lupo solitario.»

    Sbagliato. O’Connell non era affatto un lupo. Era una pantera, nera e pericolosa, pensò Savannah mentre un brivido di eccitazione la percorreva.

    Sarebbe stato un gioco pericoloso. L’aveva riconosciuto anche Alain.

    «Ma ce la puoi fare, chérie» l’aveva rassicurata. «Ti ho mai ingannata?»

    No, non da quando si erano conosciuti. Ma di recente il suo atteggiamento verso di lei era cambiato. Il modo in cui la guardava o le sfiorava la mano... Ma non era quello il momento di pensarci. Aveva un compito più importante da portare a termine.

    Avrebbe giocato a poker con Sean O’Connell, usando la seduzione più dell’abilità. Si sarebbe assicurata che perdesse fino all’ultimo dollaro, di fronte a tutti, in modo che l’umiliazione fosse completa.

    «Voglio che Sean O’Connell perda più di quanto abbia mai immaginato» aveva mormorato Alain in tono raggelante. «Dovrà perdere tutto, non soltanto il denaro, ma la calma, l’orgoglio, l’arroganza. Dovrai lasciarlo solo con i vestiti addosso.» Poi aveva sorriso, un sorriso che era quasi una smorfia. «Ti darò un premio, cara. Potrai tenerti tutto il denaro che vincerai. Non sarà divertente?»

    Oh, sì. Certo. Perché una volta che avesse avuto quel denaro, sarebbe stata libera.

    Fino a poco tempo addietro non aveva mai osato soffermarsi su quell’idea, per paura che Alain le leggesse nel pensiero. Ma ormai non riusciva a pensare ad altro. Aveva lasciato credere ad Alain che lo faceva per lui, ma la verità era che lo faceva solo per sé.

    Per sé e per Missy.

    Dopo quella notte, avrebbe avuto il denaro che le serviva per andarsene e per prendersi cura della sorella. Si sarebbe liberata di Alain e di ciò che temeva che avrebbe potuto pretendere da lei in futuro. Non importava se questo avrebbe comportato l’umiliazione e la rovina di Sean O’Connell. Dopo tutto, O’Connell era solo un estraneo.

    Ed era anche un ladro.

    Un anno prima, durante una partita di poker durata tre giorni a bordo dello yacht di Alain nel Mediterraneo, O’Connell gli aveva rubato un milione di dollari. Savannah non era presente. Come ogni primo del mese, era andata a trovare Missy nella clinica di Ginevra. Ma Alain le aveva riferito tutti i particolari: come si fosse accorto che aveva barato solo dopo che O’Connell se ne era andato, al loro arrivo a Cannes.

    Alain progettava da un anno il modo di pareggiare i conti. Il problema non era il denaro. Per lui era una questione di principio. E Savannah riusciva a capirlo.

    C’erano tre tipi di giocatori: quelli abili, quelli stupidi, e i bari. I primi rendevano eccitante il gioco. Con i secondi non c’era gusto. Ma i bari erano diversi. Erano soltanto feccia, gente che svuotava d’ogni valore il talento. Chi era scoperto a barare veniva espulso dai casinò oppure, se aveva giocato con le persone sbagliate, poteva ritrovarsi con le mani fratturate.

    Nessuno chiamava la polizia.

    Alain aveva in mente qualcosa di diverso. O’Connell l’aveva offeso in privato, e ora intendeva restituirgli il favore in pubblico. Alla fine aveva escogitato un piano, ma gliene aveva parlato solo la settimana precedente, subito dopo la sua visita alla sorella.

    «Come sta Missy?» le aveva domandato dopo averle messo un braccio intorno alle spalle. «Sta facendo progressi? Sai, forse è venuto il momento di pensare a qualche cambiamento.»

    C’era stata una velata minaccia nel suo tono. Savannah era rimasta a fissarlo indecisa. Qualche istante dopo, però, Alain aveva sorriso e le aveva dato un bacio sulla fronte.

    «Ti divertirai, chérie. In un certo senso, sarà il tuo debutto in società, un modo per celebrare il tuo ventunesimo compleanno.»

    Savannah era stata colta di sorpresa. Non aveva mai giocato in un casinò. Fino ad allora, Alain le aveva permesso di partecipare solo a

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