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Irresistibile distrazione: Harmony Destiny
Irresistibile distrazione: Harmony Destiny
Irresistibile distrazione: Harmony Destiny
E-book179 pagine2 ore

Irresistibile distrazione: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Vendetta e passione 2/2
Due fratelli uniti da un'unica missione: riprendere in mano gli affari di famiglia a ogni costo.

Ethan Michaels ha programmato minuziosamente la propria vendetta per anni e adesso, finalmente, sta per ottenerla. Non solo si riprenderà il resort fondato dalla madre, ma otterrà la giusta rivincita nei confronti del patrigno che ha sottratto la proprietà e il denaro che gli spettavano quando lui aveva solo diciassette anni. A distrarlo dai suoi propositi arriva però l'eccitante Harper Williams. Il tempo che trascorre tra le sue braccia non sembra mai abbastanza, la passione che li consuma pretende altre notti, altri bollenti abbracci. Ma Harper non è chi dice di essere...
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2020
ISBN9788830517899
Irresistibile distrazione: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Irresistibile distrazione - Jules Bennett

    successivo.

    1

    Il bikini rosso non mancava mai di eccitarlo... e adesso era appeso proprio lì, sul termoarredo del bagno.

    Quando Harper Williams esibiva quell'insieme di inconsistenti triangoli di stoffa e di cordicelle sottili sul suo corpo sinuoso, era sempre un piacere spogliarla. E, per quanto fosse spesso tentato di farlo, si tratteneva sempre dallo strapparle via senza tanti complimenti il bikini perché non voleva distruggerlo, privandosi così per sempre di poter usufruire di una tale gioia per la vista.

    Distogliendo l'attenzione dall'oggetto tentatore, Ethan Michaels si infilò una maglietta grigia e tornò nella camera da letto del suo attico al Mirage. Il magnifico resort cinque stelle sorgeva al centro di Sunset Cove, un'isola privata al largo della costa meridionale della California, e costituiva una destinazione a dir poco esclusiva.

    Mentre aspettava al varco in vista dell'epico incontro a sorpresa con quel bastardo del patrigno, Ethan aveva avviato una conoscenza approfondita con la proprietaria di quell'invitante bikini rosso. Aveva sempre avuto un debole per il rosso, ma anche il corpo prorompente che lo indossava non era affatto male.

    L'avventura di una notte si era trasformata in quasi un mese di passione e di pigiama party vietati ai minori. Eppure, nonostante fosse già passato un po' di tempo, lui e Harper avevano mantenuto la storia occasionale, proprio come faceva di solito Ethan con le sue conquiste temporanee. E a Harper pareva andar bene così.

    Ethan non aveva idea di cosa avesse portato Harper al Mirage senza un partner e non aveva alcuna intenzione di chiederle delucidazioni al riguardo. Di fatto, essendo lei sola come lui, si erano avvicinati l'un l'altra, visto che quasi tutta la clientela del resort, che non accettava minori, era formata da coppie.

    Lui e Harper erano scivolati in una perfetta routine che ogni sera prevedeva degli incontri in camera sua per cena. In pratica, si assicurava che lo chef preparasse qualcosa di speciale solo per loro e che il personale di servizio si occupasse di ogni esigenza. In futuro, una volta ripreso il controllo del resort com'era nei suoi piani, Ethan si sarebbe sicuramente ricordato dell'efficienza dei dipendenti.

    Nonostante la sera non ci fosse mai un orario preciso per l'arrivo di Harper, Ethan faceva sempre in modo che ci fosse qualcosa di pronto per lei. Durante il giorno, invece, ognuno faceva ciò che voleva. Ogni tanto la vedeva in spiaggia e le portava da bere ma, fuori dall'attico, non si toccavano nemmeno.

    In compenso, osservarla mentre camminava sulla spiaggia, ancheggiando provocatoriamente, era per Ethan il massimo dei preliminari.

    Certo, non poteva lasciarsi distrarre troppo da lei. Aveva un compito da portare a termine, una vendetta da consumare. Insomma, anche se Harper costituiva un piacevole fuori programma, non era lì per svago. E non gli importava che lei sembrasse usarlo come un passatempo. Si chiedeva solo cosa facesse e chi fosse in realtà, però non voleva porre troppe domande, per non darle l'impressione di essere alla ricerca di qualcosa a lungo termine.

    Oddio, sarebbe bastato mandare un messaggio alla sua assistente per avere tutte le risposte del caso su Harper, tuttavia questo avrebbe implicato ammettere con se stesso che voleva sapere aspetti di lei che andavano al di là di quelli circoscritti alla camera da letto. Qualcuno avrebbe potuto definirlo freddo, e forse non avrebbe sbagliato; in realtà Ethan aveva le sue ragioni per tenere tutti a distanza. Ragioni che riguardavano lui e solo lui.

    E poi non si metteva con una donna che non fosse sulla sua stessa lunghezza d'onda riguardo alla mancanza di aspettative o se, peggio ancora, pensava anche solo lontanamente che fosse a caccia di marito. Non avrebbe mai ingannato una donna, illudendola di poterle offrire qualcosa di più del suo corpo e di una piccola parte del suo tempo.

    Così, anche se qualcuno avrebbe potuto ritenerlo un uomo dal cuore freddo, l'unica persona a soffrire alla fine della giornata era lui. Ed era proprio quel dolore a tenerlo concentrato sul motivo per cui cercava vendetta. Insomma, non era tipo da usare le donne ma, se ce n'era una disposta a fare un po' di buon sesso, be', lui non si tirava indietro.

    Ethan prese il cellulare dal comodino e controllò le e-mail mentre usciva in terrazza. L'odore di salsedine e la brezza dell'oceano non finivano mai di sorprenderlo. Era nato per la spiaggia, così come il gemello Dane era fatto per la montagna. Erano così simili, eppure così diversi.

    Non essendoci niente di troppo urgente nella posta elettronica, Ethan inviò un messaggio al suo investigatore privato per avere la conferma dell'arrivo di Robert Anderson. Il suo caro patrigno era atteso al Mirage già da tre settimane, ma per una ragione o per l'altra, probabilmente in ogni caso illegale, l'uomo era in ritardo. D'altronde, gente come Robert se ne andava in giro da un posto all'altro senza un programma preciso.

    Ethan, però, sapeva essere paziente. Aveva aspettato quasi vent'anni per ottenere soddisfazione. Qualche giorno in più non avrebbe fatto differenza.

    Infilatosi in tasca il cellulare, diede un'occhiata alla spiaggia sottostante. I teli bianchi montati davanti alle capanne per due persone. Il personale che si aggirava tra i patiti della tintarella con vassoi di bevande. Il rumore rilassante della risacca. Sì, poteva aspettare Robert, visto che, in fin dei conti, passare il tempo in un resort di lusso e godersi delle notti di passione con Harper era sicuramente meglio che fare i turni in fabbrica. Per la verità, qualcosa faceva per guadagnarsi il pane quotidiano. Di giorno, infatti, si occupava a distanza della gestione della sua rete di night club sparsi per tutto il paese, e non riusciva a pensare a un ufficio migliore di quello da cui lavorare.

    Il Mirage di Sunset Cove, uno dei due bellissimi resort che sua madre aveva creato e che dopo la sua morte erano stati ignobilmente sottratti ai figli, era destinato a essere suo. In quel posto si sentiva a casa, e presto, molto presto, lo avrebbe diretto in prima persona, proprio come aveva sempre desiderato la madre.

    Con l'avvicinarsi del ventesimo anniversario della sua morte, Ethan sapeva che era giunto il momento di realizzare il sogno di Lara Anderson. Ricacciare Robert Anderson nel luogo che gli competeva, ossia all'inferno, sarebbe stata la proverbiale ciliegina sulla torta.

    Mentre tornava a girarsi verso la zona giorno, Ethan sentì vibrare il telefono nella tasca. Quando l'ebbe estratto, lesse il nome di Harper sullo schermo illuminato.

    Strano. Non gli aveva mai inviato SMS, né mai lo aveva chiamato in precedenza. Fra loro, era tutto all'insegna di una tacita intesa.

    Dove sei?

    Esitò, ma alla fine le rispose che era nel suo attico. Harper era scivolata fuori dal suo letto solamente da poche ore. Da quando se n'era andata, lui si era dato da fare parecchio ed era riuscito a contattare tutti i manager dei locali notturni che gli appartenevano.

    Era nel bel mezzo di un'espansione globale e confidava nella chiusura a breve di un affare in Francia.

    La differenza dei fusi orari non era facile da gestire, ma aveva uno staff dedicato e, d'altra parte, non avrebbe potuto gestire la sua azienda senza membri fidati e dotati di una certa elasticità. Ethan esigeva lealtà e spirito di sacrificio e, in cambio, pagava bene il suo staff.

    Anche se intendeva mantenere la maggior parte degli attuali membri del personale del Mirage, aveva già una mezza idea su chi avrebbe portato al resort per affidargli la conduzione. Per le sue proprietà, voleva il meglio del meglio. Non avrebbe certo fatto un'eccezione per quella che rappresentava l'eredità della madre.

    Ethan diede un'altra occhiata al telefono. Harper non aveva risposto. Non aveva idea di cosa volesse, tuttavia aveva bisogno di contattare il fratello. Forse si erano allontanati dopo la scomparsa della loro madre, forse avevano affrontato la sua morte in modo diverso, chiudendosi al mondo e l'uno all'altro; Dane, però, era tutto ciò che gli era rimasto. E, indipendentemente dal dolore provato, aveva sempre saputo di poter contare sul gemello.

    Insieme, avevano organizzato un solido piano per recuperare le proprietà della madre. Dane aveva già ripreso possesso del resort sulle montagne del Montana. Ora era il turno di Ethan.

    Il Mirage in Montana era stato carpito loro da Robert, che poi lo aveva perso. Dane si era intrufolato per agganciare la figlia del nuovo proprietario per ottenere delle informazioni utili. Alla fine, era riuscito a riaverlo, però si era innamorato della ragazza e adesso stavano organizzando il matrimonio.

    Ethan si sarebbe limitato a riprendersi la proprietà. A una moglie non ci pensava proprio.

    Aveva appena aperto i messaggi di Dane quando l'ascensore privato dell'attico si aprì. Ethan spostò giusto in tempo l'attenzione dal telefono per vedere comparire Harper.

    Per quanto la apprezzasse con e senza quel bikini rosso, doveva ammettere che le sue mirabili curve erano micidiali anche nel prendisole verde smeraldo senza spalline che indossava. Tutta quella pelle scura in mostra... Dannazione, non sapeva se avrebbe potuto resistere fino a sera. Forse avrebbe potuto perfino lasciarle addosso quel vestitino, visto che di sicuro forniva un facile accesso alle zone che suscitavano in lui un particolare interesse.

    I lunghi capelli corvini le ricadevano morbidamente sulle spalle. Non c'era nulla di quella donna che non trovasse sexy e attraente. L'aveva raggiunto anzitempo perché neppure lei poteva aspettare fino a sera?

    No, non era desiderio quello che leggeva nel suo sguardo. Al contrario, negli occhi marroni le si rifletteva una strana luce che lo bloccò, facendogli provare una stretta al cuore. Attraversando la spaziosa suite, Harper non smise mai di fissarlo. Che fosse turbata lo si capiva dal modo in cui giocava nervosamente con il delicato braccialetto d'oro che portava sempre al polso.

    «Cos'è successo?» le chiese, sapendo che non gli avrebbe mandato un messaggio per poi precipitarsi lì, apparentemente in preda al panico, se non ci fosse stato qualcosa che non andava.

    «Dobbiamo parlare.»

    Ethan lasciò sedimentare quelle parole prima di emettere una risatina. «Ha tutta l'aria di essere il prologo di una rottura.»

    Il che non aveva senso, considerato che, non essendo una vera e propria coppia, non c'era niente da rompere.

    L'espressione di Harper rimase mortalmente seria. «No, non sono venuta per chiudere con te.»

    «E allora perché hai una faccia che si direbbe che ti sia appena caduto il mondo addosso?»

    Harper tirò un respiro profondo e, per la prima volta da quando si erano incontrati un mese fa, non sembrò affatto la donna sicura ed equilibrata che aveva imparato a conoscere. «Sono incinta.»

    Pronunciare quelle due parole ad alta voce non servì a farle sembrare più vera o meno terrorizzante la situazione.

    Da quando aveva fatto il test quella mattina, aveva fluttuato in una sorta di nebbia, chiedendosi come dirlo a Ethan, preoccupata di come avrebbe reagito, spaventata per il suo futuro e per come avrebbe potuto dare al bambino un ambiente familiare stabile. Tuttavia Harper non si era mai tirata indietro di fronte a un problema o a un inevitabile confronto. E aveva conosciuto così tanti dolori e tragedie che non riusciva a considerare quello che aveva per le mani un errore o un dramma.

    Al contrario, era convinta che tutto accadesse per una ragione ben precisa, anche se nel caso specifico non capiva bene quale fosse e nemmeno il tempismo le sembrava esattamente l'ideale.

    Da quando Ethan l'aveva avvicinata in spiaggia, tutta la sua vita era stata una serie di prime volte: il bikini rosso, l'avventura di una notte, la prosecuzione di quella notte fino a intrecciare una storia con un perfetto sconosciuto, il sesso sotto la doccia, il sesso sulla terrazza... e ora le due linee blu.

    In precedenza, aveva avuto un'unica relazione seria, ma era finita poco prima che la sorella morisse. Harper non era alla ricerca di un altro legame sentimentale che avrebbe inevitabilmente portato dolore. Tuttavia la svolta imprevista assunta da questo flirt spensierato con Ethan non poteva non spaventarla.

    «Dimmi qualcosa» lo esortò, dato che il prolungato silenzio del suo interlocutore non faceva che aumentare la preoccupazione.

    Gli occhi luminosi di Ethan si posarono su di lei. «Sei seria, non è così?»

    Harper fece una risata beffarda. «Pensi che sia una cosa su cui scherzare?»

    Dopo un'ulteriore pausa, imbarazzante e piena di tensione, Ethan imprecò tra sé e scosse la testa. «No, però non so cosa pensare.» Dopo essersi passato una mano nei capelli scompigliati, riportò l'attenzione su di lei. «Non ti chiederò come fai a sapere che è mio. Non ti conosco da molto, ma sono sicuro che non sei stata con nessun altro.»

    «Sei il primo uomo con cui sono andata a letto da quasi un anno.»

    Harper si passò una mano sul ventre. Era più nervosa per quella conversazione che disturbata dalla nausea dovuta alla gravidanza. D'altra

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